venerdì 18 settembre 2015

"I due hotel Francfort" di David Leavitt

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "I due hotel Francfort" di David Leavitt, edito da Mondadori (brossurato a 22€):
Julia e Pete Winters sono americani molto per bene e a Parigi hanno cercato una fuga dalla loro ordinaria vita matrimoniale, Edward e Iris Freleng sono eleganti, ricchi con noncuranza, due bohémien che hanno girato la costa francese sperando fino all'ultimo di non doverla lasciare. Invece il giugno del 1940 li sorprende tutti e quattro bloccati nell'atmosfera precaria, al tempo stesso seducente e trasandata, del neutrale porto di Lisbona. Dai confini di molte nazioni ormai risuonano i colpi di mortaio, ma loro aspettano senza troppa ansia l'arrivo della nave SS Manhattan che li porterà in salvo a New York, non del tutto convinti di voler rimpatriare. Si conoscono al Café Suica ed è subito evidente una tensione tra loro: entrambe le coppie nascondono un segreto che senza essere esibito le lega insieme fin dal primo istante, entrambe le coppie sono tormentate dalle convenzioni sociali e sessuali dell'epoca. Come l'Europa fatica a tenere in vita gli ultimi equilibri e affonda inesorabilmente nella guerra, così anche la stabilità dei Winters e dei Freleng comincia a cedere...

Ringrazio Mondadori per la possibilità di leggere questo splendido romanzo, circa 250 pagine effettive che si divorano volendone ancora.

Siamo a Lisbona, in quella che è una piccola "bolla" di pace attorno alla quale già infuria la Seconda Guerra Mondiale, e un piccolo incidente fortuito ha come conseguenza l'incontro tra Edward e Iris, coppia di romanzie di discreto successo, e Pete e Julia, sposi americani che hanno vissuto per diverso tempo a Parigi.
Sono due coppie molto diverse, e forse l'unica cosa che i quattro hanno in comune è il loro essere dei senza-casa.
Costretti ad abbandonare le loro vite europee e a rientrare negli Stati Uniti, non hanno una vera casa in America verso la quale tornare, e questo senso di smarrimento e di spaesamento dovuto all'assenza della casa permea tutto il romanzo.

David Leavitt ci racconta tante cose, oltre a quella che è la "storia" in senso stretto.
Ci racconta di un'Europa che sta per sprofondare nel caos, di una religione che sta per condannare involontariamente milioni di persone a morte, e di un'elite culturale borghese che sembra incapace di afferrare tutto questo.
Edward ed Iris si rifugiano nella finzione gialla dei loro romanzi cercando di soffocare una profonda crisi coniugale, mentre Pete e Julia sono sprofondati in una routine che forse non è sufficiente per avere davvero stabilità.
Grazie a Mondadori delle copie digitale e cartacea del romanzo <3
Una storia che parla d'amore nelle sue più diverse accezioni, da quello disperato e consapevole di non essere corrisposto di Iris, a quello ribelle e fuori dagli schemi di Edward, a quello di Pete che vuole proteggere e a quello di Julia che... Che forse, in fondo non c'è.
Un ruolo centrale ha la relazione omosessuale che coinvolge due dei nostri quattro protagonisti, e senza volervi anticipare troppo posso però dire che è una storia molto singolare, passionale e distaccata allo stesso tempo (in fondo siamo nel 1940) e che ci regala alcune tra le scene più belle del romanzo.

Non voglio e non posso dire di più della trama senza rovinarvi la lettura, ma parliamo per un istante dello stile. Il romanzo di Leavitt è scritto BENE, perché nulla manca e, soprattutto, nulla è di troppo.
Le descrizioni ci permettono di vedere la stanza disordinata di Julia o il Café Suica come se fossimo seduti proprio lì, a mangiare uno di quei tortini che piacciono tanto a Pete, aspettando che la US Manhattan arrivi per riportarci a New York.
I dialoghi sono semplicemente perfetti, intrisi d'ironia e di messaggi celati tra le righe, nascosti in un sospiro, in un silenzio o in un sorriso appena accennato.
E David Leavitt, in fondo, la storia che ci vuole raccontare l'ha messa tutta nel titolo: i due hotel Francfort non sono solo due alberghi che portano casualmente lo stesso nome, no.
Rappresentano le due facce di ogni personaggio, quella che mostrano in pubblico e quella che decidono, al momento giusto, di svelare al lettore.
L'unico personaggio veramente puro e coerente con se stesso dall'inizio alla fine, sapete chi è?
L'irresistible cagnolina Daisy. E non lo dico per scherzare.

Questo romanzo mi ha tenuto compagnia di sera, di tarda sera, e di tardissima sera visto che proprio non riuscivo a metterlo giù. E poi mi ha fatto compagnia anche a colazione il mattino dopo.
Mi ha emozionata, un po' rattristata ma soprattutto mi ha coinvolta.
Ero con Leavitt da pagina 1, e ci sono rimasta fino alla fine.
Consigliato? Assolutamente sì.
4,5 stelline. Non potrei dargliene di meno.

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

1 commento :

  1. Anche questo mi ha incuriosita, poi gli dai pure quattro stelline e mezzo...
    Baci baci

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