Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Oggi in via del tutto eccezionale c'è una terza chiacchiera librosa, ed è l'intervista che ho avuto modo di fare a Kristin Hannah a Verona il 12 Maggio:
Kristin Hannah è un'autrice americana di grande successo, che nel 2015 ha stregato il mondo con un romanzo a dir poco meraviglioso: "L'usignolo", edito in Italia da Mondadori.
Ve ne avevo proposto la recensione qui, ma ovviamente ecco copertina e trama del romanzo:
Nel tranquillo paesino di Carriveau, Vianne Mauriac saluta il marito Antoine che si sta dirigendo al fronte. Non credeva che i nazisti avrebbero attaccato la Francia, ma di punto in bianco si ritrova circondata da soldati tedeschi, carri armati, aerei che scaricano bombe su innocenti. Ora che il Paese è stato invaso, Vianne è obbligata a ospitare il nemico in casa sua: da quel momento ogni suo movimento è tenuto d'occhio, lei e sua figlia sono in costante pericolo. Senza più cibo né denaro, in una situazione di crescente paura, si troverà costretta a prendere, una dopo l'altra, decisioni difficilissime. Isabelle, la sorella di Vianne, è una diciottenne ribelle in cerca di un obiettivo su cui lanciarsi con tutta l'incoscienza della giovinezza. Mentre lascia Parigi insieme a migliaia di persone, incontra il misterioso Gaëtan, un partigiano convinto che i francesi possano e debbano combattere i nazisti. Rapita dalle idee e dal fascino del ragazzo, Isabelle si unirà alla Resistenza senza mai guardarsi indietro, non considerando i rischi gravissimi a cui andrà incontro. "L'usignolo" racconta di due sorelle distanti per età, esperienze e ideali, ognuna alle prese con la propria battaglia per la sopravvivenza ma entrambe alla ricerca fiduciosa dell'amore e della libertà.
A Verona, nella bellissima cornice dell'Hotel Due Torri in piazza Sant'Anastasia, ho potuto chiacchierare con Kristin Hannah e parlare di "L'usignolo", delle donne e del loro ruolo nella Storia, e di molto di più.
Ringrazio moltissimo Mondadori, che mi ha permesso di raggiungere una città splendida e intervistare l'autrice di uno dei romanzi più belli che io abbia letto tra l'inverno scorso e quest'anno, e spero che la nostra chiacchierata vi piacerà.
1) Sono passati mesi dall'uscita di "L'usignolo", che ha incantato il mondo intero.
Ora puoi dirlo: ti saresti mai aspettata un simile successo per il tuo romanzo?
Scrivo da molto tempo, e "L'usignolo" è il mio ventiduesimo romanzo.
Alcuni libri sono stati un successo, altri meno, anche se ovviamente la speranza è sempre quella che siano tutti apprezzati dal pubblico e dalla critica.
Posso dire, però, che sentivo dentro di me che "L'usignolo" era qualcosa di speciale.
Mi ha resa felice vedere fino a che punto sia stato apprezzato, non solo in America ma anche in Europa. In un certo senso ha confermato la mia sensazione.
E' un romanzo che può piacere a lettori molto diversi: a chi cercasse una storia famigliare avvincente, a chi volesse invece un romanzo dal sapore storico, e soprattutto a chi fosse in cerca di forti protagoniste femminili.
L'ultima che hai detto è sicuramente uno dei motivi che stanno alla base del successo del mio romanzo, soprattutto pensando al fatto che non ci sono così tanti romanzi che raccontino la Seconda Guerra Mondiale dal punto di vista delle donne.
Le storie di queste donne meritano di essere raccontate.
2) Le guerre costituiscono una delle massime spinte al cambiamento sociale: lo abbiamo visto con la Prima Guerra Mondiale e poi con la Seconda. Le donne sono state letteralmente costrette a lasciare il focolare domestico e uscire nel mondo, prendendo il posto degli uomini partiti per il fronte. Posto che poi non erano così entusiaste di lasciare una volta tornata la pace.
E quello che è peggio è che non sempre le loro vite, in un momento di così grande cambiamento, sono documentate. Un sacco di queste storie di coraggio e di forza femminile sono andate perse.
Anche per quanto riguarda la lotta partigiana, è un fenomeno che ha coinvolto moltissime donne, visto che gli uomini erano al fronte.
Esatto! Le donne combattevano comunque una guerra tutta loro, per continuare a mantenere i loro figli vivi, in salute e al riparo. La guerra di Vianne, nel mio romanzo, è proprio questa.
3) Pensando al lavoro di ricerca che sicuramente avrai dovuto fare, sia per tutte queste storie di donne da rintracciare sia per poter descrivere con così grande accuratezza ogni ambiente all'interno del tuo romanzo, e pensando al fatto che parliamo di un capolavoro di quasi 500 pagine, vorrei chiederti quanto tempo è passato dalla prima idea alla prima bozza.
Considerando tutto, direi circa due anni e mezzo.
Un anno solo per la ricerca, e poi la scrittura in senso stretto.
Perchè ovviamente trattandosi di un romanzo a sfondo storico la ricerca è stata fondamentale.
Non solo, da americana ero terrorizzata all'idea di affrontare la storia europea, di trovarmi a gestire tutto un bagaglio di informazioni che non padroneggiavo assolutamente.
Ma la fase di ricerca è stata così entusiasmante, perchè la vostra storia è affascinante.
4) Domanda a bruciapelo: perchè proprio la Seconda Guerra Mondiale?
Mi spiego meglio: da un lato è un periodo ancora relativamente recente, ma dall'altro è anche una fase della nostra storia della quale è stato scritto e sceneggiato moltissimo.
E' stato un problema per te da questo punto di vista?
Ti sei mai detta "mi serve una storia davvero speciale, o si perderà nel mucchio?"
Hai centrato il problema che ho avuto nello scegliere questo periodo.
Si ha la sensazione di aver già letto tutto, e sapevo di non voler affrontare questo periodo a meno di non avere qualcosa di importante o speciale da dire al riguardo.
Di fatto, quando ho iniziato a fare ricerche sulle donne che hanno aiutato la resistenza e su quelle che hanno nascosto nelle loro case i bambini ebrei salvandoli dalla deportazione, ho realizzato che queste storie non erano state raccontate e meritavano di esserlo. Ero sicura che altri lettori le avrebbero trovate affascinanti, e la sfida è stata quella di scrivere un romanzo che rispondesse al bisogno di raccontare la Storia dal punto di vista delle donne, soprattutto di quelle che rischiavano di venire dimenticate.
5) Seconda domanda a bruciapelo, sperando di non metterti in difficoltà: cambieresti qualcosa del tuo romanzo, adesso?
Qualcosa c'è. Direi come e perchè la donna che ritroviamo alla fine del romanzo (ho omesso il nome per evitare spoiler, ndr) si trova in Oregon. Me lo chiedono sempre, e a posteriori ti dico che aggiungerei quella spiegazione.
Quando ho iniziato a scrivere il romanzo sapevo come volevo farlo finire, e sapevo che quella doveva essere la mia ultima scena: non sapevo chi sarebbe stata la donna a parlare, però.
E' la stessa donna anziana che parla all'inizio del volume, e della quale non viene svelata da subito l'identità: potrebbe essere una delle sorelle, ma non solo.
Non avevo ancora deciso chi sarebbe stata, perchè non sapevo ancora quale delle protagoniste avesse bisogno di essere in quella scena.
Devo dirti, però, che dalla prima bozza sono state tagliate circa 150 pagine prima di arrivare al libro definitivo: sono sparite scene che duravano pagine intere, e che alla lunga avrebbero annoiato il lettore, e talvolta sono stati eliminati personaggi che avevo introdotto ma che non erano indispensabili nell'economia del romanzo.
Ho cercato di raccontare questa storia nel minor numero di pagine possibili, perchè non volevo che il mio libro fosse di quelli che sfogli annoiato cercando di capire dove succeda di nuovo qualcosa di interessante: volevo che fosse tutto interessante.
6) Nel contesto di una Francia invasa dal nemico, le due sorelle protagoniste del tuo romanzo sembrano allontanarsi sempre più l'una dall'altra: Isabelle è impetuosa, e se potesse attaccherebbe l'esercito tedesco a testa bassa, mentre Vianne è più riflessiva e ha ovviamente il desiderio di proteggere la sua bambina a regolare ogni sua mossa.
Entrambe rappresentano il modo in cui parte della popolazione ha reagito all'invasione: chi unendosi ai partigiani, chi lottando in altri modi all'interno della propria quotidianità.
In quale delle due sorelle (e dei loro modi di combattere) ti rispecchi maggiormente?
In quale c'è più di te?
Sicuramente Vianne, perchè è una moglie e una madre come me, e ciò che rende più difficile per lei combattere è ovviamente l'esigenza di tenere al sicuro la sua bambina.
Per Isabelle è più facile essere apertamente coraggiosa, perchè deve pensare solo a se stessa.
Ha un fidanzato, ma in fondo è proprio lui a spingerla in quella direzione.
7) Non posso non chiederti del film. Hai un cast ideale, che ti piacerebbe vedere protagonista della tua storia?
Ci penso continuamente! Il "problema" è che ci sono davvero moltissimi attori che vedrei benissimo a interpretare i miei personaggi, quindi sceglierne una e dire "ecco, lei è Vianne!" è qualcosa che non riesco a fare. Mi piacerebbe che fossero attori ed attrici europee, però.
La mia speranza, adesso, è soprattutto quella che il film venga effettivamente girato, perchè credo che troppi ragazzi e ragazze non conoscano queste storie, sul coraggio delle donne durante la Seconda Guerra Mondiale.
8) Sei già al lavoro sul tuo prossimo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Posso dirti che è ambientato in America negli anni Settanta, alla fine della guerra in Vietnam.
E anche stavolta le donne e l'evoluzione del loro ruolo nella società sono al centro del mio lavoro.
E' un argomento che ti sta molto a cuore.
Assolutamente, e anzi, credo che sia importante mettere le donne sotto i riflettori.
Bisogna parlare molto di più del nostro ruolo e di come sia la vita per noi.
9) Se non fossi diventata una scrittrice?
Avevi il piano B?
Ero un avvocato, prima di iniziare a scrivere.
Quindi scrivere era il tuo piano B.
In effetti sì. Ma se non fossi diventata scrittrice...
Forse avrei voluto diventare una psicoterapeuta, per aiutare le persone a risolvere i loro problemi.
Ascolterei storie, invece di scriverle.
Potrebbe essere il mio piano C!
10) Dietro a un grande scrittore c'è quasi sempre un forte lettore.
Hai un genere e/o un romanzo preferito?
Un libro che consiglio sempre è "L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafòn, perchè lo amo profondamente.
Recentemente ho letto "A Litte Life" (di Hanya Yanagihara, ndr) e l'ho adorato anche se non è un libro "facile" da leggere.
Continuano a piacermi molto i thriller e i gialli, ma non dico di no a una storia d'amore di tanto in tanto, e ovviamente leggo molti romanzi storici.
Devo dire che, pensandoci, l'unico genere del quale forse leggo davvero poco è la fantascienza.
Amo il fantasy, ma la fantascienza un po' meno.
Ho letto molto di questo genere negli anni Settanta, però.
11) Sei pronta a girare un video con noi?
Certo! Non vedo l'ora!
Ebbene sì, c'è un video.
Un Q&A veloce, botta e risposta, girato insieme a Ilaria Rodella e che potete vedere qui, sul suo canale YouTube.
Che io ringrazio tantissimo perchè ho il terrore di macchine fotografiche e videocamere, e non credevo che ci sarebbe mai stato online un video con la sottoscritta.
Tutto può succedere!
Spero che l'intervista vi sia piaciuta, e che vi divertirete con il nostro Q&A.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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Commenti sul post
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Bellissimo libro e bellissima intervista *.*
RispondiEliminaIl libro lo devo ancora leggere, ma lo farò presto!!! Intervista molto interessante così come il video <3 siete state bravissime
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