Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Florence Gordon" di Brian Morton, edito da Sonzogno (brossurato a 17,50€) in uscita il 17 Settembre:
Florence Gordon ha settantacinque anni e vive a Manhattan. Femminista ebrea divorziata, scrittrice scorbutica, attivista testarda e orgogliosa, detesta la maggior parte delle cose che la gente trova piacevoli e ama mettere gli altri in difficoltà. Mentre è alle prese con la sua settima fatica, un libro di memorie, un articolo del «New York Times» la definisce “patrimonio nazionale”, catapultandola sotto le luci della ribalta e obbligandola a superare quel filo spinato che aveva eretto intorno a sé. La situazione precipita quando i suoi “cari” si trasferiscono da Seattle a New York: il figlio Daniel (che ha snobbato le orme letterarie dei genitori per diventare poliziotto), la nuora Janine (psicologa, pronta ad avere una relazione con il suo capo) e la nipote Emily (che sta cercando di capire cosa fare di una problematica storia d’amore). Tra i quattro, giorno dopo giorno, si intreccia una commedia irresistibile, all’insegna di una crudele sincerità ma anche di una sorprendente complicità emotiva. L’anziana signora, i cui corrosivi commenti sono una sorta di “versione di Barney” al femminile, non risparmia niente e nessuno. E forse proprio per questo i personaggi che la circondano (e i lettori di questo libro) finiranno per affezionarsi a lei e non poter più fare a meno della sua voce.
Una lettura davvero piacevole e stimolante, di cui sono molto contenta di potervi parlare oggi.
E partiamo subito con il dire che Florence è una delle anziane più antipatiche, maleducate ed egocentriche di sempre.
Se vi aspettate una protagonista simpatica ed irriverente, siete fuori strada.
Ed è proprio questo il punto di forza del romanzo, perché Florence è vera.
E' vero il suo egocentrismo, perché lei è il centro del suo mondo e in fondo lei, il dolore degli altri, mica lo sente.
E' vero il suo voler sempre mettere in crisi il suo interlocutore, in una costante sfida tra lei e la società, perché anche a settantacinque anni è ancora una militante.
Anche se i suoi libri restano un flop di vendite e quindi forse, alla società, della voce di Florence non è che importi chissà quanto.
E' una giornalista del New York Times a cambiare le carte in tavola, decidendo di recensire positivamente il suo ultimo libro (fino quel momento passato del tutto inosservato) sulla prima pagina del popolarissimo inserto letterario del quotidiano.
La definisce addirittura "patrimonio nazionale", e per Florence si apre una nuova parentesi di popolarità.
Tutto questo proprio nel momento in cui il figlio Daniel e la sua famiglia decidono di trasferirsi nella "sua" Manhattan, costringendola a una frequentazione decisamente più assidua del solito di tre persone che non potrebbero essere più diverse da lei.
Daniel ha abbandonato ogni velleità letteraria scegliendo invece di entrare prima nell'esercito e poi in polizia, scelta che nessuno dei genitori (entrambi esponenti di prestigio nel panorama culturale newyorkese) ha mai compreso davvero; Janine è una donna in preda a una fervente attrazione per un collega di lavoro e si rivolge a Florence come a un'icona, comportandosi come la peggiore delle groupie e irritandola da morire; Emily è la nipote che Florence non conosce, e che apparentemente non è abbastanza speciale da catturare l'attenzione della nonna.
Se non fosse che Florence ha bisogno di un'assistente per completare la stesura del suo memoir, e la scelta ricade proprio su Emily.
Il romanzo segue l'evolversi del loro rapporto, sempre a metà tra il distacco professionale e la curiosità familiare: Emily è infatti desiderosa di conoscere meglio questa nonna così particolare, e e che a modo suo le sta insegnando a combattere per se stessa per ritagliarsi un posto nel mondo. Florence è invece ogni giorno più stimolata dal rapporto con la nipote, che sembra essere una delle poche persone in grado di insegnarle qualcosa.
Non è uno di quei romanzi in cui "succedono" tanto cose, ma è un romanzo corale in cui Brian Morton porta davanti a noi un interessantissimo cast di personaggi, facendoceli conoscere, apprezzare (o anche no: Florence è antipatica, lo pensavo all'inizio e continuo a pensarlo anche ora) e rendendoci sicuramente curiosi di sapere come si evolverà la situazione.
Janine tradirà Daniel?
Emily riuscirà a lasciarsi alle spalle il rapporto malsano in cui si è andata a incastrare?
Florence, il suo memori, lo finirà mai?
Letto tutto d'un fiato, ridendo spesso e sorridendo quasi sempre, perché di Florence ho AMATO il sarcasmo. Anche se lo usa con cattiveria, non importa.
Il sarcasmo mi conquista sempre, e lei non ha fatto eccezione.
Plauso a Brian Morton per la prosa, ma soprattutto per i dialoghi accattivanti e ben ritmati, e per la costruzione di ogni scena come se fosse un set cinematografico.
Lasciatevi catturare da Florence e dalla "sua" New York, e scoprite questa piccola gemma portata in Italia da Sonzogno.
Un bacio a tutte, fanciulle ( fanciulli)!
A presto <3
mercoledì 16 settembre 2015
"Florence Gordon" di Brian Morton
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Attendevo questa recensione come una bambina attende di scartare i regali a Natale :D . Leggerò prestissimo questa meraviglia,perché mi piace tanto il ritratto della protagonista e il contesto :) . Recensione bellissima .Un abbraccione
RispondiEliminaDalla tua recensione penso che fra la protagonista e me potrebbe nascere un super grande amore!!! Non te lo dico neppure dove finisce questo romanzo <3
RispondiEliminaho amato questa recensione!
RispondiEliminaSappilo *-*
Aaawww grazie Svamps! Non vedo l'ora di scoprire come ne parlerai tu!
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