Buongiorno fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Disaccordi imperfetti" di Jonathan Coe, uscito da pochissimo nella collana Narratori di Feltrinelli (10€):
I primi tre racconti di questa raccolta sono percorsi da una vena di ironica malinconia per le occasioni mancate e per il passaggio inesorabile del tempo. Un musicista di un piano bar sogna ciò che avrebbe potuto essere in Nona e Tredicesima, in V.O. un regista della giuria di un festival dell'horror e del fantasy tentenna tra due rapporti possibili per ripiombare nell'inconcludenza di una vita mediocre e in Ai ferri corti una coppia di pensionati vive nella solitudine rassegnata di una casa sul mare cui non sono riusciti a dare un nome, neppure dopo anni di lunghe discussioni. Gli altri tre racconti della raccolta sono storie compiute e, allo stesso tempo, come ci dice l'autore nella nota introduttiva, schizzi e frammenti per un'opera di più ampio respiro intitolata Unrest, che si propone di tracciare la storia di una famiglia borghese nella seconda metà del Ventesimo secolo. In Le Stupidaggini di Ivy, l'io narrante è il figlio più piccolo, che a dieci anni, mentre la famiglia allargata è riunita per Natale, vede il fantasma di un uomo assassinato dalla moglie che cerca di uccidere la nonna. In Pentatonico, assistiamo alla prima frattura di un matrimonio che rivela la fondamentale diversità nel sentire dei coniugi, durante il concerto della figlia. E in Rotary Park, la moglie scompare proprio alla vigilia di Natale nell'impossibilità di porre rimedio al senso di inquietudine che domina il matrimonio. Infine, Billy Wilder: diario di un'ossessione, il pezzo che chiude la raccolta, evoca letteralmente la vera ossessione dell’autore per un film amato di Billy Wilder, La vita di Sherlock Holmes, e in particolare per la colonna sonora.
Con Jonathan Coe ho passato tante ore piacevoli.
Da "La banda dei brocchi" a "Circolo chiuso", per poi arrivare a "I terribili segreti di Maxwell Sim" ed "Expo 58", nessuno dei suoi lavori mi ha mai delusa.
Ero curiosissima di leggere i suoi racconti, e di aggiungerli alla mia collezione.
Ebbene, è stato amore alla prima storia.
"Nona e Tredicesima" è qualcosa di straordinario, a cominciare dal modo unico e affascinante di Coe di descrivere il luogo in cui si trova a partire dalla combinazione di note sulla tastiera di un pianoforte.
E' un racconto ipotetico, tutto fondato su ciò che sarebbe potuto essere, ed inizia e si chiude con il narratore seduto al suo pianoforte.
In meno di nove facciate Coe ci racconta una vita intera, e ci trasmette la sensazione che ogni nostra più piccola e apparentemente insignificante azione conti molto più di quanto potremmo pensare.
"V.O. Versione Originale" è un'altra delle mie storie preferite, in cui troviamo un uomo di successo (ma non troppo) combattuto tra il suo desiderio e ciò che invece gli viene servito su un piatto d'argento, il tutto nell'assurdo contesto di un festival del cinema horror che vi strapperà una risata solo per i titoli dei film ideati da Coe.
"Ai ferri corti" è forse la storia più significativa dell'intero libro, e paradossalmente la più breve.
E' strano perché non succede assolutamente nulla, eppure è quella che mi ha catturata di più.
Troviamo una coppia sposata da molto tempo, che ancora condivide una casa e una vita, e che ancora discute del fatto di non essere mai riusciti a dare un nome alla loro residenza.
La moglie propone scherzosamente di chiamarla "Ai ferri corti" perché è come sono loro da quando lui è andato in pensione, ma ovviamente non lo fanno.
Ho trovato splendido il mostrare come il loro matrimonio funzioni dicendo che a loro piace il silenzio (perché dopo una vita intera insieme ormai si sono detti tutto e quindi non hanno bisogno di parole per godere della reciproca compagnia) e dicendo che a lei, quando si sente persa, basta sentire il suono del respiro di lui per sentirsi di nuovo bene.
Per ritrovarsi, ritrovando lui.
Un altro racconto che ho amato è "Rotary Park", in cui Coe affronta il tema della depressione di una madre vista attraverso gli occhi del figlio ancora ragazzino.
Non viene detto esplicitamente che la madre è depressa (probabilmente il figlio nemmeno ha idea di cosa sia la depressione) ma quello che ci vene mostrata è l'immagine di una donna che crolla sotto al peso del suo stesso perfezionismo.
I regali di Natale perfetti e incartati alla perfezione, le crostate che devono essere assolutamente perfette e vengono rifatte se appena irregolari o troppo secche: anche se di fatto la storia si snoda su poche giornate e abbiamo pochi indizi, siamo in grado di vedere come una vita intera spesa a ricercare la perfezione di fatto abbia oppresso sempre più questa donna, che quando non vede una via d'uscita scappa.
Sale in auto, e parte.
Non sappiamo dove vada, e non sappiamo se tornerà.
Tutto quello che abbiamo è il senso di smarrimento che si lascia dietro.
Non voglio parlare di ogni racconto, ma voglio parlare di quanto questa piccola raccolta meriti di finire nella vostra libreria.
Merita perché quella di Coe è una penna incredibile: mai una parola di troppo, mai un abbellimento inutile, e mai la necessità di cedere al sensazionalismo.
Quello che Coe sa fare è parlare di ognuno di noi, che nella vita abbiamo attraversato momenti in cui avremmo potuto agire in modo diverso, o avremmo potuto dire qualcosa di meglio di ciò che abbiamo scelto di dire.
Momenti in cui abbiamo osservato qualcuno a cui tenevamo soffocare sotto al peso delle proprie difficoltà senza che potessimo fare nulla, e magari anche momenti in cui abbiamo avuto la prova di cosa fosse l'amore quello vero, quello che dura.
Questa è la piccola magia che questi racconti riusciranno a operare se darete loro una chance: quella di mostrarvi qualcosa di voi stessi, che non avreste mai pensato potesse essere lì.
Dello stesso autore mi sento di consigliarvi anche "Expo 58", il suo ultimo romanzo uscito per Feltrinelli e perfettamente in tema visto che è l'anno dell'EXPO: un romanzo molto singolare, in cui troviamo una storia di spionaggio intrecciata alla meraviglia di un uomo timido e dalla vita mediocre che ha l'occasione di una vita di uscire dalla sua comfort zone, scoprendo l'amore e forse anche qualcosa di nuovo di sé. Anche di questo vi rimando a un estratto gratuito.
Un autore che adoro, di cui voglio riuscire a leggere tutto, e che consiglio tantissimo.
Come sempre, vi rimando a un estratto gratuito del libro, per sfogliare le prime pagine senza nemmeno uscire di casa.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli).
A presto <3
sabato 11 luglio 2015
"Disaccordi imperfetti" di Jonathan Coe
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Commenti sul post
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Di Coe ho letto, e apprezzato, La banda dei brocchi e Circolo chiuso. Mi piace il suo modo di scrivere quindi questa raccolta finisce in wishlist. Un bacio
RispondiEliminaAnche a me sono piaciuti un paio di libri precedenti di Coe, per cui ... aggiudicato.
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