Buonasera fanciulle!
Avevo in programma un altro post per oggi ma non importa: questo libro...
Questo libro merita di essere recensito SUBITO:
Splendida copertina, e storia meravigliosa di cui non vedo l'ora di chiacchierare quindi bando agli indugi ed ecco la trama:
A volte un paio di stivali rossi può aiutare ad affrontare il mondo e le proprie paure.
Così è per Millie, che quando li indossa si sente forte e sicura.
Ha sette anni ed è curiosa di tutto.
Ha tanta voglia di fare domande, di conoscere, di scoprire.
Per questo quando un giorno al centro commerciale sua madre sembra sparita, non si perde d'animo, ma cerca qualcuno che possa darle una mano a trovarla.
È proprio allora che si imbatte in Karl che se ne sta seduto con lo sguardo perso nei suoi pensieri. Karl è un anziano un po' speciale che mentre parla, digita nell'aria le parole.
Solo in questo modo riesce a sentire ancora vicina sua moglie a cui un tempo scriveva parole d'amore sulla schiena.
Millie si fida subito di lui e la corazza di diffidenza che Karl si è costruito intorno si scioglie grazie agli occhi sperduti e sinceri della bambina.
Gli stessi occhi davanti ai quali Agatha sente nascere dentro una tenerezza ormai dimenticata.
A ottant'anni non esce più di casa, dopo la morte del marito, e passa le sue giornate alla finestra a spiare i vicini.
Ma appena scorge sulla strada Millie e Karl c'è qualcosa che la spinge a parlare con quei due sconosciuti, a uscire per la prima volta dalla sua solitudine.
Perché Millie ha il dono unico di raggiungere il cuore delle persone.
Perché il suo sorriso ingenuo e solare è capace di portare la felicità. Lì dove non ci si aspettava più di trovarla.
Karl e Agatha si sentono vicini a lei come a nessun altro prima e decidono di ritrovare sua madre. E da quel momento per loro ogni cosa cambia.
Scoprono che non è mai troppo tardi per vivere appieno la vita, per lasciarsi trascinare da un desiderio, per permettere all'amore di meravigliare ancora.
E Millie è pronta ad imparare che non tutto ha una risposta e che questa è la magia del futuro.
La magia di sapere che lungo la strada si perdono delle cose, ma che c'è sempre il modo per ritrovarle.
Millie è la bambina di sette anni più singolare e tenera che incontrerete mai.
Ha perso il suo papà troppo presto, e quando sua madre l'abbandona in un grande magazzino sente di aver perso tutto.
Per lei quello della mamma non è un abbandono: la mamma tornerà a prenderla.
Deve. Per forza, no?
Al grande magazzino incontra Karl, un anziano all'apparenza non troppo lucido ma in realtà solo molto, molto triste.
Ha il cuore spezzato da quando sua moglie Eve è morta, e conoscere Millie lo fa sentire davvero vivo per la prima volta dopo tanto tempo.
Ironico, sarcastico, pieno di energia, è stato davvero difficile tenere a mente che fosse un uomo di età avanzata.
Molte sue battute mi hanno fatta ridere, non solo sorridere, e il suo modo di relazionarsi ad Agatha mi ha toccato il cuore.
Il personaggio di Agatha è quello che, però, mi ha rattristata maggiormente.
Ha alle spalle un lutto doloroso, che l'ha resa scontrosa e mal disposta verso il prossimo, ma al contrario dal lutto di Karl (che della sua vita matrimoniale ha solo bei ricordi, e che rimpiange proprio la profonda felicità condivisa con la moglie) il suo è aggravato dalla consapevolezza di non essere stata una buona moglie.
Non è mai stata gentile, amorevole, altruista. Mai.
Millie rappresenta la sua possibilità di riscattarsi, di pensare a qualcun altro per una volta nella vita.
La costringe a lasciare la casa da cui non esce da anni, e a imbarcarsi in un viaggio tortuoso.
Probabilmente la più grande avventura della sua vita.
Ma la superstar del romanzo è Millie, che ha un Quaderno delle Cose Morte su cui registra il decesso del suo cucciolo, di insetti, e del suo papà; che pensa alla morte in modo quasi ossessivo, non trovando pace quando nessuno sa dirle "cosa succede dopo"; che si fabbrica un mantello da supereroe quando sente il bisogno di sentirsi più forte.
Il suo viaggio inizia come ricerca della madre, ma in realtà Millie troverà qualcosa di più importante: il suo posto nel mondo.
Dai suoi ricordi ricaviamo l'impressione di una vita famigliare in cui il ruolo di genitore amorevole spettava al padre, mentre la madre sembrava incapace di legare sul serio con sua figlia.
È il padre a dare risposte buffe e divertenti alle sue domande da bambina, a farla sentire amata e speciale.
E proprio da lui voglio partire nel condividere con voi le mie citazioni preferite del romanzo:
pag. 12-13: "Vedi, scricciolo, c'è il paradiso e poi c'è l'inferno. L'inferno è dove mandano tutti i cattivi, come i criminali, i truffatori e i vigili. E il paradiso è dove mandano tutti i buoni, come te e me e quella bella bionda di Masterchef."
"E cosa succede quando ci vai?"
"In paradiso stai con Dio e con Jimi Hendrix, e puoi mangiare quante ciambelle vuoi. All'inferno, devi, ehm... ballare la macarena. Per sempre. Ascoltando il CD Grease Megamix."
"Dove vai se sei buono e cattivo?"
"Cosa? Non so. All'Ikea?"
pag. 132-133: La data di nascita e la data di morte sono sempre elementi importanti sulle lapidi, scritte a caratteri cubitali. Il trattino in mezzo è invece sempre così piccolo da poterlo vedere a malapena. Eppure il trattino dovrebbe essere grande e luccicante e straordinario, o meno, a seconda di come hai vissuto. Senz'altro il trattino dovrebbe far vedere come ha vissuto quella Cosa Morta.
Errol ha mai saputo che la sua vita sarebbe stata un semplice trattino su una lapide?
Che tutto ciò che aveva fatto e tutto ciò che aveva mangiato e tutti i viaggi in macchina che aveva compiuto e i baci che aveva dato sarebbero finiti tutti per diventare una lineetta su una pietra? In un parco, assieme a una marea di sconosciuti?
Millie si sdraia sulla schiena, toccando con la testa la base della lapide. Allarga il più possibile il corpo, spalanca le braccia divaricando le dita e staccandole più che può l'una dall'altra.
Guarda il cielo della notte attraverso il varco negli alberi e può solo pensare a una parola, e così la dice ad alta voce.
"Papà?"
E di colpo è sicura di essere la cosa più piccola mai creata, più piccola persino dei sassolini di ghiaia che ha nella schiena, e delle formiche che le strisciano tutt'attorno ai piedi, perché il mondo è tanto grande, ricco di alberi e di stelle, e sta morendo, e Millie pensa che, forse, un trattino è esattamente quello che è lei.
pag. 164-165: Millie vorrebbe accoccolarsi fra le sue braccia e restarvi e non andare mai via, ma non fa niente di tutto questo perché la signora non è la sua mamma e tutto questo non si può fare con mamme che non sono la tua. E invece si dovrebbe poter abbracciare tutte le mamme che non sono la tua. Questo perché certe persone non hanno la mamma, e cosa devono farci con tutti gli abbracci che hanno da dare?
pag. 183: Karl può contare sulle dita di una mano la gente che ha pianto davanti a lui. [...] Ognuno sa che tutti gli altri hanno una faccia da pianto, proprio come tutti hanno una faccia da orgasmo, ma queste sono sulla lista delle facce che nessuno vede. Ognuno sa che tutti si masturbano e piangono, ci si parla con questo tacito accordo, si portano avanti le conversazionicon questa parete trasparente in mezzo: "Io non mi masturbo e non piango, io non mi masturbo e non piango, io non mi masturbo e non piango, ma siccome in realtà lo faccio, so che lo fai anche tu, perché siamo tutti uguali". Lui di Eve aveva visto la faccia da pianto. La faccia da orgasmo. La faccia terrorizzata. La faccia della morte. Era questo l'amore, dunque? Quando smettevi di fingere? Quando eri capace di dire a un'altra persona: "Mi masturbo. Piango. Sono terrorizzato. Muoio"?
L'esordio di Brooke Davis esplora il territorio dei sentimenti più profondi e istintivi della natura umana, a cominciare dal legame unico tra genitori e figli, per arrivare al bisogno di amare ed essere amati.
A qualsiasi età.
La sua prosa è pulita, elegante, e la sua capacità di rendere il pensiero di una bambina spaventata dal mondo circostante e allo stesso tempo profondamente curiosa è magistrale.
Un primo romanzo a dir poco sensazionale, che la rende un'autrice da tenere d'occhio.
Consigliato a chi ama i personaggi fuori dal comune ma che allo stesso tempo sembrano esprimere i dubbi e le paure di tutti noi; a chi crede nell'amore inaspettato e nelle seconde occasioni; a chi vorrebbe un paio di stivali di gomma rossi con cui affrontare ciò che lo spaventa.
E magari anche un mantello da supereroe.
Un bacio a tutte, fanciulle.
A presto <3
mercoledì 27 maggio 2015
"La magia delle cose perse e ritrovate" di Brooke Davis
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Ma che bella recensione! È decisamente un libro che fa per me, anzi praticamente lo hai consigliato a me :)
RispondiEliminaUn abbraccio
Davvero una bella scoperta!
EliminaPoi voglio un tuo parere se lo leggerai :)
Questo è in wishlist, dovrebbe arrivarmi a breve! Ti saprò dire meglio dopo averlo letto, dalle citazioni che hai inserito mi sembra molto bello, all'altezza delle aspettative :)
RispondiEliminaMolto bello, e soprattutto pensando che si tratta di un esordio posso dire che si è mangiato ogni esordio letto di recente <3
EliminaL'ho letto anch'io. se non fosse per alcune cose che proprio non mi sono andate giù nella storia, l'avrei valutato meglio.
RispondiEliminaTi invito a partecipare al mio Giveaway! In palio un bel libro fantasy.