La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Etica di un amore impuro" di Alessandro Savona, edito da Edizioni Leima (brossurato a 10€):
Il linguaggio dei sentimenti è il più complesso e al contempo il più semplice tra le espressioni umane. Sebbene talvolta dia l'impressione di sfuggirci di mano, si intreccia intimamente con le fibre stesse dell'esistenza, al punto da riuscire a legare i destini di uomini diversi, in epoche e luoghi distanti. Uomini che dall'amore sono chiamati, ineluttabilmente, a diventare protagonisti di un'unica storia.
Così accade a Olivier, trascinato nel turbine del '68 che investe Parigi, e a Marco, che nel 2006 vive i dubbi e i conflitti di ogni giovane studente: due racconti divisi dallo spazio e dal tempo, due esperienze di legami profondi che si riuniscono infine e inaspettatamente al culmine di una narrazione emozionante.
Figura cardine di queste due vicende un uomo che, noto al nostro secolo, è certamente meno conosciuto dal punto di vista privato: quel Roland Barthes, semiologo francese, che l'autore qui definisce "intriso di desiderio umano, bramoso d'amore e vittima di un sesso proibito".
Ho conosciuto Edizioni Leima grazie alla gentilezza e alla simpatia di Azzurra, che ho potuto incontrare al Salone Internazionale del Libro di Torino e che mi ha proposto la lettura di questo romanzo.
Mi è bastato leggere la prima pagina per capire che era il libro giusto per me, e infatti...
...infatti me ne sono innamorata.
Alessandro Savona ci presenta due storie apparentemente slegate che sviluppa in parallelo a capitoli alterni: la prima è quella di Olivier, giovane francese che vive nella Parigi della contestazione giovanile e che trova l'amore per poi gettarlo via; la seconda è quella di Marco, studente prossimo alla laurea (se non fosse per quel maledetto esame di Statica...!) e che sta ancora imparando cosa sia l'amore.
Ammetto di aver seguito con maggiore trepidazione le vicende di Olivier, che inciampa nell'amore e che lo getta via per paura, che vende se stesso perchè crede di non valere niente e che cede alla facile via di fuga offerta dalla droga.
La sua storia la racconta olivier stesso, ormai anziano, con una voce densa di rimpianto e di rammarico per quell'amore perduto, non abbastanza ricambiato; per il dolore inflitto ingiustamente; per i ricordi che, ahimè, non si possono cambiare.
Ma ho ritrovato molto di me e dei miei pensieri in Marco, che si muove nel mondo di oggi e che quindi "vede ciò che vedo io".
Un personaggio-chiave, e che io ho apprezzato molto, è quello del professore e mentore di Marco, che non solo lo guida nel portare atermine un progetto importante, ma soprattutto lo aiuta con gentilezza e grande apertura mentale a crescere e guardare davvero dentro di sè, scoprendo quali siano i suoi veri desideri.
Mi ha fatto pensare a moltissimi grandi professori della letteratura e del cinema: quelli che, per mia sfortuna, non mi è mai capitato di trovare in classe ma che ho sempre desiderato incontrare.
Non voglio dirvi altri della storia in senso stretto, ma aggiungo che questo è uno di quei romanzi da leggere con estrema attenzione perchè quando viene svelato ciò che lega appieno le due storie ci si rende conto che qualche indizio l'autore l'aveva disseminato qua e là.
Grazie a Edizioni Leima per la copia cartacea del romanzo <3 |
Ho definito molti romanzi gradevoli, carini, belli, ma stavolta saliamo di un ulteriore gradino.
Questo romanzo consta di 130 pagine di pura poesia, ed è uno di quei libri che ci si trova a riempire di linguette adesive e sottolineature a matita, tante sono le frasi da ricordare.
E proprio per darvene un'idea, ecco qualche estratto:
Quali parole si scrivono per raccontare un amore?
Per entrare nel sangue di una storia, penetrare il silenzio di due corpi, il grido di una carezza, l'armonia di un'imperfezione?
Forse sapresti dirmelo.
«É all'interno della lingua che la lingua dev'essere combattuta, sviata: non attraverso il messaggio di cui essa è lo strumento, ma attraverso il gioco delle parole di cui essa è il teatro.»
Dicevi così, più o meno. Te lo ricordi?
«Il testo mi sceglie», continuavi.
Sono stato un libro, una frase, una notazione a margine.
Be', sappi una cosa: anche questo testo sceglie te. Saprai assumertene la responsabilità?
Io sto ancora pagando il debito.
«Il tuo corpo era un'idea di assoluto, era quel sempre che si ciba di allegria, era il giorno trascorso e quello a venire, entrambi costretti come due mani giunte.
Tutte le volte che ti cercavo nella memoria, la forza del silenzio si scontrava con la rabbia di una conquista. Adesso che non ci sei più mi sembra che attorno ci sia troppa luce. Nessuno ha rispetto per il mio dolore. La calma d'un tempo ha spalancato spesso la porta alla pornografia di una calunnia.»
«Il dolore dell'innamorato risiede tutto nella paura della perdita. Consapevole della grandezza del suo sentimento, egli sa che deve continuamente difendere il suo amore. Il teatro degli innamorati non prova vergogna a mostrare questa debolezza in pubblico.
Quanto più grande è l'amore, tanto più sensibile diventa l'innamorato nei confronti delle concause che potrebbero spegnerne la felicità.
Ma per quanto si sforzi di spegnerle tutte anzitempo, l'imprevedibile minaccia resta in agguato.
Forse perchè abbiamo una visione sbagliata dell'amore.
Forse perchè chiamiamo amore la necessità di elemosinarlo da qualcuno.»
Spero di avervi incuriositi, perchè questo romanzo entra di dirittto tra le letture più belle del 2016.
Consigliatissimo.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Penso proprio che lo leggerò. È difficile trovare libri così di questi tempi!!
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