giovedì 12 settembre 2019

Strange but true: al cinema e in libreria!

Da oggi nelle sale, Strange but true (diretto da Rowan Athale) è un film riuscito a metà.
Se la premessa era infatti accattivante - cinque anni dopo la tragica morte di un ragazzo, la sua allora fidanzata bussa alla porta della famiglia di lui con un annuncio sconcertante: è incinta, e il padre è il defunto fidanzato - , il risultato è una pellicola non troppo coinvolgente e con personaggi ridotti a figure monodimensionali, con ben poco da trasmettere al pubblico.


L'interpretazione più riuscita è quella di Margaret Qualley, che nei panni di Melissa trasmette agli spettatori ogni sua emozione e sensazione, reggendo più di un lungo primo piano e arrivando quasi a convincerli della reale possibilità che quel bambino in arrivo possa, effettivamente, essere del defunto fidanzato Ronnie.
Non si può dire lo stesso per Nick Robinson, che nei panni del fratello di Ronnie, Philip, conserva per 96' la stessa espressione e al quale la sceneggiatura regala solo un paio di minuti di conversazione con Melissa (Qualley) per dare profondità al suo personaggio. Non sono sufficienti.

Il secondo tempo piacerà al pubblico amante dei thriller, che troverà in un inseguimento nei boschi e una quasi riuscita sepoltura di Philip (ancora vivo) pane per i suoi denti, ma resta una virata troppo brusca rispetto al mood che pervade i primi quaranta minuti della pellicola.
Questi sono dedicati alla famiglia di Ronnie, a mostrarne lo stato di semi-rottura seguito a un lutto mai superato, e anche in questo caso sembra che si abbia quasi timore ad andare fino in fondo, limitandosi a poche scene a effetto che non arrivano a essere emblematiche. O sufficienti.

Il romanticismo della scena del ballo a due di Ronnie e Melissa, scelta per la locandina, è assente in ogni altro minuto del film, e persino il trailer sembra più una reclame del "puoi credere a qualcosa di incredibile?" e "l'amore supera tutto, anche la morte", davvero distante dal prodotto arrivato nelle sale.

Il romanzo omonimo di John Searles, Strange but true, da cui è stata tratta la pellicola, è ben più riuscito e da consigliare, ed è in libreria edito Dea Planeta:


In seguito a una misteriosa caduta nel suo appartamento di Manhattan, Philip Chase è tornato a vivere a casa della madre, Charlene, una donna corrosa dall'incapacità di accettare la tragica morte del figlio minore, Ronnie, avvenuta cinque anni prima. Impacciato dal gesso e irritato dalle continue frecciate della madre, Philip passa le giornate sul divano, sprofondato nel vuoto brusio della tv. Tutto cambia una sera d'inverno, quando la fidanzata di Ronnie si presenta sulla soglia di casa per annunciare di essere incinta. E il padre, sostiene, è proprio Ronnie, il defunto fratello di Philip. Comincia così, con quella che pare a tutti gli effetti la fantasia malata di una giovane donna distrutta dal dolore, il viaggio attorno ai segreti e ai fantasmi di una famiglia. Alla scoperta di menzogne, omissioni, segreti e crimini inconfessabili. E di un pugno di personaggi in bilico tra debolezza e redenzione.

Il romanzo rende giustizia al personaggio di Philip, a quello della madre Charlene (esiste dolore più grande, per una madre, della eprdita del figlio?) e anche a quello di Melissa - ben lontana dall'essere la ragazzina ammaliata da una sensitiva che ci presenta il film di Rowan Athale.
Un'occasione sprecata al cinema, ma una storia da scoprire in libreria.

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