Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Gli innocenti" di Paola Calvetti, edito Mondadori (rilegato a 17€):
Jacopo e Dasha, due voci smarrite sullo spartito della vita, sono in scena per il Doppio concerto per violino e violoncello di Brahms che, pagina dopo pagina, è l'occasione per rivivere - in un serrato e immaginifico dialogo - i passi della loro storia d'amore.
Dopo una lunga assenza, Jacopo torna a Firenze, all'Istituto degli Innocenti, il luogo eletto che lo ha accolto quando venne abbandonato da una madre rimasta nell'ombra, la cui identità è diventata negli anni la sua claustrofobica ossessione. «Come posso scoprire la mia storia se non so da dove vengo?» si chiede. Adottato da una famiglia troppo fragile e gravato di aspettative insostenibili, Jacopo è stato privato della spensieratezza dell'infanzia. A salvarlo è stato un piccolo violino, l'àncora alla quale assicurare i desideri e i sogni. Perché, se la felicità è un talento, Jacopo riesce ad avvicinarla solo stringendo fra le braccia lo strumento.
Ma non sempre l'amore salva. Non se nell'amore pulsano, insistenti, vecchie ferite.
Dasha, nata in un piccolo paese in Albania, è cresciuta circondata da un amore che Jacopo non conosce. Grazie a un padre devoto e illuminato, ha potuto frequentare il Conservatorio di Tirana, dove ha incontrato il violoncello, destinato a diventare il suo unico amico. Fuggita dal porto di Durazzo, sola con il suo strumento, dopo la rovinosa caduta del regime, è sbarcata a Brindisi il 7 marzo del 1991, insieme a migliaia di profughi. Anche le sue radici sono state recise, ma la musica ha compiuto il miracolo di preservare dal dolore il suo animo delicato e forte. Eppure nemmeno Dasha, che ora suona di nuovo accanto a lui, è riuscita a distogliere Jacopo dalla ricerca di un passato che ha il potere di avvelenare il presente, rendendo orfani i due amanti di un futuro possibile. Dove ad aspettarli, forse, c'è un bambino.
Nel corso dell'esecuzione del Doppio di Brahms accadrà qualcosa di totalmente imprevisto.
La musica si fa eco dell'amore e di una sconvolgente rivelazione, cui non può seguire altro se non un silenzio colmo di incanto, lo stesso che resta nel cuore del lettore.
Dopo "Pickup Notes" di Jane Lebak, ero prontissima a un altro romanzo con protagonista la musica classica, e il fatto che venisse dalla stessa autrice di "Noi due come un romanzo" era solo un motivo in più per immergermi al più presto nella lettura.
Paola Calvetti ci racconta due infanzie segnate dalla perdita e dal dolore, due vite vissute a metà che si incontrano e, chissà, forse potrebbero formare insieme un tutt'uno completo e felice.
Jacopo, anche ora che è un uomo maturo e che suonando il suo violino ha girato il mondo senza che gli mancassero mai riconoscimenti e donne ad accompagnarlo, continua a interrogarsi sulla donna che, alla nascita, lo ha abbandonato invece di crescerlo, rendendolo un orfano senza radici.
Dasha ha invece vissuto sulla pelle la caduta del regime in Albania e la fuga in Italia su un barcone, abbracciata a una piccola valigia e a un violoncello rovinato: perso di vista il ragazzo con cui aveva deciso di partire, Fatmiu, si trova in un paese straniero in cui la musica è l'unico conforto e ciò che le indica la strada.
I due si incontrano alla prima tournè insieme, e l'attrazione reciproca è subito accompagnata dalla curiosità e dalla sorpresa nello scoprire l'una nell'altro uno spirito affine.
Ma il passato di Jacopo è come un'ombra scura che l'uomo non riesce a scacciare, e non è detto che l'amore di Dasha e per Dasha sia sufficiente...
Ho trovato molto coinvolgente e struggente il romanzo di Paola Calvetti, soprattutto per quanto riguarda il personaggio di Jacopo: vederlo crescere attraverso i ricordi, immergersi nei suoi pensieri grazie alla narrazione in prima persona, è stato davvero emozionante.
Ho apprezzato moltissimo lo sviluppo del suo personaggio, ed è di sicuro un protagonista che porterò nel cuore a lungo.
E che dire della scrittura? Favolosa.
Ho letto solo un romanzo di quest'autrice in precedenza, ma dovrò assolutamente recuperarne altri perchè la prosa di Paola Calvetti è semplicemente ineccepibile, le sue descrizioni perfette e i dialoghi ben costruiti. Avrei voluto qualche pagina in più, perchè le 115 pagine nette di romanzo non mi sono affatto bastate.
Non mancano i riferimenti alla musica, sia come descrizione di brani e strumenti sia come emozioni suscitate in entrambi i protagonisti dallo scaturire delle note dai loro archi: dovete assolutamente ascoltare il Doppio concerto in la minore per violino, violoncello e orchestra, op.102 di Johannes Brahms, citato nel romanzo e davvero meraviglioso.
Consigliatissimo!
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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