giovedì 12 dicembre 2019

Non è Natale senza... Disney!

Puntuale come ogni anno, Disney invade ogni rete e piattaforma per intrattenere grandi e piccini fino a Natale. Dai live-action ai grandi classici, ce n'è davvero per tutte le età e per tutti i gusti!

La programmazione è in costante cambiamento e aggiornamento, ma ecco cosa ci aspetta da qui all'Epifania:

12 dicembre

Pretty Princess, in onda alle 21:20 su Rai2

13 dicembre

14 dicembre

Il cowboy con il velo da sposa, in onda alle 20:10 su Paramount Channel

15 dicembre

16 dicembre

17 dicembre

La spada nella roccia, in onda alle 21:10 su Paramount Channel

Il libro della giungla (live-action), in onda alle 21:30 su Canale 5

18 dicembre

19 dicembre

Principe azzusso cercasi, in onda alle 21:20 su Rai2

20 dicembre

21 dicembre

22 dicembre

23 dicembre

Film Disney, in onda alle 21:20 su Rai

24 dicembre

La bella e la bestia (live-action), in onda alle 21:20 su Rai1

25 dicembre

Oliver & Company, in onda alle 18:30 su TV2000

Film Disney, in onda alle 21:20 su Rai

26 dicembre

Film Disney, in onda alle 21:20 su Rai

27 dicembre

28 dicembre

Basil l’investigatopo, in onda alle 21:15 su TV2000

29 dicembre

30 dicembre

Film Disney, in onda alle 21:20 su Rai

31 dicembre

Film Disney, in onda alle 21:20 su Rai

1 gennaio

2 gennaio

3 gennaio

4 gennaio

5 gennaio

6 gennaio

Film Disney, in onda alle 21:20 su Rai

mercoledì 11 dicembre 2019

La vita gioca con me: intervista a David Grossman

David Grossman è tornato in libreria a novembre con il suo ultimo romanzo, La vita gioca con me (Mondadori). Una storia intergenerazionale, animata da un profondo conflitto al femminile che ha conquistato ancora una volta i lettori. Abbiamo incontrato David Grossman a Milano, ed ecco cosa ci ha raccontato sul romanzo, sulla scrittura e sul rapporto tra memoria e dolore.


Non possiamo non partire da una riflessione sulla lingua ebraica, e sull’importanza della sua tradizione millenaria: da autore, ne sente il peso scrivendo?
L’ebraico è una lingua antica, ha più di quattromila anni: questo significa che c’è una memoria che si tramanda da migliaia di anni. E non si tratta solo di memoria: c’è un’identità profonda, e profondamente radicata in coloro che parlano ebraico. C’è un’enorme differenza tra l’ebraico in cui è scritta la Bibbia e la lingua corrente: molti giovani, oggi, faticano a leggere la Bibbia, per esempio. Io faccio parte di una generazione che ha studiato a lungo la Bibbia, e persino per me ci sono passaggi difficili da comprendere.
C’è una grande stratificazione, che va dalla Bibbia al medioevo, passando per lIlluminismo e la contemporaneità (in cui subentra ad esempio anche lo slang, come in ogni altra lingua correntemente parlata), ma non la vedo come un peso, come un fardello: considero un privilegio poter scrivere in una lingua così stratificata, con così tanti echi dal passato.

Al centro del romanzo c’è appunto il tema della memoria, nelle sue diverse sfaccettature: da un lato una memoria dolorosa, che forse è lo stesso cervello a cercare di modificare e cancellare come meccanismo di autodifesa, dall’altro una memoria che vuole a ogni costo essere preservata, in modo in più possibile veritiero. Quello che ricordiamo modella sicuramente quello che diventiamo, e che siamo. Pensando alle tre protagoniste di questa storia, come potremo riassumere il modo in cui la memoria le modella e condiziona la loro vita?
È sicuramente al centro dell’intero romanzo, pensando alle tre generazioni di questa famiglia e a come ricordano il passato, e il modo in cui reagiscono e gestiscono il segreto doloroso dietro la decisione di Vera. È qualcosa che richiede molto impegno, trovare il modo giusto di ricordare: cosa ricordiamo e ciò a cui ci attacchiamo di più nel ricordo, ciò che forse dovremmo dimenticare per poter vivere in modo pieno e sereno le nostre vite.
Conosco persone e paesi che sono quasi prigionieri della loro stessa memoria, che rifiutano di lasciare andare, e ciò diventa un freno al muoversi liberamente in avanti, verso il futuro. Conosco persone che hanno sofferto molto, soprattutto durante l’infanzia, e hanno scelto di attaccarsi in modo quasi morboso all’umiliazione e al dolore subiti, ma così facendo hanno dedicato la vita intera al ricordo doloroso, incapaci di permettersi di vivere appieno il presente, di dirsi «forse posso lasciare andare questo dolore, forse posso distaccarmene».
La vita gioca con me è la storia di una ferita, una ferita mentale che condiziona questa famiglia da tre generazioni. Quando accade qualcosa di simile in una famiglia, una parte di essa ne resta quasi paralizzata, ma si può sempre scegliere di prendere la ferita, lasciarla nel passato (senza negarla), e iniziare a muoversi più liberamente attorno alla ferita. Tornando così a respirare a pieni polmoni, e a sentirsi più liberi.

Quanto è stato difficile prestare la voce a tre protagoniste così forti, animate da un forte conflitto intergenerazionale, e lasciare quasi sempre in secondo piano i protagonisti?
So scrivere da uomo, ma non da donna, e la mia intenzione era quella di scrivere questo romanzo da persona che sa di non poter scrivere “da donna”. Volevo essere in grado di comprendere un modo di essere e di pensare diverso dal mio, e nel romanzo se ne trovano tre, uno per ogni protagonista. Ovviamente non esiste un modo univoco di essere “donna”, e nei miei romanzi ho scritto più volte da un punto di vista femminile: non è un processo semplice, perché credo che di solito il nostro animo preferisca il conforto e la sicurezza di essere se stessa. L’animo preferisce continuare a muoversi a modo suo, senza interruzioni, e se provo a imporre al mio animo un’altra esistenza si ribella, non è facile. Anni fa, quando stavo scrivendo A un cerbiatto somiglia il mio amore (processo duranti diversi anni), ricordo di aver fatto fatica ad afferrare il carattere e la personalità di Orah, la protagonista. Ho deciso di sedermi e scriverle una lettera per chiederle come mai fosse così ostinata e resistente, come se fosse una persona reale, e appena ho finito ho compreso di aver affrontato il problema nel modo sbagliato: non era Orah a doversi arrendere a me, ero io a  dovermi arrendere a lei. Dovevo abbandonare ogni mio meccanismo di difesa e permetterle di allagare la mia anima con la sua personalità: appena l’ho fatto, è stato come se iniziasse a scriversi da sé.
Sul conflitto intergenerazionale, è vero: in questa famiglia abbiamo ripetuti abbandoni dei figli da parte delle madri, e questo fa sì che il conflitto sia aspro. Quello a cui ero interessato era il movimento delle tre donne, che riescono ad avvicinarsi in modo quasi insopportabile l’una all’altra per poi distaccarsi violentemente, come in una danza che solo in una famiglia può manifestarsi con così tanta energia.

Se le tre donne protagoniste sono animate da emozioni violente, e spesso preda del dolore e dell’odio, Rafael sembra più stabile ed incline ad accoglierle di volta in volta, a essere il loro punto fermo.
Avevo bisogno di Rafael, che da un lato dipende totalmente dalle tre donne, e che dall’altro è ciò di cui tutte e tre hanno bisogno per sentirsi più stabili. Come se lui creasse un modo alternativo di “essere famiglia”: è come un figlio per Vera, anche se non lo è di sangue, così come sa essere un buon marito per Nina nonostante lei scappi da lui, e riesce a essere un buon padre per Ghili, dandole ciò che non le dà sua madre. La verità è che Rafael ha paura di molte cose, ed è emotivamente fragile: a priva vista potremmo considerarlo un fallito, pensando ai sogni non realizzati o a come vive la sua vita nell’età più avanzata. Eppure rappresenta il luogo in cui le tre donne possono riposare, e trovare conforto, nel mezzo della guerra emotiva che le sconvolge.
Trovo emblematico ciò che dice a Ghili al telefono, confessando che nella vita non ha saputo fare granché, ma una cosa sì: ha saputo e sa amare Nina, e tutta la sua vita è dedicata a questo. È un amore che rispecchia quello che Vera ha provato a sua volta.

Se scavare nel passato ci permette di comprende l’origine della nostra vita, e quindi anche chi siamo e la nostra identità, come possiamo invece avvicinarci al perdono? Sembra quasi che Nina inizi a perdonare Vera solo nel momento in cui inizia a dimenticare e quindi a lasciarsi alle spalle una parte della sua vita fatta di sofferenza  dei dolore.
Perdonare: riusciamo a perdonare davvero chi ci ha ferito profondamente? Non ne sono sicuro. Non ho certo la capacità di perdonare di un santo Quello che so è che nei momenti della mia vita in cui ho sentito di essere troppo influenzato dal “non perdonare”, dal mantener vivo il fuoco della vendetta, ho iniziato a realizzare che facendo così sarei rimasto sospeso. Oggi, anche se non riesco a perdonare ciò che mi è stato fatto, ho trovato un modo migliore per conviverci, e a liberare me stesso dal dolore che mi è stato inflitto. Non è facile, anzi! Invidio che riesce a perdonare tutto. Penso però di aver imparato qualcosa, negli ultimi anni, soprattutto a non diventare dipendente dal desiderio di vendetta.

Ghili è la voce narrante del romanzo, e il suo è il punto di vista principale, ma lei continua a mettere come filtro il documentario. A un certo punto, possiamo dire che il filtro sia l’arte stessa, che si manifesta attraverso la ripresa documentaristica e la scrittura (del diario, ndr), e attraverso la quale forse anche noi raccontiamo le nostre vite persino a noi stessi.
Volevo che a raccontare la storia fosse uno dei quattro protagonisti. Non poteva essere Vera, perché il suo linguaggio è talmente peculiare che un intero romanzo così impostato sarebbe risultato quasi caricaturale. Le avrei fatto un torto. Allo stesso modo non poteva essere Nina, che è troppo distante dagli altri personaggi, troppo avvolta su se stessa. Ghili mi dava leggerezza: dopotutto è lontana dal dolore di Vera, a differenza di Nina che ne ha assorbito una parte patendone le conseguenze. Mi permetteva di usare un linguaggio più moderno, oltre a essere un personaggio che da un lato è profondamente ironico, e dall’altro è portatore di una parte del dolore narrato in La vita gioca con me.
Sul ruolo dell’arte, alla tua interpretazione voglio aggiungere che l’arte per me è ciò che ci permette di sentire il nulla e il vuoto della morte e allo stesso tempo la totalità piena della vita.


La vita gioca con me di David Grossman (Mondadori) è in libreria, al prezzo di copertina di 21€.

venerdì 6 dicembre 2019

Natale in casa Netflix

Le coperte sono state spiegate, le tazze di cioccolata preparate e gli abbonamenti pagati: è il momento di mettersi comodi e godersi il mese più magico dell'anno... firmato Netflix!
Ecco tutto, ma proprio tutto, ciò che di nuovo, festivo e festoso ha da offrire la piattaforma di streaming più amata.


Iniziamo con due programmi che vi faranno venire voglia di infornare torte e biscotti: Sugar Rush e Nailed It!, entrambi in veste natalizia con un'intera stagione dedicata alla festività.
Sugar Rush vede squadre di pasticceri provetti sfidarsi nella creazione di dolci fantasiosi, e tra alberi di Natale e strumenti musicali d'altri tempi c'è davvero di che trarre ispirazione!
Nailed It!, da parte sua, è invece il campionato dei non-pasticceri, dove a vincere non è un dolce particolarmente riuscito ma è, sostanzilamente, premiato l'entusiasmo di chi di pasticceria sa poco ma è disposto a mettersi in gioco.

Arriviamo poi ai film, dove per i più romantici ci sono novità davvero imperdibili!
A cominciare da Un safari per Natale, che vede Kristin Davis e Rob Lowe innamorarsi in Africa (e scusate se è poco...), rilasciato a inizio novembre 2019.

Piacerà anche alle più giovani Un cavaliere per Natale, che vede un cavaliere del XIV secolo catapultato nell’attuale Ohio e innamorarsi di una giovane (e bellissima) professoressa di scienze.
Josh Whitehouse e Vanessa Hudgens pronti a spezzare cuori, anche questo Natale.


La serie iniziata con Un principe per Natale si arricchisce del terzo capitolo, Royal Baby: la coppia formata dalla nostra aspirante giornalista preferita e dal principe più affascinante dello streaming attende il primo figlio, e come può il Natale essere più magico di così?

Natale con uno sconosciuto è appena arrivato sulla piattaforma, ed è una delle proposte da vedere assolutamente questo weekend: Johanne ha solo 24 giorni per trvare un uomo da portare a casa a Natale, ed evitare così il fuoco di domande e commenti della sua famiglia sul suo essere ancora single. Ci riuscirà?

È per tutta la famiglia Natale, folle Natale, che vede un dj vedovo e i suoi quattro figli (viziatelli) costretti a ridimensionare la loro vita agiata proprio a Natale, quando l'emittente cancella il programma da lui condotto. ma non è mai troppo tardi per ricordarsi di ciò che conta davvero...

Let it snow - trasposizione dell'antologia di racconti di John Green, Maureen Johnson e Lauren Miracle - è esattamente ciò che ci vuole per gli adolescenti di casa, che si ritroveranno nel vivace cast protagonista di questa vigilia di Natale in cui una bufera i neve stravolge ogni piano, con esiti inaspettati.


Stesso pubblico di riferimento per A Cinderella Story. Christmas Wish, in cui Kat, tormentata dalla famiglia acquisita, trova l'amore proprio a Natale grazie all'incontro con il bellissimo Nick. Non mancano abiti da aspirante principessa e costumi natalizi assortiti.

Per una nota divertente, Buon quel che vi pare (con Dennis Quaid e Bridgit Mendler) è il classico racconto del ritorno a casa per le feste di una figlia con il nuovo fidanzato, e gli altrettanto collaudati spunti di comicità creati da un padre che non approva, un fidanzato un po' imbranato, una famiglia sopra le righe. Intrattiene senza impegno, e si ride.

E per i piccoli di casa?
La novità di quest'anno è Klaus, che racconta la storia di (indovinate un po'?) un giocattolaio solitario, che si ritroverà - grazie anche all'amicizia con un postino "peculiare" - a realizzare giocattoli per tutti i bambini... vi suona familiare?

giovedì 5 dicembre 2019

Classic Blue 19-4052 è il colore dell'anno 2020

La società americana Pantone ha scelto il classico blu, universalmente apprezzato, o Pantone 19-4052, come colore dell'anno per il 2020. Annunciato il 4 dicembre, Classic Blue è descritto da Pantone come «una presenza rassicurante che infonde calma e sicurezza», aggiungendo che è un colore abitualmente «associato all'arrivo di un nuovo giorno, e facile da accogliere nella propria vita».


È forse l'augurio per un 2020 sereno? Di sicuro è una tonalità che «porta un senso di pace e tranquillità allo spirito umano, offrendo rifugio», secondo l'azienda.

Si dice anche che la tonalità blu cobalto sia associata alla comunicazione, all'introspezione e alla chiarezza. Altri benefici della tonalità includono la concentrazione e l'aiuto a centrare i pensieri, in particolare alla luce degli sviluppi in accelerazione della tecnologia.

«Un blu sconfinato evocativo del vasto e infinito cielo serale, Pantone 19-4052 Classic Blue ci incoraggia a guardare oltre l'ovvio per espandere il nostro pensiero, sfidandoci a pensare più profondamente, aumentare la nostra prospettiva e aprire il flusso di comunicazione», ha dichiarato Leatrice Eiseman, direttrice esecutiva del Pantone Color Institute.

«Stiamo vivendo in un tempo che richiede fiducia e fede», ha aggiunto.
«È questo tipo di costanza e fiducia che viene espresso da Pantone 19-4052 Classic Blue, una tonalità blu solida e affidabile su cui possiamo sempre contare.»

Scoprite la tonalità sul sito ufficiale Pantone.

martedì 3 dicembre 2019

La bella addormentata del Royal Ballet, in diretta da Londra a gennaio 2020

Arriva al cinema in diretta via satellite da Londra La Bella Addormentata del Royal Ballet, in programma giovedì 16 gennaio 2020 alle 20:15.

Lauren Cuthbertson as Princess Aurora and artists of The Royal Ballet in The Sleeping Beauty.
(c) ROH  Tristram Kenton, 2014

La produzione del Royal Ballet dedicata a La Bella Addormentata, originariamente coreografata da Marius Petipa, propone anche coreografie di Frederick Ashton, Anthony Dowell e Christopher Wheeldon. Il pubblico cinematografico avrà così modo di scoprire le performance di Lauren Cuthbertson nei panni della principessa Aurora e di Federico Bonelli in quelli del principe Florimund. La Bella Addormentata propone alcuni dei più celebri passi del balletto, come gli iconici Adagio della Rosa e il Pas De Deux. La musica è firmata da Tchaikovsky.

The Sleeping Beauty. Artists of The Royal Ballet. (C) ROH, 2016.
Photographed by Bill Cooper
La storia è quella dell'omonima fiaba. La malvagia fata Carabosse è furiosa perché non è stata invitata al battesimo della principessa Aurora (Lauren Cuthbertson) e scaglia così la sua maledizione: quando crescerà, Aurora si pungerà un dito con un fuso e morirà. La fata dei Lillà riesce però a modificare il maleficio: invece di morire Aurora cadrà in un sonno profondo dal quale potrà essere svegliata da un principe. Al compimento del sedicesimo compleanno, Aurora si punge in effetti il dito e cade in un sonno incantato assieme a tutta la corte. La fata dei Lillà conduce però il principe Florimund (Federico Bonelli) a svegliarla con un bacio. Aurora e la corte riprendono conoscenza e si celebra così il matrimonio tra la giovane e il principe.

Lauren Cuthbertson as Princess Aurora and artists of The Royal Ballet in The Sleeping Beauty.
(c) ROH  Tristram Kenton, 2014
La Bella Addormentata sarà trasmesso al cinema in diretta via satellite giovedì 16 gennaio alle 20:15, ma è solo uno degli eventi imperdibili della stagione 2019/2020 della Royal Opera House, distribuita nei cinema da Nexo Digital in collaborazione con la Repubblica, MYmovies.it, Classica HD, Danza&Danza e Danzadove, Sipario - La Rivista dello Spettacolo, British Council e il progetto UK Italy Partners for Culture.:

Royal Ballet
Coppélia
martedì, 10 dicembre

Royal Ballet
Lo Schiaccianoci
martedì, 17 dicembre

Royal Ballet
La Bella Addormentata
giovedì, 16 gennaio

Royal Opera
La Bohème
mercoledì, 29 gennaio 2020

Royal Ballet
The Cellist / Dances at a Gathering
martedì, 25 febbraio 2020
Prima mondiale

Royal Opera
Fidelio
martedì, 17 marzo 2020

Royal Ballet
Il lago dei cigni
mercoledì, 1 aprile 2020

Royal Opera
Cavalleria Rusticana / Pagliacci
martedì, 21 aprile 2020

Royal Ballet
The Dante Project
giovedì, 28 maggio 2020
Prima mondiale

Royal Opera
Elektra
giovedì, 18 giugno 2020

Tutti i dettagli sul programma e i cinema aderenti qui, e qui.

Natale 2019: come organizzare la perfetta movie-night!

Non è Natale senza una serata a base di film e popcorn caldi, e vederne solo uno proprio non si può.
Nell'articolo di oggi, quattro possibili temi cinematografici e uno televisivo da seguire, più la ricetta a prova di bomba per preparare i popcorn più gustosi nella propria cucina.


Mamma ho perso l'aereo e Mamma ho riperso l'aereo: mi sono sperduto a New York sono un vero must di questo periodo dell'anno.
Kevin McAllister e la sua scombinatissima famiglia strappano un sorriso a ogni visione, e i due film vanno visti insieme, uno dopo l'altro, per circa tre ore di puro divertimento.
Non ci è dato sapere se l'anno successivo siano riusciti a non perdere di vista il figlio minore, ma chissà, magari hanno capito che le feste è meglio passarle a casa (e che casa!).


Due film ormai imprescindibili a dicembre hanno in comune un irresistibile protagonista: Dan Aykroyd, che è al centro della scena in Una poltrona per due e un personaggio solo lievemente secondario nel più recente Fuga dal Natale. Il primo è ormai in proiezione stabile in chiaro ogni Natale, tra il 22 e il 24 dicembre è praticamente impossibile perderlo, ma visto seguito dal secondo offre una serata tra le più divertenti.


E che dire di Jim Carrey, attore trasformista che per Natale è diventato rispettivamente Il Grinch nella versione live-action del capolavoro del Dr. Seuss ed Ebenezer Scrooge nella trasposizione d'animazione di A Christmas Carol? Due personaggi che imparano ad amare questo giorno, ognuno a modo suo, e ai quali Carrey ha donato il suo tocco personale, contribuendo a rendere entrambi i film accattivanti e dei veri e propri classici contemporanei.


Per i più piccolo di casa, Il Grinch è disponibile anche nella recentissima trasposizione animata, e perchè non accompagnarlo a un classico disneyano come Il canto di Natale di Topolino?
Se riuscite a non commuovervi all'apparire del piccolo Timmy, avete il cuore di ghiaccio.


Infine, nessuno è mai stanco di Friends: queste sono tutte, ma proprio tutte le puntate natalizie dello show, da rivedere su Netflix, Amazon Prime o in dvd:
1x10 - 2x9 - 3x10 - 4x10 - 5x10 - 6x10 - 7x10 - 8x9 - 9x10


Impossibile non accompagnare la visione con degli ottimi popcorn, da preparare in casa evitando i prodotti confezionati. Come? È davvero semplicissimo!

Fate riscaldare dell’olio in una casseruola dal fondo largo e spesso, aggiungete i semi di mais.
Coprite con il coperchio e lasciate scaldare fino a quando i semi non scoppiano, agitando ogni tot la casseruola.
Da qui potete partire per condirli nei modi più fantasiosi: per quelli al formaggio, ad esempio, procuratevi il vostro formaggio stagionato preferito, disponete i vostri popcorn su una teglia, spolverateli con il formaggio sminuzzato e infornate. Quando il formaggio è fuso, basta una rimestata con una spatola e sono pronti per finire in una ciotola.
E se invece fossero i popcorn al caramello i vostri preferiti, iniziate con lo sciogliere dello zucchero in un pentolino con un cucchiaio d'acqua, e quando inizia a formarsi il caramello aggiungete una noce di burro. Ora basta incorporare i popcorn già scoppiati come sopra, e mescolare bene per non farli attaccare. Pronti!