Hop Edizioni torna a conquistare lettori e lettrici con un picture book speciale, dedicato stavolta a Marina Abramović: "Marina" di Giulia Rosa (brossurato a 18€), è un piccolo gioiello, e non vedevo l'ora di parlarvi di quest'autrice così discussa.
Marina Abramović, la nonna della performance, come lei stessa ama definirsi, è ancora oggi, a più di settant’anni, la più nota e la migliore performance artist del mondo. Il suo percorso l’ha portata dove nessuno era mai arrivato e rimane la più convincente per coerenza di pensiero e metodo. Decisa, grazie alla disciplina appresa da piccola e al dolore – anche fisico – sopportato in famiglia, a dimostrare come sia possibile affrontare la paura e superare i propri limiti con la forza della mente, è passata da performance vicine alla Body art a prove che attingono tutta la loro intensità dalla meditazione tibetana o dalla tradizione culturale degli aborigeni Pintupi.
Sperimentando il potere della mente, Marina ha dimostrato a tutti come la vulnerabilità sia una condizione umana da mettere alla prova e da vincere. Giulia Rosa interpreta l’intensità e il carisma della grande artista utilizzando una simbologia personale. Settima uscita della collana “Per aspera ad astra. La forza delle donne”.
Ho studiato le performance di quest'artista rivoluzionaria anni fa, appassionandomi alla sua storia e alla sua grinta, oltre al forte legame con l'attualità e il mondo a lei circostante.
Non potevo perdere l'occasione di mostrarvi quelle che sono le tre performance che, allora, mi avevano toccata di più, a partire dalla serie Rhythm, degli anni Settanta.
Colpì il pubblico e la critica per le violenze che l’artista infliggeva a sé stessa per portare il suo corpo all’estremo limite fisico. Emblematico è il caso della performance Rhythm 5 (1975), durante la quale la Abramović rischiò di morire.L’artista giaceva distesa al centro di una stella a cinque punte in legno, posizionata al centro di una stanza e che era stata data alle fiamme. In quella prigione di fuoco però l’aria era presto diventata irrespirabile e l’artista aveva perso i sensi. Per fortuna il pubblico realizzò cosa stesse accadendo e la soccorse.
Ancor più scalpore destò la performance Rhythm 0, messa in scena a Napoli nel 1974. L’artista accolse il pubblico in piedi al centro di una stanza, in cui erano presenti vari oggetti (coltelli, piume, corde, forbici e persino una pistola) e venne detto agli spettatori che, per sei ore, sarebbe rimasta immobile come un oggetto, e ognuno di loro avrebbe potuto fare di quel corpo ciò che desiderava. Impunemente.
Dopo un paio di ore di titubanza, gli spettatori iniziarono ad accanirsi su Marina, in modo violento e incontrollato: le tagliarono i vestiti, le tagliuzzarono la pelle con una lametta, fino a puntarle contro la pistola. A quel punto altri spettatori intervennero e nacque un’accesa discussione che rischiò di sfociare in una rissa.
La performance aveva funzionato: aveva dimostrato che gli esseri umani, se sicuri dell’impunità, sono capaci di dare sfogo alle loro peggiori fantasie sadiche.
Venne considerato un segno di speranza il fatto che, qualcuno, avesse reagito impedendo all'artista di venire uccisa.
Infine, quella che mi diede più "problemi": Balkan Baroque, presentata alla Biennale di Venezia nel 1997. In questa performance l’artista restò seduta in una cantina piena di ossa bovine insanguinate e maleodoranti, che pulì incessantemente per giorni dal sangue e dai vermi, cantando litanie e lamenti. L’opera faceva esplicito riferimento agli orrori perpetuati nella guerra dei Balcani (all’epoca in corso), e venne premiata con il Leone D’Oro.
Serve uno stomaco robusto, per portare a termine un progetto simile!
Se in molti conoscono la sua ultima performance, The Artist Is Present, presentata al Moma di New York nel 2010 (anche grazie ai video diventati virali), credo che i suoi lavori più significativi, di rottura e di denuncia siano anche quelli meno noti, e spero che il lavoro di Giulia Rosa contribuisca a dare luce anche a questo lato della carriera della performer.
E non è finita qui: uno di voi potrebbe avere una copia di "Marina" sul proprio comodino!
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a Rafflecopter giveaway Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Non ci credo che l'artista sia riuscita a fare una cosa del genere... la Balkan Baroque è un'opera veramente inquietante però ametto anche che allo stesso tempo ha un suo perchè...
RispondiEliminaA prescindere da tutto con le vostre tappe sto conoscendo una persona di cui fino a ieri non sapevo neanche l'esistenza...
Il tour si fa sempre più interessante 👍
RispondiEliminaPersonaggio controverso ma molto interessante ed affascinante. Un'artista coraggiosa e decisa.
RispondiEliminaDonata