mercoledì 3 aprile 2019

"La terra promessa" di Matteo Righetto

Da quest'anno, il blog ospita le recensioni di Veronica Lempi, già collaboratrice de Gli Amanti dei Libri. Ecco cosa ha pensato di La terra promessa di Matteo Righetto (Mondadori)!

Matteo Righetto torna in libreria con il capitolo conclusivo della Trilogia della Patria, la saga dei De Boer che con questo ultimo libro giunge al termine ma lascia aperte le porte dell’anima.
La Jole e Sergio, figli di Augusto e Agnese De Boer, coltivatori di tabacco a Nevada, un piccolo paesino della Val Brenta, sono costretti a lasciare le loro amate terre di montagna, per vivere lo straziante viaggio verso, appunto, la Terra Promessa.


Un libro ambientato alla fine dell’Ottocento, che racconta attraverso scene vissute, la disperazione dei nostri antenati, obbligati ad abbandonare tutto per partire, nella speranza di trovare qualcosa di migliore in termini di futuro. Ed è proprio il Futuro, che la La terra promessa racconta: il domani di due giovani ragazzi italiani, la Jole 20 anni e il piccolo Sergio solo 12, rimasti soli, faccia a faccia con l’incerto, ma con la determinazione di non arrendersi mai.

Un romanzo doloroso, perché le prime 200 pagine raccontano passo a passo la fame, la solitudine, la malattia, la morte, la mancanza di forze e, di tanto in tanto, della voglia di andare avanti, che con onestà intellettuale rimanda alla situazione sociale di oggi: l’immigrazione come fattore storico, senza polemiche né retoriche, ma con tanto spazio dedicato alla riflessione.

Ma è anche una storia di Fede, quella tra un popolo ed il suo Dio misericordioso, che sa perdonare, che non giudica e che accompagna con fedele partecipazione. Righetto sa, con sottile eleganza, introdurre la Figura della Fede come risposta Universale.

Ed è anche la storia di un amore tra fratelli, incondizionato e salvifico, nonostante le difficoltà della vita. La Jole e Sergio ne hanno passate tante, hanno sofferto ripetutamente seppur molto giovani, e solo la Jole ha pianto la morte cruda dei loro genitori. Sergio non sa ancora che sono rimasti soli, crede che la madre ed il padre li raggiungeranno, poi. Per non farlo soffrire ulteriormente, la sorella decide che, non appena arrivati in Messico, troverà il modo di affrontare l’argomento. Ma i piani non vanno come dovrebbero.

Matteo Righetto scrive un libro impegnativo eppure leggero, come solo un poeta della prosa sa fare: i capitoli brevi aiutano a mantenere alta la concentrazione e a non perdere l’intensità del viaggio; le emozioni sono raccontate all'intuizione, attraverso i pensieri dei protagonisti, con grazia e mai urlati. E poi ci sono i punti cardine, quei riferimenti che aiutano il lettore, ma anche i protagonisti, a non perdersi mai nell'infinità della storia, intesa come trama e come successione dei fatti: il suono cupo di Sergio, uno strumento che sospende la trama, lasciando a chi legge l’interpretazione del momento, le montagne, vita e amore, ossigeno, famiglia, elemento essenziale nella vita dei De Boer, che si troveranno, invece, ad abbandonarle per incontrare la vastità del mare, sconosciuto a volte intrigante a volte sinonimo di inquietudine.

E poi c’è il Vento di Frontiera della Jole: quel ricordo concreto del padre, che le ha insegnato la determinazione del non arrendersi. Il vento torna e tornerà, sempre, anche nell'ultima emozionante pagina, rivolta dritta al cuore, per ricordarle che non è sola.


La terra promessa di Matteo Righetto (Mondadori) è in libreria, al prezzo di copertina di 18€.

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