La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Nel tuo respiro" di Sophie Jackson, edito da Fabbri Editori (rilegato a 15,90€):
Max non riesce a lasciarsi alle spalle il passato: la dipendenza dalla droga, la fine della sua storia con Lizzie - la donna di cui era follemente innamorato e che non è capace di dimenticare - e la perdita del loro figlio. Dopo un periodo di disintossicazione in clinica, e dopo aver imparato a esplorare le sue paure più profonde e ad affrontare i tremendi incubi che lo tormentano ogni notte, Max decide di mollare tutto e trascorrere qualche mese in una cittadina in mezzo a i boschi. E lì, lontano dalla metropoli, lontano dalle tentazioni, incontra Grace. Con il suo innato ottimismo e il suo amore per l'arte e la fotografia, sembra essere la ragazza perfetta. Nessuno però sa da dove venga, a perché sia così riservata riguardo al proprio passato. Nel corso del tempo, grazie alle ore trascorse a correre insieme lungo i sentieri di montagna e a un'attrazione sempre crescente, Max e Grace iniziano ad avvicinarsi l'un l'altra. Ma lui sarà ancora in grado di aprire il suo cuore e farsi travolgere dall'amore?
Aspettavo questo libro con ansia, e ringrazio tantissimo Fabbri Editori per l'invio tempestivo dell'ebook perchè morivo dalla voglia di leggere il secondo volume della serie "A pound of flesh" dato che il primo, "A fior di pelle", mi era piaciuto molto.
Qui trovate la recensione, nel caso non sapeste di cosa io stia parlando.
Ma veniamo a noi e a Max, che incontriamo in una clinica di riabilitazione.
Ricorderete che nel primo volume lo avevamo visto precipitare in quella che sembrava una spirale senza fondo, fino a quello che avrebbe potuto essere un epilogo tragico che avrebbe potuto vedere morti sia lui che Carter.
E invece si è risolto nel ricovero di Max in una clinica, dove seguiamo i suoi primi tre mesi senza droga e senza alcol, il suo lento aprirsi con Elliot, il terapeuta, e con Tate, che gli rimette un pennello in mano e lo incoraggia a esprimere ciò che non riesce a dire a parole con la pittura.
Una volta lasciata la clinica, stringendo tra le dita i suoi primi tre gettoni da persona "pulita", visto il nervosismo che non vole abbandonarlo, decide di rifugiarsi dalla sua famiglia in una cittadina sul lago, circondata dai boschi.
Lì riesce di nuovo a respirare, lavorando per lo zio e riabbracciando la cugina alla quale è rimasto molto affezionato... E soprattutto lì incontra Grace.
Grace, dal canto suo, ha un passato difficile alle spalle, un marito violento dal quale è riuscita a separarsi ma che le ha lasciato addosso una gran paura delle attenzioni maschili.
Ha acquistato una casa in rovina e ne ha affidato la ristrutturazione proprio all'impresa dello zio di Max, ed è così che i due si incontrano.
L'attrazione è innegabile fin da subito, ma Max è pronto ad affrontare una relazione dopo che proprio un amore finito male lo ha quasi ucciso?
E Grace potrà sopportare le mani di un uomo su di lei?
Così com'era successo in "A fior di pelle", Sophie Jackson mi ha conquistata per due motivi.
Il primo è il suo modo di scrivere una storia d'amore, con pochissime concessioni al romanticismo da cioccolatino. I suoi personaggi sono profondamente imperfetti, dicono spesso la cosa sbagliata e spesso conta più quello che non dicono. Eppure propri per questo funzionano, perchè sono "veri".
Il secondo è che le storie di Max e Grace sono drammatiche ma non melodrammatiche: il ragazzo ha vissuto la fine del suo primo ed unico amore legato a un lutto molto triste, la ragazza è una delle tantissime (troppe) donne vittime di violenza domestica e una di quelle fortunate che riescono a rifarsi una vita.
Sono storie tristi, ma con le quali le lettrici non fanno fatica a relazionarsi perchè purtroppo tristemente attuali.
Da questo punto di vista, ho adorato che Max e Grace si avvicinassero piano piano, che facessero mille passi indietro e che poi trovassero il coraggio di farne mille e uno avanti, e che oltre a provare una forte attrazione l'una per l'altro fossero estremamente divertenti da seguire.
Grazie a Fabbri Editori per la copia digitale del romanzo <3 Va da sè che poi mi sono presa il cartaceo: questo in libreria lo volevo! |
É lui a far sì che Max torni a dipingere, ed è sempre accanto a lui come sponsor, ogni volta indossando una t-shirt più ridicola della precedente e ogni volta capace di fargli tornare il sorriso e la calma.
Tate si rivela essere il fratello maggiore di Riley, che manda avanti l'officina di Max mentre lui rimette insieme la sua vita, e che gli rivela di aver sofferto anche lui per aver perso l'amore della sua vita.
Riley è il protagonista del terzo romanzo della serie, "A Measure of Love", e io già non vedo l'ora di leggerlo perchè questo ragazzo sempre scherzoso, cameratesco e dal cuore grande mi ha incuriosita moltissimo.
Ho solo una critica, ma non si limita a questo romanzo, si estende alla narrativa americana in generale: SI BEVE TROPPO. Sul serio, ogni serata fuori è una sbronza di gruppo, e io il fatto che Grace (e non solo lei!) sia ubriaca persa e incapace di divertirsi senza finire a vomitare come una disperata poche ore dopo l'ho trovato patetico.
Si passa da Max che non beve del tutto agli altri che nemmeno riescono più a camminare da soli, e io non so che serate passiate voi ma a casa ci torno sempre sulle mie gambe e sobria.
Anche dopo aver bevuto.
Considerato quanto l'alcolismo giovanile e femminile siano cresciuti negli ultimi anni, forse sarebbe il caso di offrire esempi migliori anche in letteratura: dall'ordinare un Margarita a berne sette ce ne sono probabilmente sei di troppo.
Ma prima di chiudere, devo necessariamente dire che questa serie è davvero una delle mie preferite, e una delle mie poche concessioni al romance, genere che ultimamente ho un po' accantonato.
Sono felicissima di aver apprezzato anche questo secondo volume, e ora si aspetta il terzo e la novella che si colloca tra secondo e terzo.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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