Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Stronze si nasce" di Felicia Kingsley, edito Newton Compton (rilegato a 10€):
Allegra Hill è brillante, onesta e altruista. Ma anche un’eterna seconda. Fin dagli anni della scuola c’è sempre qualcuno che la precede. Sempre. E senza dimenticarsi di umiliarla anche un po’. Chi è costei? Ma la classica stronza! Quella di Allegra si chiama Sparkle Jones. Non solo la vita di Sparkle è perfetta, ma la biondissima e splendente ragazza riesce a ottenere sempre tutto ciò che vuole. Ma il tempo passa e a ventisei anni Allegra ha finalmente una casa tutta per sé e un lavoro nell’agenzia immobiliare più prestigiosa di Londra. Il passato, però, non sembra volerla dimenticare e mette di nuovo Sparkle Jones sulla sua strada. Questa volta le cose sembrano andare diversamente e la nemica di una vita le appare sotto un’altra luce... E tutto questo proprio quando l’incontro con un bellissimo imprevisto dagli occhi verdi come smeraldi sembra in grado di sparigliare le carte. Tra feste, intrighi e cene non proprio a lume di candela, in corsa tra le strade di una Londra magnifica, forse, per Allegra è arrivato il momento di scoprire se davvero quello che vuole è la felicità. Questa volta non può lasciare l’ultima mano alla sua adorabile, odiata stronza numero uno!
Felicia Kingsley è tornata, eccome se è tornata!
Dopo il frizzante, romantico e appassionante "Matrimonio di convenienza", in libreria arriva "Stronze si nasce", e fidatevi se vi dico che questo romanzo è la cura per qualsiasi malumore o malanno di stagione.
Vi sfido a non ritrovarvi almeno un po' in Allegra, che nonostante abbia lasciato il liceo da un po' non era affatto pronta a trovarsi di fronte Sparkle: bellissima e sicura di sè come ai tempi della scuola, e capace di farla sentire di nuovo la ragazza anonima e imbranata che era.
Poco importa che Allegra Hill abbia un nuovo lavoro, che sia dotata e piena di voglia di impegnarsi, che abbia una splendida borsa firmata a completare il suo look: Sparkle è più affascinante, più in gamba, più... più tutto. Anche più stronza, certo, ma non con lei: anzi, a tratti Allegra quasi soccombe alla sua "sparkliness"!
Ma è davvero possibile che sia questo, quello che vuole? Diventare come Sparkle?
La soluzione è diventare stronze, o, in fondo, stronze si nasce?
Se amate i romanzi di Sophie Kinsella, se siete fan di Kristan Higgins, mollate tutto e precipitatevi in libreria perchè "Stronze si nasce" è esattamente il romanzo che cercate.
È tutto ciò che amate, e anche di più.
L'autrice gioca con abilità con quelle che sono le nostre paure (prima tra tutti, trovare l'ex-nemesi del liceo alla scrivania accanto in ufficio), i nostri sogni e sì, anche le nostre ambizioni: Allegra è una ragazza che vuole farcela da sola, che vuole raggiungere i suoi obbiettivi senza scorciatoie o favoritismi, ma ha anche paura di sbagliare e di fallire. Di deludere i genitori, e soprattutto se stessa.
È anche una ragazza che rischia di perdersi l'amore, ma per fortuna sul suo cammino incontra Duke e... non mancheranno romanticismo e sentimenti, mettiamola così.
Dovete tuffarvi di testa tra le pagine di questa storia frizzante, piena di svolte e dal finale rosa di cui si ha bisogno, soprattutto quando ci si infila sotto le coperte alla fine di una lunga giornata e si vuole sognare un po'.
Ho avuto la bellissima opportunità di intervistare l'autrice, e potevo forse non cogliere l'occasione per conoscere meglio quella che, secondo me, è l'unica che potrebbe essere la "nostra" Sophie Kinsella?
Ecco cosa mi ha raccontato!
"Stronze si nasce" è strepitoso, complimenti! Da un lato racconta la storia di un'eterna seconda (con la quale è facilissimo entrare in sintonia) , dall'altra restituisce un ritratto efficace di una di quelle persone alle quali "viene sempre tutto facile". Quanto di te - o di persone a te vicine - è finito in Sparkle e Allegra?
Allegra compie un’evoluzione, e a un certo punto assorbe persino il modo di fare di Sparkle, quindi le linee dei due personaggi s’incrociano. C’è un momento in cui la protagonista smette di essere un personaggio del tutto positivo. Ho pensato fosse una scelta delicata, perché in genere le protagoniste vanno amate, sostenute dall’inizio alla fine - questa, almeno, è una delle caratteristiche del rosa - ma in questo caso ho voluto osare mettendo in campo personaggi con difetti e che commettono errori. Umani. Per caratterizzarli ho usato la mia esperienza diretta e quella di persone che conosco. Posso dire di aver messo un po’ di me in entrambe, in una percentuale di 70/100 su Allegra e 30/100 su Sparkle. L’ingenuità, la politica delle seconde chance, il beneficio del dubbio, la voglia di andare d’accordo con tutti, l’ansia da prestazione al lavoro, l’insicurezza su tutto ciò che faccio le ho di serie. Ma anche il mettersi a testa bassa e farsi il mazzo. Di Sparkle c’è quello che vorrei essere (in positivo, s’intende): carismatica, trascinatrice nata, saper leggere le persone come un libro aperto per riuscire a non farsi fregare. Il resto glielo lascio.
Ho adorato il concetto di Sparkliness, il potere di Sparkle di ammaliare tutti e ottenere ciò che vuole senza nemmeno chiedere. Ammetto che un po' glielo invidio: senza diventare delle stronze, pensi sia possibile trovare il "nostro" modo di brillare?
Una volta qualcuno mi disse: occhio a cercare se stessi, perché se ci si trova non è detto che ci si piaccia. Sparkle conosce se stessa, sa come usare i suoi pregi a suo vantaggio e occultare i suoi difetti. Senza diventare stronze, suppongo che per brillare ci si debba mettere nell’ottica di mostrare al mondo sempre il nostro lato migliore e fare dei propri difetti la nostra forza perché nessuno possa usarli contro di noi. Allegra si dà una svegliata a un certo punto, capisce che è lei la prima e unica a dover parlare per se stessa e, nel momento in cui questo suo lato viene fuori, anche le persone intorno a lei percepiscono il cambio di atteggiamento e la sua self-confidence, e si pongono in modo diverso nei suoi confronti. Bisogna collaborare con se stessi, essere disposti a conoscersi e non è detto che sia un processo immediato. Io stessa mi sto ancora conoscendo e ogni romanzo che scrivo è un pezzettino in più di me che viene fuori.
Sembra scontato dire che tutti, come Allegra, vorremmo liberarci degli stronzi che affollano le nostre vite. Ma voglio rovesciare questo pensiero e chiederti: non pensi che, in fondo, un po' ci servano? Magari senza la "tua" stronza, questo libro non esisterebbe!
Qui ti do ragione al 100%. Il famoso “non tutto il male viene per nuocere” calza a meraviglia. Sparkle è stata la secchiata d’acqua gelata che serviva ad Allegra per darsi una svegliata, per “venire fuori”. A un certo punto ha capito di essere davanti a un bivio: continuare ad autocommiserarsi e piangersi addosso, o fare qualcosa. Ha smesso di cercare scuse e scelto di fare qualcosa.
La “mia” splendida stronza, nonostante i tiri mancini, i bastoni tra le ruote e le pugnalate alle spalle mi ha dato la dose di sviluppo che mi serviva. L’ho citata anche nei ringraziamenti!
Allegra è una giovane donna che, in fondo, non ha mai lasciato il liceo: crede che iniziare un nuovo lavoro basti a darle un nuovo inizio, ma di fatto è solo quando arriva alla fine del suo percorso di crescita che davvero può iniziare una nuova fase della sua vita.
È un cosa in cui io, per esempio, mi ritrovo tantissimo: faccio ancora molta fatica a inserirmi in un ambiente nuovo e a fare amicizia dopo cinque anni di bullismo (che allora non si chiamava così, ma esisteva già). Secondo te, lasciamo mai del tutto il liceo, o una piccola parte di noi resta ferma lì?
Parli di bullismo? Sei con la persona giusta! Io le ho prese... e dalle femmine!!! Mi tiravano certi calci che a Gennaro Gattuso hanno dato il cartellino giallo per molto meno!
La scuola è un ambiente più complicato di quello che si pensa, perché è un micromondo in un sistema chiuso che riproduce gli stessi gruppi sociali della vita “là fuori”, e tutto ciò che accade nel sistema liceo ha un grosso impatto per chi ne fa parte. È l’età in cui si forma il carattere del ragazzo/a, che prova sulla sua pelle il conflitto tra crearsi un propria individualità e appartenere a un gruppo. Fare parte di una squadra rende le cose più facili perché la collettività deresponsabilizza. Ci sono i ribelli, i contestatori, gli sportivi, i politicamente impegnati, i discotecari, i tamarri, i fighetti, i nerd (che - attenzione! - non sono gli sfigati, anzi, sono piuttosto snob nei confronti di chi non ha padronanza pari allo loro su questo o quell’argomento!), e i non schierati. I non schierati sono i veri loser perché non avendo bandiere sono facili bersagli. Se per tutta la vita ti sei trovata nella condizione di giocare in difesa, anche da adulta è difficile costruirsi quella fiducia in te stessa per presentarsi in giro a testa alta e chiedere a gran voce che ti venga dato ciò che ti è dovuto. Non so dirti con certezza se lasciamo il liceo, ma forse è il liceo che non lascia noi. Questo però è il mio parere, ci tengo a sottolinearlo.
Sempre collegandomi al desiderio di Allegra di un nuovo inizio, lei parla di "giorni zero", dai quali inizia una nuova fase significativa della vita. Tu senti di avere già vissuto uno di questi "giorni zero" (o magari più di uno)? In questo senso, diventare un'autrice pubblicata da casa editrice è stato un nuovo inizio, o una nuova fase di un percorso che ritieni iniziato con la scrittura e l'autopubblicazione?
Come Allegra ho creduto diverse volte di essere al mio “giorno zero” per poi accorgermi che era una falsa partenza, ma di sicuro vedere “Matrimonio di convenienza” pubblicato da Newton Compton è stata una grossa iniezione di fiducia. Per scaramanzia preferisco non considerarlo un giorno zero, piuttosto l’occasione di mettermi alla prova in qualcosa di nuovo, di cui imparo sempre di più ogni giorno e dove sento di riuscire a mettere una grossa parte di me stessa. È un giorno zero ogni volta che qualcuno che ha letto il mio romanzo mi scrive dicendomi cosa ha provato durante la lettura, perché sento che ciò che ho fatto ha in qualche modo creato un legame ed è un incentivo a fare sempre di più e meglio.
Sei un'autrice molto attiva sul web, usi con disinvoltura i social network e hai un confronto costante con le lettrici. Quanto ti ha arricchita la possibilità di confronto in questi anni, e quali credi siano i pregi e i difetti di questo contatto facile e frequente tra lettori e scrittori?
Nella mia vita privata sono una persona molto riservata (credo di non caricare nulla su Instagram da tipo due mesi), ma siamo nel 2018, e se fai qualcosa destinato al pubblico dominio i social sono fondamentali. I romani per incontrarsi e discutere si ritrovavano nel foro (se Alberto Angela, per caso, leggesse questa mia intervista, si ritirerebbe per indignazione), oggi ci si incontra nelle piazze virtuali che sono Facebook, Instagram, i blog, i forum (ah, no? Alby!, Forum, fori, seconda declinazione, dal latino = Piazza!) e attraverso questi mezzi ho l’occasione di parlare con una ragazza di Torino, e dopo cinque minuti con una di Palermo, il tutto restando seduta alla mia scrivania. Tutte mi trasmettono la loro esperienza, chi di lettura e chi di scrittura, ci confrontiamo sui nostri gusti in fatto di romanzi, cinema, tv, se mi chiedono consigli sul self publishing li do volentieri e si crea un rapporto che va oltre a quello di lettore-autore tenendo sempre viva quella componente umana che si rischia di perdere quando si contano follower e like. Il difetto dei social è questo: trasforma le persone in numeri, perciò sono sempre molto contenta quando qualcuno mi contatta, perché vedo le persone.
Lo ammetto: sono corsa subito a sbirciare la playlist in fondo al romanzo, e mi ha resa molto felice trovare Alice Cooper, Placebo, Paramore e B.o.B.
Hai gusti eclettici! Hai scritto che questi brani ti hanno ispirata: è una questione di emozioni trasmesse dal brano, di testo, di ritmo...? Come si passa da una canzone alla creazione di una scena?
Ascolto musica 24 ore su 24, e di solito è in macchina mentre guido che rimango “folgorata” dalla canzone che passa in radio. A volte è la melodia che genera un’atmosfera particolare che si ricollega al tema del romanzo, e vedo i personaggi agire nella mia fantasia. Altre volte sono le parole, azzeccate al punto che sembrano quasi uscire dalla bocca dei miei personaggi. Prima di passare alla scrittura, però, rielaboro e riguardo la scena mille volte. Solo quando la mia regia mentale dà l’ultimo ciack, la scrivo.
Ultima domanda: sei quasi salva!
Si dice che una foto valga più di mille parole, e siamo tutti Instagrammer appassionati, quindi... se dovessi scegliere tre scatti dalla tua gallery per dire ai lettori "eccomi, sono io e sono così", quali sceglieresti e perché?
La prima: i giornalini di Barbie. Io sono una Barbie Girl e per tutti gli anni ‘90 ho sognato di vivere in un Barbie World: la villa con piscina, il cavallo, un milione di vestiti, la Jaguar fucsia decapottabile, feste di gala ogni sera, il tutto svegliandomi il giorno dopo con la possibilità di scegliere se fare la veterinaria o il Presidente degli Stati Uniti, la prima ballerina o l’astronauta.
Cosa dice di me? Che faccio l’architetto ma da ragazzina volevo fare la veejay su MTV e condurre TRL, e adesso scrivo anche romanzi rosa.
La seconda: quella con il biliardino. Sono una persona competitiva ma mi piace divertirmi mentre combatto per raggiungere il mio obiettivo. Lotto per me e per chi è in squadra con me con tutte le mie forze e non mollo finché non si gioca l’ultima pallina.
La terza: io nel mezzo del nulla in Croazia, sull’isola di Pag. Sono una zingara, mi piace viaggiare e cambiare meta spesso e la mia vacanza ideale sono i tour on-the-road, sia in compagnia sia da sola. Auguro a tutti, nella vita, di fare un viaggio da soli, di avere il coraggio di non aspettare che siano gli altri a dirci quando è l’ora di partire: si è obbligati a convivere con se stessi, a piacersi, a scoprire cosa ci piace e cosa non ci piace, a interagire con gli sconosciuti e abbattere anche i propri limiti.
Sono salva ora?
Direi proprio di sì!
Ringrazio Newton Compton e Felicia Kingsley per questa splendida opportunità, e torno a consigliarvi "Stronze si nasce", magari non come stile di vita (brillare sì, diventare come Sparkle magari no XD) ma sicuramente come lettura scacciapensieri, spassosa e molto, molto accattivante ;)
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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