mercoledì 5 aprile 2017

"La migliore delle vite" di David De Juan Marcos

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "La migliore delle vite" di David De Juan Marcos, edito HarperCollins (rilegato a 18€):
È autunno quando Nicolás arriva a Cambridge dalla Spagna, e subito avverte qualcosa di magico e inafferrabile, un legame speciale con una città che è come una tavolozza di vetro e pietra, un arcobaleno velato. Conosce Pierre per caso, una domenica mattina, mentre corre tra alberi artritici avvolti in una nebbia azzurrina. Diventano amici. Ed è proprio Pierre a presentargli Lei, una ragazza danese inquietante e bellissima, circondata da un alone di mistero che ne accresce il fascino e rende quasi impossibile starle lontano. Quello che unisce i tre giovani è un rapporto profondo e superficiale al tempo stesso, fatto di segreti svelati a metà, di speranze condivise e di ferite che tuttavia non tolgono loro l'entusiasmo e la voglia di cambiare il mondo. In un viaggio emozionale ed emozionante tra Cambridge, Roma e Amsterdam, Lei, Nico e Pierre si lasceranno e si ritroveranno, portando alla luce segreti che cambieranno la loro vita e li costringeranno a riflettere su chi sono e chi vogliono essere.

Ho avuto l'immensa fortuna di poter leggere questo romanzo a inizio anno, e morivo dalla voglia di raccontarvelo quindi eccomi qui, senza ulteriore indugio!

David De Juan Marcos racconta ai suoi lettori una storia di amore, amicizia, viaggi attraverso l'Europa, e lo fa seduto su una poltrona accanto al nostro letto.
È questo che si prova leggendo "La migliore delle vite", grazie alla narrazione in seconda persona singolare e alla poesia che pervade la prosa di questo autore tutto da scoprire.

La voce narrante è quella di Nico, che confida al lettore il suo dolore e la sua frustrazione di fronte a una situazione famigliare infelice che non può cambiare: la scomparsa del fratello minore ha sconvolto l'equilibrio della sua famiglia, facendo sì che la madre diventasse una persona assente e persa dentro se stessa e il padre cercasse rifugio nell'alcol.
A volte fuggire è più facile che restare, ed è quello che fa Nico rifugiandosi a Cambridge: lì nessuno lo conosce, e potrà reinventarsi.
Vivere una vita diversa, da riempire di eventi e di avventure, anche solo per trarne conforto in futuro riguardando indietro.
Certo non può immaginare di essere sul punto di vivere un'avventura con la A maiuscola, destinata a portarlo in giro per l'Europa e a cambiarlo per sempre....
L'avventura nella vita di nico ci arriva con le sembianze di una giovane ragazza nordica, bella e tanto affascinante quanto inquietante.
Su di lei sembra aleggiare un'ombra di segreti mai svelati e cose non dette, ed è azzeccato che ci si rivolga (e se ne parli) a lei come, semplicemente, Lei.
Lei che è rimasta incinta e alla quale è stato strappato via il suo bambino, lei che ha provato ad uccidersi ma che non ci è riuscita, realizzando così non solo di essere un fallimento da viva, ma di non essere nemmeno in grado di morire.
Una donna piena di dolore, ma la cui perdita ben si sposa con il vuoto nel cuore di Nico, ed è al suo dolore che Nico sembra aggrapparsi, quasi a volercisi fondere.
Forse per comprendere meglio il proprio, o forse perchè ne è attratto così come lo siamo dai precipizi, o dalle terrazze al trentanovesimo piano.

Ma per Nico, Cambridge significa anche l'incontro con quelli che saranno i suoi due amici: Pierre, e Gennaro - l'italiano che gli affitta la stanza, che incontriamo già all'inizio del romanzo.
Se Lei è tormento e fascino oscuro, Pierre e Gennaro sono l'oasi nel deserto alla quale Nico può dissetarsi. Sono i due stimoli positivi, per lui e per noi.

Cos'hanno in comune i protagonisti del romanzo? Sicuramente il desiderio profondo di vedere il mondo, di viaggiare e di esplorare. Di conoscere l'altro e il diverso.
Sognano di dover affrontare ogni giorno l'incertezza e l'imprevisto, e l'autore prende alla sprovvista anche noi: da un momento all'altro, ecco che la narrazione ci porta da Cambridge a Roma, passando per Amsterdam e per tornare poi a Parigi.

Non voglio raccontarvi troppo della storia, perchè va scoperta, ma se avete amato film come "L'attimo fuggente" e "La dolce vita", o riletto dieci volte romanzi come "Viaggio al termine della notte" di Louis-Ferdinand Céline e "Festa mobile" di Ernest Hemingway, allora non potete non avere una copia di questo libro nella vostra libreria.

La prosa di De Juan Marcos è intelligente e delicata, ma soprattutto ti emoziona nel profondo.
Consigliatissimo: una lettura a cinque stelle.

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

1 commento :

  1. Mi piacciono molto i romanzi che sanno emozionare il lettore... E le emozioni non sembrano mancare in questo libro!
    Ci farò un pensierino...
    Un bacio

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