"Il cuoco d'oro": l'evento al quale chiunque abbia, o aspiri ad avere, un ruolo nel prestigioso mondo della gastronomia svedese non può non partecipare, una serata che riserva sempre grandi sorprese. Solveig Berg, la più spregiudicata giornalista d'inchiesta di Stoccolma, sempre alla ricerca dello scoop, si è assicurata l'ingresso allo Stockholm Grotesque, il noto ristorante che ospita il premio.
Tutti sembrano puntare su Florian Leblanc o su Jon Ragnarsson - due chef stellati un tempo soci, ora rivali. Ma proprio al momento dell'annuncio del vincitore le luci si spengono improvvisamente e un colpo di pistola sovrasta il brusio della sala, uccidendo Vanja Stridh, il capo di Solveig.
Le indagini sull'accaduto iniziano rapidamente, ma Solveig capisce subito che la polizia sta imboccando una pista sbagliata, soprattutto a causa di quello che Vanja le ha bisbigliato prima di morire. Tra le sale e le cucine dei ristoranti di lusso della città, la giornalista si troverà così ad affrontare nuovi intrighi, una mente criminale imprevedibile... e le ombre del suo stesso passato. Una sua vecchia conoscenza, Lennie Lee, ex fotografo di moda che ha visto la sua rivista scandalistica disfarsi e chiudere i battenti durante la sua permanenza in carcere, è finalmente tornato a Stoccolma dopo tre anni. Ha perso tutto, ma è pronto a rifarsi investendo questa volta nella ristorazione, e spende i suoi ultimi risparmi per acquistare un food truck. Le strade di Lennie e Solveig sembrano destinate a incrociarsi di nuovo...
Ecco cosa ci ha raccontato Hanna Lindberg a Milano, davanti a una golosa colazione da Architorta prima di partire per Suzzara e partecipare al festival Nebbia Gialla!
Siamo alla seconda indagine di Solveig Berg: era nei tuoi progetti?
O ti sei trovata a riprendere in mano questi personaggi in seguito al successo di "Stockholm Confidential" e a trasformare in tutto in un progetto seriale? Questo ha influenzato la tua scrittura?
No, all'inizio non avevo assolutamente quest'idea, anzi!
Avevo solo una visione molto chiara di quello che sarebbe stato "Stockholm Confidential", che era il romanzo che volevo scrivere.
Sono stata sorpresa e travolta dall'entusiasmo dei lettori e della critica per il mio lavoro, ed è stato questo a farmi desiderare di scrivere ancora.
Inoltre, molti dei miei personaggi potevano essere ulteriormente approfonditi con un secondo romanzo, e sembravano chiedermelo loro stessi.
Al momento sto lavorando al terzo capitolo della serie.
La società nordica è molto diversa da quella degli altri paesi europei, e i tuoi romanzi sono letti anche al di fuori del suolo svedese.
Ti sei posta il problema di renderne comprensibili le sfumature ai lettori stranieri?
Sì, e anzi, uno dei miei obbiettivi era proprio quello di raccontare lati inediti di Stoccolma a chi non la vivesse nella quotidianità.
Ci sono moltissimi autori che hanno raccontato e raccontano la società nordica ai lettori di tutto il mondo, e spero di essere riuscita ad aggiungere un tassello inedito e sorprendente a quanto già descritto dai miei colleghi.
"Il gusto di uccidere" ci porta nel mondo dell'alta cucina, molto meno scintillante di quanto potremmo pensare, e in Italia quella della cucina e degli chef idoli delle masse è una vera e propria moda. E in Svezia? È così?
È così anche in Svezia. È una tendenza globale, quella di far diventare i grandi chef delle rockstar.
Fino a non troppo tempo fa quello dello chef era un lavoro faticoso e nemmeno troppo pagato, mentre oggi attorno alle loro figure si crea un'aura di ricchezza, celebrità e mistero.
Tutti ingredienti utili per essere inseriti in un thriller!
C'è un aspetto specifico del mondo della cucina, quello delle sue regole nascoste e delle tensioni sotto la superficie, che mi piace esplorare con la scrittura.
Sono molto fortunata, perchè l'idea per questa storia è nata qualche anno fa e sono felice che questa tendenza non solo sia ancora viva, ma stia crescendo.
Non solo cucina: nel romanzo viene introdotto anche un tema forte come quella difficile situazione politica e sociale in Africa, e del sangue che scorre in questo continente.
Volevo che questo personaggio avesse un passato doloroso e traumatico, anche se non volevo che fosse una mera vittima. Per raccontarne il passato sono andata in Rwanda, per fare delle ricerche, e ho potuto ascoltare molte storie alle quali mi sono ispirata.
Hanna Lindberg |
Ci sono sicuramente già state giornaliste-investigatrici, ma credo che Solveig sia una versione più moderna e contemporanea. Usa i social media, ama il rischio e si identifica profondamente con la sua professione: questo la rende molto potente, ma anche vulnerabile e spesso capace di mettersi in pericolo più di quanto sarebbe opportuno.
Questo perchè Solveig è il suo lavoro, e il suo lavoro è tutto ciò che ha.
Abbandoniamo Solveig per un momento: parliamo di Lennie, che torna anche in questo romanzo.
Qui Lennie cresce: ha perso tutto, e si ritrova sul fondo, intento a risalire la china.
Ha un risveglio di coscienza, e non sa come gestirlo - incontra anche una donna, per la quale si accorge di provare dei sentimenti ed è un'altra cosa che non sa gestire - insomma, a Lennie gira un po' la testa e deve trovare una nuova direzione!
Allargando il campo, come ti sei inserita nel movimento culturale nordico che, da dieci anni a questa parte, anima di entusiasmo il mondo, e quale credi sia il valore aggiunto che porti con i tuoi romanzi?
Credo di aver contribuito a rinnovare il giallo svedese, svelando lati di Stoccolma diversi da quelli messi in luce dal "tipo giallo svedese", come spesso mi ripetono i lettori.
Prima di salutarci, puoi anticiparci qualcosa del tuo nuovo libro?
Certo, perchè ci sto lavorando in questi mesi e uscirà in Svezia in autunno.
Ritroverete Solveig Berg, e stavolta indagherà nel mondo degli influencer.
Il gusto di uccidere di Hanna Lindberg (Longanesi) è in libreria, al prezzo di copertina di 20€.
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