La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Un bacio, mille sapori" di Miranda Nobile, edito Leggereditore (ebook a 2,99€ ma dal 28 Settembre lo troverete anche in libreria a 9,90€):
Bea, trent'anni, è una donna in carriera con la passione per la cucina, anche se dagli scarsi risultati. Insoddisfatta della sua vita sentimentale, un aperitivo imprevisto avrà per lei il sapore della scoperta e rimetterà le carte in gioco offrendole nuove possibilità.
Miranda Nobile è piuttosto timida, per questo preferisce non rivelare molto di sé. Come tante trentenni, assomiglia alla protagonista del suo libro. Alcuni giorni si sente Carrie Bradshaw, degli altri Bridget Jones. Ama la poesia, le risate a crepapelle e le vecchie canzoni, in particolare quelle che non parlano d’amore. Adora il formaggio, il vino rosso e i cani neri. Un po’ meno il cioccolato di Modica. Vive in una città del Nord, barcamenandosi tra la scrittura e il suo vero lavoro.
"Un bacio, mille sapori" è il suo primo romanzo.
Ero molto curiosa di scoprire la storia di Bea e del suo chef del cuore, e della sua Milano.
Mi piace sempre ritrovare la mia città nei libri che leggo, e la Milano di Bea è quella delle corse contro il tempo per arrivare in ufficio in orario, degli aperitivi, dei Navigli e della stazione Centrale.
La donna lavora per una casa editrice, e mentre si destreggia tra manoscritti improponibili e presentazioni in libreria, è incastrata in una relazione a singhiozzo del tutto insoddisfacente con Massimiliano, autore pomposo e molto pieno di sè che si fa sentire quando gli capita e dal quale non riceve mai un gesto gentile.
Bea è felice del suo lavoro, ma per il resto non ha molto di cui sorridere: vorrebbe un grande amore, vorrebbe la passione, vorrebbe una doccia che non si otturi ogni due per tre e poter riabbracciare la sua amata nonna Lia, persa da poco.
Una serie di circostanze fortuite la fa finire a Bergamo in pigiama e affamata, ed è così che incontra Lorenzo: affascinante, gentile, divertente e pronto a sfamarla e darle il suo numero nonostante Bea sia davvero impresentabile.
Cosa volere di più?
Ma non sarà così semplice, perchè Bea perde il suo numero poco dopo e ritrovare Lorenzo sembra davvero impossibile...
Con l'esordio di Miranda Nobile "gioco in casa", e non mi allontano troppo dalla mia zona.
Quella di Bea e Lorenzo è una storia d'amore fresca, frizzante e decisamente gustosa, tra vecchie ricette di famiglia che la donna custodisce gelosamente nel quaderno di Nonna Lia e ricette moderne ma piene di gusto e vivacità di Lorenzo - che, vi avviso, vi piacerà moltissimo: è il Fidanzato di Carta da sogno, quello con tutte le carte in regola ;)
"Un bacio, mille sapori" è una lettura veloce, rilassante e che intrattiene moltissimo: l'ideale per un freddo pomeriggio autunnale, accompagnata da un gustoso spuntino perchè, vi avviso, vi verrà fame. tantissima.
Non si può non parlare almeno un po' del rapporto tra amore e cucina, non quando è il fil rouge che lega i sei volumi della collana. E stavolta non abbiamo solo l'amore passionale, ma anche - forse soprattutto - quello che viene dalla famiglia.
Uno dei punti fermi di Bea è infatti nonna Lia, le cui parole e i cui insegnamenti sembrano essersi condensati in quel ricettario vissuto, scritto a mano, consunto dall'uso e dal tempo.
Ogni piatto preparato è stato un atto d'amore, amore che la stessa Bea prova a sentire più vicino a sè anche ora che la nonna non c'è più, cucinando gli stessi piatti pur sapendo che, nonostante tutto, non sarà mai la stessa cosa.
E poi c'è l'amore romantico, passionale e "piccante", che passa dal cibo perchè sì, gli uomini vanno presi per la gola... ma anche le donne!
Per una come Bea, che salta da un pasto improvvisato alla scrivania a un aperitivo non proprio salutare ed equilibrato, l'incontro con Lorenzo e la sua cucina è qualcosa di magico e insperato che arriva proprio quando ne aveva più bisogno.
Posso ripetere che leggere questo libro mi ha fatto venire fame, e che consiglio di avere uno spuntino a portata di mano? Lo ripeto ;)
Purtroppo non posso provare personalmente la ricetta di Simone Rugiati abbinata al romanzo - io e la polenta non andiamo d'accordo - ma l'idea di uno gnocco di polenta con fonduta di taleggio, tartufo nero e funghi porcini attira anche me: chissà che non mi ci cimenti nella mia nuova cucina!
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Ma dovete poter sbirciare anche voi, in prima persona, tra le pagine di questo divertente romanzo tra amore cucina, giusto? Ecco quindi i due estratti che ho scelto per voi:
[...] devo subito prendere atto che non è per niente facile procedere sull’acciottolato con i tacchi a spillo. Sembro un trampoliere ubriaco. Mi sto guardando intorno sperando che non ci sia nessuno ad assistere allo spettacolo, quando vedo Lisa venirmi incontro. Non ci siamo mai conosciute di persona, perciò le faccio un cenno di saluto di modo che capisca che sono io.
Con Glu, dividiamo le donne in due categorie: "quelle che non sudano" e "quelle che sudano". Le prime sono femmine impeccabili, possono indossare camicie azzurre senza avere aloni di sudore, hanno capelli lucidi che non si spettinano nemmeno se c’è la tramontana, il mascara non gli cola mai e sembrano ottenere i migliori risultati nella vita senza nessuno sforzo apparente. "Quelle che sudano" invece siamo noi, l’esatto contrario.
Chiaramente la Viola non suda. Col suo tacco quattordici, sembra librarsi sul ciottolato. È altissima e splendida, e indossa un abito con uno spacco profondo da cui si intravede una coscia che è lunga praticamente quanto me.
«Immagino tu sia Beatrice, piacere di conoscerti» mi dice quando ci stringiamo la mano.
«Esatto. Piacere mio.» Profuma, di qualche profumo costoso. E ha le mani curate, un trucco a regola d’arte e una cascata di capelli biondi. Accanto a lei mi sento sensuale come un comodino.
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Prendo un quadernino dalle pagine ingiallite, la copertina nera un po’ sgualcita.
Mi siedo al tavolo e lo sfoglio, scorrendo la calligrafia di nonna Lia, corsiva e svolazzante, retaggio di quando a scuola si insegnava la bella scrittura. Alcuni fogli sono macchiati, con la mano ne liscio uno spiegazzato. Su questo vecchio quaderno, nonna ha annotato le sue ricette.
Era una bravissima cuoca. Sono cresciuta con i suoi piatti e, ancora, da grande, non ha mai mancato di farmi trovare in tavola le mie pietanze preferite, ogni volta che venivo qui.
«Cosa ti preparo domenica?» mi chiedeva quando sapeva che sarei andata a trovarla.
Ricordo il sapore di ogni pranzo, le nostre chiacchiere che accompagnavano ogni pasto, il torpore della stufa e il profumo della legna. Mi raccontava di come aveva preparato i suoi piatti, del coniglio che le aveva portato il contadino, perché di quello del supermercato non c’era da fidarsi, e che lei aveva pulito e marinato, di come si ‘menasse’ la polenta – «Si gira rivoltandola dal basso verso l’alto, almeno per un’ora» –, della Formagella che veniva dalla malga. Conosceva tutte le ricette della tradizione, che aveva a sua volta imparato da sua mamma e da sua nonna, ma sottolineava sempre, con un pizzico d’orgoglio, come in ciascuna di esse aggiungesse un suo tocco personale.
Così, ogni volta che vengo al mulino, scelgo un piatto dal suo ricettario e lo preparo. Rivivo, attraverso i sapori e i profumi, i momenti trascorsi insieme. E anche se i risultati non sono dei migliori, mentre impasto o soffriggo mi sembra che nonna Lia sia vicino a me, ad ascoltarmi e darmi consigli.
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Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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