Questa la storyline di ELITE, seconda produzione originale spagnola di Netflix.
Diretta da Ramón Salazar e Dani de la Orden, e scritta da Carlos Montero e Darío Madrona, è una delle serie al centro di FEST - Il festival delle serie tv grazie alla partecipazione di Ester Expòsito e Jaime Lorente, due dei giovani (ma già molto amati) protagonisti.
Non è un caso che siano proprio Ester Expòsito e Jaime Lorente a dialogare con Marina Pierri e Giorgio Viaro, perchè i loro personaggi rappresentano appieno l'incontro e lo scontro tra classi al centro di ELITE. Iniziamo a scoprire Nano e Carla, attraverso gli occhi dei loro interpreti.
«Nano crede di essere il duro, ma in realtà non è come sembra» esordisce Jaime Lorente. «È appena uscito dal carcere, e cerca di recuperare il rapporto con la madre e il fratello minore. Per questo non vuole ammettere di avere un problema, un grosso debito contratto in carcere per avere protezione che deve saldare, e in fretta. Per farlo si avvicina a Marina: l'unica cosa che non aveva previsto era di innamorarsi.»
«Quello di Carla è un personaggio che non tranquillizza affatto il pubblico» si inserisce Ester Expòsito. «Il motivo profondo alla base della sua natura fredda e calcolatrice è che i genitori l’hanno sempre trattata con freddezza, volendola perfetta e all’altezza della situazione, pronta a portare avanti gli affari di famiglia. Non le hanno trasmesso amore, o sicurezza.
Il suo tratto nobile, però è il suo essere pronta a difendere ciò che le appartiene, anche se non sempre le riesce.
In ELITE, la città di Madrid e la scuola sono un personaggio aggiunto, e il liceo è un microcosmo che rappresenta le dinamiche della società spagnola. Era una delle volonta della serie, quella di raccontare la società? In parte sicuramente sì, ma come sottolinea Jaime Lorente, la serie va oltre, e lo fa trattando temi spesso trascurati quali l'omosessualità, la malattia e la convivenza con essa, le insicurezze. È d'accordo anche Ester Expòsito, che aggiunge che «il riflesso della società spagnola si basa su tutti i pregiudizi sociali, sull’etichettare una persona solo perchè fa o non fa una cosa, o perchè fa parte di una determinata classe sociale.»
Giorgio Viaro si rivolge a Jaime Lorente, per chiedergli come sia passare da un grande successo come La casa di carta a un'altra punta di diamante di Netflix: è qualcosa che entusiasma, o che spaventa anche un po'?
«È qualcosa che non potevo prevedere» ammette Jaime Lorente, «quando ci siamo accorti del successo di La casa di carta, ne eravamo contenti ma pensavamo fosse qualcosa che poteva accaderci una volta sola nella vita. Poi è arrivato ELITE. Due progetti bellissimi, da cui ho innanzitutto imparato molto. Provo un grande affetto per Denver (il ruolo che interpreta ne La casa di carta, ndr), perchè mi ha mostrato al mondo e fatto conoscere. Posso solo ringraziare Netflix, perchè grazie a entrambi i progetti sono cresciuto molto, come attore e come persona.»
Per Ester Expòsito è ancora difficile sentirsi una star. «Posso solo constatare quanto la serie sia piaciuta al pubblico. Mi sento una ragazza di 18 anni che vuole lavorare, contenta per riconoscimenti ma che vive con normalità.»
Credit: FEST |
Ester Expòsito e Jaime Lorente saranno binge-watcher, oppure no?
Se per Ester Expòsito la visione di ELITE dovrebbe procedere lentamente, capitolo per capitolo, è la prima a dire che il feedback ricevuto è stato diverso: iln pubblico che l’ha vista tutta in un giorno.
Per quanto la riguarda, alcune serie le ha viste tutte d'un fiato, altre le ha centellinate.
Jaime Lorente interviene per aggiungere che la sua serie preferita in assoluto è Suits, e che il personaggio di Harvey Specter rappresenta l'uomo che vorrebbe diventare da grande.
«La mia serie preferita è La casa di carta (in cui recita Jaime Lorente, ndr)» scherza Ester Expòsito, facendo ridere la sala, «ma adoro anche The Killing: il personaggio dell'agente Holder è straordinario.»
FEST continua, con la visione della prima puntata di ELITE.... e con i prossimi panel!
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