giovedì 19 aprile 2018

Intervista a Lorenzo Beccati su "L'ombra di Pietra", la Genova del '600 e quadri misteriosi

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Quattro anni fa sul web parlavo solo di cosmesi, ma leggevo più di cento libri all'anno e, come potete immaginare, solo i miei preferiti sono rimasti con me.
Uno di questi è "Pietra è il mio nome" di Lorenzo Beccati, e quando ho saputo che la protagonista sarebbe tornata in libreria grazie a DeA Planeta ne sono stata entusiasta.
"L'ombra di Pietra", nuova fatica letteraria di Lorenzo Beccati, è già in libreria (brossurato a 17€), e abbiamo potuto incontrare l'autore per fargli qualche domanda:
Genova 1606. Una spaventosa figura vestita di nero, il volto nascosto dietro una maschera da rapace, si muove nelle tenebre e miete vittime utilizzando uno strano micidiale cappio. Negli stessi giorni il pittore fiammingo Rubens, ospite presso palazzo Doria, scompare nel nulla, facendo temere il peggio. Se l’indagine ufficiale sul feroce assassino è affidata al Bargello e ai suoi birri, che brancolano nel buio, quella sull’artista richiede rapidità e discrezione, per evitare imbarazzi a una delle famiglie più potenti della città. Ecco perché delle ricerche viene incaricata dal Doge, e in gran segreto, la persona più scaltra in circolazione, ma anche la più pericolosa: una donna che non ha paura di niente. È Pietra, la rabdomante: la sua intelligenza le ha procurato molti nemici, ma è a lei che tutti si rivolgono per risolvere i misteri più intricati. Un pomeriggio Pietra trova sulla porta di casa una vecchia dall’aspetto miserevole, che sostiene di essere sua madre, la stessa che l’ha abbandonata in fasce. Pietra non è pronta ad aprirle il suo cuore, ma una tempesta di emozioni sta per abbattersi su tutto. 
Questo nuovo romanzo di Lorenzo Beccati è un thriller dirompente, il ritratto suggestivo di una Genova maestosa e piena di insidie, e un sincero omaggio alle straordinarie capacità delle donne in ogni tempo.

Ecco cosa ci ha raccontato alla Libreria Lirus (una delle più belle di Milano), prima di presentare il libro ai lettori e agli amici insieme a Paolo Roversi.

Avendo letto e amato "Pietra è il mio nome", vorrei iniziare chiedendoti come sia nato il suo personaggio e come sia stato raccontarlo e tornare a raccontarlo, a distanza di anni.
Tutto è iniziato quando ho letto un saggio sulla rabdomanzia, scoprendo che le donne, a differenza degli uomini, non potevano fare affidamento sulla bacchetta. La bacchetta rifiutava di obbedire e di dare indicazioni, al punto che le donne dovevano interpretarla al contrario.
La prima idea è nata così, ma poi i miei personaggi, Pietra inclusa, hanno preso la loro strada: è una mia abitudine, quella di lasciarli liberi di correre e di guidarmi nella giusta direzione.
Tornare a raccontare Pietra e il suo mondo è stata una necessità, avevo altre storie da raccontare.
Pietra o Petra? Il tuo personaggio è singolare in ogni suo aspetto, persino nel rapporto con il suo nome.
Pietra è il suo vero nome, ma la natura schiva della donna fa sì che, per ammorbidirne il suono troppo deciso, ripieghi spesso su Petra, più morbido. La rivendicazione di quella I, del suo nome completo, si accompagna sempre a qualche gesto o conquista importante, in cui si sente più forte.
Gestire un personaggio femminile è stato difficile?
Ti dico solo che all'inizio il mio protagonista doveva essere un uomo.
Volevo raccontare la storia di un rabdomante, ma appena mi sono imbattuto nell'aneddoto della bacchetta ho capito che mi serviva una protagonista, invece.
Non voglio mentire, è stato difficile riuscire a pensare e parlare "da donna": è stato uno sforzo.
Mi ha aiutato il fatto che, nella vita di ogni giorno, il mio mondo è animato e popolato solo da donne.

Tutto parte da un quadro dalla storia misteriosa.
È stata proprio la sua storia a incuriosirmi: il quadro, bellissimo, è infatti stato privato di due porzioni, a sinistra e in basso, visibili però nei disegni preparatori.
Oltre a questo, ne è stata cambiata l'ambientazione, perchè quella che sembra una scena d'interni, una volta aggiunte le porzioni tolte appare svolgersi all'esterno.
Nessuno sa come mai siano state rimosse, e dove siano finite: è un mistero irrisolto, e da scrittore ha un fascino irresistibile.
Anche la storia esercita un fascino speciale, per te?
E a questo proposito, come mai l'ambientazione genovese?
Parto dalla seconda domanda, perchè il primo motivo per cui ho scelto la Genova del Seicento è che, semplicemente, non lo aveva ancora fatto nessun altro. È stato anche il motivo per cui, all'inizio, gli editori erano perplessi (mi è stato suggerito di puntare su città più "popolari", come Venezia, o Roma), ma la verità è che Genova nel Seicento era una grande città, con una flotta tale da renderla una potenza marittima, sede di banche e dedita al commercio di un bene prezioso quanto quello della seta. Un altro aspetto importante è che Genova è, ancora oggi, una di quelle città la cui storia la respiri nelle strade.
La Genova di Pietra è ancora qui, nei vicoli, nei palazzi, la stessa Genova delle testimonianze storiche che ho consultato per scrivere i romanzi.
Romanzi che ambiento nel passato sia perchè, come suggerivi, mi affascina, sia per bilanciare il fatto che da oltre vent'anni vivo immerso nell'attualità ventiquattr'ore su ventiquattro.
Tornare indietro nel tempo mi fa scoprire da dove siamo partiti, e comprendere le nostre origini aiuta anche a comprendere la situazione attuale, più di quanto potremmo pensare.

È stato difficile calarsi nel mondo di Pietra?
Leggere mi ha sicuramente aiutato. Mi sono documentato moltissimo, per scrivere questo romanzo e il precedente: direi che per ogni titolo mi è servito più o meno un anno e mezzo di lavoro.
Al'inizio è stato difficile, ma nel corso degli anni credo di averci preso la mano.
Quando scrivi un romanzo ambientato in un'epoca così distante dalla tua, devi stare attento a tutto, soprattutto ai dettagli: per esempio, ho dovuto documentarmi molto per quanto riguarda la medicina - il rapporto con determinate malattie, le cure disponibili, le abitudini, le convenzioni.
Ma anche aspetti della vita di ogni giorno che potremmo trascurare, come ad esempio il rapporto con gli animali, erano diversi, e se scrivi un romanzo storico non puoi permetterti errori.
Mi sono chiesto cose come "come la dipendenza dalla luce naturale influenzava la vita delle persone?" o "com'era vivere con la presenza costante della guerra, in corso o vicina?", e ho provato a darmi delle risposte.

Hai parlato del tuo lavoro di documentazione storica e della forte immersione nell'attualità, ma ora sono curiosa: cosa leggi per piacere?
Di tutto: sono un lettore onnivoro. Ti dirò di più: ho una collezione di oltre 40.000 volumi, gelosamente custoditi nelle librerie che ho fatto realizzare su misura.

Chi brama una foto della biblioteca di Lorenzo Beccati, adesso? Io di sicuro!
E nel mentre, vi consiglio la lettura di "L'ombra di Pietra" e di "Pietra è il mio nome", perchè se c'è qualcuno che riesce a coniugare alla perfezione thriller e romanzo storico è sicuramente Lorenzo Beccati. Grazie a DeA Planeta e all'autore per la disponibilità!

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

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