venerdì 6 aprile 2018

#365DaysHappy: incontro con Samira Zuabi García

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a Samira Zuabi García e al suo progetto "#365 Days Happy", edito Montedit (brossurato a 15€):
«"365 Days Happy" è il diario di viaggio di una donna che dopo una grande delusione si pone quotidianamente l'obiettivo di trovare il bello e il buono che alberga nelle nostre esistenze. 365 pagine che dimostrano come la felicità, più spesso di quanto si possa pensare, capita per davvero. Basta solo riconoscerla. Un inno alla vita, nonostante le sue difficoltà. La protagonista si racconta con una scrittura capace di espandere le sue vibranti emozioni, di rivelare le pulsioni della vita ed illuminare i profondi sentimenti delle persone che ha incontrato durante il mirabolante percorso di ricerca della felicità. La sua parola deflagra nelle pagine del viaggio esistenziale e coinvolge il lettore, che diventa subito un amico al quale raccontare la propria esistenza. Vulcanica e stupendamente spontanea, Samira Zuabi García sprigiona energia positiva in ogni pagina del suo diario e catapulta nella dimensione luminosa del suo meraviglioso universo emozionale.» (Massimo Barile)

Ho letto il libro tutto d'un fiato, ripercorrendo le tappe di quello che è un vero viaggio verso la felicità durato un anno intero, e che viaggio!
Ho potuto incontrare l'autrice a Milano, ed ecco cosa mi ha raccontato!

Quanto è difficile oggi, secondo te, pensando a tutto ciò che siamo costretti a vedere e a sentire, scegliere ogni giorno di essere felici?
Dipende dalla tua volontà. A me, non è costato così tanto: avevo validi motivi per essere triste, ma anche validi motivi per non esserlo. È una scelta, che parte da noi.

Nel tuo progetto tradizione e innovazione si incontrano: gli hashtag convivono con il diario scritto a mano ogni sera. Quanto del tuo background ti ha portato a concepire un progetto così, classico e moderno allo stesso tempo?
Ho sempre scritto, e per me è fondamentale esprimermi con le parole. Il modo più intimo per farlo è attraverso un diario, dove siamo veramente liberi perchè nessuno ci critica e scriviamo solo per noi stessi. Vivendo negli anni Duemila, però, bisogna fare un passo in più e adattarsi al modo di comunicare del momento. Uno di questi modi è l'espressione di emozioni e sentimenti attraverso gli hashtag, che condivido fino a un certo punto ma che, essendo abbastanza vaghi, permettono a chi guarda di lavorare molto d'immaginazione e interpretare a modo loro ciò che vedono. Forse c'è anche un po' di pigrizia, perchè scrivere un testo completo richiede più tempo di due parole con # davanti.
Credi sia anche su questo che ha fatto leva la tendenza dei diari brevi, scritti a mano ma pensati per la stesura di una sola frase al giorno, o per non prendere più di cinque minuti del nostro tempo?
Sì, perchè tutti abbiamo la necessità di raccontarci. Anche quando siamo pigri!

Se tu dovessi scegliere uno, due episodi particolarmente significativi, che vorresti un lettore leggesse anche se non finisce tutto il libro, quali sarebbero?
Il primo che mi viene in mente è quello dell'aspirapolvere! Che giornata magica!
Il giorno prima avevo pensato che fosse proprio il momento di comprare un nuovo aspirapolvere, e sapevo di poterlo pagare al massimo 50€.
Dicevano tutti che era troppo poco e non lo avrei mai trovato, invece eccolo lì tra le offerte del supermercato: un nuovo aspirapolvere, a 49,90€ e proprio quando mi serviva!
Ed è per questo che dico che essere felice in fondo è facile: avevo ancora il cuore a pezzi, però avevo bisogno di una cosa ed eccola là. Come non esserne felice?
Dobbiamo anche essere onesti con noi stessi, e non sminuire la nostra felicità: non c'è nulla di male nell'entusiasmarsi per le piccole cose di ogni giorno, anche perchè sono quelle a comporre le nostre giornate.
Bada bene, non credo che basti pensare positivo per attrarre ciò che vogliamo, credo che si debba impegnarsi tantissimo: non sempre i sogni si avverano, ed è importante averne più di uno proprio per questo.

Oggi parliamo del tuo libro, però nella vita sei anche una fotografa.
Cosa cambia, nel momento in cui pensi a una storia, a seconda che se la racconti attraverso le parole o attraverso i tuoi scatti?
Una fotografia blocca un momento, ma ogni persona può sentirla e percepirla in modo completamente diverso. Il fotografo trasferisce nello scatto le sue emozioni e sensazioni, ma è lo spettatore finale che è responsabile di ciò che poi sentirà.
Quando scrivi indirizzi il lettore su quello che senti tu, su quello che vuoi dire.
Ti senti più libera quando scrivi o quando scatti fotografie?
Quando dipingo. La pittura è qualcosa che faccio solo per me, senza mettermi in mostra e anzi, se poi il quadro non viene come volevo, con una bella mano di bianco si ricomincia da capo senza troppi pensieri!

Se tu potessi dire qualcosa adesso alla te stessa del giorno zero, prima che partisse questo rpogetto, cosa ti diresti?
Grazie, perchè se sono arrivata a essere di nuovo felice e di nuovo me stessa, lo devo a lei.

Vi consiglio di leggere #365 Days Happy di Samira Zuabi García perchè è una vera e propria avventura alla ricerca della felicità, e chissà che non vi dia qualche spunto per avvicinarvi un po' anche alla vostra...

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

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