venerdì 31 marzo 2017

"Chi sta male non lo dice" di Antonio Dikele Distefano

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Chi sta male non lo dice" di Antonio Dikele Distefano, edito Mondadori (rilegato a 12€):
Questa è la storia di Yannick e Ifem, la storia di due ragazzi. Di mancanze, assenze, abbandoni, di come è difficile credere nella vita quando questa ti toglie più di quanto ti dà. Una storia iniziata in un quartiere dove a cadere a pezzi sono le persone prive di impalcature, schiave delle condizioni economiche al punto di attaccarsi al lavoro rinunciando così alla vita. Dove chi non ci riesce beve fino ad annullarsi e alza le mani sui figli e sulle mogli dietro imposte serrate. Dove la gente sa e non fa nulla. Perché addosso tutti hanno l'odore dei poveri e le scarpe consumate di chi è abituato a frenare in bici coi talloni. Una storia di sogni infranti che i figli ereditano dai genitori, partiti dall'Africa per "na Poto", l'Europa, senza sapere che questo paese non è pronto ai loro tratti del viso né preparato a sostenere le loro ambizioni. Basta avere la pelle un po' più scura per essere preso di mira, il taglio degli occhi diverso per sentirsi intruso, un cognome con troppe consonanti per sentirsi gli sguardi addosso. In questa desolazione, Ifem prova a colmare il vuoto che la mangia da dentro con l'amore. Quello per Yannick. Un ragazzo che sembra inarrestabile. "Ifem, non ci fermeremo finché non capiranno che non siamo neri che si sentono italiani, ma italiani neri" le ripete continuamente. Ma pian piano quell'amore, come tutto attorno a lei, svanisce. Ne rimane solo un'ombra sottile nelle linee immaginarie che lei traccia sulle labbra di lui mentre dorme. Uno dei pochi momenti in cui Yannick sembra quieto. Perché a fermare la sua corsa è la cocaina. Iniziata per noia, quasi per caso, perché lui è cresciuto in un quartiere popolare dove tutti almeno una volta hanno provato, anche i preti. E perché per un attimo la polvere bianca riempie qualsiasi vuoto - ti fa sentire come avessi dentro tutto il ferro della torre Eiffel -, ma poi si porta via tutto. "Chi sta male non lo dice" non è però solo un pugno nello stomaco, è soprattutto la storia di come i fiori spuntano anche nel cemento. Di come c'è sempre un modo per salvarsi, l'importante è non rinunciare, non smettere mai di amare la vita.

Vi ricorda qualcosa?
Dovrebbe: questo lungo racconto di Antonio Dikele Distefano era prima un racconto più breve, disponibile solo in edizione digitale.
Io lo avevo letto, e mi era piaciuto molto. Lo avrei voluto più lungo, ed eccoci qui.
La storia di Yannick ed Ifem è una storia di amore, dolore e rinascita.
Di mancata integrazione, di incomprensioni e di discussioni, e di droga.
Quella che distrugge le tue relazioni, le tue prospettive, e alla fine distrugge anche te, se non riesci a fermarti.

Non voglio raccontarvi troppo, ma c'è un motivo se Antonio Dikele Distefano merita un posto in libreria. Il motivo sta nella sua capacità di narrare il mondo che ci circonda e che spesso non riusciamo o non vogliamo vedere, e di parlare dritto al cuore del lettore rivelandogli qualcosa che non sapeva di se stesso.
Raccontata attraverso le voci di Yannick ed Ifem, la loro storia è solo una parentesi nella vita dei due, ma una parentesi che cambia le loro vite.
Ho trovato convincente anche la voce femminile, e anzi, mi sono ritrovata moltissimo in alcuni pensieri di Ifem, perchè alla consapevolezza che non basta amare qualcuno per salvarlo se non vuole salvare se stesso ci sono arrivata anch'io intorno a quella che è anche la sua età.
Ifem però si rialza da sola, e non si può non restare con la bramosa curiosità di sapere quali avventure l'aspettino in futuro.

Yannick, dal canto suo, ha una voce forte, che arriva dritta al cuore e allo stomaco, e racconta quello che è il disagio di un'intera generazione.
Quella dei figli degli immigrati arrivati in Europa con il sogno di un lavoro e di una vita migliore, e che sebbene siano cresciuti - spesso anche nati - qui non vengono mai considerati veramente italiani.
Non vengono considerati nemmeno persone, a volte.
Di sicuro costringe a riflettere, a pensare a quante volte involontariamente lo facciamo anche noi.

Quella di Antonio Dikele Distefano è una penna giovane, ma in continua evoluzione e in netta crescita: è un autore da tenere d'occhio, e del quale non vedo l'ora di scoprire il prossimo lavoro.
Sulla sua pagina Facebook trovate le date dei suoi firmacopie in libreria, e soprattutto potrete incontrarlo a Tempo di Libri a RHO Fiera ad Aprile!

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

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