Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "La musica provata" di Erri De Luca, edito da Feltrinelli (brossurato a 9€):
Un giro del disco durava più di un secondo: dal boccaporto del grammofono usciva la melodia, il canto. Restavo a guardare la puntina capace di leggere il solco e pure la polvere. C’entrava l’elettricità e la finestra chiusa per tenere fuori l’ammuina. E dentro la stanza avveniva lo spazio e il silenzio per farla suonare. Le canzoni come gli odori, e più della vista, affilano i ricordi. Dai solchi dei dischi comincia l’ascolto assorbente che non permette altra mossa. Niente riuscivo e riesco a fare in sua presenza. Non l’ho potuta usare a sottofondo, la musica provata.
Una lettura davvero veloce (89 pagine, piene di righe vuote e con margine largo), che avevo trovato in ottime condizioni allo scambio-libri di quartiere.
Non sono una fan di De Luca, anzi a oggi l'unico suo libro che non mi sia dispiaciuto è "Storia di Irene" (di cui avevo apprezzato la nota di realismo magico del racconto iniziale e il racconto finale).
Ma trovo giusto dare sempre una possibilità agli autori italiani, e quindi eccomi qui.
Stavolta ci siamo: Erri De Luca porta a casa la partita con questa piccola raccolta di pensieri sulla musica, e sul ruolo che essa ha avuto nella sua vita.
A cominciare da un'infanzia segnata dalle canzoni napoletane e da una madre che, presa la sua voce stonata come un affronto personale, è riuscita attraverso l'esercizio costante a correggerla almeno un po'. E brava la mamma.
Ammetto che moltissime delle canzoni da lui citate non le conoscevo, e le ho ascoltate su Youtube per farmi un'idea, ma è stato un modo per scoprire qualcosa di nuovo.
Seguiamo la vita musicale di De Luca fino ad oggi, in questa sorta di zibaldone di pensieri che ho trovato molto più gradevole dei suoi romanzi.
Il pensiero breve ed incisivo, la "bella frase", è ciò che De Luca sa fare meglio e quindi questa forma letteraria gli si addice al cento per cento.
Voglio riportare un estratto, tra i miei preferiti:
pag.9: Staffa è il nome del più leggero e piccolo osso del corpo umano. Sta nell'orecchio e dalla sua cavità passa il sonoro. Altri ossicini hanno nomi di arnesi: incudine, martello. L'ascolto è più officina che sala da concerto. Poi il suono attraversa una serpentina di nome labirinto, trova l'uscita e arriva al cervello, fine della corsa. L'ascolto è un'onda che non torna indietro.
Unico punto di disaccordo (grave) con l'autore, quando critica Bob Dylan.
Senza offesa, ma dopo minuti e minuti di lagne napoletane su Youtube, Bob Dylan non me lo puoi toccare. Ecco. Ma i gusti sono gusti, quindi questo non toglie nulla la libro in sé (ovviamente).
Consigliato ai fan dell'autore, perché è una sorta di piccola autobiografia attraverso la musica che non vi deluderà, ma anche a chi, come me, di De Luca ha sempre apprezzato le singole citazioni ma mai le opere intere.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Lo cercherò sicuramente!!! Musica e libri sono un'accoppiata a cui non posso restare indifferente <3
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