Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Tra le infinite cose" di Julia Pierpont, edito Mondadori (brossurato a 19€):
Kay ha undici anni quando rientra a casa e il portiere del palazzo le consegna un pacco: «Per mamma» dice, prima che le porte dell'ascensore si chiudano. Ancora in corridoio, Kay si rigira la scatola tra le mani e fantastica che sia un regalo per il suo compleanno. Non c'è niente di male a dare una sbirciatina. Ma quando la apre, la scatola contiene solo carta, tanti fogli ammucchiati come biglietti della lotteria: "Cara Deborah, questa lettera riguarda Jack ... Ho cominciato ad andare a letto con tuo marito a giugno dell'anno scorso…", mail su mail, parole vergognose e seducenti. Kay chiude la scatola, entra in casa facendo finta di niente. Cosa c'entrano tutte quelle cose con la sua vita?
Un segreto bruciante per una ragazzina. Quando il fratello Simon, quindici anni, arriva a casa, Kay lo chiama in camera sua e gli consegna la scatola. Simon legge, un foglio dopo l'altro: grazie per ieri … quando hai premuto la mia mano sul tuo collo… legge fino a quando ne ha abbastanza. Schiaccia i fogli nella scatola, solleva il mento e grida: «Mamma!».
Crash! La vita della famiglia Shanley va in frantumi.
Con un incipit vertiginoso Julia Pierpont ci racconta quello che accade agli adulti – a Jack, un artista di grido, e a sua moglie Deb, che si è lasciata alle spalle una carriera di ballerina per dedicarsi ai figli e al matrimonio – quando scoprono di non conoscere affatto la persona che amano e capiscono che la loro vita non è per niente quella che avevano immaginato di vivere. E cosa accade ai ragazzi quando fronteggiano l'immensa libertà del mondo degli adulti che li esclude e li rende furiosi, e con quella libertà fanno i conti a modo loro, con le vite che nonostante tutto vanno avanti.
Ho deciso di dedicare la giornata a questo romanzo e a Julia Pierpont, e oggi vi propongo, oltre alla recensione, anche l'intervista all'autrice e il suo personalissimo WWW Wednesday.
Mi piace l'idea di farvi conoscere a fondo il mondo di Kay, Simon, Deb e Jack!
Julia Pierpont ha scritto un romanzo d’esordio che è il ritratto di una famiglia contemporanea come tante, colta nel suo momento più critico.
Da un lato vediamo Kay e Simon doversi confrontare con la scoperta dell'infedeltà paterna, dall'altro abbiamo un marito e una moglie che forse hanno dimenticato perchè sono sposati.
Senza raccontarvi troppo della trama, perchè vi rovinerei la lettura ed è un libro che vi consiglio davvero molto, voglio dirvi i tre motivi per i quali è stata una lettura coinvolgente ed emozionante.
Innanzitutto il bellissimo rapporto tra Kay e Simon, nel quale chiunque abbia fratelli e/o sorelle saprà ritrovare qualcosa di sè.
Molto legati, e ancora più legati dal momento in cui condividono la scoperta delle lettere rivelatrici in quella scatola consegnata a Kay con leggerezza, sebbene reagiscono in modo diverso alla cosa non smettono mai di esserci l'uno per l'altra.
Simon è un adolescente confuso e insicuro (e sì, ha dei momenti in cui allontana la sorellina con stizza perchè "troppo piccola"), Kay è una bambina che si sente smarrita in un mondo che non capisce più così bene come credeva, eppure insieme si sentono a casa e nonostante qualche bizza non smettono mai di volersi bene.
Segue poi la singolare struttura narrativa alla quale Julia Pierpont ha affidato la sua storia.
Il finale arriva a metà, e il vero finale è una sorta di commiato-non commiato dai personaggi, visto che di ognuno conosciamo già la storia futura.
Questo lo ha sicuramente reso uno dei romanzi più singolari letti quest'anno, e la scelta dell'autrice funziona. arrivati all'ultima pagina si è davvero dispiaciuti che lo sia, perchè si vorrebbe accompagnare i personaggi per mano fino a quel finale che conosciamo già.
Sappiamo cosa c'è a destinazione, insomma, ma noi vorremmo che il viaggio durasse ancora un po'.
Infine, Jack.
Questo romanzo vale la pena anche solo per il personaggio del padre traditore, rumoroso, infantile, narcisista e immaturo al quale è affidato il ruolo di "antagonista".
Antagonista per Simon, che vede il padre come un problema; per Kay, visto che a lui la piccola deve la profonda paura che tutto sia destinato a cambiare; per Deb, che sembra aver smesso di credere nel suo matrimonio tanto tempo fa.
Jack è un artista di successo, fin troppo pieno di sè e della su maturità artistica, e allo stesso tempo profondamente infantile nel privato.
La sua reazione alla vista dlele lettere che lo inchiodano?
Buttiamole dalla finestra, e spariranno!
La sua reazione a una sua esibizione artistica andata male, con gravi conseguenze?
Supplichiamo il gestore della galleria, e risolverà tutto!
Jack è un bambino troppo cresciuto, che non sa affrontare i problemi e che, in fondo, come marito non è un granchè.
Eppure è uno dei miei personaggi preferiti del romanzo, perchè a tratti diventa quasi esilarante.
Ma a parte le mie personali impressioni, la prosa di Julia Pierpont è ottima, i suoi personaggi vibranti di vita e la sua storia ammaliante ed emozionante.
La famiglia Shanley è davvero una famiglia come tante, e forse è proprio in questa sua normalità che sta la magia.
Sono felicissima di averlo letto, e ancora di più di aver intervistato l'autrice a Mantova, in occasione di festivaletteratura: trovate qui la mia intervista, in occasione del quale Julia Pierpont ha anche condiviso con me e con voi il suo personalissimo WWW Wednesday.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
mercoledì 14 settembre 2016
"Tra le infinite cose" di Julia Pierpont
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