La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Una gabbia di stelle" di Robin Roe, edito Piemme (rilegato a 16,50€), in uscita il 31 Gennaio:
Adam è all'ultimo anno del liceo, è carino, gentile e circondato da amici. Quando gli viene chiesto di fare da tutor a un ragazzino problematico del primo anno si rende subito disponibile. Ma scoprire che si tratta di Julian, il "fratellino" che era stato dato in affido alla sua famiglia e che non vedeva da cinque anni, lo rende ancora più felice. All'inizio Julian sembra lo stesso: semplice, pulito e amante delle storie. Ma più tempo passano insieme, più Adam capisce che Julian sta nascondendo qualcosa... Adam è determinato ad aiutarlo, ma il suo coinvolgimento potrebbe costare la vita di entrambi.
Vi avevo presentato il libro a Dicembre, ed era uno dei titoli che voleso assolutamente leggere a Gennaio, convinta che lo avrei adorato.
E così è stato, anche se questa non è una lettura per i deboli di cuore.
Robin Roe affronta il tema dell'affido di minore e dell'inefficenza di un sistema che dovrebbe tutelare i bambini ma che non ha risorse sufficienti a seguirli davvero.
Dopo la morte dei genitori, il piccolo Julian era stato affidato alla famiglia di Adam e i due erano in grande sintonia... fino al giorno in cui Russell, uno zio del ragazzino, si era presentato a reclamarlo, per poi impedire loro di avere ogni forma di contatto con Julian.
Adam, adolescente iperattivo ma con un cuore grande e un sorriso contagioso, non lo ha mai diemnticato e quando se lo trova davanti nel corridoio della scuola per un istante pensa di poter ripartire da dove il loro rapporto si era bruscamente interrotto.
Solo che Julian è cambiato: è più timido, più silenzioso, ha ancora evidenti difficoltà di apprendimento e soprattutto sembra essere sempre spaventato.
È un solitario, e anche al ragazzo più socievole del liceo occorre del tempo per fare breccia nella sua corazza.
Adam inizia presto a sospettare che ci sia qualcosa dietro a ciò che Julian non dice, ma la verità potrebbe essere più terribile della peggiore delle sue supposizioni.
Quando dico che vi serve un cuore forte per leggere questo libro, è perchè l'autrice non pone (quasi) limiti alla crudeltà e alla freddezza che caratterizzano il rapporto tra Julian e suo zio Russell, rendendo difficile la lettura di alcuni paragrafi del romanzo.
Vorrete portarlo via da quella casa fin dalle prime pagine, e anzi, se non vi verrà voglia di farlo o se questo libro non vi ridurrà a un ammasso singhiozzante sotto alle coperte non possiamo essere amici.
Non si riesce a credere che un ragazzino possa trovarsi solo ad affrontare determinate situazioni, e sicuramente fa riflettere sull'importanza di non ignorare mai le proprie sensazioni: se credete che un amico abbia un problema, o che qualcosa lo spaventi particolarmente, non restate in silenzio.
Ma Robin Roe non si ferma qui, perchè se al centro del romanzo c'è la storia tormentata e dolorosa di Julian, ogni personaggio accanto a lui si fa portavoce di una situazione problematica spesso ignorata.
Adam soffre della sindrome da deficit di attenzione e iperattività, e nonostante le cure omeopatiche propinategli dalla madre sembrino aiutarlo, lo vediamo incapace di vivere in uno stato che non sia di costante movimento e tensione.
Il ragazzo saltella, corre, cammina, batte freneticamente i piedi sul pavimento e si contorce sulla sedia se costretto all'immobilità prolungata, e possiamo solo immaginare il disagio che affronterà nel corso della sua intera carriera scolastica dove, ahimè, qualche ora seduti a lezione è obbligatoria.
Charlie, migliore amico di Adam, si trova a vivere da adolescente insieme a una truppa di fratellini molto più giovani di lui che i genitori hanno improvvisamente deciso di mettere al mondo, e soffre in parte della mancanza di attenzioni da parte dei genitori e in parte dell'impossibilità di un vero rapporto alla pari con i fratelli ( che invece sono una squadra, sempre presi a giocare insieme).
Emerald, la ragazza di cui Adam è cotto da sempre, sembra in pace con se stessa e con il mondo, ma viene ignorata dai genitori e lasciata fin troppo spesso sola.
Al punto che nel romanzo i suoi genitori non li incrociamo mai, nemmeno nel momento in cui la ragazza compie gli anni.
Quello che l'autrice è riuscita a fare è stato raccontare quanti tipi diversi di solitudine e di dolore possano esistere, soprattutto in quella delicata fase che è l'adolescenza, e come ad ognuno di essi si debba provare a reagire.
È un romanzo raccontato a due voci (quella di Julian e quella di Adam, alternate), e non solo esse sono completamente distinte ed assolutamente credibili, ma sono entrambe capaci di arrivare dritto al cuore del lettore.
"Una gabbia di stelle" è il romanzo che tutti dovrebbero leggere quest'anno, perchè la storia di Julian è quella di troppi bambini là fuori rimasti senza un vero supporto che rischiano di venire dimenticati.
Su una nota più leggera, Adam ed Emerald vi faranno battere il cuore perchè le loro sono le pagine sul primo amore più delicate e dolci che abbia mai letto.
Consigliatissimo a tutti: lo divorerete in un pomeriggio, inzuppando fazzoletti e abbracciando il volume a fine lettura.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Mi è venuta la pelle d'oca solo leggendo la tua recensione. Devo leggerlo al più presto ❤
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