giovedì 16 luglio 2020

Juliet Grames: intervista all'autrice di "Stella Fortuna che morì sette o forse otto volte"

Dallo scorso anno, il blog ospita le recensioni e le interviste di Veronica Lempi, già collaboratrice de Gli Amanti dei Libri. Ha intervistato per noi Juliet Grames, autrice de Storia di Stella Fortuna che morì sette o forse otto volte (HarperCollins) lo scorso dicembre a Milano, ed ecco cola le ha raccontato!

È da poco in libreria il primo romanzo di Juliet Grames, l’autrice americana con origini italiane che ha già fatto impazzire connazionali e non negli USA. Storia di Stella Fortuna che morì sette o forse otto volte (HarperCollins) racconta una storia fatta da e di donne, un viaggio nel più profondo significato dell’avere radici solide e una strepitosa ambientazione tutta italiana, dove la Calabria è protagonista.

Come è nato il libro? È una storia inedita e un modo di raccontare piuttosto inusuale.
Questa è la storia di due sorelle nate in Calabria, nell’epoca della Prima Guerra Mondiale e della loro vita davvero molto lunga: 100 anni! Quando erano bambine erano migliori amiche, ma nel momento in cui il lettore le incontra, non si parlano da 30 anni. Il libro parla del motivo che ha portato queste due donne a separarsi l’una dall’altra, le loro avventure e le loro vite così lunghe. In tutto ciò è troviamo la protagonista, Stella, che ha sperimentato il rischio di morte 7 o 8 volte durante la sua vita: è una persona molto sfortunata. È una storia che parla di immigrazione e di un’esperienza italo-americana, è la storia del Sud Italia e degli anni difficili delle Guerre. Più di tutto mi ha ispirata la storia della mia nonna, la sua vita e le sue esperienze così rischiose a causa delle condizioni di quegli anni (come la mancata assistenza sanitaria, ndr), che ha rischiato di morire 7 o 8 volte... È naturalmente stata romanzata, perché è mancata quando avevo solo 5 anni e non ho mai avuto l’opportunità di parlare con lei della sua esperienza diretta, né di porle domande sulla sua vita, per cui ho personalmente creato il personaggio di Stella.

Il tuo rapporto con l’Italia è così profondo, come lo racconti nel libro? O deriva solo dalla necessità di ambientare la vicenda?
Ho un rapporto molto molto profondo con l’Italia. Mia mamma è nata in America, ma i miei nonni sono entrambi nati in Italia, sono poi emigrati. Sono cresciuta con uno spirito del tutto italiano in famiglia: passiamo le festività tutti insieme, in completo stile italiano. Più crescevo e più mi rendevo conto di essere davvero orgogliosa delle mie origini e del mio patrimonio culturale italiano. Quando sono diventata un po’ più grande, in grado di fare ricerca e apprezzare, ho iniziato a desiderare fortemente di leggere ed informarmi sulla Calabria, e tutti i luoghi del Sud Italia che fanno parte delle origini della mia famiglia. Mi risultava difficile, però, portare avanti queste ricerche da lontano e soprattutto in lingua inglese, così ho iniziato a visitare la Calabria, a Ievoli, dove è nata mia nonna, ed in Italia più in generale, per provare a capire meglio quello di cui mi stavo interessando: da dove veniva la mia famiglia, le usanze… questo libro è stato per me una grande opportunità di sentirmi sempre più vicina alle mie radici.

All’inizio del libro, una delle protagoniste dice di aver scoperto la storia di Stella solo una volta diventata adulta. Anche questo punto rispecchia la storia vera? 
Una buona parte è romanzata, come dicevo, ma la restante ripercorre la storia di mia nonna. È mancata quando avevo 5 anni a causa di un incidente che ha le condizionato le funzioni celebrali e io, a quel punto, ho iniziato a diventare letteralmente ossessionata da lei e dalla sua vita: volevo saperne il più possibile. Ho iniziato personalmente ad indagare sulla sua storia, a comprendere lei, la sua famiglia, il luogo da cui proveniva e il perché, fin da quando ero una piccola bambina. Questa è la differenza tra me ed il personaggio di cui parli.

Penso che le storie delle nonne, vengano sempre fraintese. Le nostre nonne hanno dovuto essere femminili, sempre gentili, e molte altre cose… Ci sono nonne con storie tragiche e difficili e io volevo scoprire perché queste donne hanno avuto una vita così difficile. In parte desideravo scrivere questa storia, per provare a recuperare l’eredità che queste donne ci hanno lasciato.

Ho letto che diversi articoli negli USA hanno parlato del tuo libro facendo cenno al femminismo e tu hai appena parlato di nonne, di donne, di storia…. Quindi, quanto e come secondo te due temi come le nostre nonne ed il femminismo, sono legati tra loro? Ed inteso in modo gentile e naturale, non come una reazione strillata, in risposta ad una condizione ormai diventata estrema. Quanto possiamo e dobbiamo imparare dalle nostre nonne?
Credo che quello che dobbiamo fare, prima di tutto, sia parlare con le nostre nonne. Questo perché, certamente i nostri nonni hanno lavorato sodo per noi, ci hanno permesso di avere delle eredità per il fatto che fossero loro a controllare le terre, i soldi, ottenere il visto per andare all’estero e mantenere la famiglia unita. E per questo dobbiamo assolutamente onorarli e ringraziarli. Ma il problema, è che allo stesso modo non sempre si comportavano da persone gentili e carine, oppure, se anche lo facevano, vivevano una vita quotidiana dura e difficoltosa – come per esempio quella di un ipotetico contadino di un piccolo paese del Sud, che non aveva soldi e che lavorava 18 ore al giorno e che si vedeva i propri figli morire a causa della malaria – una volta arrivati a casa odiavano la vita e il mondo intero. L’unica cosa su cui avevano il pieno controllo erano le loro mogli. Per anni e anni ci siamo trovati a salvare e tramandare la storia dei nostri patriarchi, perdendone la verità a proposito delle donne che stavano accanto a loro. E con questo tutto ciò che queste donne hanno sofferto, il loro modo di pensare, il "cosa, come e perché" di quello che facevano. Non dobbiamo proteggere la storia, nascondendola. L’unica via per cambiare le cose, e quindi l’unico approccio davvero femminista che ci permette di capire chi siamo come donne, è quello di ascoltare le nostre nonne con maggior compassione e comprendere che le scelte che hanno fatto sono scelte dure, non belle, non piacevoli. Penso che una delle cose più femministe che noi possiamo fare sia relazionarsi e non perdere il racconto delle nonne.

Come è avvenuta la ricerca delle informazioni? Quali sono state le tue fonti?
Nell’inverno del 2015 sono volata in Calabria e ho provato ad intervistare più donne possibili dell’età di mia nonna, ovvero nate circa nel 1920/1930. A proposito, sono giunta ad una conclusione: queste signore vivono in montagna, in una zona molto molto ripida dove la chiesa è posizionata in cima a tutto, se si recano alla chiesa ogni giorno, e lo fanno!, abbiamo capito perché la loro salute cardiovascolare sia così resistente.
Tornando a Stella: è quindi un personaggio che ho creato unendo le parole e le testimonianze di diverse donne, con le sue caratteristiche.
Io sono laureata in storia e mi appassiona cercare informazioni, fare ricerca, leggere libri. Ma è molto molto difficile reperire informazioni circa la storia della Calabria di quegli anni, a causa di un problema di forte analfabetismo. È per questo che ho scelto di recarmi direttamente a Ievoli e, oltre alle interviste, ho iniziato ad imparare e conoscere alcune canzoni, che per me sono state davvero importanti. Seppur siano per la maggior parte in dialetto, trasmettono appieno l’atmosfera di quegli anni. La mia preferita si chiama Ciucciu Bellu, che a mio parere esprime in toto la miseria di queste persone ed il loro strazio nel perdere l’animale, ancora di più che perdere la propria moglie. (ce l’ha cantata in dialetto, live!, ndr). Ma oltre a questo anche le ricette.

Sono innamorata dei proverbi calabresi, all’inizio di ogni intervista chiedevo a queste donne quale fosse il loro proverbio preferito e ne sono riuscita a collezionare 120! Nel libro ne ho utilizzati 13.

Ti hanno scritto molti italiani, quando è uscito il libro negli Stati Uniti?
Sì, moltissimi. Ero davvero agitata, perché la tipicità delle famiglie italo-americane, non sempre risulta positiva nel libro, ci sono molti aspetti duri. Il mio obiettivo principale era raccontare la verità a proposito di quello che accadeva alle donne, non nascondendo più nulla. Penso che gli italo-americani siano ancora molto spaventati dal pregiudizio, sai, centinaia di anni fa quando le famiglie italiane arrivarono negli Stati Uniti furono da subito mal viste, etichettate come "stupide" e milioni di altre cose… e ancora oggi si sentono di dover stare sulla difensiva rispetto a questo tipo di percezione nei loro confronti. Ero agitata perché temevo che gli italiani mi potessero scrivere commenti poco piacevoli, dopo aver letto il libro, ma fino ad ora (a parte un paio) ho ricevuto centinaia e centinaia di messaggi da persone che mi ringraziavano, che mi dicevano di aver dato luce al ricordo della loro nonna, o alle storie delle loro nonne che non hanno mai avuto occasione di poter scoprire da soli perché purtroppo non hanno mai conosciuto le loro nonne. In qualsiasi caso, la questione è che è stata un’esperienza davvero coinvolgente, la comunità italo-americana è stata davvero gentile nei miei confronti.
Ero agitata anche perché il mio nome non ha per nulla le sembianze di un nome italiano! E il mio viso nemmeno. In America esiste un movimento letterario chiamato "Unvoices", che dà voce a tutte quelle storie personali, poco raccontate. Ma a scriverle deve essere chi le conosce da vicino, per esempio: la storia della comunità nera, non può essere scritta da una persona bianca. Sarebbe assolutamente mal vista e poco credibile. Io, quindi, temevo di essere criticata in quanto non chiaramente di origini italiane. Ma sono stata fortunata!


Storia di Stella Fortuna che morì sette o forse otto volte di Juliet Grames (HarperCollins) è in libreria, al prezzo di copertina di 19,50€.

martedì 23 giugno 2020

Una lettera per Sara: intervista a Maurizio De Giovanni

Dal 2019, il blog ospita le recensioni e le interviste di Veronica Lempi, già collaboratrice de Gli Amanti dei Libri. Ecco la sua intervista a Maurizio De Giovanni, in occasione dell'uscita di Una lettera per Sara (Rizzoli)!


«Sembra difficile avere altro da raccontare se esistono i crimini,
se esiste il momento in cui un essere umano decide
di togliere la vita ad un altro uomo sulla faccia della Terra.»
Maurizio De Giovanni.

Durante un periodo difficile come quello che stiamo attraversando, non poteva giungere notizia più lieta di un nuovo appuntamento in libreria (finalmente!) con Maurizio De Giovanni.
Tra le penne noir più celebri e meritevoli d’Italia, che da anni intriga appassionati e non del genere, con vicende da subito destinate a diventare Cult, è tornato con un nuovo capitolo dedicato alla saga di Sara: Una lettera per Sara (Rizzoli).
Ed in una fase in cui abbiamo bisogno di familiari, ancora più che di congiunti, ecco che ci prepariamo a re-incontrare Pardo, Viola e Sara, naturalmente, in una nuova, avventurosa, appassionante e a tratti spassosa avventura.
Abbiamo avuto la fortuna di incontrare virtualmente Maurizio De Giovanni, che ci ha svelato in anteprima qualche spunto sul nuovo libro, in libreria da fine maggio. Ecco cosa ci ha raccontato!

«Un omicidio di 20, 30, 50 anni fa, mantiene inalterata la sua terribile natura. Passa attraverso le epoche e trasmette, anche a distanza di tanto tempo, il senso terribile di se stesso.
In questo libro, Sara affronta questo.
Sara non è né un investigatore, né un poliziotto. Non è un pm. È un personaggio diverso, è una donna che ha vissuto la sua vita pagandosela cara, senza sconti, che porta con orgoglio su se stessa le tracce del tempo, perché è stato il tempo dell’amore, della gentilezza e del combattimento contro la menzogna e l’ingiustizia. Ora è arrivata nell’autunno della sua vita, ed è bellissima. Personalmente, sono innamorato pazzo di Sara» inizia De Giovanni, aggiungendo che l'appuntamento con Sara è per lui «molto emozionante, perché mi coinvolge come donna. È il tipo di donna che un uomo vorrebbe incontrare nella propria vita. È un tipo di donna che non stringe patti con il tempo, né con lo stereotipo secondo cui il mondo la vorrebbe. Una donna che si batte per svelare la giustizia, far valere la legge, che non ha paura di scavare nel profondo delle cose, anche al costo di scoprirsi diversa nel suo passato. Finché noi esistiamo, il nostro passato sarà sempre vulnerabile perché potrà sempre cambiare. E il passato di Sara è il passato del nostro Paese. È questo l’aspetto meraviglioso del suo personaggio: Sara mi permette di andare a mettere le mani nelle numerose macchie e zone d’ombra di questa Nazione, così giovane e così contrastata, difficile da leggere a causa delle sue epoche tanto ravvicinate quanto diverse tra loro. 
Sara mi concede questa opportunità: potrei andare a ritrovare e indagare su delitti celebri rileggendoli in chiave narrativa. Ma preferisco andarmi a leggere i piccoli misteri, quelli che non sono stati spiegati se non per caso e se non a distanza di tempo.»

È la prima volta che prendi spunto per un tuo romanzo, da una storia vera?
Sì, è la prima volta che esplicitamente prendo le mosse da un evento che ha avuto anche una sua notorietà. Sara, appunto, mi consente questo. Mentre "Ricciardi" ha una natura più emotiva, intima e sentimentale; i "Bastardi", hanno un valore più corale, ampio e polifonico, quasi dissonante; "Mina" è una voce più rumorosa e chiassosa, velenosamente divertente; Sara è tutta nera. Con lei, io rinuncio coraggiosamente alla città (Napoli, ndr). Ho la fortuna di vivere in una città che racconta storie, in maniera molto colorata, costantemente, ma con lei vi rinuncio; è un personaggio profondamente intimo e allo stesso tempo indolente. Con Sara vado a rifugiarmi nei quartieri più residenziali e quindi più ricchi e, solitamente, queste zone si assomigliano in diverse città. Rinuncio alla peculiarità di questa città perché Sara non vuole palcoscenici invadenti. Sara non vuole essere scavalcata, racconta la sua storia in modo secco, asciutto, senza cedere mai a nient’altro che al racconto: con Sara cambia anche la mia scrittura.

In questo libro ritroviamo un turbinio di luoghi intricati, tra carceri e ospedali, parli di amori passionali e dolore. 
L’amore non è affatto una cosa sempre bello. È quasi sempre un qualcosa che quando finisce, dall’altra parte non finisce mai. È una stanza occupata dalla memoria. L’amore sa fare impazzire una persona, nel vero senso della parola, facendo scaturire emozioni non sempre positive che portano a conseguenze estreme. Parlo di questi luoghi, per antonomasia, della solitudine, che mi portano un contrasto stridulo tra l’amore inteso come lo stare insieme e la solitudine degli ospedali e delle carceri, che hanno come conseguenza la sofferenza. Penso che ancora una volta, questo romanzo parli d’amore.

Racconti di donne con i super poteri, in quanto davvero speciali, che si ritrovano tra loro perché sanno riconoscersi. Ma l’unico uomo è l’Ispettore Pardo: qual è il suo super potere?
Secondo me questo è proprio il romanzo di Davide Pardo, perché lui, come tutti, ha dei difetti ben chiari, e, per quanto possibile, cerca anche di contrastarli. Ma fa sempre un errore grave: essendo una persona buona, spesso si comporta in maniera meschina, pur non volendo, ma per superficialità cede. Quando il suo vecchio compagno lo cerca, per lui è più importante terminare il caffè che sta bevendo, nel rispetto della sua routine! Questo fatto, all’apparenza superficiale, comporterà uno scrupolo di coscienza in Pardo per tutta la durata del libro, perché averlo cacciato, significa un mancato incontro che per lui sarebbe stato fondamentale. Penso che Pardo sia l’unica vera madre che possiamo identificare nel romanzo, tanto da intuire quello che nessun altro vede. È lui che salva il bambino. Direi che il super potere di Pardo è quello della normalità.
Vi rivelo che quando scrivo di Pardo, penso molto ad Alberto Sordi: credo che rivesta tipicamente il suo ruolo nella Commedia italiana degli anni Sessanta.

Il libro sarebbe dovuto uscire quando le librerie erano ancora chiuse: come avresti preso questa situazione?
Non esiste, con me, l’eventualità che un mio libro esca quando le librerie sono chiuse. Infatti, tutto era pronto, per l’uscita programmata il 24 marzo. Quando si è compresa la situazione, ho chiesto che la pubblicazione fosse posticipata alla riapertura delle librerie. Fortunatamente i miei romanzi sono venduti bene anche nelle edizioni digitali e attraverso gli shop online, anzi, mi sarebbe anche convenuto, lanciare la novità quando tutti erano a casa e avevano tempo per leggere. Ma quello a cui tengo particolarmente, è che l’acquisto di un libro porta la gente in libreria, ed è una cosa preziosissima per tutti, soprattutto per gli autori meno famosi o emergenti. Perché se una persona si reca in un negozio di libri per comprare il mio romanzo, inevitabilmente vedrà altri titoli che avrà voglia di acquistare. Questa è la fortuna, ma anche la responsabilità, di un autore con un vasto pubblico, come quello che ho io.

Da sempre Sara si fa portavoce di tutte le lacune e zone d’ombra che caratterizzano la storia italiana, fin dal primo romanzo porta con sé da questo ruolo, ma in questo ultimo capitolo sembra emergere in maniera sempre più netta. Quando hai creato il personaggio, anni fa, all’inizio della saga, ti aspettavi che Sara potesse diventare tutto questo?
Vado conoscendo e capendo Sara, ogni volta sempre di più. Sara mi racconta tante storie, e da ognuna, in base a come lei cambia, imparo a conoscerla sempre meglio. Come se andassi a vivere in una casa nuova, incontrassi la tua vicina di casa e iniziassi a salutarla una, due, tre volte… Poi inizi a chiederle qualcosa, sempre di più. Ma dopo cinque anni che vivi in quel posto, con quella persona hai sviluppato un rapporto, positivo o negativo che sia. Riscontrando conferme o clamorose negazioni di ciò che avevi pensato la prima volta. Con i personaggi seriali funziona così. Se parli di un personaggio singolo, che incontri una sola volta, lo percepisci come un impiegato delle poste: rilevi che ha un tic, che è bello o brutto… Ma se lo incontri in un contesto diverso non lo riconosci. Con i personaggi seriali è diverso: loro sono i vicini di casa, nella storia, man mano, ti raccontano di se stessi sempre di più. L’ultima Sara è la più vera di tutte, ma è meno vera di quella successiva.

Hai detto che parli dei quartieri più ricchi perché sono quelli più comunemente simili di città in città. C’è un limite che ti poni quando scrivi, e che non vuoi superare perché senti che non è il caso di andarvi oltre?
No, assolutamente. Io seguo la storia. Non credo nello scrittore burattinaio, che muove le pedine. Non comprendo ma a tratti anche “invidio” gli autori che dicono che i loro personaggi fanno quello che scelgono loro. Io non ho mai avuto questa fortuna. Credo che noi scrittori siamo creativi al momento del primo passaggio, quando componiamo la trama. Ma nello sviluppo non dobbiamo assolutamente avere nessuna voce in capitolo, altrimenti sai che noia? Sarebbe pesante se conoscessimo già dall’inizio tutto ciò che succede nel libro. Io ho scoperto la fine di questo romanzo, durante il penultimo capitolo. E quando l’ho scritto, è stato sorprendente per tutti, per me in primis!

Qual è il tuo metodo, nonché segreto, di scrittura? 
La trama, per me, è sempre attivata da un piccolo frammento. Nozze è nato passando davanti ad una vetrina, in cui vidi un vestito da sposa caduto dal manichino e spiegazzato a terra. Questa cosa ha prodotto la voglia di raccontare di quell’abito. Una lettera per Sara si basa sulla lettura della notizia della morte di Graziella Campagna, che ha lasciato dentro di me un’offesa per la banalità della storia. Inserisco nella trama le cose che mi servono. Da quel momento faccio delle ricerche. Poi prendo un foglio A3, che riassume per punti quello che per ogni capitolo io devo dire a proposito della storia principale, di quella secondaria, e di ogni singolo personaggio. È un documento che conservo per ogni mio libro. Mi serve per avere una visione complessiva delle proporzioni del romanzo. Per esempio un personaggio secondario non può avere una storia più lunga da raccontare rispetto ad un protagonista. Da lì comincio a scrivere e non torno più indietro. Comincio con la prima pagina e finisco con l’ultima. Quando scrivo abbandono la realtà esterna, per dedicarmi completamente al libro.

Questo libro, è infatti dedicato a Graziella Campagna.
Una ragazza uccisa a 17 anni a Messina, nel 1985, perché, lavorando in una lavanderia ha trovato, in un paio di pantaloni, un biglietto da cui ha capito che la persona che aveva portato l’indumento a lavare non era chi diceva di essere. Era troppo piccola, giovane e ignorante per poter essere corrotta, per cui, non potendola portare dalla propria parte, hanno scelto di ucciderla. Oltre a lei, sono scomparsi anche i genitori, morti di dolore. Mentre il fratello maggiore, un carabiniere, ha dedicato l’intera vita a trovare il colpevole.
Ho voluto prendere ispirazione e dedicare il libro a questo mistero, per raccontare una storia dolorosa, caratterizzata dai danni collaterali che le guerre tra fazioni contrapposte comportano, con tutta la forza e la delicatezza che queste vicende portano con sé. Anche i personaggi, In questo capitolo, mi hanno seguito con un’evoluzione che li ha portati un passo avanti.


Una lettera per Sara di Maurizio de Giovanni (Rizzoli) è in libreria, al prezzo di copertina di 19€.

giovedì 18 giugno 2020

Sunright Collection: la protezione solare firmata NuSkin

Il 21 giugno daremo il benvenuto all'estate, e quale momento migliore per scegliere i solari che ci proteggeranno nei prossimi mesi?
Nu Skin presenta SUNRIGHT®: una linea declinata in tre prodotti per un'abbronzatura sicura e anti-age.
Sunright® è la tecnologia ultra avanzata a base minerale per il riparo dai raggi UVB/UVA, che agisce con un'elevata protezione contro segni visibili del fotoinvecchiamento.
I numerosissimi raggi UV distruggono infatti le fibre di collagene e accelerano l’apparizione dei segni dell’età. E se invece si potesse ringiovanire al sole?

La tecnologia brevettata basata sui filtri minerali Sunright® stimola la produzione di collagene e di elastina della pelle. La formula Face&Body, idrorepellente e non grassa, attiva un processo esclusivo: l'Astaxantina, l'efficace antiossidante, combatte i raggi ultravioletti grazie alla presenza di estratti vegetali di aloe vera, bisabololo e pantenolo che leniscono e idratano la pelle.
La texture "effetto invisibile", nonostante l’elevata azione filtrante, assicura una pelle asciutta e non unta.
Per le labbra, c'è Sunright® Lip Balm SPF15: protegge dalle screpolature provocate da sole, vento e sale. Uno stick magico all’olio di girasole emolliente ricco di vitamina E con una funzione idratante e protettrice: per labbra da baciare, da qui a settembre!

Face&Body SPF 35: 100ml per 26,44€
Face&Body SPF 50:100ml per 30,39€
Lip Balm SPF 15: 4,2gr per 12,05€

La linea è disponibile sul sito del brand, che potete esplorare qui.

lunedì 1 giugno 2020

La voce di carta, di Lodovica Cima

Dal 2019, il blog ospita le recensioni di Veronica Lempi, già collaboratrice de Gli Amanti dei Libri. Ecco cosa ha pensato di La voce di carta di Lodovica Cima (Mondadori)!


Leggere un libro per ragazzi è un po’ come prendere un appuntamento con la responsabilità. Ma anche con il noi giovane, a cui chiedere di essere ancora, per una volta, prestante in materia di genuinità.
La domanda che sorge spontanea è «sarò in grado di leggerlo con una mente libera di infrastrutture come quella dei giovani adulti?».

La voce di carta di  Lodovica Cima (Mondadori), è un libro che aiuta i ragazzi al cambiamento.
Li abitua, li affianca, li istruisce. Attraverso parole e frasi che scorrono lisce sulle pagine, valorizzate da una scrittura semplice ed estremamente piacevole, l’autrice racconta Marianna, la protagonista, come una ragazza di campagna che, a fine Ottocento, viene catapultata in una realtà cittadina in quel di Lecco.

Una nuova vita e tanto, tantissimo, da imparare: libri da leggere, lettere da scrivere, rapporti umani, non familiari, prima da instaurare e poi da coltivare, una routine lavorativa in fabbrica, totalmente diversa da quella in cascina. Tante vicissitudini e nuove avventure da scoprire, tra cui, l’amore.
Il libro è in toto narrato in terza persona, accompagnato da una voce fuori campo che consola e guida («Non si vive sole Marianna, condividi la tua vita con gli altri.»), come un alterego che dà forza: quella voce portante delle mamme, che, anche in giro per il mondo, ci accompagnerà per sempre.

Lodovica Cima guida la mente del giovane lettore attraverso percorsi di associazione ed apprendimento. Ad esempio, a proposito del Signor Biagio, il nuovo datore di lavoro di Marianna dice «Aveva una giacca marrone un poco sgualcita sui gomiti e scarpe robuste. Col tempo avrei capito che quella era la sua divisa da lavoro, che poteva dargli un’aria logora, ma in realtà era un segno di sobrietà.» - «Non è necessario ostentare», si legge tra le righe.
E di più ancora, racconta alle nuove generazioni i lavori di una volta.
Quanti di noi, nati nel Novecento, saprebbero descrivere come operasse allora una cartiera?

E, un dettaglio mai come oggi tanto prezioso quanto desiderato, Marianna incontra una Milano in cui la confusione sembra quasi una festa: «Le parlai dei palazzi, delle strade e della confusione che però sembrava quasi una festa.»


La voce di carta di Lodovica Cima (Mondadori) è in libreria, al prezzo di copertina di 16€.

lunedì 25 maggio 2020

Lillian Boxfish si fa un giro, di Kathleen Rooney

Lillian Boxfish si fa un giro di Kathleen Rooney (8tto Edizioni) è una lettera d'amore alla città di New York e a un'epoca che sa di frenesia, magia e musica jazz. Ispirato alla vera storia di Margaret Fishback e alla sua folgorante carriera nel mondo pubblicitario, il personaggio di Lillian seduce e conquista: scopriamo perchè!


Lillian Boxfish non è la classica ottantacinquenne, tutta casa, merletti e nipoti. Giunta a New York nel lontano 1930 ha trovato subito un impiego che le ha portato fama e prestigio: da semplice e inesperta copywriter per il colosso Macy's diviene in poco tempo il primo pubblicitario donna più pagato al mondo. Oggi è il 31 dicembre del 1984 e Lillian festeggia da sola questo ultimo giorno dell'anno. Le vacanze natalizie non sono andate come al solito, qualcosa sta cambiando. Rimanere a casa a rimuginare su ciò che non è stato? Non se ne parla nemmeno. Armata solo dell'inseparabile pelliccia di visone e di una buona dose di arguzia, Lillian decide che il Capodanno lo festeggerà per le strade dell'amata Grande Mela, dove ogni passo coincide con un ricordo della sua sorprendente vita.

Questa la trama in breve di Lillian Boxfish si fa un giro, romanzo incantevole di Kathleen Rooney che porta in libreria e al grande pubblico la storia vera di Margaret Fishback, pubblicitaria e poetessa, di talento e grande, grandissimo successo.
Una donna straordinaria, capace di reagire a un articolo che la identificava come "la pubblicitaria donna più pagata" andando dal suo capo e, chiedendo "perché sono la DONNA più pagata?" pretendere di essere pagata quanto i colleghi di sesso opposto.
Una donna la cui storia di successi e capitomboli può essere di esempio e di stimolo per molte ragazze e donne anche oggi.

Di Lillian/Margaret ci si innamora subito: della sua eleganza, della cura con cui si prepara per uscire, del suo rossetto fuori produzione di cui ha fatto scorta perché si sa, che quando una donna trova il "suo" colore è per sempre.
È una donna schietta, che ci tiene alle sue abitudini e alle buone maniere, ma allo stesso tempo c'è una scintilla di irriverenza e ribellione nel suo sguardo.

Una scintilla che trova spiegazione non appena iniziamo a scoprire la sua storia, perché Lillian/Margaret non arriva certo in cima grazie a tenerezze e servilismo. No, arriva in cima perché sa di valere e non è disposta ad accettare meno di ciò che vale.

Molte delle sue riflessioni sul pubblico e sul modo di coinvolgerlo attraverso la pubblicità sono validissime anche nel 2020, e chissà, forse con più Lillian/Margaret in giro avremmo meno donne che cavalcano con entusiasmo scope catturapolvere in televisione.
Fatevi avanti, pubblicitarie di domani: c'è bisogno di voi già oggi.


Lillian Boxfish si fa un giro di Kathleen Rooney (8TTO Edizioni) è in libreria, al prezzo di copertina di 19€.

sabato 23 maggio 2020

Come un respiro, di Ferzan Ozpetek

Come un respiro di Ferzan Ozpetek (Mondadori) è uscito il 12 maggio nella collana Strade Blu, e per gli appassionati di saghe familiari e storie di sorelle è davvero imperdibile. Scopriamo perchè!


È una domenica mattina di fine giugno e Sergio e Giovanna, come d'abitudine, hanno invitato a pranzo nel loro appartamento al Testaccio due coppie di cari amici: Giulio ed Elena, e Annamaria e Leonardo. Annamaria è incinta, e le scale che portano all'appartamento in perfetto ordine di Sergio e Giovanna sono una bella sfida.
Prima degli amici attesi, però, giunge un'ospite inattesa. Si chiama Elsa Corti, ha con sé una borsa piena di oggetti curiosi e di lettere sigillate scritte molti anni prima e sta cercando la sorella Adele, che non vede da cinquant'anni.
I sei amici sono da subito affascinati da quella donna che sembra aver vissuto una vita piena di avventure: quello che non sanno, è che la storia di Elsa e Adele non è ancora finita.
E che quella sera si scriverà l'ultima pagina, proprio davanti ai loro occhi.

Grazia e poesia caratterizzano da sempre il lavoro di Ferzan Ozpetek, sullo schermo e sulla carta: Come un respiro non fa eccezione.
La storia di Elsa e Adele, dall'infanzia che le vedeva alleate contro una madre severa e un padre affettuoso ma troppo assente all'età adulta che ha finito per dividerle, trasporta il lettore da Roma a Istanbul, dove Elsa si è rifatta una vita. Da Istanbul ha spedito ad Adele lettere per cinquant'anni, che la sorella ha sempre rimandato al mittente, e grazie a quelle lettere si scopre, capitolo dopo capitolo, la sua storia: sono lettere a tratti entusiasmanti, a tratti strazianti, ma sempre intrise di consapevolezza di sé e voglia di andare avanti.

Che effetto avrà la storia di Elsa e Adele su Giovanna, così attenta a ogni dettaglio ma non abbastanza a chi le sta attorno? O su Sergio e Leonardo, della cui amicizia affettuosa Giovanna si sente quasi gelosa? E su Elena, da sempre la raccontastorie del gruppo, diventata stavolta un'ascoltatrice? Ognuno di loro, così come ogni lettore, si ritroverà cambiato.
Oppure no, perché la vita è imprevedibile, e a volte anche dopo il più eclatante degli eventi riprende a scorrere come se nulla fosse.
Quello che sappiamo, è che nessuna storia ha mai veramente una fine, neanche quando si volta l'ultima pagina. Questa non fa eccezione: una volta chiuso il volume, è facile sentire nell'aria il profumo del caffè della moka di Giovanna, e sulla pelle un brivido provocato dalle ultime battute del racconto di Adele.


Come un respiro di Ferzan Ozpetek (Mondadori) è in libreria, al prezzo di copertina di 17€.

venerdì 22 maggio 2020

Figlio del lupo, di Romana Petri

Dal 2019, il blog ospita le recensioni di Veronica Lempi, già collaboratrice de Gli Amanti dei Libri. Ecco cosa ha pensato di Figlio del lupo di Romana Petri (Mondadori)!


Per scrivere la recensione di Figlio del lupo di Romana Petri (Mondadori), si rivela necessario lasciar passare qualche giorno dalla lettura dell’ultima pagina.
Ci vuole tempo, per lasciar decorrere liberamente quel mix di emozioni, sensazioni, ritmi che porta con sé. Difficile anche chiamarlo col suo titolo vero, perché, quando si parla di questo libro, viene naturale parlare di La vita di Jack London.
Non un complimento, ma un reale e doveroso riconoscimento ad un’autrice italiana, capace di immedesimarsi nel protagonista con pensieri, parole e intensità di racconto, al punto che il lettore arriva a chiedersi come faccia ad averlo incontrato...
Romana Petri, una tra le penne più brillanti dei giorni nostri, che da sempre illustra con estremo realismo vite normali, con il suo ultimo libro ci racconta una storia straordinaria.

Un po’ romanzato e po’ veritiero, Figlio del lupo rende onore alla vita di uno degli autori più famosi d’America, Jack London, scrittore prescelto fin dalla tenera età.
Sì, perché Jack da sempre sapeva di essere destinato a grandi successi, come era consapevole di aver poco tempo da vivere, in attesa di una morte precoce: complice una mamma visionaria ed il suo eterno dialogo con l’aldilà.

Un’anima irrequieta, perennemente alla ricerca dell’avventura e instancabile stakanovista, ha passato una vita a sfinirsi per gli altri. E a scrivere. Molte volte, ormai sfinito da una mente che non conosce pause, scriveva solo per guadagnare.
Mosso da una passione irrefrenabile, studia da auto-didatta perché attratto dal potere delle parole e di quello che sono in grado di esprimere. Ognuna con le sue sfumature, è proprio da questi stimoli che inizia a scrivere fin da giovanissimo.

Nonostante la voglia di imparare, ha dedicato i primi anni della sua carriera ad attività meno creative e più "pratiche", come il pugile, il cacciatore di foche, l'agente di assicurazioni, il cercatore d'oro, che ha amato l'ombra azzurra delle foreste e la smagliante solarità dei mari.

Spedisce i primi articoli ai quotidiani, e puntualmente se li vede tornare a casa. 
Ma c’è una costante che accompagna tutti gli iniziali mancati risultati ed i futuri successi di Jack London: la madre Flora. Mai dolce ma sempre incoraggiante, con la fiducia cieca che solo una mamma sa provare, affianca il giovane scrittore spronandolo in ogni sua avventura.

Ma Jack passerà tutta la sua esistenza, circondato da donne adoranti.
Flora, Eliza la sorella acquisita e poi responsabile del Ranch che il fratello acquisterà sforando tutti i suoi risparmi, Bessie la prima moglie di un matrimonio "ragionato", Charmian la seconda consorte d’unione inizialmente passionale e poi non più tale. E le due figlie, che però non accetterà mai di amare in quanto non maschi.

La vita dello scrittore altalena tra voglie improvvise di circumnavigare il mondo, via mare, appunto, e settimane chiuso in camera a scrivere fino allo sfinimento.
Fermo non ci è mai stato: ha sempre dedicato il suo tempo a produrre.
E siamo certi che, se non se ne fosse andato così presto, ci avrebbe regalato ancora nuove emozioni.


Figlio del lupo di Romana Petri (Mondadori) è in libreria, al prezzo di copertina di 19,50€.

giovedì 21 maggio 2020

#IoLeggoACasa: ecco com'è andata!

#IoLeggoACasa è stato il bacino digitale in cui sono confluite le storie scoperte dai lettori in piena emergenza Covid-19: abbiamo letto di più? Di meno? O magari sono state letture differenti rispetto alle nostre abitudini? Ora che è iniziata la Fase 2, ecco una panoramica letteraria della Fase 1.


Complice una pulizia e riorganizzazione delle librerie a gennaio, le lunghe ore a casa hanno permesso di recuperare letture rimaste sugli scaffali. Da segnalare, la magica fiaba di A.L. Kennedy che trasporta in un mondo lontano, e le giovani principesse baltiche protagoniste del romanzo di von Keyserling la cui vita lenta e circoscritta a castello e giardino non è più sembrata così difficile da comprendere.

Tutto chiede salvezza, di Daniele Mencarelli (Mondadori)
La vita dispari, di Paolo Colagrande (Einaudi)
Principesse, di Eduard von Keyserling (Adelphi)
Quello che rimane, di Paula Fox (Fazi Editore)
Il piccolo serpente, di A. L. Kennedy (Edizioni E/O)
La variante di Luneburg, di Paolo Maurensig (Adelphi)
David Golder, di Irene Nemirovsky (Adelphi)
La panne, di Friedrich Durrenmatt (Adelphi)
Noi contro di voi, di Fredrik Backman (Mondadori)
Tanti piccoli fuochi, di Celeste NG (Bollati Boringhieri)


Non sono mancati gli ebook, anche grazie alle interessanti promozioni e ai regali che editori grandi e piccoli hanno deciso di fare ai lettori (grazie!). Inoltre, continua il club del libro di Reese Witherspoon, e i titoli scelti per febbraio, marzo e aprile sono stati una lettura appassionante. Consigliatissimo il romanzo di A. E. Ward per chi legge in lingua inglese, e da segnalare che il romanzo di Erica Bauermeister è disponibile anche in italiano, edito da Garzanti con titolo "La bottega delle essenze" (non ci sono però botteghe nel romanzo, ehm...).

The jetsetters, di Amanda Eyre Ward
The scent keeper, di Erica Bauermeister
E noi dove eravamo? di Silvia Ziche
Untamed, di Glennon Doyle

E per tutte quelle ore passate a cucinare, pulire la casa già pulita, lucidare l'argenteria, finire il decluttering digitale? A quello hanno pensato gli audiolibri di Storytel (qui la prova gratuita di 14 giorni). Classici da recuperare di F.S. Fitzgerald ed Hermann Hesse, e il primo romanzo della collana Munizioni, splendido progetto di Bompiani curato da Roberto Saviano di cui avevamo parlato qui. Da leggere ASSOLUTAMENTE.

Tenera è la notte, di F. S. Fitzgerald
Gotico americano, di Arianna Farinelli
Tre casi per l'investigatore Wickson Alieni, di Luca Doninelli
Se tu lo vuoi, di Valeria Fioretta
Narciso e Boccadoro, di Hermann Hesse
Figlie di una nuova era, di Carmen Korn

E la Fase 2, che letture ci riserverà? Leggeremo di più o di meno?
Il ritorno delle novità in libreria sarà un stimolo o ci provocherà una forma letteraria di Sindrome di Stendhal?

mercoledì 20 maggio 2020

Cercando Alaska: la serie TV arriva su Sky Atlantic!

Cercando Alaska è uno romanzi più discussi di John Green (Rizzoli): i lettori più affezionati all'autore però lo amano incondizionatamente, ed è loro la gioia più grande nello scoprire che la serie tv tratta dal romanzo arriverà su Sky Atlantic e Now TV alla fine del mese.


Firmata da Josh Schwartz e Stephanie Savage, vede Charlie Plummer e Kristine Frøseth nel ruolo dei protagonisti Miles Halter e Alaska Young, in quella che Indiewire ha definito «una storia universale, per gli adolescenti di oggi e quelli di ieri».


L'appuntamento è per il 27 maggio alle 21:15 su Sky Atlantic e su Now TV: ci sarete?

venerdì 24 aprile 2020

GO FeST! Un'intera giornata dedicata alle serie TV

FeST - Il Festival delle Serie TV ha colpito ancora! Stavolta si allea con Tlon, importante progetto di divulgazione filosofica, organizzando domenica 3 maggio GO FeST!, un’intera giornata dedicata proprio alle serie tv: non solo come fonte di intrattenimento, ma anche di conoscenza e riflessione sul reale.


È il primo evento interamente online dedicato alla serie tv: non è emozionante?!
GO FeST! si svilupperà su palchi diversi con due programmi paralleli.
Da un lato ci sarà il virtual stage, in cui gli ospiti della giornata si alterneranno in diretta streaming per affrontare numerose tematiche trasversali legate al mondo della serialità. Il virtual stage vivrà su un sito dedicato a GO FeST!, ma anche sui canali Youtube e Facebook di Tlon e FeST.
Dall’altro lato, si accenderanno anche i Live IG stage - che si potranno seguire sui canali Instagram di FeST, Tlon e su quelli Instagram ufficiali dei singoli ospiti - in cui influencer, giornalisti, attori e cantanti si attiveranno con dirette.

«Si parla spesso - oggi più che mai - di serie tv come forma di evasione ma le narrative pensate per i piccoli schermi possono, invece, aiutarci a riflettere sulle molte sfaccettature e complessità della realtà. Generare cultura, consapevolezza e comunità attorno al fenomeno della serialità televisiva è il lavoro che da sempre ci proponiamo di fare con Il Festival delle Serie TV», commenta Marina Pierri, co-ideatrice e direttrice artistica di FeST.
Andrea Colamedici e Maura Gancitano di Tlon hanno aggiunto che «le serie tv sono i nuovi miti: è fondamentale parlarne insieme per capire chi siamo e chi vogliamo diventare.»

GO FeST! sostiene anche Indifesa, progetto di Terre des Hommes, legato alla tutela delle violazioni dei diritti delle bambine e delle ragazze.

Il programma di Go FeST! sarà svelato nei prossimi giorni.

Tanti i partner che parteciperanno al progetto, tra cui NeN, il primo fornitore di energia 100% nativamente digitale e 100% green sul mercato italiano, che risponderà alla domanda "quanto consumano le serie TV?". Tra i partner tecnici che renderanno possibile l’evento D&D e Playground.

Seguite Go FeST! sul sito dedicato, ma anche sul sito di FeST - Il Festival delle Serie TV, su Facebook e su Instagram. Sarà possibile seguire l'evento anche dal sito di Tlon, dalla loro pagina Facebook e su Instagram.

mercoledì 1 aprile 2020

Questo e quello: 1 aprile 2020

Torna Questo e quello, l'appuntamento settimanale con cinque libri, film, prodotti da scoprire questa settimana. E iniziamo subito con una lettura da scaricare gratuitamente oggi!


Il Saggiatore mette a disposizione, a giorni alterni, un titolo del catalogo da scaricare gratuitamente in formato epub e mobi: quello di oggi è Hamburg di Marco Lupo, vincitore del Premio Campiello Opera Prima 2019. Vi aspetta qui!

Adelphi ha invece lanciato Microgrammi, una collana digitale (1,99€ a pubblicazione), che include anticipazioni di titoli disponibili in libreria in futuro. Un esempio? Un delitto in Gabon di Georges Simenon include due racconti su cinque del volume La linea del deserto, di prossima uscita.

Dopo una settimana di binge watching su Disney+, è il momento di segnalare un film davvero imperdibile per gli appassionati di fantascienza, lontano dagli schermi per anni e finalmente disponibile: Il buco nero (1979), diretto da Gary Nelson. Quell'anno fu candidato agli Oscar per fotografia ed effetti speciali, ed è un vero gioiellino dimenticato da rispolverare.

Sapete dove proliferano i batteri in cucina? Nella spugna. Esatto, quella che usate per lavare i piatti in cui poi mangiate, e i bicchieri in cui poi bevete. C'è una soluzione, però: i guanti da cucina resistenti al calore con applicazioni in silicone con cui "sfregare" allegramente piatti e bicchieri con il detersivo, e facilissimi da pulire con acqua e una goccia di detersivo dopo. Li trovate qui, in diversi colori.

Mulino Bianco ha lanciato Incontri, una serie di conserve di frutta in vaso di vetro per rendere la colazione e la merenda più golose (3,59€ per 235g). Le varianti sono:
Fragole con pere e granella di cacao
Albicocche con fichi e mandorle
Mirtilli con lamponi e scorza di limone

martedì 3 marzo 2020

Freshly Cosmetics, e la voglia di primavera!

Tempo di primavera, voglia di natura, e in attesa che le temperature si alzino un po' ecco che Freshly Cosmetics arriva in soccorso, per una nuova stagione rigorosamente green.
A partire proprio dalla routine di bellezza, che sia per il viso, il corpo o i capelli.


Proprio ai capelli è dedicato Vibrant Refreshing Shampoo (14€ per 250ml) che, privo di siliconi e solfati, migliora la salute dei capelli e del cuoio capelluto con una detersione cremosa e delicata che rispetta la barriera cutanea, grazie a ingredienti naturali di alta qualità.
L'innovativo active baicalensis, combinato con il mentolo naturale, un potente concentrato di 12 piante ed un complesso di tè rooibos e castagno d’India, regola la secrezione sebacea e tratta forfora, prurito, irritazioni e caduta dei capelli. Per un meraviglioso effetto detox, quello che ci vuole per liberare le chiome dai residui di inquinamento, polveri sospese, prodotti per lo styling... e chi più ne ha, più ne metta!
Subito dopo la doccia, niente di meglio di una coccola con Golden Radiance Body Oil (26€ per 100ml), un olio corpo 100% naturale che concentra 12 oli vegetali e le migliori tecnologie naturali per nutrire e idratare in profondità la pelle, ridurre la cellulite e migliorare l’aspetto di smagliature e cicatrici. Inoltre, contiene due tecnologie di microalghe dal forte potere riducente, anticellulite, antiossidante e anti-aging.

E sul viso? Due prodotti tutti da scoprire, Bloom Orchid Face Cream (29€ per 50ml) che idrata a fondo grazie all’azione combinata di acido ialuronico vegano, salicornia e piante xerofite, combatte stress, radicali liberi e danni ossidativi, e ha un effetto anti-aging, grazie all’elevato contenuto di estratti vegetali e alghe marine; Hyper-Concentrate Eye Contour Serum (35€ per 15ml), formula rinnovata con 14 tecnologie cliniche naturali per il contorno occhi, che lavorano specificatamente sulle occhiaie, le palpebre cadenti, le linee di espressione (dinamiche e statiche), la perdita di elasticità, l’infiammazione, la pigmentazione irregolare e le macchie.

I prodotti Freshly Cosmetics sono disponibili sul sito ufficiale del marchio.

lunedì 2 marzo 2020

The Minimalism Game: funziona davvero?

Chi attraverso il loro blog, chi grazie al documentario disponibile su Netflix o al loro podcast in streaming su Spotify: tutti si sono imbattuti, almeno una volta, in The Minimalists.
Joshua Fields Millburn e Ryan Nicodemus dal 2010 hanno aiutato più di venti milioni di persone nel mondo a vivere con maggiore intenzione e attenzione, a liberarsi del superfluo e a scoprire quanto il minimalismo, dopo un'iniziale (in parte solo apparente) privazione, arricchisca la vita di ognuno di noi. E sempre loro hanno trasformato questa esperienza in un gioco, The Minimalism Game (#minsgame, se volete rintracciarlo su Instagram).


In cosa consiste il gioco? Nell'abbandono progressivo di ogni oggetto superfluo presente in casa.
Il primo giorno ci si separa da un oggetto, il secondo da due, il terzo da tre, in un crescendo che vi porta a dire addio a 465 oggetti.

E che fare di tutte queste cose?
La premessa è che non si butta nulla a priori, quindi il consiglio è quello di informarvi prima di iniziare su associazioni, cooperative, scuole, carceri e canili che possano accogliere ciò di cui vi disferete: i libri sono quasi sempre bene accetti, la cancelleria per scuole e associazioni vale oro, i canili accolgono con gioia asciugamani e coperte. Contattate amici e parenti, che potrebbero desiderare qualcosa che, a voi, non serve davvero più.

Ora, però, il punto cruciale: funziona davvero?
Dopo averlo provato, la risposta non può che essere un sì deciso, e senza indugi: il crescendo di oggetti è pari al crescendo di entusiasmo che vi troverete a sentire per questo progetto, che vi permetterà di riappropriarvi di casa vostra.
Una casa non è solo un cumulo di oggetti, è un luogo in cui riposare la mente e il corpo, ritrovando le energie: davvero riuscite a farlo in mezzo al disordine e alla confusione?
Un ambiente ordinato è anche più facile da pulire, e la conclusione naturale dei questo processo di riduzione è una pulizia di fino, seguita da una bella riorganizzazione, perchè è molto più facile quando avete davanti solo ciò che vi serve, amate e arricchisce la vostra vita.

Et voilà, vi sarete regalati una casa più bella, pulita e "vostra" da godervi per tutto il 2020.
Non è un regalo meraviglioso, da farvi?
Che aspettate?

sabato 29 febbraio 2020

Storytel: gli ultimi ascolti di Devilishly Stylish

Febbraio è ufficialmente in chiusura, e con lui i primi due mesi del 2020.
Tra meno di un mese arriva la primavera, ma non divaghiamo!
Parliamo invece degli audiolibri e podcast targati Storytel ascoltati in questo inizio d'anno.


Consigliatissimo Manuale per ragazze di successo di Paolo Cognetti, letto da Dario Sansalone e Carlotta Viscovo. Un'antologia di sette racconti, e di sette ritratti di donna.
Donne in carriera e donne che perdono il lavoro, donne che sognano una famiglia e donne che vengono tradite. Sette racconti, e infinite sfumature di femminilità.
Dura meno di quattro ore, e si ascolta tutto d'un fiato.

Un arrivo fresco fresco di fine febbraio è invece Se tu lo vuoi di Valeria Fioretta, che molti di voi conosceranno come autrice del blog Gynepraio. L'audiolibro del suo romanzo d'esordio è letto da Valeria Perdonò, e grazie alle sue quasi otto ore è la compagnia perfetta per un pigro weekend casalingo, una notte d'insonnia, o una settimana di tragitti casa-lavoro. A voi la scelta.

Dopo i fortunati podcast dedicati al racconto della realtà americana, Francesco Costa è tornato su Storytel anche con l'audiolibro del suo Questa è l'America, uscito a fine gennaio e letto da lui.
Poco più di sette ore, per scoprire alcuni lati nascosti del continente che non cessa di affascinarci e influenzarci. E per chi ancora dovesse scoprire i suoi podcast, sempre su Storytel trovate Da costa a costa e The Big Seven.

Infine, nel mese della Minimalism Challenge (troverete l'articolo online il 2 marzo), non poteva mancare un ascolto ispiratore, ed è stato The Year of Less di Cait Flanders, letto dall'autrice.
Un memoir appassionante, sul percorso che ha portato Cait Flanders ad affrontare un anno senza spese che non fossero legate alla sussistenza (sì agli alimenti e alle bollette, no ai caffelatte da 5$ o ai libri che non avrebbe mai letto) e a ripagare così i suoi debiti, scoprendo una vita più consapevole e meno votata al consumismo. È disponibile solo in lingua inglese.

Provate Storytel gratis per 30 giorni: l'offerta vi aspetta qui!

venerdì 28 febbraio 2020

March Detox: cinque cose da fare subito

Marzo è l'ultimo mese d'inverno, e quale momento migliore per prepararsi alla nuova stagione?
È ora di un detox a 360°!


Iniziando proprio dalle persone che ogni giorno vedete apparire sul vostro feed di Instagram, sull'homepage di Facebook, su Twitter: se non vi sono d'ispirazione, ma al contrario vi rendono insicure, irritate e infastidite, smettete di seguirle.
Circondatevi di esempi positivi e che vi rendano serene, e che vi stimolino a lavorare per raggiungere i vostri obbiettivi.

E a questo proposito, cancellate (o limitate al minimo) progetti e impegni non in linea con i vostri obbiettivi. Tutto ciò che vi distrae e che rischia anche di demotivarvi deve sparire, eccezione fatta per ciò da cui, purtroppo, nno si può fuggire (leggi: tutto ciò che è legato al lavoro, o alla famiglia...).

È il momento giusto per vuotare, pulire a fondo e riorganizzare l'armadio. perchè? Semplice: si avvicina il cambio di stagione, e questo permette di capire subito cosa avete già e cosa invece vi serve per la nuova stagione in arrivo. Fatelo adesso, che non avete fretta e che avete tutto il tempo di procurarvi il necessario, e la primavera non vi coglierà impreparate.

Quante app di notizie e informazione avete sul vostro smartphone? E quali usate davvero?
Appunto. Tenete quella/quelle che davvero consultate, ed eliminate le altre senza troppi rimpianti.
Libererete memoria sul vostro smartphone, e sarà molto più rapido recuperare le informazioni e  le notizie che cercate.

Anche la musica sul vostro smartphone va sistemate. Un bel declutter delle vostre playlist, per rimuovere brani che non ascoltate più, può essere seguito dall'aggiunta di nuovi brani, sia che utilizziate Spotify, sia che conserviate i veri e propri mp4 in memoria. Non è meglio, non dover sempre mandare avanti quelle canzoni che non vi piacciono più?
È il momento giusto per provare Spotify Premium: cliccando qui, potete diventare clienti Premium per un mese gratis. Più musica per tutti!

mercoledì 26 febbraio 2020

Corse leggendarie in tutto il mondo

Sì, viaggiare... ma anche correre!
Appena le temperature si rialzano, è questione di un attimo infilare le scarpette e tornare a correre.
questa primavera con una marcia in più, perchè Corse leggendarie in tutto il mondo (Lonely Planet) è pronto a trasportarvi in tutto il mondo grazie a 50 straordinari racconti di corse a piedi, dal Kenya al Canada, dal Giappone alla Tasmania, e ad altre 150 idee per partire con le scarpe da running.


50 racconti sono lo spunto per altre 150 idee di viaggio, per un totale di 200 percorsi per il running distribuiti in 60 paesi su tutti i continenti, dal Safaricom Half Marathon in Kenia al Malecón dell’Avana (Cuba), passando per il Grand Canyon (Stati Uniti) o la Grande Muraglia di Jinshanling (Cina) per arrivare poi alla Costiera Amalfitana (Italia) o al lungomare di Sydney (Australia).
 
La selezione, infatti, spazia dai facili percorsi nei parchi agli anelli cittadini, dalle maratone agli ultratrail. Le 50 cronache sono state scritte in prima persona da autori che non solo amano la corsa (molti la praticano professionalmente), ma si riconoscono nell’idea che correre sia sinonimo di conoscere il mondo. E l’intensa capacità evocativa dei loro racconti è tale da darci l’impressione di esser lì anche noi, con le scarpette indosso, impegnati sul percorso, arrivando a provare l’arsura della Badwater 135 nella Death Valley o il senso di disorientamento provocato dalle Barkley Mountains. L’esperienza del viaggio si arricchisce anche così: mettendo in valigia un paio di scarpette.
Ecco la lista completa, con evidenziati i percorsi italiani:

AFRICA 
Safaricom Half Marathon (Kenya)
Marathon des Sables (Marocco)
Great Ethiopian Run Comrades Marathon (Sud Africa)
 
AMERICHE 
Boston Marathon (Stati Uniti)
Il Malecón, L’Avana (Cuba)
Mesa Trail (Stati Uniti)
Il Seawall di Vancouver, una corsa lungomare (Canada)
Barkley Marathons (Stati Uniti)
Di corsa nella foresta pluviale del Costa Rica
Corsa patriottica lungo il National Mall (Stati Uniti)
Dipsea Trail Race (Stati Uniti)
Alba a Copacabana (Brasile)
Il lungolago di Chicago (Stati Uniti)
Badwater 135 (Stati Uniti)
Bay to Breakers (Stati Uniti)
Riscaldamento invernale a Québec City (Canada)
Big Sur Marathon (Stati Uniti)
Correre per riconciliarsi: salita al cuore di La Paz (Bolivia)
Portland: una favolosa corsa nel parco (Stati Uniti)
Da parte a parte: la sfida del Grand Canyon (Stati Uniti)
 
ASIA 
Sulla Grande Muraglia di Jinshanling (Cina)
Il Victoria Peak di Hong Kong (Cina)
Correre l’avventura in India Il lungofiume del Kamo, Kyoto (Giappone)
Mezza maratona di Angkor Wat (Cambogia)
La Maratona dell’Afghanistan
Salita alle pendici del Nepal
Lungo il fiume Han, Seul (Corea del Sud)
 
EUROPA 
Brivido in verticale sulla Costiera Amalfitana (Italia)
Turismo a passo di corsa a Edimburgo (Scozia)
In memoria di un eroe cecoslovacco (Repubblica Ceca)
Una finestra sul passato nel Pembrokeshire (Galles)
Barcellona dal mare ai monti (Spagna)
Un giro leggendario nel Lake District (Inghilterra)
Sinfonie berlinesi (Germania)
Maratona di Londra (Inghilterra)
Una corsa nella Roma silenziosa (Italia)
Penisola di Dublino: vento e natura selvaggia (Irlanda)
Maratona di Atene (Grecia)
Arrancabirra Courmayeur Mont Blanc (Italia)
North Pole Marathon
 
OCEANIA 
Great Ocean Road Marathon (Australia)
Melbourne, una corsa nel parco (Australia)
Ormiston Gorge Pound Loop (Australia)
Kepler Track (Nuova Zelanda)
Il favoloso lungomare di Sydney (Australia)
L’Australia dell’ultratrail
Corsa fantasma nella Waihi Gorge (Nuova Zelanda)
Sulle tracce della Freycinet Peninsula, Tasmania (Australia)


Corse leggendarie in tutto il mondo (Lonely Planet) sarà in libreria a partire da aprile 2020.

giovedì 13 febbraio 2020

Fazzoletti rossi, di Roberta Marasco

Dal 2019, il blog ospita le recensioni e le interviste di Veronica Lempi, già collaboratrice de Gli Amanti dei Libri. Ecco cosa ha pensato di Fazzoletti rossi di Roberta Marasco (Il Battello a Vapore)!


Un libro per giovani lettrici e lettori, ma anche per mamme e papà.
Roberta Marasco torna in libreria con un genere nuovo ed inaspettato, pronta a diffondere un credo naturale, ancor prima che dovuto. Sì, perché il nuovo Fazzoletti Rossi (Il Battello a Vapore) è un titolo per Ragazzi, che affronta quasi empiricamente un tema ancora tabù, soprattutto nelle "vecchie" generazioni: avere le mestruazioni dev’essere motivo di imbarazzo?

Luna e Camilla sono le due voci narranti che si alternano nel corso della lettura. Mai più diverse luna dall’altra, rappresentano appieno la cosiddetta "Gen Z" e tutte le sue dinamiche.
Ci siamo mai resi conto che le tanto criticate nuove generazioni sono (fortunatamente) quelle più libere dagli stereotipi e meno contagiate da pregiudizi?
Se vestirsi all’ultima moda o approcciare i primi rimmel con conseguenti pasticci e occhi neri, sono variabili da sempre e per sempre esistenti nelle scuole medie e superiori, bene. Non è di questo che stiamo parlando.

Roberta Marasco racconta le famiglie di oggi, dove "normale" è un termine che risulta obsoleto e offensivo. Parla di amore e di non conformismo, perché il compagno di banco secchione è molto più "figo" di quanto lo sia il belloccio con gli atteggiamenti arroganti. Suvvia, è roba passata!
Disegna il rapporto tra madri e figlie, tra matrigne e figliastre, tra papà e mamme che comunicano tramite Skype. Riporta uno spaccato della pre-adolescenza odierna tra Tiktoker e Whatsapp, contratti per #adv social e hummus con hamburger di soia.
Ma soprattutto, tramite due voci ingenue quanto adulte per l’età che hanno, porta avanti una battaglia che ogni giorno ci troviamo a combattere: siamo forti, siamo indipendenti, siamo donne. Ma ci avete chiesto se, e soprattutto cosa, vogliamo, noi?

E poi si parla di mestruazioni, un tema che accomuna tutte le donne di questo mondo e che ancora viene troppo censurato: non sarebbe bello se anche le principesse Disney avessero mal di pancia? Magari impareremmo prima che si tratta di un aspetto naturale e non imbarazzante. Perché diciamocelo, tutte noi, alle medie, abbiamo provato e riprovato il modo più discreto possibile per andare in bagno con un assorbente tra le mani!
Io lo mettevo nella cintura dei jeans sotto la maglietta, e tu?


Fazzoletti rossi di Roberta Marasco (Il Battello a Vapore) è in libreria, al prezzo di copertina di 15€.

martedì 11 febbraio 2020

Élite. Amore e potere, di Laurelin Paige

Dopo Élite. Ossessione e potere, Laurelin Paige torna in libreria con il secondo e ultimo volume della serie che ha appassionato le lettrici di tutto il mondo: Élite. Amore e potere (Always Publishling) è qui, ed è coinvolgente e ammaliante sin dalle prime pagine.


Dopo una relazione istintiva e tormentata col facoltoso Donovan Kincaid, Sabrina Lind ha scoperto una verità sconvolgente su di lui. È un segreto oscuro quanto l’uomo che gliel’ha nascosto.
Un segreto che ha il potere di ossessionarla quanto l’uomo che glielo ha celato per dieci anni.
Ora Donovan l’ha abbandonata, c’è un oceano a dividerli, e Sabrina ha il cuore spezzato.
Non le resta che dimenticare. Dovrebbe disprezzare Donovan, e soprattutto, temerlo.
Dieci anni prima, però, tra loro si è creato un legame inscindibile, una connessione in cui il confine tra ossessione e passione svanisce.
Una connessione che, inevitabilmente, finisce per riportare Donovan nella sua vita.
Sabrina ha appreso le regole che vigono nel mondo dell’Élite, e ora è lei a detenere il potere.
Stavolta, prima di lasciarsi consumare dal loro amore bruciante, Sabrina pretende di avere tutte le risposte sul passato di Donovan.
Ma è davvero pronta ad accettare la verità più inconfessabile dell’Élite e dell’uomo che ne muove i fili?

Élite. Amore e potere si apre a circa un paio di settimane dalla conclusione del romanzo precedente. Ricordate? Sabrina aveva appena scoperto il segreto più oscuro di Donovan, ed era (a ragione) sconvolta e in preda alla confusione.
Ma non è il tipo di donna che si arrende, e anzi, la ritroviamo più carica che mai, decisa a non arrendersi e, soprattutto, a conquistare ciò - e chi - le interessa davvero.
La vera domanda, quindi, è questa: riuscirà Donovan a lasciarsi alle spalle gli errori del passato, e ad aprirsi all'amore che prova per Sabrina ora? A costruire un futuro insieme a lei?

Sabrina e Donovan insieme sono un vortice caldo di passione, inarrestabile e distruttivo se non si sa come contenerlo, e questo secondo volume si legge tutto d'un fiato, travolti dai loro stessi sentimenti.
Il loro è un percorso iniziato dieci anni prima, e che trova la sua conclusione quando ogni segreto viene svelato e ogni maschera lasciata cadere.
La duologia di Laurelin Paige rivisita Sabrina, classico del cinema, in modo inedito e accattivante, ed è impossibile non essere conquistate da Donovan, dal suo fascino oscuro, e sì, anche dal suo pessimo carattere. Un principe nero, che quando si innamora diventa inarrestabile, e che si rivela il compagno perfetto per questo San Valentino.
Consigliatissimo.


Élite. Amore e potere di Laurelin Paige (Always Publishing) è in libreria, al prezzo di copertina di 14,90€.

lunedì 10 febbraio 2020

Nell'angolo di quiete, di Eduard von Keyserling

È il 1914, e tra le montagne bavaresi gli echi della guerra arrivano smorzati.
Ma Paul van der Ost, figlio del direttore di banca Bruno von der Ost, gracile e fragile di costituzione, è deciso a diventare forte e coraggioso, e proprio dalla residenza estiva della famiglia partirà per cercare di raggiungere quel fronte di cui tutti parlano, dove combattono i valorosi.


Si apre così Nell'angolo di quiete di Eduard von Keyserling (L'Orma Editore), un volume sottile ma dalla portata straordinaria, capace di trasmettere al lettore il distacco con il quale l'aristocrazia di inizio Novecento guardava il conflitto che avrebbe, in pochi anni, stravolto il vecchio continente, e allo stesso tempo i turbamenti dell'animo di Paul, che si sente a sua volta una battaglia persa e vorrebbe trovare, proprio nella guerra, una possibilità di rivalsa.

Si può raccontare un mondo, un'epoca, una società in cento pagine?
Se si è Eduard von Keyserling, ne bastano novantatre.
Dal rigido banchiere von der Ost, amante dell'organizzazione che vorrebbe una vita domestica ordinata quanto i suoi registri contabili, alla moglie Irene, che reagisce alla freddezza del marito con un'ironia irriverente e cantando come un'allodola, passando poi al piccolo Paul, che attraversa il delicato passaggio dall'infanzia alla preadolescenza e che vede solo delusione nello sguardo dell'uomo che ama e odia in pari misura, ogni tratto è perfettamente delineato dalle parole scelte con cura da von Keyserling.

Il desiderio di Paul di diventare coraggioso e avere, per una volta nella vita, la sensazione di aver reso orgoglioso il padre, è una rappresentazione fin troppo riuscita del sentimento che accompagnò molti giovani al fronte durante il primo conflitto mondiale, che si vedevano tornare a casa vincitori e con le terre promesse. Ed è un sentimento quanto mai attuale, che ritroviamo ogni in ogni ragazzo che si allontana da casa, diretto verso l'ignoto, cercando una vita migliore.

Una prosa eccellente, senza orpelli e inutili fronzoli, e una voce narrante limpida e cristallina rendono Nell'angolo di quiete una lettura davvero godibile, sulla quale soffermarsi poi a riflettere a lungo.
Consigliatissimo.


Nell'angolo di quiete di Eduard von Keyserling (L'Orma Editore) è in libreria, al prezzo di copertina di 14€.

venerdì 31 gennaio 2020

Il commissario Montalbano per la prima volta al cinema!

Il commissario Montalbano è uno di famiglia: molti di noi ormai si sentono a casa tra le pareti del commissariato di Vigata, come tra i muretti a secco, sulla terra arsa e gli ulivi, nelle tonnare abbandonate, nei ristoranti sul mare e sulle terrazze con vista sul tramonto.


Dopo aver raccolto oltre un miliardo e duecento milioni gli spettatori in vent’anni su Rai1, in attesa del grande evento televisivo della primavera 2020, il commissario, nato dalla penna di Andrea Camilleri - che con le sue opere ha venduto oltre 20 milioni di copie nel mondo - e interpretato da Luca Zingaretti, arriva per la prima volta al cinema per un evento straordinario in anteprima assoluta.

Il nuovo attesissimo episodio della collection evento si intitola SALVO AMATO, LIVIA MIA ed è diretto da Alberto Sironi e Luca Zingaretti. Interpretato da Luca Zingaretti, Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Sonia Bergamasco, SALVO AMATO, LIVIA MIA arriverà al cinema solo il 24, 25, 26 febbraio in un evento speciale - radio DEEJAY e MYmovies.it i media partner - e prossimamente sarà in onda su Rai1.

In questo nuovo episodio, il brutale omicidio di Agata Cosentino, il cui cadavere viene ritrovato in un corridoio dell’archivio comunale, non può lasciare indifferente Montalbano. Perché la vittima era una cara amica di Livia, una ragazza timida e riservata, che concedeva la sua amicizia e il suo amore a poche persone. E su quelle si concentra l’indagine di Montalbano, perché gli è presto chiaro che a uccidere Agata è stato qualcuno che le era molto vicino. Si tratta forse una violenza sessuale degenerata in omicidio, ma da subito questa ipotesi non convince Montalbano, che inizia la sua indagine partendo proprio dalle conoscenze della vittima.


Scoprite subito qui il trailer, e l'appuntamento è per il il 24, 25, 26 febbraio al cinema!