Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Vorrei essere mio fratello" di Markus Zusak, edito Frassinelli (rilegato a 14,90€):
La famiglia dei fratelli Wolfe sta passando un brutto momento. Il padre ha perso il lavoro, soldi ce ne sono sempre meno, e il clima in casa è sempre più pesante. Per questo Cameron e Ruben accettano di entrare nel circuito degli incontri clandestini di boxe tra ragazzi. Con le scommesse e le mance si può guadagnare bene.
Naturalmente lo fanno di nascosto dai genitori, e Cameron dovrà anche nascondere, persino a se stesso, quello che prova per la ragazza che viene sempre agli incontri, e che sembra avere occhi soltanto per Ruben.
Ma i due fratelli presto capiranno che stanno combattendo per qualcosa di più importante dei soldi, persino delle ragazze: combattono per la loro dignità, combattono per scoprire chi sono veramente. E combattono l'uno per l'altro.
L'unica critica che si può fare ai romanzi che compongono la serie "The Wolfe Brothers"?
Sono troppo brevi.
Anche stavolta, la lettura mi ha completamente assorbita e, nel giro di un paio d'ore, ero già costretta a salutare Cameron e Ruben (ma solo fino al 21 Novembre). Non si fa!
Scherzi a parte, "Vorrei essere mio fratello" esplora le dinamiche del rapporto tra fratelli con una spontaneità e una leggerezza che pochi autori possiedono: la competizione e il desiderio di proteggere, la voglia di superarsi ma anche quella di tenersi per mano.
Tra fratelli è così, ed è così anche tra Cam e Ruben.
Ho apprezzato tantissimo il tuffo nel mondo della boxe clandestina, e scoprire pagina dopo pagina ciò che comporta per un ragazzo come Cam - ve lo ricordate, il sognatore un po' sfigatello di "A 15 anni sei troppo vecchio"? - entrare in un ambiente violento e senza scrupoli come quello delle scommesse sottobanco.
Se già nel primo volume della serie quella del padre era una figura distaccata e non troppo presente nella "vera" vita dei figli, ora il divario che li separa sembra essersi ulteriormente dilatato: mentre l'uomo diventa sempre più insofferente (poichè incapace di provvedere alla sua famiglia), i due figli si appoggiano sempre di più l'uno all'altro. I soldi e il loro non bastare più per il benessere della famiglia sono il motivo scatenante dell'atto estremo dei fratelli Wolfe, e anche un ulteriore motivo di distacco dei due ragazzi dai genitori. Ma davvero a sedici, diciassette anni ci si basta da soli?
Adoro la prosa di Markus Zusak e il suo indagare il rapporto tra fratelli attraverso una storia semplice e spontanea, e "Vorrei essere mio fratello" conferma l'ottima impressione avuto dal primo capitolo di una trilogia che sto davvero apprezzando moltissimo: non vedo l'ora di scoprire il terzo volume il 21 Novembre!
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
martedì 31 ottobre 2017
"Vorrei essere mio fratello" di Markus Zusak
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Ciao,
RispondiEliminaVorrei togliermi una curiosità. Ho letto diversi post sul tuo blog e mi sembra di capire che sei appassionata di letteratura Young Adult. Mi sembra anche di capire che da un pezzo non sei più un'adolescente. Non ti sembra che romanzi di questo tipo siano un po' infantili, o comunque poco interessanti per una persona adulta? Di questo recensito ho letto giusto un paio di pagine (lo sta leggendo mia sorella minore) e lo stile e il contenuto sono evidentemente da romanzo di formazione, con un target di lettori direi sui 14-15 anni. Ovviamente possono esserci eccezioni e in ogni caso ognuno può leggere quello che vuole... Ma vorrei capire cosa ne pensi ^^
Ciao! Devo fare una premessa: quando avevo 13/14 anni io, la letteratura YA non c'era. Sono passata dai libri per bambini ai primi classici, e poi di fatto fino ai 16/17 anni ho letto solo ed esclusivamente i classici. Leggo ancora tanta narrativa "per adulti" che però non sempre recensisco sul blog perchè il target dei miei lettori è leggermente più giovane di me (ho 29 anni), ma concordo sul fatto che leggere solo ed esclusivamente libri scritti per adolescenti non mi basterebbe, anzi! Dei romanzi YA apprezzo il modo semplice e diretto che hanno di affrontare alcune tematiche, e il fatto che siano una lettura per me decisamente distensiva. Però concordo in tutto e per tutto con te, e mi serve comunque "qualcosa di più" essendo un po' più vecchia dei lettori per i quali vengono scritti :)
EliminaPs. Non so quanto sia chiara la mia risposta-fiume, ma quello che volevo dire era che sul blog tendo a far finire solo una parte delle mie letture: leggo molti titoli di non-fiction, per esempio, che qui non recensisco mai, e leggo molti romanzi in lingua che spesso non mi soffermo a recensire. E leggo tantissimi romanzi più "impegnativi" che non finiscono qui perchè questo è un contesto abbastanza frivolo e distensivo, non so quanto ci azzeccherebbero XD
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