La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "L'altra metà del mondo" di Gabrielle Zevin, edito da Nord (rilegato a 16,60€):
Mia cara Jane,
il mio più grande rimpianto è che tu non abbia avuto la possibilità di conoscere tua madre. Perciò, adesso che sei abbastanza grande, vorrei raccontarti di lei e del mio straordinario viaggio a Margarettown.
Margarettown è la città in cui tua madre è nata e cresciuta. Ci sono andato dopo il fidanzamento, e lì ho incontrato Mia, una pittrice giovane e ribelle. Poi ho conosciuto Marge, una donna amareggiata e delusa dagli uomini, e May, una bambina di straordinaria intelligenza. In tutte loro ho ritrovato alcuni tratti della creatura sfuggente e misteriosa di cui mi ero innamorato; perché Margaret non è stata semplicemente mia moglie o tua madre. Margaret è stata May, poi Mia, e sarebbe diventata Marge, se non avessi implorato il suo perdono per gli errori che avevo commesso…
Ecco perché voglio parlarti di Margaretown: per aprire una finestra sul cuore di Margaret, in modo che tu possa apprezzare ogni sfumatura della sua storia e del suo carattere. In fondo, l’amore è proprio questo: imparare a conoscere l’altro al di là del ruolo che riveste nella nostra vita, e accettare anche i suoi difetti come un dono prezioso. In attesa di scoprire il futuro che il destino ha in serbo per noi.
L'altra metà del mondo è un inno all'amore in ogni sua forma, ma soprattutto è una celebrazione dell’affascinante complessità dell'animo umano; perché ognuno di noi si porta dentro le persone che siamo stati, le persone che saremo e le persone che saremmo potuti diventare. Ognuno di noi è una città da scoprire.
Ci ho messo un sacco di tempo a scrivere questa recensione, e il motivo è che questo romanzo ho dovuto ricominciarlo.
L'ho iniziato piena di entusiasmo, ma ho capito subito quanto non fosse il momento giusto.
Siccome Gabrielle Zevin mi piace, e avevo adorato "La misura della felicità", mi sono rifiutata di credere che il problema fosse il libro e ho preferito accantonarlo, riprendendolo più avanti.
E avevo ragione: con un altro spirito l'ho preso in mano e finito in poche ore, trascinata dalla splendida prosa di Gabrielle Zevin e dai dialoghi scoppiettanti che costellano la narrazione.
L'idea che il romanzo fosse una sorta di confessione a cuore aperto, il racconto di una donna che non c'è più e dell'universo intero che rappresentava, mi è piaciuta moltissimo e da questo punto di vista non posso far altro che inchinarmi a un'autrice che riesce a rendere appieno le molteplici sfaccettature di Margaret in modo inedito e senza cadere in facili cliché.
Margaret è un'intera città: è la donna che è stata, che è e che sarà, nonchè tutte le donne che avrebbe potuto essere. Margaret è veramente, profondamente, donna.
E forse solo una donna avrebbe potuto scrivere un romanzo del genere, che io ho letto non solo come bellissima storia, ma anche come un vero e proprio inno alla femminilità.
Parte della sua bravura si manifesta anche nel rendere del tutto plausibile che a parlare così di Margaret sia un uomo, colui che ha amato (e a volte odiato) ogni versione di lei.
Grazie a Nord per la copia cartacea del romanzo <3 |
Jane ha solo undici anni quando il nostro narratore muore, e il capitolo 57 con annesso PS. (da pag. 234 a pag. 238 del cartaceo) è uno dei messaggi di amore paterno più commoventi e toccanti che abbia mai letto.
Se avessi aperto il volume per caso in libreria su queste pagine, lo avrei acquistato.
Non mi sarebbe nemmeno importato di leggere la trama.
É stato un onore immenso, quindi, che Nord mi abbia coinvolta nell'iniziativa dedicata al romanzo svoltasi al Salone Internazionale del Libro di Torino: abbiamo regalato a giovani lettrici una copia speciale fuori commercio del romanzo, abbinata a una cartolina dedicata simile a quella delle biblioteche.
Un saluto alle dolcissime ragazze che hanno ricevuto la copia da me <3 |
Nel caso non foste riusciti a venire al Salone, o a partecipare all'iniziativa, la cartolina potete scaricarla qui. Potete stamparla e partecipare anche voi :)
Questo intanto è consigliatissimo a chi ama le saghe famigliari, o le storie d'amore anticonvenzionali, o entrambe.
Ovvimente consigliato a chi avesse apprezzato "La misura della felicità", perchè Gabrielle Zevin un libro brutto lo deve ancora scrivere.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Ci avrai messo pure tanto tempo a scrivere la recensione, ma è venuta benissimo. Ti capisco, io sto ancora aspettando il momento giusto per leggerlo!
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