La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Piccole sorprese sulla strada della felicità" di Monica Wood, edito da Sperling&Kupfer (rilegato a 17,90€):
La "signorina" Ona Vitkus ha vissuto una vita riservata e ineccepibile, i suoi segreti - e le sue pene - celati con cura a occhi indiscreti. Questo finché non arriva lui, il bambino insolito con la passione per i Guinness dei primati. Lei ha 104 anni, lui soltanto 11. Da bravo boy scout, dovrebbe semplicemente aiutarla nei lavori di casa ogni sabato, ma con la sua curiosità e il suo entusiasmo contagioso infrange pian piano la scorza diffidente e un po' burbera di Ona, riuscendo a farla parlare di sé, a cominciare da quelle lontane origini lituane, e persino a coinvolgerla in un progetto singolare: farle vincere il record di "Automobilista patentata più anziana". Ona, che nel suo secondo secolo di vita credeva di avere ormai chiuso con l'amicizia, è conquistata da quel ragazzino con l'aria fragile e buffa che la fa sentire speciale. Ed è profondamente delusa quando quei sabati fatti di faccende domestiche, racconti e lezioni di guida s'interrompono di colpo. Passa un sabato, poi un altro: del bambino, nessuna traccia. Fino a quando si presenta a casa sua uno sconosciuto, un uomo di nome Quinn. È il padre del ragazzino ed è lì per completare quello che suo figlio aveva iniziato prima di essere strappato alla vita troppo presto. Da quel momento, Ona si ritroverà alle prese con i sensi di colpa di un padre, con il dolore di una famiglia spezzata, con un inatteso viaggio on the road che diventa un viaggio dell'anima.
Ona, Ona, Ona... Dove sei stata fino ad ora?
Chi segue il blog sa che ho sempre avuto un debole per nonne e nonnine, e nel corso degli anni nei libri ne ho incontrate tante.
Ma nessuna come Ona Vitkus.
Ona ha 104 anni, quando un piccolo scout di undici anni, timido e con una passione sfrenata per il Guinness dei Primati, viene incaricato di assisterla nei lavori di casa.
Nonostante sia una persona abituata a stare sulle sue, bastano poche ore insieme perchè quello scout così diverso dai soliti ragazzetti boriosi e noiosi che le mandano di solito l'affascini a dovere.
Le chiede di poterla intervistare per un compito scolastico, e si fa prendere dall'entusiasmo all'idea di poter far entrare proprio lei, Ona, nel Guinness dei Primati.
Con grande scoramento di entrambi, però, i suoi 104 anni non sono così sensazionali: il mondo è pieno di uomini e donne per più anziani di lei.
É qui che viene loro un'idea: e se lei fosse l'automobilista patentata più anziata?
Entrambi sono entusiasti all'idea di imbarcarsi in questo progetto, ma non hanno fatto i conti con il destino, che ha un piano tutto suo: un giorno, il piccolo scout non si presenta da lei.
Sparisce nel nulla, e poi alla porta di Ona bussa Quinn.
Padre dello scout, che è mancato all'improvviso a soli undici anni a causa di una malformazione cardiaca mai manifestatasi.
Combattuta tra la voglia di portare a termine ciò che ha iniziato e la diffidenza che le rende difficile aprirsi anche con Quinn, Ona sarà indispensabile nel processo di guarigione ed elaborazione della perdita da parte dei genitori del suo piccolo amico, e scoprirà che sì, certe vite sono più brevi di altre, che alcune invee sono più lunghe, ma che a renderle speciali è il modo in cui decidiamo di viverle.
Grazie a Sperling&Kupfer per la copia cartacea del romanzo <3 |
Lo so, suona un po' esagerato, ma faccio davvero fatica a leggere di bambini malati e/ bambini che muoiono, quindi già partire con la premessa che il boyscout timido, ansioso e pieno di manie non ce l'avrebbe fatta mi ha fatto male.
Per fortuna è intervenuta Ona, che ha soprattutto un pregio: non ha peli sulla lingua.
Crede che tu stia dicendo un'assurdità? Te lo dice.
Pensa che tu stia sbagliando? Non si fa alcuno scrupolo prima di rivelartelo.
Schietta, sincera perchè non vede che motivo avrebbe di mentire, ma con un cuore che, dietro alla facciata burbera, è grande.
Ona non solo è stata la prima, vera, grande amica del figlio di Quinn, ma è anche la persona che più aiuta quest'uomo irrisolto a rimettersi in carreggiata.
Quinn è sempre stato un padre assente, e in un certo senso impara a conoscere suo figlio e ad amarlo solo grazie ad Ona e solo dopo averlo perso: detto così è tristissimo, ma Monica Wood è riuscita del difficile compito di parlare di vita e di morte con grandissima delicatezza, lasciandoci a fine lettura con l'idea che la vita del piccolo scout abbia avuto un valore e un significato, e che in un certo senso lui continui a vivere grazie ad Ona e ai suoi genitori.
La prosa di Monica Wood è splendida, e l'autrice si destreggia con disinvoluta tra salti temporali, trascrizioni di registrazioni, dialoghi scoppiettanti, cambi di prospettiva.
Un romanzo impeccabile, che viene voglia di rileggere appena voltata l'ultima pagina.
É una storia dolceamara, ma intrisa di speranza, della quale mi porterò nel cuore moltissimi aspetti: la tenerezza suscitatami dal piccolo scout, la forza d'animo di Ona, la compassione provata per Quinn e Belle e la loro perdita,
Leggere il romanzo mi ha messo una gran voglia di conoscere veramente Ona, e sapete una cosa?
In un certo senso si può: Ona ha una "sua" pagina Facebook, La versione di Ona, dove trovate i suoi pensieri, le sue riflessioni, e tutto ciò che la rende un personaggio speciale.
Correte a dare un'occhiata!
Consiglio la lettura a chi, come me, si innamora dei personaggi singolari e scoppiettanti, e a chi ha bisogno di un'iniezione di speranza per il futuro.
E a chi ama le nonnine XD
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanculli)!
A presto <3
Dopo aver letto la tua recensione sono assolutamente convinta:devo leggerlo! Immaginavo che fosse una storia forte e tenera allo stesso tempo, ma avevo bisogno di conferme. Che tu mi hai dato. :)
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