Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera di oggi è dedicata a "Conta fino a dieci" di Paolo Cammilli, edito Sperling & Kupfer (rilegato a 16,90€):
Fortunato, Diletta, Rosa, Nino, Pietro, Salvatore. Sei bambini chiusi in un cerchio, come per proteggersi. Sette anni il più grande, quattro e mezzo la più piccola. A quell'età, il nascondino è una cosa seria. Chi conta è da solo, ma chi si nasconde sfida il buio. A quell'età, la morte non esiste e non la trovi nemmeno se la cerchi, al massimo con la morte ci giochi. A quell'età, il sole splende senza pensare alla notte. Eppure… Nell'isolato numero 4, un palazzo popolare del comprensorio Cielo Rosso, a sud di Catania, scompaiono due bambini, a pochi mesi l'uno dall'altro. Un incubo che si ripete. Già dieci anni prima era sparita una bambina, poi ritrovata in fin di vita lungo i binari della ferrovia che lambisce i palazzi. Un solo elemento, macabro e beffardo, accomuna i tre casi: i piccoli si perdono nel buio mentre stanno giocando a nascondino. Nessuno ha visto niente, nessuno sa niente. O forse troppo. Centinaia di famiglie, impantanate nella miseria, hanno e fanno paura. Le indagini, mollicce e pavide, imboccano vicoli ciechi e marciscono come le ringhiere dei ballatoi. Oscar Baldisserri, un quarantacinquenne senza capo né coda che viene catapultato fra quelle squallide muraglie di cemento, è l'unico a farsi delle domande. Perché tutta quella violenza e rassegnazione senza spiragli sul futuro sono incomprensibili per chi al Cielo Rosso non ci è cresciuto. In un'inarrestabile discesa nel degrado ambientale, sociale, umano della provincia italiana più ambigua, grazie all'aiuto di un bambino taciturno e di Matilde, che accenderà in lui una passione tenera e spietata, Oscar solcherà gli argini della sua coscienza pur di strappare al silenzio la verità.
"Conta fino a dieci" è molto più di un thriller. È il filo sottile che salda silenziosamente la vigliaccheria al riscatto, la vendetta al perdono, le tenebre a un bruciante raggio di sole. Ma soprattutto è la storia potente e splendida di un uomo come tutti noi che, sbattuto nella periferia della vita in cerca di un assassino, finirà per trovare se stesso.
Due anni fa ho passato due giorni pieni di emozione e struggimento - quello vero - insieme a "Io non sarò come voi" di Paolo Cammilli, e ve lo avevo raccontato qui.
Ora che è tornato in libreria con il suo nuovo romanzo, non potevo assolutamente rinunciare alla possibilità di farmi conquistare ancora una volta.
Tornano le voci dei bambini e adolescenti che ci avevano conquistati nel romanzo precedente, e stavolta sono i giovani senza futuro dei palazzoni fatiscenti a sud di Catania: Nino, che tenta come può di proteggere l'anziana nonna dalle mire arriviste dei genitori; Fortunato, che nonostante il nome sembra il ragazzino più sfortunato della Terra, preso di mira non solo dai bulletti del comprensorio ma anche dal suo stesso, violento, padre; Salvatore e Diletta, due fratelli che, nonostante el scaramucce dovute lla differenza di età, sono molto legati; Rosa, Pietro e Matilde, la più grande ma non meno in difficoltà.
Non c'è molto da fare, a parte giocare a pallone in cortile o ciondolare lungo le stradine che collegano i palazzi del comprensorio, ma di sera, quando cala il sole, ecco che inizia il gioco "vero", quelli che li vede in competizione epr essere il più veloce, quello che "salva tutti", o meglio, li libera: nascondino.
Se non fosse che, una sera, durante una partita a nascondino, Salvatore scompare.
E non è il primo bambino vittima del gioco e delll'oscurità, già il piccolo Giuseppe era scomparso nello stesso modo.
La polizia infiltra nel comprensorio Oscar Baldisserri, che nella vita non ha collezionato grandi successi e che proprio non sa come faràa a risolvere un'indagine in cui nemmeno la polizia riesce a raccapezzarsi.
L'unica cosa certa è che l'assassino dei bambino è un volto noto del comprensorio, perchè è sempre stato seguito intenzionalmente e nessun bambino ha mai gridato per chiedere aiuto...
È un romanzo buio come la notte e straziante come il dolore della perdita, perchè la vita di Fortunato, Nino, Diletta e tutto il resto della banda è una vita fatta di sogni negati.
Per realizzare i propri sogni servono soldie possibilità che nessuno di loro sente di avere, e allora perchè sognare?
E proprio Oscar Baldisserri, che di sogni ne aveva tanti ma sembra essere stato capace di collezionare solo errori, precipitato in una realtà fatiscente e piena di leggi non scritte, in cui paghi il prezzo degli errori di tutti e in cui il riscatto sembra impossibile, per la prima volta i vita sua deve imparare a prendere posizione e a comportarsi come l'uomo che, forse, una votla sognava di poter diventare.
Cede all'amore giovane e pieno di incertezza di Matilde, ma soprattutto si lega in modo speciale a Fortunato, che è il più bistrattato di tutti ma che porta nel cuore più di un segreto capace di rovinare famiglie intere.
Cammilli tesse una trama fitta, in cui ogni personaggio si lega agli altri in un gioco di relazioni complesso ma avvincente, e in cui nessuno è solo chi dice o sembra essere: pagina dopo pagina, il lettore scopre insieme a Oscar "tutto il marcio della Danimarca", perchè al comprensorio Cielo Rosso non solo i bambini giocano, ma anche gli adulti. E il loro gioco è molto più pericoloso.
Giocano secondo regole tutte loro, seguendo lo schema del "nessuno ha visto nulla" e "nessuno sa niente", e persino quando si tratta di salvare la vita dei propri figli sembra impossibile scuoterli dalla loro tendenza a nascondere e omettere dettagli che, se svelati, potrebbero rovinare "la reputazione" delle loro famiglie.
Leggendo "Io non sarò come voi" il personaggio di Fabio mi aveva preso il cuore, e stavolta è stato proprio Fortunato a farmi desiderare di poterlo estrarre dalla carta e fargli da scudo contro il mondo.
Io ve lo dico, se non succederà anche a voi, è perchè siete delle brutte persone.
Durante la lettura non si riesca a scuotersi di dosso la sensazione che l'autore stia inventando ben poco, e che esistano davvero, là fuori, un Fortunato o una Diletta, ed è proprio questo il punto di forza del romanzo: Cammilli ha dato ancora una volta una voce a chi, nel mondo vero, lotta ogni giorno per potersi concedere un sogno, e viene invece ogni giorno ignorato.
È impossibile leggere "Conta fino a dieci" senza sentirsi scuotere nel profondo, ed è vero: è molto più di un thriller. Non si tratta solo di capire chi sia l'assassino.
"Conta fino a dieci" è un libro che ti cambia, che ti scuote e che ti sconvolge. Che ti turba.
Ed è un libro che dovete assolutamente leggere, perchè non potrete fare a meno di esserne conquistati.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
giovedì 20 luglio 2017
"Conta fino a dieci" di Paolo Cammilli
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