giovedì 4 agosto 2016

"La pietra di Luna" di Wilkie Collins

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "La pietra di Luna" di Wilkie Collins, edito da Fazi Editore (brossurato a 19€):
La pietra di Luna, prezioso e antico diamante giallo originario dell’India, dopo una serie di avventurose vicissitudini sopportate nel corso dei secoli, giunge in Inghilterra e viene donata a una giovane nobildonna di nome Rachel Verinder nel giorno del suo diciottesimo compleanno. Il gioiello, di valore inestimabile, scompare in circostanze misteriose quella notte stessa e un famoso investigatore, il sergente Cuff, viene incaricato di ritrovarlo. L’indagine, per quanto accurata, non porta ad alcun risultato e causa, anzi, sgomento e confusione sia tra i membri della famiglia Verinder che nella servitù. Il romanzo, in cui tutti i personaggi sono apparentemente innocenti ma allo stesso tempo possibili colpevoli, si sviluppa seguendo le sorti della pietra di Luna, in un groviglio di eventi drammatici raccontati, di volta in volta, dai diversi protagonisti.
A fare da sfondo a questo giallo così magistralmente costruito c’è una romantica storia d’amore che, insieme alla suspense e alla curiosità, tiene il lettore avidamente inchiodato al libro dalla prima all’ultima pagina. Unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi capolavori di Wilkie Collins, La pietra di Luna, alla sua uscita nel 1868, consacrò il clamoroso successo dell’autore e riuscì addirittura a destare l’invidia di Charles Dickens, suo grande amico e maestro.

"La pietra di Luna" ha visto la luce nel 1868 ed è da molti ritenuto il primo romanzo giallo (anche se, in realtà, nel 1862/3 "The Notting Hill Mystery", firmato dallo pseudonimo Charles Felix, fu pubblicato a puntate su "Once a Week magazine").
Basterebbe questo a renderla una lettura quasi obbligatoria, soprattutto per gli amanti del genere poliziesco.
Nonostante un inizio non troppo veloce, le ultime 100 pagine sono talmente coinvolgenti da rendere impossibile metterlo giù.

Essendo un giallo, non voglio dirvi altro della storia oltre a ciò che già trovate nella trama, ma voglio invece parlarvi un po' dei personaggi e della struttura, che vanno a braccetto perchè la vicenda è narrata da differenti punti di vista.
Wilkie Collins crea un cast di personaggi strepitoso, e di ognuno ci fa sapere quello che ci occorre affinchè la storia scorra, senza appesantire la narrazione con descrizioni inutili.
Ad alcuni di loro ci si affeziona davvero durante la lettura, e questo è un grandissimo punto a favore.

Gabriel Betteredge, maggiordomo della residenza Verinder, che si trova a indossare i panni di un Watson molto recalcitrante al fianco del detective /sergente Cuff durante l'indagine.
Appassionato e devoto al culto del romanzi di Daniel Defoe, "Robinson Crusoe", al punto da credere che la soluzione a ogni problema si trovi proprio all'interno del romanzo.
Incluso il suo pensiero (per noi anacronistico) sulle donne e sulla loro natura.

Il personaggio del sergente Cuff, che ha all'interno del romanzo il ruolo del detective, è ispirato a Jack Whicher, celebrato detective dell'età vittoriana (ndr).
Chiamato da Londra affinchè risolva il mistero della sparizione della pietra di Luna, si dimostra all'altezza delle aspettative nonostante molte delle sue elecubrazioni non ci vengano rivelate, e nonostante la sua passione per il giardinaggio che a volte si antepone a quella per l'investigazione.

E poi c'è Drusilla Clack, per me "creepy Drusilla". La troviamo che origlia fuori dallle porte, che si intromette nelle vite di amici e parenti come le peggiori colle attaccatutto in vendita, e questo nonostante sia una cristiana convinta al punto da voler salvare l'anima di chiunque seminando santini e massime in giro per casa. Giusto nel caso a qualcuno venisse in mente di accogliere Dio nel suo cuore sollevandone uno dal tavoluno da caffè.
Infida e subdola nel profondo, è la tipica persona che, una volta incontrata, faresti di tutto per tenere alla larga da te in futuro.
Io adoro i personaggi fastidiosi, quindi per me il suo è davvero molto riuscito.

Nonostante la mole (566 pagine scritte fitte) e un inizio non esattamente adrenalinico, il romanzo è scorrevole, accattivante e trascina ben presto il lettore al centro delle indagini e dei movimenti dei vari personaggi sullo sfondo di un'Inghilterra vittoriana che non manca mai di affascinarmi.
Grazie alla descrizioni efficaci di Collins è impossibile non immaginarsi la residenza Verinder, e mi è spiaciuto lasciarla a fine lettura.
Un classico scoprire se ancora mancasse nella vostra libreria, perchè Wilkie Collins non delude mai.

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

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