Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "La detective miope" di Rosa Ribas, edito da Mondadori (rilegato a 17,50€):
Irene Ricart è una detective privata di Barcellona. È appena uscita da un ospedale psichiatrico dove è rimasta internata per diversi mesi dopo che il marito – un poliziotto – e la figlia di dieci anni sono stati assassinati. Ora che ha perso tutto, Irene ha un unico obiettivo: trovare la persona che ha sterminato la sua famiglia.
Basandosi sulla teoria dei sei gradi di separazione, si convince che può riuscire a scovare il killer dal momento che, se già normalmente tutte le persone sono collegate tra di loro, potrebbero esserlo anche i casi criminali. Fortunatamente Miguel Marín le offre di lavorare per la sua agenzia e Irene comincia a risolvere i primi casi che la mettono in contatto con personaggi abbastanza improbabili e originali – un venditore di hamburger convinto di essere l'erede al trono delle Hawaii, una rumena specializzata nell'estrarre il veleno dai ragni, un'attrice porno che soffre di alopecia...
Ma Irene ora ha fretta, perché man mano che procede nelle sue investigazioni la sua incalzante miopia aumenta proporzionalmente...
Un giallo singolare, che non arriva alle 200 pagine e che si distingue dai thriller di tendenza.
Rosa Ribas propone qualcosa di diverso, dal sapore insolito, che mi ha conquistata a poco a poco.
Stavolta ci ho dovuto pensare su, prima di recensire questo romanzo.
Tra me e Irene Ricart, infatti, non è stato amore a prima vista, anzi.
Ho iniziato il romanzo e l'ho abbandonato, per poi riprenderlo in mano in un momento diverso, e allora l'ho capita.
Quello di Irene è infatti un personaggio complesso e non facile da afferrare al volo: ha perso il marito e il figlio, ma non riesce a trasmettere da subito al lettore il suo dolore e il suo senso di perdita.
Sembra fredda, scostante: molto concentrata sulla sua missione vendicativa (trovare i responsabili della morte del suo Victor e della sua piccola Alicia), questo sì, ma poco altro.
Invece è proprio nella sua determinazione che va trovato il suo bisogno di una chiusura, di sapere "perchè".
Perchè suo marito si è trovato steso accanto alla sua auto trivellato di colpi?
Perchè la sua bambina è morta una settimana dopo in ospedale a causa di due proiettili impossibili da rimuovere dal suo corpicino?
Domande angoscianti, alle quali sente di dover assolutamente rispondere, non importa a che prezzo.
Per questo si fa assumere in un'agenzia investigativa, per indagare e aver modo di scoprire la verità.
Un punto a favore di Rosa Ribas è che catapulta il lettore da subito nel piano di Irene: non ci sono lunghi prologhi, non si arriva all'indagine dopo un prologo di 50 pagine.
Troviamo Irene sul punto di iniziare e lavorare come detective, e quando ha già iniziato a formulare il suo piano, e questo ci coinvolge senza che serva del tempo per entrare nel vivo dell'azione.
La sua prosa è ottima, e i dialoghi funzionano davvero, anche quando sfiorano il paradossale.
Soprattutto nel momento in cui la vita di Irene si popola di personaggi pittoreschi e peculiari, le cui vite si intrecciano alla sua indagine e dei quali non è tanto facile dimenticarsi.
Una volta entrata nello spirito del libro l'ho finito in una sera, apprezzando lo sviluppo della vicenda e tutto ciò che l'autrice mi ha permesso di scoprire di Irene, dei suoi colleghi, della vita del marito che a romanzo iniziato è già morto, e che quindi possiamo solo scoprire attraverso rivelazioni postume.
Lo consiglio a chi non dice mai di no a un giallo, ma soprattutto a chi come me ama spaziare e scoprire letture particolari e con quel qualcosa in più.
Perfetto da godersi sotto l'ombrellone ;)
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
venerdì 22 luglio 2016
"La detective miope" di Rosa Ribas
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