giovedì 11 ottobre 2018

[FEST] Scrivere e interpretare le donne: Gomorra - La serie e Il Miracolo

Elena Lietti, Ivana Lotito e Cristina Donadio accolgono il pubblico del secondo incontro di FEST, il festival delle serie tv, per un confronto sul talento delle donne del piccolo schermo.
Accanto a loro, i due ideatori di FEST Marina Pierri e Giorgio Viaro.


Da Gomorra - La serie, Cristina Donadio (Scianèl) e Ivana Lotito (Azzurra), e da Il Miracolo Elena Lietti (Sole Pietromarchi), tre figure femminili che sembrano avere poco in comune, ma forse invece condividono unaspetto molto importante: la mancanza di vera libertà, come suggerisce Marina Pierri. Ma Azzurra è davvero schiacciata dal sistema?

«È figlia di un boss della camorra, trapiantato a Roma, e ha scelto di sposarne un altro. A muovere questa scelta è qualcosa di intrinseco, che deriva dall’ambiente in cui ha sempre vissuto» spiega Ivana Lotito. «Quando ho iniziato a interpretare questo personaggio, ho faticato: la trovavo piatta, e anche un po’ antipatica. Non vedevo dramma, nè conflitto. Dalla terza stagione in poi, ho capito quanto questa perfezione fosse solo un’illusione, e la sua vita una prigione. Quando diventa madre, la sua stessa natura cambia.”

Giorgio Viaro sottolinea invece come, dal personaggio di Scianel, si capisca che c’è un vissuto potente alle spalle.
«Scianèl meriterebbe un prequel!» esclama Cristina Donadio. «Per la prima volta abbiamo un personaggio così smaccatamente fuori dai canoni, eppure credibile. Ho scavato nei miei demoni più nascosti per far sì che questa donna così controversa risultasse credibile al pubblico.
Ho immaginato la sua vita antecedente alla serie: è una donna nata in una realtà malata, che ha fatto sì che per lei diventasse normale dar fuoco ad uomo. La sua vita è attraversata dall’orrore.»

«A contraddistinguerla, però, è la sua volontà di scendere in campo», contnua Donadio, «la sua mancanza di libertà, quella in cui si rivede ogni donna, è frutto di una scelta consapevole.
Ci mette i soldi, la faccia, la forza chiedendo a se stessa solo una cosa. essere alla pari. Una boss tra i boss. Non deve rendere conto a nessuno della sua femminilità o della capacità di sedurre, soprattutto a se stessa. Scianèl nella seconda stagione è un uomo tra gli uomini, ed è questa la sua forza, soprattutto se pensiamo alla sua evoluzione nella terza stagione.»

E sul metterci la faccia è inevitabile dare voce a Elena Lietti, che racconta come la sua Sole Pietromarchi sia «vittima di se stessa e della sua incapacità di scegliere in modo coerente alla sua natura. Ha fatto delle scelte sbagliate, e si è privata di ciò che avrebbe potuto renderla felice.»

Ma in cosa personaggi e interpreti si somigliano, chiede Marina Pierri?
E soprattutto, si somigliano davvero?

«Condivido con la mia Azzurra il senso di appartenenza, a una famiglia e a un luogo» sottolinea da subito Ivana Lotito. «Sono cresciuta con una madre brava in casa, con l’idea della donna come regina del focolare, e tutto ciò fa parte di me. È qualcosa contro cui mi ribello, in parte, e questo eterno conflitto interiose spesso mi porta ad esplodere. Quest’appartenenza a un sistema sociale e culturale mi ha sicuramente avvicinata ad Azzurra, mentre ho lavorato molto sull’acquisire una maggior consapevolezza di me stessa, cosa che al mio personaggio non manca di certo! Sto imparando da lei!»

Cristina Donadio sottolinea come, nel suo caso, sia dovuta diventare Scianèl. «Non si intepreta un ruolo così, lo si diventa. Se sei il tuo personaggio, ti appropri della sua testa, dei suoi pensieri.
Mi basterebbe infilare di nuovo un suo outfit per tornare ad essere lei, e questo perchè sono entrata in simbiosi con lei. Con il suo caschetto platino, le sue jumpsuit discutibili, le sue scarpe» aggiunge.

«Per me questo ruolo è stata una sorpresa» interviene Elena Lietti. «Quando ho iniziato, credevo che Sole fosse lontana da me, e invece ho realizzato che no, non lo era. Di fatto, lavorare su un personaggio ti porta a creare dei ponti e trovare dei punti di contatti inaspettati.
All’inizio pensavo di condividere con lei, soprattutto, la voglia di essere padrona di me stessa e della mia vita, e alla fine ho scoperto che erano solo alcuni dei mille pensieri che agitano entrambe le nostre menti.»

Donne non solo sulla scena di Gomorra - La serie e Il Miracolo, ma anche dientro le quinte di entrambe le serie. Ci sono delle differenze, quando a costruire questi personaggi sono donne?
«Ricordiamo che Sole Pietromarchi è stata creata in primo luogo da Ammaniti, e che anzi, basta guardare alla letteratura e ai grandi classici che sono animati da donne straordinarie ed indimenticabili, spesso create da uomini» specifica subito Elena Lietti.

«Gomorra è una sceneggiatura “al maschile”, e come anticipavo prima la seconda stagione parla di un mondo profondamente virile in cui Scianèl si fonde alla perfezione» rinforza Cristina Donadio, che però non si ferma qui. «Credo che nella terza stagione, l’evoluzione di Scianèl sia frutto anche di un lavoro maggiore sulla sua natura femminile e in questo avere donne tra gli scneggiatori aiuta, senza dubbio.»

«Non dimentichiamo anche che l’elemento femminile è più complesso di quello maschile» evidenzia Ivana Lotito. «Laddove una donna comprende e sa provare empatia, un uomo spesso non realizza e si stupisce. È importante vedere lo sguardo dello stupore di um uomo, e la sua fascinazione. Servono entrambe le scritture per una sceneggiatura che funzioni.»


Un'ultima riflessione in chiusura: tra sceneggiatura e prime prove sul set, quando e dove si trova davvero il personaggio?
«La sceneggiatura è solo l’incipit!» esclama Ivana Lotito. «Basta arrivare sul set per sentirsi come se tutto il lavoro fatto col copione venisse capovolto. Solo interpretando il tuo ruolo vai finalmente in profondità, ed è bello poter esplorare se stessi e le proprie sensazioni senza lasciarsi sopraffare.

Diverso il punto di vista di Elena Lietti, per la quale «la scrittura di Ammaniti è talmente ricercata, talmente perfetta, che per noi attori la sceneggiatura era la Bibbia. Credo di aver letto il copione cinquanta volte, e tutto ciò che ho immaginato sul mio personaggio era riferito esclusivamente al suo passato, il presente non riuscivo a immaginare di toccarlo. Neanche con la fantasia!.»

Di donne sul set e dietro le quinte si è parlato anche al panel di apertura, Girls Just Wanna Binge-Watch, che potete scoprire qui.

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