Oggi parliamo di un romanzo speciale, "Guida al giro del mondo" di Nanni Delbecchi, edito Bompiani (brossurato a 13€) in uscita il 24 Novembre:
Chi non ha sognato di fare il giro del mondo una volta nella vita?
Questa è la storia di due amici che decidono di farlo per davvero, a bordo di una Renault 4 immatricolata nell’89.
Da Ventimiglia a Zanzibar passando per Lisbona, Buenos Aires, Tokyo, Saigon, il succedersi delle tappe diventa un racconto picaresco fatto di luoghi noti e sconosciuti, incontri, scoperte e contrattempi...
Ogni giro del mondo è unico e irripetibile, proprio come il viaggio che ognuno fa attorno alla propria vita, e lì non c’è guida che tenga. Romanzo, reportage, novella di viaggio, autofiction, parodia: "Guida al giro del mondo" è anche un girovagare attorno alle giurisdizioni della scrittura in una sequenza dipanata dal caso, dove ogni tanto s’intravede un filo conduttore.
Ma forse è solo un’impressione.
Un romanzo che mi ha conquistata subito, oltre a mettermi una gran voglia di fare la valigia e partire senza fare troppi programmi.
Grazie a Nanni Delbecchi e alla sua "Guida al giro del mondo" ho potuto rivedere città che ho avuto modo di visitare personalmente e sognare a occhi aperti di vederne altre, e quindi perchè non portarvi con me proprio in uno dei luoghi che ancora devo scoprire?
Che il nostro giro del mondo abbia inizio!
Cinque luoghi da scoprire, cinque blog pronti a raccontarveli, e io ho l'onore di iniziare, portandovi ad Al Hoceima!
È un porto e una cittadina marocchina nel Mediterraneo, ed è una delle principali città della regione marocchina del Rif, capoluogo dell'omonima provincia, nella regione di Tangeri-Tetouan-Al Hoceima.
Ma cosa ci sarà mai di così bello da vedere ad Al-Hoceima, direte voi.
Ecco cosa:
Sarà che a Milano è buio, fa freddo e piove, ma la vista di questo mare turchese e di quella spiaggia bianca mi hanno fatto venire voglia di correre a prenotare un biglietto, perchè come restare indifferenti?
Dico davvero, come si fa a non voler partire subito?
Io non sapevo molto di Al-Hoceima, e anzi, ammetto di conoscerne il nome solo per via dei terremoti che hanno scosso la città nel 1994 e nel 2004, ma la sua storia è una storia di lotta contro il colonialismo francese e spagnolo, segnata da numerose sconfitte.
Oggi è una meta turistica apprezzata per le sue spiagge e il suo mare, e a me piacerebbe davvero visitarla, un giorno!
Riporto per voi un passaggio del romanzo in cui l'autore racconta di Al-Hoceima e della loro esperienza in un suk, dove resistere alla tentazione di trattare con i mercanti locali è impossibile:
La cittadina di Al Hoceima si profila abbarbicata su uno sperone di roccia, a guardia di una piccola baia, proprio mentre il disco rosso del sole tramonta, e dal mare vediamo sorgere un’enorme luna piena, come se si stessero dando il cambio della guardia. È il primo centro abitato in 120 chilometri di Rue Nationale, ce ne vorrebbero altri cento per raggiungere il prossimo, dunque sosta obbligata. L’Africa ha questi tempi lenti ma anche questi ritmi perfetti, la nenia da cui germoglia il rullo di tamburo.
Il quarto giorno su sei mesi di viaggio bisognerebbe evitare di fare acquisti, ma resistere al suk di Al Hoceima è impossibile, troppe botteghe, troppa merce a buon mercato, troppi venditori pronti a tutto pur di risucchiare i clienti nei loro bugigattoli. Perfino Pietro vacilla, tratta un panciuto portacenere in terracotta formato gigante. Io non ricordavo che lo zaino catarifrangente fosse anche così pesante, metto gli occhi su una borsa di cuoio perfetta per alleggerirlo e mi imbarco in un’estenuante trattativa che si conclude a un terzo del prezzo iniziale. Lo so, lo so: gli arabi non vogliono vendere, vogliono trattare.
Quando riemergo dal bazar gongolante per la borsa e soprattutto per la brillante trattativa, Pietro mi aspetta da un pezzo alle prese con un tè alla menta; anche ad Al Hoceima c’è un café a ogni passo, tutti affollatissimi. Vi si servono solo bevande, il servizio al banco non esiste, e pure noi ci stiamo appassionando alla semplice arte di stare al café: aspettare che il tè si raffreddi, fumare, tacere, guardare chi passa, tenere accesa la televisione senza degnarla di uno sguardo – i marocchini fanno finta di vederla come noi italiani facciamo finta di non vederla.
Spero di avervi incuriositi, e che vi sia venuta voglia di leggere questo romanzo in uscita proprio questa settimana. E non è tutto!
Abbiamo avuto l'opportunità di porre a Nanni Delbecchi (che ringrazio moltissimo per la disponbilità), autore di questo bellissimo libro che vi invito di cuore a scoprire, una domanda a testa e di proporvi una sorta di "intervista a tappe: ecco la mia!
Mi ha incuriosita molto la componente fotografica del romanzo: era previsto fin dall'inizio che facesse parte del libro? come e da chi sono state scelte le foto? C'è qualche scatto speciale che è rimasto fuori, e che vorresti raccontare ai lettori?
Questa alternanza di testo e immagini, tutte scattate durante il vero viaggio, è un omaggio a W.G. Sebald, a mio avviso uno dei più grandi scrittori contemporanei. Anch'essa vuole confermare la mescolanza tra cose vissute e immaginate; le fotografie sono indizi che abbiamo vissuto, ma mai prove certe. Le ho scelte io e naturalmente qualche scatto speciale è rimasto fuori. Non bisogna mai dire tutto.
Vi aspettiamo domani su Jess in Wonderland per scoprire L'Avana e per una seconda domanda a Nanni Delbecchi: non mancate!
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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