La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Una specie di felicità" di Francesco Carofiglio, edito da Piemme (rilegato a 17,50€):
La vita di Giulio d 'Aprile cambia in una bella giornata di fine ottobre, mentre percorre il viale alberato che lo condurrà all'Istituto dove lavora come psicoterapeuta. Varcata la soglia di quel luogo, in cui il tempo sembra essersi fermato, Giulio incontra l'uomo che molti anni prima era stato il suo maestro. La persona geniale, brillante, autorevole ha lasciato però il posto a un vecchio stanco. La memoria vacilla e gli occhi sembrano perdersi altrove. Da quel giorno il Professore sarà un suo paziente. Da quella mattina di ottobre avrà inizio un duello. I due uomini dovranno fare i conti con una verità dolorosa che entrambi nascondono, in un progressivo e incalzante ribaltamento dei ruoli. La vita di Giulio entra ed esce da quella stanza, il matrimonio fallito, la perdita del padre, il senso di inadeguatezza nei confronti dei figli, il mondo perfetto di un passato confezionato in un'esistenza senza slanci. Fino a quando appare qualcuno e qualcosa accade. E inverte bruscamente la rotta, tra il buio e la luce. Come una crepa nel muro. Come una specie di felicità.
“Una specie di felicità” è un romanzo intenso, al punto che ho dovuto rifletterci qualche giorno dopo averne terminata la lettura.
Se da un lato nella storia di Giulio non vi sono grandi colpi di scena o sconvolgenti rivelazioni, c’è qualcosa di molto più forte del sensazionalismo: la verità.
Quella di Giulio, infatti, è la storia di molti uomini là fuori: un matrimonio finito alle spalle, due figli in crescita, una carriera giunta a quello che probabilmente sarà il suo apice, e… Nient’altro.
Nulla lo stimola davvero, e ciò che occasionalmente lo stimola in fondo lo spaventa, facendogli cambiare strada prima di poter vivere davvero quell’emozione nel profondo.
Saranno tre eventi in rapida successione a dargli una vigorosa scrollata: l’incontro con quello che anni addietro era stato un suo professore universitario, che ora gli viene affidato come paziente; la passione improvvisa e dirompente tra lui e Chiara, più giovane e decisamente più misteriosa; un segreto difficile da gestire che riguarda la figlia Roberta che viene allo scoperto.
Giulio si troverà costretto a rimettere in discussione tutto, a cominciare da se stesso: le sue paure, i suoi sogni, il suo rapporto quasi inesistente con i figli.
“Una specie di felicità” è un romanzo di formazione, quella di Giulio, che trova un nuovo amico, un nuovo desiderio e riesce a fare un passo verso l’uomo che, in fondo, ha sempre avuto paura di essere.
Mi è piaciuto moltissimo, e Francesco Carofiglio si conferma una penna straordinaria, perché riesce a portare una ragazza di 28 anni nella mente di un uomo di 41 e a farla sentire partecipe di ogni suo dubbio, ogni sua paura, ogni suo turbamento.
In un momento in cui la moda prevede “ragazzi tormentati dal passato oscuro” che sostanzialmente danno di matto ogni tre paragrafi, il personaggio di Giulio arriva in silenzio e in punta di piedi ma nel giro di poche pagine spazza via tutto il resto, lasciando quella realtà che non ha bisogno di melodramma per esprimere sofferenza e che non necessita di gridare per farsi sentire.
Grazie a Piemme per l'ARC cartacea del romanzo <3 |
Si è sposato perché era la cosa giusta, ha seguito tutte le regole del gioco e quando si è trovato con in mano solo un sacco di dubbi e un problema di insonnia ha capito che in realtà non ha mai nemmeno lanciato i dadi.
Li lancia con il Professore (in parte), li lancia con Chiara nel concedersi per la prima volta di lasciarsi andare completamente, e li lancia anche con i suoi figli quando realizza di avere solo una vita a disposizione per essere la persona che vorrebbe essere, e che la sta perdendo.
Non posso dirvi come finisce il romanzo, ma posso dirvi che l’ultima scena è semplicemente meravigliosa e che non avrei potuto desiderare una chiusura migliore.
Una splendida lettura, matura (se vivete di YA e NA non fa per voi, assolutamente) e profonda, che non posso fare a meno di consigliare.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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