La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Cambiare è facile" di Gretchen Rubin, edito da Sonzogno (brossurato a 16,50€) in uscita il 14 Gennaio:
«Le abitudini» scrive Gretchen Rubin «costituiscono l’architettura invisibile della vita quotidiana. Poiché ognuno di noi ripete quasi ogni giorno il quaranta per cento dei propri comportamenti, questi plasmano la nostra esistenza e il nostro futuro. Cambiando abitudini, cambiamo la nostra vita.» Dopo aver aiutato milioni di lettori in tutto il mondo a diventare felici, Rubin affronta una nuova sfida: sviluppare delle buone abitudini, liberandosi di quelle cattive. Già, ma come fare? Le strade sono varie, perché non esistono soluzioni valide per tutti. È facile illudersi che imitando le abitudini delle persone produttive e creative sia possibile ottenere risultati simili. In realtà, ciascuno deve coltivare le abitudini più adatte a sé. Alcuni se la cavano meglio cominciando adagio, altri partendo in quarta. Alcuni hanno bisogno di essere responsabilizzati, altri rifuggono dalle responsabilità. Alcuni rendono meglio se ogni tanto si concedono una pausa, altri se non interrompono mai la catena. La cosa più importante è conoscere se stessi e scegliere le strategie più efficaci per la propria persona. Grazie alla sua sperimentata formula di successo, che unisce una documentazione rigorosa, uno stile brillante e una serie di esempi tratti dall’esperienza personale, l’autrice scopre come sia importante, ma anche davvero possibile, dominare i propri tic, orientando le energie in una direzione positiva. Un libro che vuole provocare il lettore e insieme aiutarlo a trasformare la sua vita in meglio. Non importa quanto fallimentari siano stati i tentativi precedenti.
Carico questo post con qualche giorno di anticipo perchè non voglio tanto recensirvi il libro quanto raccontarvene lo scopo.
Partendo da chi sia Gretchen Rubin, e dal perchè questo libro sia lo strumento indispensabile per chiunque di voi voglia introdurre qualcosa di nuovo nella propria vita, o eliminare qualcosa che non gli piace.
Gretchen Rubin è una giornaista e saggista, diventata celebre per il suo memoir ""The Happiness Project", (in italia è uscito come "Progetto Felicità, sempre per Sonzogno) nel quale raccontava come avesse dedicato un intero anno al perseguimento di una maggiore felicità.
Niente gesti drastici, niente cambiamenti radicali: Gretchen è una donna sposata e con due figlie, quindi le è stato chiaro fin da subito come la maggiore felicità dovesse venirle da piccoli aggiustamenti a quella che era la sua vita di ogni giorno.
Nel corso di dodici mesi ha reso la sua casa più ordinata, ha ritagliato del tempo per i suoi progetti, ha dato il via ad alcune tradizioni famigliari che porta avanti ancora oggi ad anni di distanza e soprattutto ha reso se stessa più felice. Anche cantando al mattino, iniziando una collezione e imprando a concedersi un lusso stravagante di quando in quando.
Anni dopo, guardandosi indietro, si è resa conto di come alla base di tutto questo ci fossero le abitudini: l'abitudine, infatti, è quella cosa che ti permettte di compiere un'azione costantemente sena che ci sia bisogno di "decidere" di volta in volta di compierla, senza che ci sia un dibattito interiore sul compierla o meno. L'abitudine rende tutto più semplice, perchè rende tutto automatico.
Ed ecco come nasce "Cambiare è facile", che non è solo un manuale su come acquisisre o perdere le proprie abitudini per vivere meglio, ma è un vero e proprio studio del comportamento umano.
Gretchen Rubin ha sviluppato il modello delle quattro tendenze (o quattro inclinazioni, se preferite), identificando così quattro tipologie caratteriali che stanno alla base della nostra capacità di acquisire o perdere un'abitudine:
Tabella fotografata dalla mia copia cartacea |
Grazie a Sonzogno per la copia cartacea del libro <3 |
Questi erano i tre obbiettivi che mi ero posta:
1) Dedicare ogni giorno due ore alla lettura;
2) Aggiornare quotidianamente il mio blog;
3) Fare 10000 passi al giorno.
1) Ora, la prima regola di Gretchen Rubin è che devi scoprire cosa funziona PER TE.
Avevo due ore al giorno per stravaccarmi sul divano a leggere? No.
E chi le ha?
Però avevo tanti piccoli ritagli di tempo qua e là: ho smesso di giocare con il cellulare mentre aspettavo la metropolitana, o mentre ero in coda in posta, e ho iniziato a leggere ovunque.
Ho anche preso l'abitudine di andare a letto presto, e mi sono trovata che alla fine sì, c'erano due ore da dedicare alla lettura nel corso della giornata.
2) Per il blog, il discorso era leggermente differente.
Avere un post come si deve da caricare ogni giorno era impossibile, questo l'ho scoperto abbastanza presto, ma non volevo riempire il mio spazio di post-pubblicità o rubrichette riempi-giorno.
Quindi ho deciso che avrei aggiornato il blog solo da lunedì a venerdì, ma restava comunque lo scoglio più grande da superare: quando scriverli?
Durante la settimana era fuori questione, visto che il mio tempo libero veniva dedicato alla lettura, e quindi ho fatto diventare la Domenica mattina il MOMENTO BLOG.
Una mattina a settimana per pianificare le letture, preparandone già le bozze con introduzione, foto della copertina e trama, in modo da dover solo aggiungere i miei pensieri a lettura finita.
Una mattina a settimana per scattare le foto per il blog, e di riflesso anche per Instagram.
Mi è capitato di scrivere recensioni in treno o sul tram, ma sempre andando a completare schede già preparate in precedenza.
In media, nel 2015 ho caricato due post al giorno, bilanciando recensioni di libri, post dedicati alla cosmesi e ricette: ho caricato quello che volevo e quando lo volevo io, e se sono riuscita a farlo ogni giorno è stato perchè ogni giorno ho avuto voglia di farlo.
E perchè ho impostato la pubblicazione automatica in modo da trovarmi un post online anche in quei giorni in cui dicevo "No, oggi non mi va". Troppo tardi, Elisa: è già online.
E' in questo contesto di programmazione selvaggia che ho creato il mio Blog Planner, che vi avevo mostrato qui.
3) I 10000 passi al giorno erano più uno scherzo, all'inizio: sono considerati il numero di passi "giusto" per una vita più sana e normalmente attiva, ed il proposito di farli nasceva dal mio chiedermi se fossero tanti, o se invece fossero davvero il minimo indispensabile.
Era possibile che li facessi già?
Mi sono procurata un piccolo contapassi, di quelli che si agganciano ai pantaloni, e per due settimane me lo sono portato in giro. Ho scoperto due cose di me. Da un lato c'erano giorni in cui di passi ne facevo più di 20000 e altri nei quali arrivavo a malapena a 5000; dall'altro lato, nei giorni in cui mi muovevo di più mi sentivo meglio. Meno stanca, meno nervosa, e con la mente più lucida.
Ho smesso di guardare i miei passi dopo quelle due settimane, ma ho imparato che ho bisogno di fare una lunga camminata ogni giorno per stare bene e per essere più attenta, e questo mi è rimasto per tutto l'anno. Non ho un orario imposto nè una lunghezza prefissata, non corro nè cammino veloce: cammino quanto e come mi serve in quel momento. E probabilmente il mio muovermi di più mi ha anche impedito di sforare nella taglia 44 quest'anno, visto che non sono capace di stare a dieta.
Questo per dire che questo libro è probabilmente la cosa più utile che io potessi leggere l'anno scorso, e che sono stata molto felice di rileggere quest'anno, evidenziando a dovere le pagine dedicate ai Ribelli. Ve lo consiglio senza alcuna remora, così come avevo fatto già in estate con il podcast dell'autrice, e lo promuovo a pieni voti.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Sono fiera di te! Soprattutto per i 10000 passi al giorno!
RispondiEliminaPigra come sono, quelli sono sempre la cosa più difficile XD
EliminaPerò è innegabile che muoversi un po' ogni giorno faccia bene quindi ci si prova XD
Complimenti.. io ho un sacco di brutte abitudini che vorrei migliorare e spesso sono pigrissima e non lo faccio!
RispondiEliminaQuesto è il libro che mi serve assolutamente,me lo segno e me lo compro.E poi ti farò sapere i risultati :)Un bacio
RispondiEliminaLo voglio assolutamente!!! Corro a fare il test, baci
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