La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Dov'è finita Audrey?" di Sophie Kinsella (edito da Mondadori, in rilegato a €16):
Audrey ha 14 anni ed è da tempo che non esce più di casa.
Qualcosa di brutto è successo a scuola, un episodio di bullismo che l'ha profondamente segnata e ora lei è in terapia per rimettersi da gravi attacchi d'ansia e panico che non le permettono di avere contatti con il mondo esterno.
Per questo indossa perennemente dei grandi occhiali scuri, il suo modo di proteggersi e sfuggire al rapporto con gli altri.
Il fratello invece è un simpatico ragazzino ossessionato dai videogiochi che, con grande disperazione della madre nevrotica, non si stacca un attimo dal suo computer e dal suo amico Linus che condivide la sua stessa mania.
Ma quando Audrey incontra Linus nasce in lei qualcosa di diverso...
Deve poter trovare un modo per comunicargli le sue emozioni e le sue paure.
Sarà questa scintilla romantica ad aiutare non solo lei, ma la sua intera famiglia scombinata.
Un romanzo divertente, frizzante e a tratti molto, molto dolce: l'ho letto in due giorni, ridendo quasi tutto il tempo.
Questo perché sì, uno dei temi di fondo è il bullismo e le sue conseguenze sulla piccola Audrey (e qui non c'è NULLA da ridere), ma la sua famiglia è talmente esilarante da rubare del tutto la scena.
Dal fratello malato di computer che sogna una carriera da videogiocatore al padre che ancora fantastica sui suoi giorni da musicista rock (viene lasciato intendere che il suo abbandono della musica sia stato un grande dono per l'umanità...), dalla madre inquieta e ansiosa che si beve come verità assoluta ogni baggianata pubblicata sul "Daily World" al piccolo, adorabile fratellino di quattro anni che ho amato dal primo momento.
Un paperotto sempre allegro, che si entusiasma per tutto e che avrei potuto estrarre dalle pagine coccolare per un po'.
E poi c'è Audrey.
Audrey è una ragazzina come tante: normalmente carina, intelligente ma non troppo, simpatica.
A scuola, però, è stata vittima di bullismo da parte di un gruppo di compagne (da quello che deduciamo dal libro è stata presa in giro fino allo sfinimento) e ora, dopo un grave crollo nervoso, vive nascosta in casa.
Non esce mai, e non si toglie mai un paio di scurissimi occhiali da sole che le coprono mezzo viso.
Gli occhiali sono la sua barriera dagli sguardi della famiglia, ma se con loro funzionano e tutto sommato si tengono alla larga, con Linus sembrano totalmente inefficaci.
Linus, che visita casa loro per giocare con il fratello, è incuriosito da Audrey e riesce piano piano, a suon di bigliettini (consegnati dal piccoletto di casa con grande entusiasmo) e disegni spiritosi, a fare breccia nel muro eretto dalla ragazza attorno a sé.
L'amicizia con Linus e un buffo progetto cinematografico assegnatole dalla sua psicoterapeuta saranno determinanti per Audrey e, di riflesso, per l'intera famiglia.
Non voglio dire altro della trama, ma dovete assolutamente leggere questo romanzo.
Innanzitutto è scritto davvero bene: scorrevole, pulito, con dialoghi sempre lunghi il giusto.
Ho trovato splendido alternare i capitoli di narrazione alle trascrizioni dei filmini di Audrey, perché contribuiscono a creare l'immagine perfetta di ogni membro della famiglia.
Sophie Kinsella se la cava brillantemente con il suo primo libro per ragazzi, e sarò felice di leggere i prossimi se ce ne saranno.
Affronta temi di cui non si parla abbastanza, a cominciare ovviamente dal bullismo.
Mi è piaciuto il fatto che, in realtà, in tutto i libro non vengano mai descritti gli atti di bullismo in sé (ne viene solo data un'idea con riferimenti sparsi) ma ci si concentri sulle conseguenze.
Sul senso di paura, disagio e rifiuto di ogni contatto con il prossimo che il bullismo scatena.
E' un punto molto importante della questione, e che spesso si perde di vista mentre si perde tempo a cercare di quantificare la gravità dell'atto di bullismo in sé: da questo punto di vista, che sia successo una volta o dieci ormai non conta più.
La cosa che diventa importante è aiutare la vittima a superare il trauma, e su questa parte del discorso si legge molto, molto meno.
Quindi un aplauso a Sophie Insella per aver centrato quella che invece è la parte più critica della questione: il DOPO.
Altri argomenti trattati sono ovviamente quello del primo amore, affrontato con grande delicatezza, e quello della famiglia nelle sue mille sfaccettature.
Questa non è la storia di Audrey, ma della sua famiglia al completo, e ciò ha reso il romanzo davvero molto coinvolgente.
Era un libro che, lo ammetto, non volevo leggere.
In parte perché delusa dagli ultimi quattro romanzi della serie "I love shopping", e in parte perché l'argomento trattato è per me un po' critico, e non riesco a non prenderlo sul personale.
Però sono molto, molto contenta di averlo fatto.
L'ho trovato ben scritto, spassoso, molto dolce e pieno di spunti di riflessione.
E' sicuramente da mettere in valigia quest'estate!
Come sempre, ve ne propongo un estratto gratuito.Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Mi hai convinta al cento per cento! Trovo anch'io di importanza vitale parlare del dopo, perché quando ormai una cosa è accaduta non si può fare nulla se non lavorare sul superamento del trauma.
RispondiEliminaUn bacione
non vedo l'ora di leggerlo!!!! <3 così poi possiamo confrontarci!
RispondiEliminaCiao,
RispondiEliminaio l'ho letteralmente divorato in tre giorni e l'ho trovato un libro davvero carino, allegro, ironico e frizzante.
Ho letteralmente adorato Frank e Linus, ma sinceramente sin dalle prime pagine la madre cominciava a preoccuparmi e la conclusione è una sola: pazza psicopatica ahah.
Non so tu, ma io ho trovato meravigliosa la metafora (molto concreta in realtà) degli occhiali *-* E dire che io pensavo che i libri della Kinsella fossero scialbi e privi di alcun significato... Come mi sbagliavo! Libri della Kinsella da consigliare?
Se ti va di leggere cosa ne penso di questo libro ti lascio il link alla mia recensione: Raggywords: Recensione 'Dov'è finita Audrey' .
Scusa per l'eventuale spam indesiderato,
_Rainy_