martedì 26 luglio 2016

"La nuova fabbrica dei sogni" di Aldo Grasso e Cecilia Penati

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "La nuova fabbrica dei sogni" di Aldo Grasso e Cecilia Penati, edito ilSaggiatore (cartaceo a 20€):
Da quindici anni Aldo Grasso ci ricorda una verità semplice eppure rivoluzionaria: le serie televisive americane sono i prodotti artistici che più hanno plasmato l’immaginario collettivo contemporaneo, grazie non solo alle nuove tecnologie di diffusione digitale, ma anche e soprattutto a una raffinatezza tecnica e stilistica sempre più nitida.
Che mostrino gli abissi morali in cui può sprofondare un frustrato professore malato di cancro o la dolorosa impossibilità di un pubblicitario newyorkese di sfuggire alle menzogne patinate che confeziona ogni giorno; che raccontino le turbolente vicende sentimentali di una giovane dottoressa alle prime armi, o l’epopea, defl agrata in infinite dimensioni parallele, dei sopravissuti a un disastro aereo, le serie tv hanno saputo dare forma ai desideri e agli incubi che popolano il reale. E ci hanno reso dipendenti.
In "La nuova fabbrica dei sogni", Aldo Grasso e Cecilia Penati accolgono la sfida a cartografare la galassia delle serie televisive – dai Soprano a The Wire, da House of Cards a The Walking Dead, dal Trono di spade a Breaking Bad – passando per i personaggi più iconici, i colpi di scena più plateali, e soprattutto per i nuovi demiurghi dell’immaginario, gli showrunner, che accentrano ogni aspetto della produzione artistica: autori blockbuster come Shonda Rhimes e J.J. Abrams e artisti autenticamente radicali come David Simon e David Chase. Per affermare il loro nuovo ruolo sono saliti sulle spalle di giganti come Alfred Hitchcock, Rod Serling e David Lynch, che con serie come Alfred Hitchcock presenta, Ai confini della realtà e Twin Peaks hanno saputo creare straordinari universi finzionali, riversando la loro forte autorialità in un dispositivo di produzione schiettamente pop.
"La nuova fabbrica dei sogni" – quella che, grazie a Don Draper e Tyrion Lannister, Dale Cooper e Rusty Cole, ha ormai soppiantato Hollywood – non è solo una guida imprescindibile per chiunque voglia affacciarsi al mondo delle serie tv, ma una ricognizione profonda e attenta, in cui anche gli appassionati di lungo corso scopriranno nuova linfa per le loro «ossessioni seriali».

Aldo Grasso è probabilmente il maggior esperto italiano di televisione, di cui si occupa dal 1990 sulle pagine del “Corriere della Sera”, oltre ad aver dedicato all’argomento gran parte della sua vasta produzione saggistica.
Questo libro, scritto insieme a Cecilia Penati, docente di “Linguaggi della radio e della televisione” e di “Teorie e tecniche della divulgazione artistica” in due università milanesi, si propone come il vademecum ideale per tutti gli appassionati che da anni seguono fedelmente, stagione dopo stagione, le serie tv americane.

Grasso esordisce con una teoria: il nuovo genere televisivo della serialità si propone come versione contemporanea dei vecchi romanzi a puntate, quelli pubblicati a partire dall’Ottocento sui giornali e, in seguito, sulle riviste illustrate, fino a proporsi come possibile erede del romanzo classico di cui molti critici hanno decretato a tempo la “morte”.
Tra l’altro, la diffusione di mezzi di fruizione delle serie diversi dalla programmazione televisiva tradizionale, come la possibilità di acquistare un’intera stagione in un colpo solo, e magari di guardarla nell’arco di pochi giorni anziché aspettare una nuova puntata ogni settimana, come capitava in passato, ha spinto anche gli sceneggiatori a modificare profondamente il modo di scrivere le loro storie: in passato, ogni puntata era autoconclusiva, persino intercambiabile con le altre, mentre oggi una serie va guardata seguendo la sua cronologia.

«La fiction è una delle poche riserve televisive dove è possibile incontrare la “scrittura”, quella lunga e spesso complicata operazione di sceneggiatura, recitazione, regia, montaggio che permette di dare a una massa informe di idee e di azioni un profilo, una fisionomia romanzesca.» 

Partendo da questa premessa, nel libro trovate tutto, ma proprio tutto quello che vi può interessare sulle serie televisive.
Si comincia con una breve storia della loro nascita, che parte dai primi esperimenti agli albori della televisione e racconta le trasformazioni avvenute dagli anni Sessanta in poi, con l’arrivo in Italia di quei “telefilm” che sono rimasti impressi nella memoria di generazioni di telespettatori. Vengono poi presentate le biografie dei maggiori showrunner americani, che sono i “papà” delle serie: ideatori, produttori e coordinatori del lavoro degli sceneggiatori, ai quali affidano il compito di trovare la forma migliore per le loro idee.
Infine, ecco la parte più ghiotta: l’analisi dettagliata di tutte le più importanti serie televisive andate in onda a partire dalla fine degli anni Novanta, classificate in parte per la particolarità dei personaggi e in parte per i temi che affrontano. Al termine di ogni capitolo c’è una scheda tecnica che riassume tutti i dati fondamentali di una serie: anni di programmazione, autori, sceneggiatori, personaggi e attori che li interpretano.
Anche il fan più incallito di una serie troverà quindi in questo libro qualche notizia interessante, come retroscena e curiosità di cui non era a conoscenza, e potrà magari ritrovarsi a guardarla con occhi diversi.

Qualche esempio?
Da pagina 142 a 195 si parla di protagonisti, e vi aspettano paragrafi dedicati a Don Draper da "Mad Men", Dexter Morgan da "Dexter", Meredith Grey da "Grey’s Anatomy", Walter White da "Breaking Bad", Carrie Mathison da "Homeland", Tyrion Lannister da "Il trono di spade", Hannah Horvath da "Girls".
Ma gli autori dedicano pagine ricche di spunti di discussione e di riflessione su sceneggiatori, produttori, creatori, e soprattutto sull'importanza dei temi che molte delle serie tv più famose degli ultimi anni hanno deciso di affrontare, dall'analisi spietata sul fascino del potere che troviamo in "House of Cards" a quella che è una vera panoramica sulle distinzioni di classe nella società di inizio Novecento in "Downton Abbey".

Un volume interessantissimo, oltre che scorrevole e ben scritto: immancabile nella biblioteca di tutti i maratoneti di serie tv ;)

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

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