Buon pomeriggio a tutte, fanciulle!
Oggi a Milano piove e fa freddo, e quindi quale momento migliore per iniziare a pensare alla protezione solare durante le gite fuori porta?
Quest'anno a non farci scottare ci pensa Bilboa con le sue nuove creme solari in travel-size:
Quella offerta da Bilboa è una linea completa, perfetta anche per le pelli più esigenti, con una protezione che spazia dall'SPF 10 al 50+.
Il formato pocket da 75ml le rende comode non solo da infilare nello zaino dirette in campagna, ma anche in borsa al mattino per proteggersi anche in città: sono perfette anche in aereo (dove vi ricordo, nessun flacone o barattolo può andare oltre i 100ml di capacità).
Proteggono la pelle di viso e corpo grazie a filtri fotostabili UVA/UVB di ultima generazione, e sono state arricchite di attivi idratanti ed anti-age per diventare una vera e propria coccola cosmetica anche durante la protezione.
Non so voi, ma a me la voglia di infilare al volo gli occhiali da sole in borsa e di partire per un weekend al mare è aumentata!
Non vedo l'ora di provarle e di raccontarvi come mi trovo ;)
Un bacio a tutte, fanciulle!
A presto <3
martedì 28 febbraio 2017
La giusta protezione sempre con te, con le nuove travel-size Bilboa
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"Le ragazze vogliono la luna" di Janet McNally
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Le ragazze vogliono la luna" di Janet McNally, edito De Agostini (rilegato a 14,90€):
Ci sono estati che lasciano il segno. Estati che cambiano la vita. Per sempre. È esattamente quello che è successo a Phoebe, diciassette anni e un segreto ben custodito. Lo stesso segreto che ha distrutto il legame con la sua migliore amica e che ha mandato all'aria l'unica possibilità con il ragazzo per cui ha una cotta colossale. Ma Phoebe è abituata ai segreti. Perché tutti nella sua famiglia ne hanno uno. Tutti hanno qualcosa da nascondere: sua sorella Luna, che se n'è andata a Brooklyn per inseguire un sogno, suo padre Kieran, che se n'è andato e basta. E poi sua madre Meg. È lei la vera bugiarda di professione. Ex rock-star, Meg non ama rivangare gli anni in cui ha viaggiato per il Paese insieme alla sua band, mietendo un successo dopo l'altro. E soprattutto non ha nessuna intenzione di spiegare alle figlie il motivo per cui, da un momento all'altro, ha messo fine alla carriera e al proprio matrimonio. Eppure Phoebe non è il tipo che si arrende. Decisa a ritrovare le tessere mancanti del passato della sua famiglia, raggiunge Luna a New York. E, in un'estate magica, indimenticabile, tra musica indie, notti insonni e amori impossibili, si mette alla ricerca. Della verità e anche un po' di se stessa.
Ero molto contenta di leggere in anteprima la storia di Phoebe e Luna, perchè il legame tra sorelle mi ha sempre affascinata e perchè l'idea di una madre ex-rockstar che cerca inutilmente di impedire alla figlia di ripercorrere le sue stesse orme mi incuriosiva.
Stavolta parto dall'unica cosa che non ho apprezzato del libro, così poi posso dirvi tutti i motivi per i quali mi è piaciuto e voglio comunque consigliarne la lettura.
Mi ha lasciato un senso di incompletezza. Mi è sembrato di divorarne le pagine inseguendo un momento di grande rivelazione, un momento in cui avrei detto "ah, ECCO cosa stavamo aspettando!", ma che poi questo grande momento non ci fosse.
Il che non è necessariamente un male, ma nel mio caso mi ha tolto un briciolo del mio entusiasmo.
Detto questo, cosa ho amato del romanzo?
Sicuramente le sue protagoniste, Luna e Phoebe.
Due sorelle molto diverse tra loro, ma che in comune hanno il desiderio di inseguire i propri sogni e di tenere ben nascosto ciò che potrebbe danneggiarli.
Si sa che i segreti prima o poi vengono a galla, ma questo non impedisce loro di provare a tenerli sottochiave a ogni costo.
Terza grande protagonista del romanzo è la musica indie, che io apprezzo moltissimo e che anzi, mi ha fatto da colonna sonora per tutta la lettura.
Immaginare il tipo di musica che avrebbero suonato i protagonisti o che avrebbero conservato sul loro lettore mp3 mi ha divertita, e ancora una volta ho rimpianto di non avere alcun talento per la musica, ahimè.
Infine, perchè lo consiglio?
Perchè quella di Phoebe non è solo una storia di crescita personale o di scoperta di sè: è soprattutto la storia di un viaggio che compiamo mano nella mano insieme a lei, esplorando il mondo attraverso i suoi occhi e svelando quanto di non detto esiste nella sua famiglia (per poi chiederci la stessa cosa riguardo la nostra, di famiglia...).
Phoebe si arrabbia, si rattrista, si innamora come è successo a tutti noi, e come ci succederà mille altre volte: è una ragazza profondamente vera, la cui storia mi ha coinvolta fino alla fine.
Ringrazio moltissimo De Agostini per la possibilità di scoprirla in anteprima e di parlarvene proprio oggi in occasione dell'uscita del romanzo: non perdetevelo!
Se non bastassero le mie parole a convincervi, nessun problema.
Ecco chi potrebbe riuscirci:
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Le ragazze vogliono la luna" di Janet McNally, edito De Agostini (rilegato a 14,90€):
Ci sono estati che lasciano il segno. Estati che cambiano la vita. Per sempre. È esattamente quello che è successo a Phoebe, diciassette anni e un segreto ben custodito. Lo stesso segreto che ha distrutto il legame con la sua migliore amica e che ha mandato all'aria l'unica possibilità con il ragazzo per cui ha una cotta colossale. Ma Phoebe è abituata ai segreti. Perché tutti nella sua famiglia ne hanno uno. Tutti hanno qualcosa da nascondere: sua sorella Luna, che se n'è andata a Brooklyn per inseguire un sogno, suo padre Kieran, che se n'è andato e basta. E poi sua madre Meg. È lei la vera bugiarda di professione. Ex rock-star, Meg non ama rivangare gli anni in cui ha viaggiato per il Paese insieme alla sua band, mietendo un successo dopo l'altro. E soprattutto non ha nessuna intenzione di spiegare alle figlie il motivo per cui, da un momento all'altro, ha messo fine alla carriera e al proprio matrimonio. Eppure Phoebe non è il tipo che si arrende. Decisa a ritrovare le tessere mancanti del passato della sua famiglia, raggiunge Luna a New York. E, in un'estate magica, indimenticabile, tra musica indie, notti insonni e amori impossibili, si mette alla ricerca. Della verità e anche un po' di se stessa.
Ero molto contenta di leggere in anteprima la storia di Phoebe e Luna, perchè il legame tra sorelle mi ha sempre affascinata e perchè l'idea di una madre ex-rockstar che cerca inutilmente di impedire alla figlia di ripercorrere le sue stesse orme mi incuriosiva.
Stavolta parto dall'unica cosa che non ho apprezzato del libro, così poi posso dirvi tutti i motivi per i quali mi è piaciuto e voglio comunque consigliarne la lettura.
Mi ha lasciato un senso di incompletezza. Mi è sembrato di divorarne le pagine inseguendo un momento di grande rivelazione, un momento in cui avrei detto "ah, ECCO cosa stavamo aspettando!", ma che poi questo grande momento non ci fosse.
Il che non è necessariamente un male, ma nel mio caso mi ha tolto un briciolo del mio entusiasmo.
Detto questo, cosa ho amato del romanzo?
Sicuramente le sue protagoniste, Luna e Phoebe.
Due sorelle molto diverse tra loro, ma che in comune hanno il desiderio di inseguire i propri sogni e di tenere ben nascosto ciò che potrebbe danneggiarli.
Si sa che i segreti prima o poi vengono a galla, ma questo non impedisce loro di provare a tenerli sottochiave a ogni costo.
Terza grande protagonista del romanzo è la musica indie, che io apprezzo moltissimo e che anzi, mi ha fatto da colonna sonora per tutta la lettura.
Immaginare il tipo di musica che avrebbero suonato i protagonisti o che avrebbero conservato sul loro lettore mp3 mi ha divertita, e ancora una volta ho rimpianto di non avere alcun talento per la musica, ahimè.
Infine, perchè lo consiglio?
Perchè quella di Phoebe non è solo una storia di crescita personale o di scoperta di sè: è soprattutto la storia di un viaggio che compiamo mano nella mano insieme a lei, esplorando il mondo attraverso i suoi occhi e svelando quanto di non detto esiste nella sua famiglia (per poi chiederci la stessa cosa riguardo la nostra, di famiglia...).
Phoebe si arrabbia, si rattrista, si innamora come è successo a tutti noi, e come ci succederà mille altre volte: è una ragazza profondamente vera, la cui storia mi ha coinvolta fino alla fine.
Ringrazio moltissimo De Agostini per la possibilità di scoprirla in anteprima e di parlarvene proprio oggi in occasione dell'uscita del romanzo: non perdetevelo!
Se non bastassero le mie parole a convincervi, nessun problema.
Ecco chi potrebbe riuscirci:
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
"Disconnect 1" di Ilaria Soragni
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Disconnect 1" di Ilaria Soragni, edito Leggereditore (rilegato a 14,90€) in uscita il 2 Marzo:
Hayley frequenta il secondo anno dell’high school a Baltimora, è una ragazza chiusa e non si è mai ambientata del tutto. Luke ha diciotto anni; alto, biondo e sprezzante, si abbatte come un fulmine su ciò che lo attira. Quando per caso nota Hayley ne rimane affascinato, tanto da decidere di conquistarla: la vita è una gara e lei sarà il suo premio. È Luke a guidare il gioco, seguendo Hayley e facendole credere che si tratti ogni volta di incontri casuali, fino a quando non raggiunge il suo obiettivo. Hayley è irrimediabilmente attratta, anche se qualcosa le dice che sarebbe meglio stare lontano da quel ragazzo. Ma il piacere della trasgressione è forte, fare la cosa sbagliata la fa sentire viva. Non sa ancora, però, che è solo l’inizio. Luke si nutre di adrenalina, di emozioni forti, e vuole Hayley al suo fianco in una sfida pericolosa, una gara di moto illegale di cui è nota solo un’enigmatica regola: tutti vincono e uno solo perde, tutti perdono e uno solo vince. Fin dove si spingerà il loro legame? Saranno disposti a metterlo a rischio ora che, giorno dopo giorno, sta diventando sempre più forte?
A metà tra "Tre metri sopra il cielo" di Federico Moccia e "Panic" di Lauren Oliver, questo nuovo romanzo di Ilaria Soragni ha tutti gli ingredienti per conquistare le lettrici più giovani.
Ci sono le corse in moto, ci sono i ragazzi tormentati, c'è un primo amore complicato e pieno di tira e molla.
E c'è un protagonista come Luke, pronto a spezzare più di un cuore oltre a quello dell'ingenua e fin troppo timida Hayley.
Nella quale io, stranamente, sono riuscita a identificarmi molto perchè al liceo ero esattamente così: cercavo in ogni modo di mimetizzarmi, e mi sarei fatta assorbire dai muri se avessi potuto.
Hayley cammina rasente le pareti, a testa bassa, e quando Luke - con la sua reputazione di ragazzo scapestrato, con le sue risse e le sue conquiste - inizia ad interessarsi a lei, ha una reazione a metà tra la confusione e la paura.
Confusione perchè, andiamo, com'è possibile che un ragazzo così decida di uscire proprio con lei?, e paura perchè non è pronta all'intensità di Luke.
Il ragazzo vive ogni emozione e stato d'animo a mille all'ora e mille gradi centigradi: la rabbia lo incendia, il disappunto lo gela, la paura lo blocca e l'amore... l'amore lo riduce in mille pezzi.
Nel suo passato c'è un dolore che non ha mai imparato a metabolizzare, e un senso di colpa che gli impedisce di considerarsi meritevole d'amore, soprattutto di quello di una ragazza dolce e buona come Hayley.
Se all'inizio il suo unico scopo è farne la sua compagna per lo YELL, la corsa in moto clandestina alla quale partecipa da qualche anno, ben presto inizia a volerla proteggere da qualcosa di così crudo, violento e che potrebbe solo danneggiarla.
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Disconnect 1" di Ilaria Soragni, edito Leggereditore (rilegato a 14,90€) in uscita il 2 Marzo:
A metà tra "Tre metri sopra il cielo" di Federico Moccia e "Panic" di Lauren Oliver, questo nuovo romanzo di Ilaria Soragni ha tutti gli ingredienti per conquistare le lettrici più giovani.
Ci sono le corse in moto, ci sono i ragazzi tormentati, c'è un primo amore complicato e pieno di tira e molla.
E c'è un protagonista come Luke, pronto a spezzare più di un cuore oltre a quello dell'ingenua e fin troppo timida Hayley.
Nella quale io, stranamente, sono riuscita a identificarmi molto perchè al liceo ero esattamente così: cercavo in ogni modo di mimetizzarmi, e mi sarei fatta assorbire dai muri se avessi potuto.
Hayley cammina rasente le pareti, a testa bassa, e quando Luke - con la sua reputazione di ragazzo scapestrato, con le sue risse e le sue conquiste - inizia ad interessarsi a lei, ha una reazione a metà tra la confusione e la paura.
Confusione perchè, andiamo, com'è possibile che un ragazzo così decida di uscire proprio con lei?, e paura perchè non è pronta all'intensità di Luke.
Il ragazzo vive ogni emozione e stato d'animo a mille all'ora e mille gradi centigradi: la rabbia lo incendia, il disappunto lo gela, la paura lo blocca e l'amore... l'amore lo riduce in mille pezzi.
Nel suo passato c'è un dolore che non ha mai imparato a metabolizzare, e un senso di colpa che gli impedisce di considerarsi meritevole d'amore, soprattutto di quello di una ragazza dolce e buona come Hayley.
Se all'inizio il suo unico scopo è farne la sua compagna per lo YELL, la corsa in moto clandestina alla quale partecipa da qualche anno, ben presto inizia a volerla proteggere da qualcosa di così crudo, violento e che potrebbe solo danneggiarla.
Premessa: ho adorato il personaggio di Luke, in ogni suo difetto e imperfezione.
Mi ha fatto sorridere il suo atteggiamento spaccone, e mi ha intenerita da matti il suo essere un innamorato decisamente impacciato. Non è pronto all'amore, soprattutto perchè crede di non meritarlo, e quando questo sentimento lo travolge rischia di annegare.
La storia di Luke ed Hayley (e di Caleb e Ryan, ottimi personaggi-spalla della coppia) presenta, come anticipavo, tutti gli elementi che appassionano le giovani lettrici oggi, e se da un lato rappresenta di sicuro un passo avanti nella maturazione come scrittrice di Ilaria Soragni, dall'altro presenta ancora qualche ingenuità.
Ho trovato un po' tirata via e non troppo sviluppata la parte finale del romanzo, e abbastanza confusionarie le ultime pagine in cui vi è un cambio di prospettiva e di voce narrante al quale non vi è tempo di abituarsi prima che la storia di interrompa.
Ho apprezzato molto la storia e i suoi protagonisti, al punto da averlo finito nel giro di tre ore e mezza di treno, ma forse nel passaggio dal web al prodotto editoriale serviva una guida un po' più decisa nella costruzione dell'ultima parte del libro.
Detto questo, io non vedo l'ora di scoprire come andrà a finire tra Luke ed Hayley perchè la loro storia mi ha coinvolta moltissimo, e so già che sarà dura resistere alla tentazione di sbirciare su Wattpad. Ma ci proverò ;)
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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lunedì 27 febbraio 2017
"Vendetta d'amore" di Anna Grieco e Irene Grazzini
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Vendetta d'amore" di Anna Grieco e Irene Grazzini, edito Leggereditore (brossurato a 12,90€):
Londra, XIX secolo. La contessina Elizabeth Clarendon ha preso la sua decisione: rinuncerà agli agi del suo rango per fuggire insieme all'uomo che ama, Kenneth, anche se è solo un umile stalliere. Non ha fatto però i conti con il padre, uomo egoista e meschino, che minaccia di far uccidere l'innamorato. Per salvarlo, Elizabeth è costretta ad allontanarlo da sé con l'inganno, a costo di spezzargli il cuore. Un anno dopo, Kenneth è diventato il nono duca di Wellesley e ha un solo pensiero: vendicarsi dell'umiliazione subita. Ma è davvero ciò che vuole? E allora perché l'unica cosa cui riesce a pensare sono quegli occhi di zaffiro capaci di accendergli il sangue nelle vene? Ed Elizabeth, ora che il suo amore è tornato, si ritrova nuovamente attanagliata tra sentimenti e obblighi, in una stretta che le imporrà una nuova scelta.
Anna Grieco e Irene Grazzini hanno vinto il concorso Leggereditore dello scorso anno, ed eccole arrivare in libreria con un romanzo che mi ha ricordato tantissimo i "Grandi Romanzi Storici Special" e che ho divorato nel giro di due corse in tram attraverso Milano.
L'ho divorato perchè le autrici hanno saputo catturare la mia attenzione da subito, presentandomi due protagonisti impossibili da dimenticare.
Kenneth è un orfano senza famiglia che lavora per il conte di Clarendon nelle sue stalle, occupandosi dei cavalli... e coltivando un grande, grandissimo sentimento d'amore per Elizabeth, la figlia del conte.
Sentimento ricambiato, al punto che la giovane contessa medita di lasciare la famiglia e fuggire al suo fianco.
Solo le minacce del padre la trattengono, e la portano a spezzargli il cuore rifiutandolo.
I due si separano in malo modo, per poi rivedersi dopo dodici mesi in una situazione drammaticamente cambiata.
Da un lato la famiglia di Elizabeth è sull'orlo della rovina, a causa del conte e del suo vizio del gioco, dall'altro lato Kenneth è stato riconosciuto in punto di morte dall'ottavo duca di Wellesley, e si è trovato ad ereditarne titolo e patrimonio.
Serba un tale rancore nei confronti del conte e della figlia, che non solo si appropria della loro residenza durante una partita a carte: ricatta Elizabeth umiliandola e costringendola a concedersi a lui se desidera continuare ad avere un tetto sulla testa.
Il suo piano di vendetta non avrebbe ostacoli, se non fosse che il suo cuore non riesce a smettere di battere per Elizabeth, e che la ragazza non lo ha mai dimenticato...
Avevo avuto modo di leggere "Indomabile desiderio" di Anna Grieco ed Irene Grazzini, ed ero molto curiosa di scoprire un loro nuovo lavoro.
Ho ritrovato la stessa capacità delle autrici di trasmettere al lettore le forti emozioni provate da ogni personaggio, e la stessa attenzione per il dettaglio e gli "incastri": ogni flashback, ogni episodio parallelo, ogni azione fuori scena svolta magari da uno dei personaggi spalla, si incastra alla perfezione, componendo un romanzo che funziona da ogni punto di vista.
Meravigliosa l'ambientazione ottocentesca, con descrizioni di ricchi palazzi e abiti meravigliosi che hanno fatto decisamente volare la mia fantasia.
Emozioni? Kenneth ed Elizabeth ve ne faranno provare di così intense da travolgervi.
Ironia? Quello di Justine, ragazza smaniosa di indipendenza e piena di spirito d'avventura, è il personaggio più ironico e sottilmente divertente del libro, ed è impossibile non adorarla.
Mi unisco a chi chiede un romanzo dedicato a lei e a David: se lo meritano!
Passione? Tra baci al calor bianco e carezze profonde - e profondamente sconvenienti - in carrozza, non solo Kenneth arde d'amore per Elizabeth: entrambi bruciano di desiderio.
Non mancano nemmeno i colpi di scena, perchè fino alle ultime scene non ci è dato sapere cosa ne sarà di molti dei protagonisti di questa storia appassionante.
Due parole sul cattivo del romanzo, il conte di Clarendon: vorrete spingerlo giù da una scalinata sin dal prologo. Bugiardo, alcolizzato e capace di giocarsi a carte la residenza di famiglia, totalmente incapace di prendersi cura della moglie indisposta o dell'unica figlia rimastagli, è un uomo meschino e senza scrupoli. Sostanzialmente incoraggia la figlia a vendersi a Kenneth per riavere la loro casa dopo che lui l'ha persa a carte, con parole ben poco paterne.
Gli si augura un proiettile vagante, un duello finito male, una bella cirrosi epatica: tutto pur di togliercelo di torno. Non potrete non odiarlo!
Ho amato questo romanzo nonostante non sia assolutamente il tipo di libro che leggo di solito, e anzi, mi è sembrato troppo breve: avrei voluto molte pagine in più, soprattutto per vedere crescere il simpaticissimo Semola, orfanello "adottato" da Kenneth, e per avere più spazio dedicato a Justine che con il suo spirito indipendente e con le sue cavalcate in pantaloni per le strade di Londra ha fatto girare più di una testa... oltre a rubare il cuore di David, ovviamente.
Ora scusate, ma devo andare a comprare un abito dalla lunga gonna frusciante e trovare un palazzo nel quale piroettare. E possibilmente anche un duca come Kenneth, perchè non ne ho assolutamente avuto abbastanza.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Vendetta d'amore" di Anna Grieco e Irene Grazzini, edito Leggereditore (brossurato a 12,90€):
Londra, XIX secolo. La contessina Elizabeth Clarendon ha preso la sua decisione: rinuncerà agli agi del suo rango per fuggire insieme all'uomo che ama, Kenneth, anche se è solo un umile stalliere. Non ha fatto però i conti con il padre, uomo egoista e meschino, che minaccia di far uccidere l'innamorato. Per salvarlo, Elizabeth è costretta ad allontanarlo da sé con l'inganno, a costo di spezzargli il cuore. Un anno dopo, Kenneth è diventato il nono duca di Wellesley e ha un solo pensiero: vendicarsi dell'umiliazione subita. Ma è davvero ciò che vuole? E allora perché l'unica cosa cui riesce a pensare sono quegli occhi di zaffiro capaci di accendergli il sangue nelle vene? Ed Elizabeth, ora che il suo amore è tornato, si ritrova nuovamente attanagliata tra sentimenti e obblighi, in una stretta che le imporrà una nuova scelta.
Anna Grieco e Irene Grazzini hanno vinto il concorso Leggereditore dello scorso anno, ed eccole arrivare in libreria con un romanzo che mi ha ricordato tantissimo i "Grandi Romanzi Storici Special" e che ho divorato nel giro di due corse in tram attraverso Milano.
L'ho divorato perchè le autrici hanno saputo catturare la mia attenzione da subito, presentandomi due protagonisti impossibili da dimenticare.
Kenneth è un orfano senza famiglia che lavora per il conte di Clarendon nelle sue stalle, occupandosi dei cavalli... e coltivando un grande, grandissimo sentimento d'amore per Elizabeth, la figlia del conte.
Sentimento ricambiato, al punto che la giovane contessa medita di lasciare la famiglia e fuggire al suo fianco.
Solo le minacce del padre la trattengono, e la portano a spezzargli il cuore rifiutandolo.
I due si separano in malo modo, per poi rivedersi dopo dodici mesi in una situazione drammaticamente cambiata.
Da un lato la famiglia di Elizabeth è sull'orlo della rovina, a causa del conte e del suo vizio del gioco, dall'altro lato Kenneth è stato riconosciuto in punto di morte dall'ottavo duca di Wellesley, e si è trovato ad ereditarne titolo e patrimonio.
Serba un tale rancore nei confronti del conte e della figlia, che non solo si appropria della loro residenza durante una partita a carte: ricatta Elizabeth umiliandola e costringendola a concedersi a lui se desidera continuare ad avere un tetto sulla testa.
Il suo piano di vendetta non avrebbe ostacoli, se non fosse che il suo cuore non riesce a smettere di battere per Elizabeth, e che la ragazza non lo ha mai dimenticato...
Ho ritrovato la stessa capacità delle autrici di trasmettere al lettore le forti emozioni provate da ogni personaggio, e la stessa attenzione per il dettaglio e gli "incastri": ogni flashback, ogni episodio parallelo, ogni azione fuori scena svolta magari da uno dei personaggi spalla, si incastra alla perfezione, componendo un romanzo che funziona da ogni punto di vista.
Meravigliosa l'ambientazione ottocentesca, con descrizioni di ricchi palazzi e abiti meravigliosi che hanno fatto decisamente volare la mia fantasia.
Emozioni? Kenneth ed Elizabeth ve ne faranno provare di così intense da travolgervi.
Ironia? Quello di Justine, ragazza smaniosa di indipendenza e piena di spirito d'avventura, è il personaggio più ironico e sottilmente divertente del libro, ed è impossibile non adorarla.
Mi unisco a chi chiede un romanzo dedicato a lei e a David: se lo meritano!
Passione? Tra baci al calor bianco e carezze profonde - e profondamente sconvenienti - in carrozza, non solo Kenneth arde d'amore per Elizabeth: entrambi bruciano di desiderio.
Non mancano nemmeno i colpi di scena, perchè fino alle ultime scene non ci è dato sapere cosa ne sarà di molti dei protagonisti di questa storia appassionante.
Due parole sul cattivo del romanzo, il conte di Clarendon: vorrete spingerlo giù da una scalinata sin dal prologo. Bugiardo, alcolizzato e capace di giocarsi a carte la residenza di famiglia, totalmente incapace di prendersi cura della moglie indisposta o dell'unica figlia rimastagli, è un uomo meschino e senza scrupoli. Sostanzialmente incoraggia la figlia a vendersi a Kenneth per riavere la loro casa dopo che lui l'ha persa a carte, con parole ben poco paterne.
Gli si augura un proiettile vagante, un duello finito male, una bella cirrosi epatica: tutto pur di togliercelo di torno. Non potrete non odiarlo!
Ho amato questo romanzo nonostante non sia assolutamente il tipo di libro che leggo di solito, e anzi, mi è sembrato troppo breve: avrei voluto molte pagine in più, soprattutto per vedere crescere il simpaticissimo Semola, orfanello "adottato" da Kenneth, e per avere più spazio dedicato a Justine che con il suo spirito indipendente e con le sue cavalcate in pantaloni per le strade di Londra ha fatto girare più di una testa... oltre a rubare il cuore di David, ovviamente.
Ora scusate, ma devo andare a comprare un abito dalla lunga gonna frusciante e trovare un palazzo nel quale piroettare. E possibilmente anche un duca come Kenneth, perchè non ne ho assolutamente avuto abbastanza.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Anteprima: "Birthdate" di Lance Rubin
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata all'anteprima di "Birthdate" di Lance Rubin, edito De Agostini (rilegato a 14,90€) in uscita il 28 Marzo:
Denton Little non è ancora morto! In un mondo in cui tutti conoscono la data della propria morte fin dalla nascita, Denton è l’unico ad aver superato indenne il giorno fatidico. Non sa perché proprio a lui sia capitato questo straordinario destino, sa solo che ora tutti lo cercano. La sua famiglia, il suo migliore amico Paolo, e Veronica, la ragazza che ha baciato poco prima di darsi alla fuga e che non riesce a togliersi dalla testa. Persino la polizia lo sta cercando. Lui è la prova vivente che è possibile scampare alla propria data di morte, e ora tutti vogliono un pezzo di Denton Little. Questo è decisamente un problema, soprattutto perché il Governo preferirebbe ucciderlo piuttosto che ammettere l’anomalia del sistema. Come se non bastasse, mancano pochi giorni al decesso di Paolo. Proprio adesso che il poveretto si è reso conto di essere follemente, perdutamente innamorato di Millie, l’unica ragazza al mondo che non potrà mai ricambiare i suoi sentimenti. Tra fughe rocambolesche e amori impossibili, Denton cerca di salvare gli amici e smascherare i nemici. Ma come si comporterà ora che non conosce più la data della propria fine e la morte può incombere in ogni momento?
Dalla penna di Lance Rubin, il brillante sequel di "Deathdate".
Un romanzo dal ritmo mozzafiato e dallo stile affilato dove anche la morte è un’avventura emozionante.
Non vedo l'ora di scoprire cosa succederà al povero, sconclusionato Denton!
"Deathdate" mi era piaciuto molto (trovate la recensione qui), e il 28 Marzo non arriverà mai abbastanza in fretta!
Avevate scattato il vostro selfie con il libro, ai tempi?
Io sì, ma era solo un quarto di selfie perchè sapete che non è una cosa che fa per me XD
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata all'anteprima di "Birthdate" di Lance Rubin, edito De Agostini (rilegato a 14,90€) in uscita il 28 Marzo:
Denton Little non è ancora morto! In un mondo in cui tutti conoscono la data della propria morte fin dalla nascita, Denton è l’unico ad aver superato indenne il giorno fatidico. Non sa perché proprio a lui sia capitato questo straordinario destino, sa solo che ora tutti lo cercano. La sua famiglia, il suo migliore amico Paolo, e Veronica, la ragazza che ha baciato poco prima di darsi alla fuga e che non riesce a togliersi dalla testa. Persino la polizia lo sta cercando. Lui è la prova vivente che è possibile scampare alla propria data di morte, e ora tutti vogliono un pezzo di Denton Little. Questo è decisamente un problema, soprattutto perché il Governo preferirebbe ucciderlo piuttosto che ammettere l’anomalia del sistema. Come se non bastasse, mancano pochi giorni al decesso di Paolo. Proprio adesso che il poveretto si è reso conto di essere follemente, perdutamente innamorato di Millie, l’unica ragazza al mondo che non potrà mai ricambiare i suoi sentimenti. Tra fughe rocambolesche e amori impossibili, Denton cerca di salvare gli amici e smascherare i nemici. Ma come si comporterà ora che non conosce più la data della propria fine e la morte può incombere in ogni momento?
Dalla penna di Lance Rubin, il brillante sequel di "Deathdate".
Un romanzo dal ritmo mozzafiato e dallo stile affilato dove anche la morte è un’avventura emozionante.
Non vedo l'ora di scoprire cosa succederà al povero, sconclusionato Denton!
"Deathdate" mi era piaciuto molto (trovate la recensione qui), e il 28 Marzo non arriverà mai abbastanza in fretta!
Avevate scattato il vostro selfie con il libro, ai tempi?
Io sì, ma era solo un quarto di selfie perchè sapete che non è una cosa che fa per me XD
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
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venerdì 24 febbraio 2017
"Cose preziose" di Stephen King: conosciamo meglio Polly Chalmers!
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Cose preziose" di Stephen King, edito Pickwick (brossurato a 11,90€):
Quale evento turba questa volta la pace della tranquilla cittadina americana di Castle Rock? È l'arrivo di Leland Gaunt, un forestiero strano e sfuggente. Quest'individuo ambiguo apre un negozio, Cose Preziose, dove è possibile acquistare pezzi rari, curiosità, autentiche gioie per piccoli collezionisti. Gaunt sembra catturare i desideri più nascosti di ogni cliente, riuscendo a trovare per chiunque ciò che cercava o segretamente sognava da anni.
Insieme ad altri blogger appassionati dell'autore e dei suoi romanzi, abbiamod eciso di ospitare per un'intera settimana dei contenuti originali legati al romanzo e di darvi la possibilità di adottarne una copia: restate con noi!
Voglio parlarvi del personaggio di Polly Chalmers, o meglio di Patricia Chalmers.
Originaria di Castle Rock, Maine, ha vissuto anche a San Francisco, california, prima di tornare nel suo stato d'origine.
Innamorata dello sceriffo Alan Pangborn, di cui è dapprima la fidanzata e poi la moglie, è stata interpretata al cinema da Bonnie Bedelia (New York, 25 marzo 1948).
Ed anche oggi vi proponiamo due domande su Stephen King e sulle sue opere:
1) Qual è il primo libro di Stephen King ad essere diventato un film?
2) Come si chiamano il prequel ed il sequel di "Le notti di Salem"?
Avete seguito tutta la settimana a tema?
Bene, perchè c'è una copia cartacea del romanzo che aspetta solo uno di voi!
Compilate il modulo qui sotto e seguite le istruzioni:
a Rafflecopter giveaway Ecco il calendario per recuperare le tappe indietro, e per non perdervi la prossima:
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Cose preziose" di Stephen King, edito Pickwick (brossurato a 11,90€):
Quale evento turba questa volta la pace della tranquilla cittadina americana di Castle Rock? È l'arrivo di Leland Gaunt, un forestiero strano e sfuggente. Quest'individuo ambiguo apre un negozio, Cose Preziose, dove è possibile acquistare pezzi rari, curiosità, autentiche gioie per piccoli collezionisti. Gaunt sembra catturare i desideri più nascosti di ogni cliente, riuscendo a trovare per chiunque ciò che cercava o segretamente sognava da anni.
Insieme ad altri blogger appassionati dell'autore e dei suoi romanzi, abbiamod eciso di ospitare per un'intera settimana dei contenuti originali legati al romanzo e di darvi la possibilità di adottarne una copia: restate con noi!
Voglio parlarvi del personaggio di Polly Chalmers, o meglio di Patricia Chalmers.
Originaria di Castle Rock, Maine, ha vissuto anche a San Francisco, california, prima di tornare nel suo stato d'origine.
Innamorata dello sceriffo Alan Pangborn, di cui è dapprima la fidanzata e poi la moglie, è stata interpretata al cinema da Bonnie Bedelia (New York, 25 marzo 1948).
Polly Chalmers acquista un ciondolo magico da "Cose preziose" in un tentativo disperato di guarire dalla sua dolorosissima artrite. Il suo pagamento per l'amuleto è quello di posizionare una lettera in corrispondenza di una delle X segnate su una misteriosa mappa acquistata da un altro cittadino, Ace Merill. Come ogni altro acquisto fatto nel misterioso negozio, anche l'acquisizione del medaglione si inserisce in una catena di fraintendimenti e scoperte che potrebbero portare all'uccisione di Alan.
Quando realizza la tragica catena di eventi messa in moto dal suo "acquisto", si libera in fretta del medaglione uccidendo la creatura all'interno che si cibava (letteralmente) del suo dolore, e cera di rimediare al suo errore finendo per essere presa in ostaggio e quasi uccisa.
Questo libro a suo tempo mi era rimasto impresso, al punto da averlo riletto poco tempo dopo: invece ancor ami manca la visione del film, di cui trovate due immagini qui sopra, e dovrò assolutamente rimediare!Ed anche oggi vi proponiamo due domande su Stephen King e sulle sue opere:
1) Qual è il primo libro di Stephen King ad essere diventato un film?
2) Come si chiamano il prequel ed il sequel di "Le notti di Salem"?
Avete seguito tutta la settimana a tema?
Bene, perchè c'è una copia cartacea del romanzo che aspetta solo uno di voi!
Compilate il modulo qui sotto e seguite le istruzioni:
a Rafflecopter giveaway Ecco il calendario per recuperare le tappe indietro, e per non perdervi la prossima:
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
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mercoledì 22 febbraio 2017
"Un tubino è per sempre" di Jane L. Rosen
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Un tubino è per sempre" di Jane L. Rosen, edito Piemme (rilegato a 17,90€):
Natalie lavora da Bloomingdale's, ed è in preda alla tristezza da quando il suo ex ha annunciato il suo fidanzamento con un'altra. Felicia è da sempre innamorata del suo capo, e ha una sola notte per scoprire se il suo amore è corrisposto. Andie di mestiere si occupa di mariti infedeli - lavora in un'agenzia investigativa -, ma finalmente si ritrova tra le mani un caso che potrebbe farle ritornare la fiducia nell'amore. E poi c'è una giovane modella arrivata a New York dall'Alabama, un'attrice di Hollywood terrorizzata dal suo debutto a Broadway, una brillante laureata alla Brown che finge di essere un'altra sui social: per queste ragazze la vita sta per cambiare magicamente, grazie a un piccolo, nero ed elegantissimo capo di vestiario. Un tubino nero che porta eleganza, bellezza, e soprattutto, l'amore nelle loro vite, incrociandole in modi inaspettati. Perché non si è mai fuori posto, con un tubino nero. In questo delizioso e scoppiettante romanzo femminile, il capo più amato e desiderato dalle donne passa di mano, di vita in vita, in modi imprevedibili, toccando i destini di nove ragazze. Perché a volte basta un abito per raccontare una storia. E per dare inizio a un amore.
Questo romanzo è sostanzialmente un film di Garry Marshall su carta stampata.
Abbiamo un cast di personaggi strepitosi, una serie di storie che si intrecciano alla perfezione l'una con l'altra, e un finale azzeccatissimo per ognuna di esse.
E il tutto ruota attorno a uno strepitoso vestitino nero, perchè ogni donna lo sa: un tubino è per sempre.
Jane L. Rosen costruisce un puzzle che si svela al lettore un capitolo dopo l'altro, leggendo dell'evoluzione dell'amore tra Jeremy - star del cinema in crisi per la fine della sua relazione e per le accuse infondate di omosessualità - e Natalie - commessa di Bloomingdale's e triste a causa dell'annuncio di fidanzamento del suo ex compagno.
Ovviamente Jeremy è tutt'altro che omosessuale, anzi: per Natalie si prende una grandissima sbandata. Dovrà solo riuscire a convincerla di essere meglio di Flip, il suo ex, e di non essere gay...
Abbiamo poi Arthur, sessant'anni e vedovo, legato da sempre da affettuosa amicizia e grande sintonia alla segretaria cinquantenne Felicia e impegnato in una relazione di dubbia riuscita con Sherry, molto più giovane e decisamente più volgare della sempre impeccabile Felicia.
Complice un commesso che crede nel vero amore, i due si trovano a un appuntamento romantico... e da lì è un attimo perchè i loro sentimenti esplodano come fuochi d'artificio!
Quella formata da Arthur e Felicia è la coppia più tenera del romanzo, ed è impossibile non augurarsi una rapida uscita di scena della superficiale Sherry, che forse non è davvero innamorata di Arthur ma che di sicuro ne apprezza il conto in banca...
Altra storia che mi ha davvero divertita è quella dell'attrice cinematografica che, al suo debutto a Broadway, si rivela incapace di recitare su un palcoscenico.
Il suo accento del Sud è tremendo, la sua interazione con il co-protagonista pessima (del resto, lui è un bravissimo attore e le ruba la scena appena apre bocca): è inevitabile che serva una soluzione drastica!
È una lettura frizzante e divertente, oltre che romantica e dedicata a tutte le donne che, forse, il "loro" tubino nero lo stanno ancora cercando.
Proprio epr questo ho deciso di proporvi tre tubini neri speciali firmati H&M, dal prezzo accessibile, che forse potranno diventare i vostri alleati sul lavoro e nel tempo libero:
In ufficio lo indosserei senza esitazione: da solo nelle stagioni più calde, sopra a una camicia bianca o rosa tenue nei mesi freddi.
Ha una linea pulita, è lungo quanto basta e decisamente classico.
Un abito così potete tenerlo nell'armadio vent'anni ed è sempre perfetto.
Questo è molto, molto semplice, ma adoro la mezza manica e lo immagino sia per il tempo libero, con un giubbino in jeans e una sottile cintura colorata a contrasto, sia in ufficio sopra ad una camicia, portato come uno scamiciato.
Con un chiodo in pelle e una paio di Doc Martens è perfetto per un concerto, e costa abbastanza poco da essere acquistabile in più colori (ne esiste una versione azzura che adoro già).
Infine, una proposta più provocante per la sera con un effetto "vedo non vedo" che mi piace moltissimo. Il vestito copre appena le ginocchia, è fasciante e io lo abbinerei senza esitazione a un paio di tacchi alti in vernice per una serata a due dal finale esplosivo.
E voi, avete già il vostro tubino perfetto?
Guardate che è magico: garantisce Jane L. Rosen ;)
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Un tubino è per sempre" di Jane L. Rosen, edito Piemme (rilegato a 17,90€):
Natalie lavora da Bloomingdale's, ed è in preda alla tristezza da quando il suo ex ha annunciato il suo fidanzamento con un'altra. Felicia è da sempre innamorata del suo capo, e ha una sola notte per scoprire se il suo amore è corrisposto. Andie di mestiere si occupa di mariti infedeli - lavora in un'agenzia investigativa -, ma finalmente si ritrova tra le mani un caso che potrebbe farle ritornare la fiducia nell'amore. E poi c'è una giovane modella arrivata a New York dall'Alabama, un'attrice di Hollywood terrorizzata dal suo debutto a Broadway, una brillante laureata alla Brown che finge di essere un'altra sui social: per queste ragazze la vita sta per cambiare magicamente, grazie a un piccolo, nero ed elegantissimo capo di vestiario. Un tubino nero che porta eleganza, bellezza, e soprattutto, l'amore nelle loro vite, incrociandole in modi inaspettati. Perché non si è mai fuori posto, con un tubino nero. In questo delizioso e scoppiettante romanzo femminile, il capo più amato e desiderato dalle donne passa di mano, di vita in vita, in modi imprevedibili, toccando i destini di nove ragazze. Perché a volte basta un abito per raccontare una storia. E per dare inizio a un amore.
Questo romanzo è sostanzialmente un film di Garry Marshall su carta stampata.
Abbiamo un cast di personaggi strepitosi, una serie di storie che si intrecciano alla perfezione l'una con l'altra, e un finale azzeccatissimo per ognuna di esse.
E il tutto ruota attorno a uno strepitoso vestitino nero, perchè ogni donna lo sa: un tubino è per sempre.
Jane L. Rosen costruisce un puzzle che si svela al lettore un capitolo dopo l'altro, leggendo dell'evoluzione dell'amore tra Jeremy - star del cinema in crisi per la fine della sua relazione e per le accuse infondate di omosessualità - e Natalie - commessa di Bloomingdale's e triste a causa dell'annuncio di fidanzamento del suo ex compagno.
Ovviamente Jeremy è tutt'altro che omosessuale, anzi: per Natalie si prende una grandissima sbandata. Dovrà solo riuscire a convincerla di essere meglio di Flip, il suo ex, e di non essere gay...
Abbiamo poi Arthur, sessant'anni e vedovo, legato da sempre da affettuosa amicizia e grande sintonia alla segretaria cinquantenne Felicia e impegnato in una relazione di dubbia riuscita con Sherry, molto più giovane e decisamente più volgare della sempre impeccabile Felicia.
Complice un commesso che crede nel vero amore, i due si trovano a un appuntamento romantico... e da lì è un attimo perchè i loro sentimenti esplodano come fuochi d'artificio!
Quella formata da Arthur e Felicia è la coppia più tenera del romanzo, ed è impossibile non augurarsi una rapida uscita di scena della superficiale Sherry, che forse non è davvero innamorata di Arthur ma che di sicuro ne apprezza il conto in banca...
Altra storia che mi ha davvero divertita è quella dell'attrice cinematografica che, al suo debutto a Broadway, si rivela incapace di recitare su un palcoscenico.
Il suo accento del Sud è tremendo, la sua interazione con il co-protagonista pessima (del resto, lui è un bravissimo attore e le ruba la scena appena apre bocca): è inevitabile che serva una soluzione drastica!
È una lettura frizzante e divertente, oltre che romantica e dedicata a tutte le donne che, forse, il "loro" tubino nero lo stanno ancora cercando.
Proprio epr questo ho deciso di proporvi tre tubini neri speciali firmati H&M, dal prezzo accessibile, che forse potranno diventare i vostri alleati sul lavoro e nel tempo libero:
H&M 34,99€ |
Ha una linea pulita, è lungo quanto basta e decisamente classico.
Un abito così potete tenerlo nell'armadio vent'anni ed è sempre perfetto.
H&M 12,99€ |
Con un chiodo in pelle e una paio di Doc Martens è perfetto per un concerto, e costa abbastanza poco da essere acquistabile in più colori (ne esiste una versione azzura che adoro già).
H&M 29,90€ |
E voi, avete già il vostro tubino perfetto?
Guardate che è magico: garantisce Jane L. Rosen ;)
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
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Anteprima: "Deliciously Ella - Semplicemente Green" di Ella Mills
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Deliciously Ella - Semplicemente Green" di Ella Mills, edito Vallardi (rilegato a 16,90€) in uscita il 23 Febbraio:
Deliciously Ella – Semplicemente green è il libro vegano più venduto in Europa. Il perché è semplice: cucinare vegano solitamente è difficile, complicato e richiede un sacco di tempo; il libro della Mills invece è ricco di ricette golose facilissime da realizzare, senza bisogno di costosi macchinari o ingredienti che non si trovino in un qualunque negozio di cibi biologici.
Il suo segreto? L’autrice non è una chef né una nutrizionista, ma una donna normale. Ha dovuto imparare a cucinare vegano senza glutine dopo che una malattia rara l’ha obbligata a rivoluzionare la propria alimentazione. Da autodidatta ha creato una cucina accessibile a tutti, da golosa ha inventato piatti incredibilmente buoni.
Il suo è un libro gioioso e inclusivo.
È per tutti: per chi ha fatto la scelta vegana o vegetariana, per chi ha problemi di salute, per i celiaci, per tutti coloro che vogliono introdurre piatti sani nella propria alimentazione abituale. E, udite udite, le ricette di Ella piacciono anche ai carnivori!
È facile da usare: all'inizio trovate l’elenco di ingredienti da tenere in dispensa (facilmente reperibili in qualunque negozio biologico o di cibi naturali o on-line).
Poi vi basterà fare settimanalmente la spesa di frutta e verdura.
Ho iniziato solo da pochi anni a mangiare le verdure, e non tutte.
Purtroppo il rifiuto del verde mi caratterizza sin dalla prima infanzia, ma ho scoperto di apprezzare anche alcuni piatti vegetariani e qualche verdura cruda (cotte proprio no, non ci riesco).
Chissà che le ricette di Ella non convincano anche un'irriducibile carnivora come me ;)
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Deliciously Ella - Semplicemente Green" di Ella Mills, edito Vallardi (rilegato a 16,90€) in uscita il 23 Febbraio:
Il suo segreto? L’autrice non è una chef né una nutrizionista, ma una donna normale. Ha dovuto imparare a cucinare vegano senza glutine dopo che una malattia rara l’ha obbligata a rivoluzionare la propria alimentazione. Da autodidatta ha creato una cucina accessibile a tutti, da golosa ha inventato piatti incredibilmente buoni.
Il suo è un libro gioioso e inclusivo.
È per tutti: per chi ha fatto la scelta vegana o vegetariana, per chi ha problemi di salute, per i celiaci, per tutti coloro che vogliono introdurre piatti sani nella propria alimentazione abituale. E, udite udite, le ricette di Ella piacciono anche ai carnivori!
È facile da usare: all'inizio trovate l’elenco di ingredienti da tenere in dispensa (facilmente reperibili in qualunque negozio biologico o di cibi naturali o on-line).
Poi vi basterà fare settimanalmente la spesa di frutta e verdura.
Ho iniziato solo da pochi anni a mangiare le verdure, e non tutte.
Purtroppo il rifiuto del verde mi caratterizza sin dalla prima infanzia, ma ho scoperto di apprezzare anche alcuni piatti vegetariani e qualche verdura cruda (cotte proprio no, non ci riesco).
Chissà che le ricette di Ella non convincano anche un'irriducibile carnivora come me ;)
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martedì 21 febbraio 2017
Anteprima: "Dietro le quinte al museo" di Kate Atkinson
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata all'anteprima di "Dietro le quinte al museo" di Kate Atkinson, edito Nord (rilegato a 18,60€) in uscita il 23 Febbraio:
Ruby Lennox è stata concepita di malavoglia dalla madre, Bunty, ed è nata mentre suo padre, George, era fuori città a raccontare a una signora con un bel vestito verde che lui non era sposato. Un inizio tutt’altro che promettente per Ruby… Anche perché Bunty non aveva nessuna intenzione di sposare George e adesso si ritrova bloccata con quella bambina in un piccolo appartamento sopra un negozio di animali, a due passi dall’antica e maestosa cattedrale di York. Ma i guai della famiglia di Ruby non sono certo iniziati allora, negli anni ‘50, all’epoca della sua nascita. Pare infatti che l’origine di tutti i disastri passati e futuri sia stata la sua bisnonna Alice, che agli inizi del secolo aveva dato scandalo scappando con un fotografo francese. Insomma, la storia della famiglia Lennox è ben più complessa di quanto non possa apparire a prima vista, ed è popolata da una carrellata di personaggi tutti da scoprire. Ed è proprio Ruby a raccontarcela, fin dal momento del suo concepimento («Eccomi, esisto!»), coinvolgendoci in un viaggio appassionante nel XX secolo visto attraverso gli occhi di una ragazza determinata a ritagliarsi un posto nel mondo.
"Dietro le quinte al museo" è stato il romanzo d’esordio di Kate Atkinson, un esordio esplosivo che ha incantato sia la critica sia i lettori e che oggi è considerato un classico della narrativa contemporanea inglese.
Avete letto "Vita dopo vita" e "Un dio in rovina"?
Se la risposta è no, dovete recuperare: quella di Kate Atkinson è una prosa straordinaria, e io non vedo l'ora di scoprire il suo romanzo d'esordio (già uscito qualche anno fa con altro editore) in questa splendida edizione.
La mia copia di VITA DOPO VITA |
La mia copia di UN DIO IN ROVINA, lì sulla sinistra |
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
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lunedì 20 febbraio 2017
"Starlight" di Cristina Chiperi [BlogTour]
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Cristina Chiperi è tornata in libreria con il primo capitolo di una nuova serie, e con una prosa più matura e consapevole che mi ha conquistata immediatamente.
"Starlight", edito Garzanti (rilegato a 14,90€) è già sugli scaffali, e l'autrice è impegnata nel booktour quindi non perdete l'occasione d'incontrarla dal vivo:
I corridoi dell’università sembrano infiniti, soprattutto per una matricola come Daisy. Tutto è nuovo ed entusiasmante per lei. Non riesce a immaginare un periodo più sereno della sua vita, fino a quando in quegli stessi corridoi incontra due occhi che avrebbe preferito non rivedere. Appartengono a Ethan, il suo migliore amico quando aveva dodici anni. Dietro quel ciuffo ribelle, Daisy riconosce il ragazzino timido e misterioso che l’aveva conquistata con le sue storie sul cielo e le costellazioni, soprattutto quelle stelle binarie che viste dall’occhio umano sembrano una sola, ma in realtà sono due e sono inseparabili. Ruotano sempre insieme nonostante tutto, qualunque cosa succeda. Così erano lei e Ethan. Poi tutto è cambiato. Perché lui ha tradito la sua fiducia e Daisy non crede che possa più esistere un legame così forte. Non crede più nella magia delle stelle. Lei crede nel fascino delle parole e dei ragionamenti. Non potrebbero essere più diversi di così, lei persa tra gli insegnamenti dei suoi amati filosofi e lui nelle formule astronomiche. Parlano due lingue differenti ormai. Eppure rincontrarlo dopo tanto tempo le fa provare emozioni forti e contrastanti. Daisy deve scegliere tra perdonare e ricordare. Il primo istinto è quello di fuggire. Perché la luce delle stelle a volte può abbagliare. Ma stelle binarie si nasce, e non si può fare nulla per cambiare il destino. C’è sempre una forza che ti riporta indietro. Il tuo posto è lì, per sempre.
Ho l'onore e il piacere di ospitare la prima tappa del blogtour del romanzo, ed oggi vi racconto i personaggi del romanzo, perchè Daisy e Ethan sono una coppia unica e speciale e che mi è rimasta nel cuore. Scopriremo insieme anche Noemi ed Alessandro, due personaggi-spalla dei quali non vedo l'ora di sapere di più!
Daisy è una ragazza sveglia e appassionata di filosofia, che non si è però mai del tutto ripresa dal divorzio dei genitori, seguito alla scoperta della relazione extraconiugale del padre.
Scoperta che ha fatto proprio lei, e che stupidamente aveva confidato a Ethan, il suo migliore amico... il quale ha pensato bene di non tenere la bocca chiusa, facendo esplodere la bomba a casa sua.
Sua madre ha fatto le valigie e ha traslocato, portandola con sè, e Daisy ha cambiato scuola e gruppo di amici senza troppi rimpianti pensando che mai, mai, mai avrebbe eprdonato Ethan per il suo tradimento.
La ritroviamo all'università, finalmente intenta a studiare ciò che più l'appassiona, e circondata da due amici decisamente esuberanti, Noemi ed Alessandro.
Vive in un mondo fatto di parole e di idee, di citazioni che le restano scolpite nel cuore, e tra una lezione e un turno di lavoro al bar si rintana nel suo luogo speciale, immerso nel verde, per pensare e per leggere.
Se da bambina aveva provato ad avvicinarsi alle stelle e all'astronomia per Ethan, ora quella porta è decisamente chiusa. O forse no...
Ethan è il mio personaggio preferito del romanzo, quindi siate preparati: ho solo cose belle da dire su di lui.
Lo incontriamo bambino, appena trasferito in una nuova scuola, paffuto e timido (e io già avevo voglia di coccolarlo... aiutatemi XD) e sempre immerso in libri di astronomia decisamente troppo complicati per lui.
Lo vediamo annaspare nel cercare di convincere Daisy di non aver tradito la sua fiducia, senza riuscirci. E lo ritroviamo di colpo cresciuto, slanciato e con le spalle muscolose nascoste dalla giacca di pelle, i capelli scuri spettinati e una spilla dei Guns N' Roses attaccata allo zaino.
Il mondo delle stelle non ha mai smesso di appassionarlo, e anche se apparentemente sembra ormai vivere in un universo differente rispetto a Daisy, non ci vorrà molto prima che i due ritrovino la strada che li porta l'uno verso l'altro...
Una metafora splendida che accompagna Daisy ed Ethan per tutta la durata del romanzo è quella del sistema binario di stelle, ovvero di quelle stelle che, in realtà, pur apparendo uniche all'occhio umano, sono due corpi separati che ruotano attorno ad uno stesso punto.
Forse i due ragazzi sono davvero come quelle stelle, destinati a restare insieme per sempre, o forse no: solo leggendo il secondo volume della serie potremo scoprirlo!
Cristina Chiperi però non ci ha lasciato solo una coppia strepitosa, ma ci ha anche presentato due personaggi dei quali non vedo l'ora di sapere qualcosa in più.
Noemi è l'amica minuta, bramosa d'indipendenza - e allo stesso tempo dipendente dalle liste - di Daisy: mi è stata molto simpatica da subito, soprattutto perchè molto diretta e capace di dire sempre quello che pensa.
Alessandro, invece, è un fan sfegatato dei Guns N' Roses e degli Arctic Monkeys, e se da un lato è un vicino rumoroso che fa vibrare i muri dell'intero piano ogni volta che suona con il suo gruppo, dall'altro è anche quello che aspetta Daisy ogni mattina per fare colazione a base di pasticcini alla crema.
Il rapporto di Daisy con Noemi ed Alessandro cambierà drasticamente dall'inizio alla fine del libro, e sono sicura che ci aspettano grandi cose nel seguito...
Ma veniamo a noi!
Oltre ad avere un percorso ricco di contenuti e di approfondimenti sul libro, i suoi protagonisti e i temi che affronta, il blogtour vi dà anche la possibilità di adottare tre copie cartacee del romanzo!
Come fare?
Compilando il modulo qui sotto e rispettando tutte le regole che contiene:
a Rafflecopter giveaway Per non perdere nemmeno una tappa, non dimenticatevi di seguire il nostro calendario!
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Cristina Chiperi è tornata in libreria con il primo capitolo di una nuova serie, e con una prosa più matura e consapevole che mi ha conquistata immediatamente.
"Starlight", edito Garzanti (rilegato a 14,90€) è già sugli scaffali, e l'autrice è impegnata nel booktour quindi non perdete l'occasione d'incontrarla dal vivo:
I corridoi dell’università sembrano infiniti, soprattutto per una matricola come Daisy. Tutto è nuovo ed entusiasmante per lei. Non riesce a immaginare un periodo più sereno della sua vita, fino a quando in quegli stessi corridoi incontra due occhi che avrebbe preferito non rivedere. Appartengono a Ethan, il suo migliore amico quando aveva dodici anni. Dietro quel ciuffo ribelle, Daisy riconosce il ragazzino timido e misterioso che l’aveva conquistata con le sue storie sul cielo e le costellazioni, soprattutto quelle stelle binarie che viste dall’occhio umano sembrano una sola, ma in realtà sono due e sono inseparabili. Ruotano sempre insieme nonostante tutto, qualunque cosa succeda. Così erano lei e Ethan. Poi tutto è cambiato. Perché lui ha tradito la sua fiducia e Daisy non crede che possa più esistere un legame così forte. Non crede più nella magia delle stelle. Lei crede nel fascino delle parole e dei ragionamenti. Non potrebbero essere più diversi di così, lei persa tra gli insegnamenti dei suoi amati filosofi e lui nelle formule astronomiche. Parlano due lingue differenti ormai. Eppure rincontrarlo dopo tanto tempo le fa provare emozioni forti e contrastanti. Daisy deve scegliere tra perdonare e ricordare. Il primo istinto è quello di fuggire. Perché la luce delle stelle a volte può abbagliare. Ma stelle binarie si nasce, e non si può fare nulla per cambiare il destino. C’è sempre una forza che ti riporta indietro. Il tuo posto è lì, per sempre.
Ho l'onore e il piacere di ospitare la prima tappa del blogtour del romanzo, ed oggi vi racconto i personaggi del romanzo, perchè Daisy e Ethan sono una coppia unica e speciale e che mi è rimasta nel cuore. Scopriremo insieme anche Noemi ed Alessandro, due personaggi-spalla dei quali non vedo l'ora di sapere di più!
Daisy è una ragazza sveglia e appassionata di filosofia, che non si è però mai del tutto ripresa dal divorzio dei genitori, seguito alla scoperta della relazione extraconiugale del padre.
Scoperta che ha fatto proprio lei, e che stupidamente aveva confidato a Ethan, il suo migliore amico... il quale ha pensato bene di non tenere la bocca chiusa, facendo esplodere la bomba a casa sua.
Sua madre ha fatto le valigie e ha traslocato, portandola con sè, e Daisy ha cambiato scuola e gruppo di amici senza troppi rimpianti pensando che mai, mai, mai avrebbe eprdonato Ethan per il suo tradimento.
La ritroviamo all'università, finalmente intenta a studiare ciò che più l'appassiona, e circondata da due amici decisamente esuberanti, Noemi ed Alessandro.
Vive in un mondo fatto di parole e di idee, di citazioni che le restano scolpite nel cuore, e tra una lezione e un turno di lavoro al bar si rintana nel suo luogo speciale, immerso nel verde, per pensare e per leggere.
Se da bambina aveva provato ad avvicinarsi alle stelle e all'astronomia per Ethan, ora quella porta è decisamente chiusa. O forse no...
Ethan è il mio personaggio preferito del romanzo, quindi siate preparati: ho solo cose belle da dire su di lui.
Lo incontriamo bambino, appena trasferito in una nuova scuola, paffuto e timido (e io già avevo voglia di coccolarlo... aiutatemi XD) e sempre immerso in libri di astronomia decisamente troppo complicati per lui.
Lo vediamo annaspare nel cercare di convincere Daisy di non aver tradito la sua fiducia, senza riuscirci. E lo ritroviamo di colpo cresciuto, slanciato e con le spalle muscolose nascoste dalla giacca di pelle, i capelli scuri spettinati e una spilla dei Guns N' Roses attaccata allo zaino.
Il mondo delle stelle non ha mai smesso di appassionarlo, e anche se apparentemente sembra ormai vivere in un universo differente rispetto a Daisy, non ci vorrà molto prima che i due ritrovino la strada che li porta l'uno verso l'altro...
Una metafora splendida che accompagna Daisy ed Ethan per tutta la durata del romanzo è quella del sistema binario di stelle, ovvero di quelle stelle che, in realtà, pur apparendo uniche all'occhio umano, sono due corpi separati che ruotano attorno ad uno stesso punto.
Forse i due ragazzi sono davvero come quelle stelle, destinati a restare insieme per sempre, o forse no: solo leggendo il secondo volume della serie potremo scoprirlo!
Cristina Chiperi però non ci ha lasciato solo una coppia strepitosa, ma ci ha anche presentato due personaggi dei quali non vedo l'ora di sapere qualcosa in più.
Noemi è l'amica minuta, bramosa d'indipendenza - e allo stesso tempo dipendente dalle liste - di Daisy: mi è stata molto simpatica da subito, soprattutto perchè molto diretta e capace di dire sempre quello che pensa.
Alessandro, invece, è un fan sfegatato dei Guns N' Roses e degli Arctic Monkeys, e se da un lato è un vicino rumoroso che fa vibrare i muri dell'intero piano ogni volta che suona con il suo gruppo, dall'altro è anche quello che aspetta Daisy ogni mattina per fare colazione a base di pasticcini alla crema.
Il rapporto di Daisy con Noemi ed Alessandro cambierà drasticamente dall'inizio alla fine del libro, e sono sicura che ci aspettano grandi cose nel seguito...
Ma veniamo a noi!
Oltre ad avere un percorso ricco di contenuti e di approfondimenti sul libro, i suoi protagonisti e i temi che affronta, il blogtour vi dà anche la possibilità di adottare tre copie cartacee del romanzo!
Come fare?
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Anteprima: "L'appartamento" di Danielle Steel
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata all'anteprima di "L'appartamento" di Danielle Steel, edito Sperling&Kupfer (rilegato a 19,90€) in uscita il 21 Febbraio:
Cos'hanno in comune una designer di scarpe, una scrittrice in cerca d'ispirazione, una specializzanda in ginecologia e un'impiegata di Wall Street? All'apparenza, proprio nulla. Eppure, Claire, Abby, Sasha e Morgan, così diverse tra loro, per caso si trovano a condividere un appartamento nel cuore di New York City. Quella che nasce come una convivenza dettata dalla necessità si trasforma pian piano in amicizia sincera, tanto che le quattro ragazze iniziano a sentirsi parte di un'insolita grande famiglia. Nel momento del bisogno, il legame tra loro diventerà un porto sicuro dove cercare conforto e sarà capace di unirle anche quando la vita separerà le loro strade.
A voi non fa subito pensare a "Sex & the City", ai romanzi di Candace Bushnell e ai lavori di Lauren Weisberger?
Io non vedo lora di leggerlo, e mi piace un sacco questa copertina superfrizzante e metropolitana.
Penso proprio che dovrò farci un pensierino ;)
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata all'anteprima di "L'appartamento" di Danielle Steel, edito Sperling&Kupfer (rilegato a 19,90€) in uscita il 21 Febbraio:
Cos'hanno in comune una designer di scarpe, una scrittrice in cerca d'ispirazione, una specializzanda in ginecologia e un'impiegata di Wall Street? All'apparenza, proprio nulla. Eppure, Claire, Abby, Sasha e Morgan, così diverse tra loro, per caso si trovano a condividere un appartamento nel cuore di New York City. Quella che nasce come una convivenza dettata dalla necessità si trasforma pian piano in amicizia sincera, tanto che le quattro ragazze iniziano a sentirsi parte di un'insolita grande famiglia. Nel momento del bisogno, il legame tra loro diventerà un porto sicuro dove cercare conforto e sarà capace di unirle anche quando la vita separerà le loro strade.
A voi non fa subito pensare a "Sex & the City", ai romanzi di Candace Bushnell e ai lavori di Lauren Weisberger?
Io non vedo lora di leggerlo, e mi piace un sacco questa copertina superfrizzante e metropolitana.
Penso proprio che dovrò farci un pensierino ;)
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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venerdì 17 febbraio 2017
Scopriamo "Magari domani resto" di Lorenzo Marone insieme all'autore!
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Oggi parliamo di "Magari domani resto" di Lorenzo Marone, edito Feltrinelli (brossurato a 16,50€), e lo facciamo proprio insieme all'autore:
Luce, una trentenne napoletana, vive nei Quartieri Spagnoli ed è una giovane onesta, combattiva, abituata a prendere a schiaffi la vita. Fa l'avvocato, sempre in jeans, anfibi e capelli corti alla maschiaccio. Il padre ha abbandonato lei, la madre e un fratello, che poi ha deciso a sua volta di andarsene di casa e vivere al Nord. Così Luce è rimasta bloccata nella sua realtà abitata da una madre bigotta e infelice, da un amore per un bastardo Peter Pan e da un capo viscido e ambiguo, un avvocato cascamorto con il pelo sullo stomaco. Come conforto, le passeggiate sul lungomare con Alleria, il suo cane superiore, unico vero confidente, e le chiacchiere con il suo anziano vicino don Vittorio, un musicista filosofo in sedia a rotelle. Un giorno a Luce viene assegnata una causa per l'affidamento di un minore, e qualcosa inizia a cambiare. All'improvviso, nella sua vita entrano un bambino saggio e molto speciale, un artista di strada giramondo e una rondine che non ha nessuna intenzione di migrare. La causa di affidamento nasconde molte ombre, ma forse è l'occasione per sciogliere nodi del passato e mettere un po' d'ordine nella capatosta di Luce. Risolvendo un dubbio: andarsene, come hanno fatto il padre, il fratello e chiunque abbia seguito il vento che gli diceva di fuggire, o magari restare?
Abbiamo avuto l'incredibile opportunità, grazie a Feltrinelli, non solo di leggere il romanzo in anteprima ma anche di chiacchierare con l'autore davanti a un aperitivo, e tra un drink e una bruschetta abbiamo percorso insieme a lui le strade della "sua" Napoli e di quella di Luce.
Partiamo subito da una domanda scomoda: perché Luce, la protagonista, all'inizio del romanzo, afferma che le donne stanno meglio in Italia che in altri paesi?
È un po' una provocazione, ma Luce è una donna forte, popolare, che non so se esista anche altrove, ma che diventa così crescendo nel contesto di Napoli, e difficilmente si fa mettere i piedi in testa.
Com'è stato, da scrittore, calarsi nei panni di un personaggio femminile?
Questa è una cosa di cui mi sono reso veramente conto solo alla fine, nel senso che mentre scrivevo non ho avuto difficoltà (del resto la domanda che mi aveva perseguitato dopo l'uscita del mio primo libro è stata «come hai fatto a vestire i panni di un ottantenne?»).
La sensibilità dovrebbe comunque permetterti di metterti al posto degli altri, e io in questo senso non ho avvertito il problema. Luce è una voce che sentivo, un personaggio che avevo dentro: non è reale, ma avevo ben presente tipi del genere. Solo quando ho finito mi sono chiesto se avessi inquadrato davvero una voce femminile, ma questo me lo dovranno dire i lettori.
Con questo personaggio hai infatti detto di esserti voluto distaccare dal protagonista abbastanza autobiografico del libro precedente.
Dato che in ogni uomo c'è una parte di femminilità, quanto c'è di te in Luce?
Premetto che io credo di avere una parte femminile molto spiccata, soprattutto una sensibilità quasi feminile, forse una conseguenza dell'essere cresciuto anch'io fra donne. Credo però che Luce sia molto diversa da come sarei potuto essere io da donna. Io non ho lo slancio, il coraggio verso la vita e l'irruenza di Luce: abbiamo in comune solo l'avvocatura, perchè anch'io ho fatto l'avvocato per dieci anni. Vivo al Vomero, quartiere borghese collinare molto diverso dai quartieri spagnoli, ma Napoli ha la particolarità di non avere confini: nello stesso quartiere convivono diverse stratificazioni sociali, e capita che la famiglia nobile di origini antiche viva vicino al camorrista.
Pensando alle sfide affrontate da Luce, e alle decisioni che deve prendere, è impossibile non pensare alle difficoltà che tutti quelli della sua età si trovano ad affrontare oggi. Quant'è difficile oggi non avere paura?
Luce è un po' la mia proiezione, quello che vorrei essere. Essere persone sensibili ti permette di vivere la vita appieno, anche se paghi un dazio in tema di malessere e malinconia.
Un grande atto di coraggio che si può fare oggi è non tanto non avere paura, cosa disumana, ma tentare di affrontarla, e resistere col sorriso sulle labbra, con leggerezza e ironia, che ti permettono di attutire in qualche modo le botte della vita.
Credo che si debba migliorare il nostro piccolo pezzettino di mondo: se lo facessimo tutti quanti, vivremmo tutti meglio. E nel momento in cui ti prendi cura delle tue radici, ti prendi cura anche della tua città.
Napoli ispira tante storie per le tante persone diverse che ci vivono.
C'è un particolare caratteristico che ha dato origine a questa storia, oppure è nata lentamente dentro di te?
No, avevo solo l'idea di voler parlare di una Napoli popolare, perché avevo letto un paio di romanzi ambientati nei quartieri spagnoli che mi erano piaciuti, e perché volevo servirmi della città. In quelle zone a livello descrittivo puoi fare quello che vuoi, mentre nei quartieri borghesi questo non accade.
È come perdersi nei mille dettagli di quando si guarda la tavola di un fumetto.
Quando inizio a scrivere una storia io parto sempre da un'idea molto vaga e il primo periodo, per un certo numero di pagine, è un girare un po' a vuoto senza punti di riferimento. A un certo punto della trama, poi, scatta la scintilla che mi fa entrare nel vivo della storia.
C'è anche chi, prima di iniziare, si prepara sinossi e schede dei personaggi, ma io non sono così.
È lo stesso processo che hai seguito lavorando ai libri precedenti?
Sì, sono sempre partito solo dalla voglia di parlare di un personaggio.
In questo romanzo si parla di Luce e di Napoli, ma anche di andare o restare. Quanto pensi che a un certo punto della propria vita sia necessario cambiare, magari per trovare nuove ispirazioni, e quanto al tempo stesso reputi importante ritornare?
Dipende da cosa s'intende per cambiare, perché cambiare è necessario nella vita.
Qui non si fa un elogio delle abitudini, ma della ricerca di sè. Non c'è bisogno di scappare: possiamo trovare la nostra strada sia restando, sia andando via. In realtà, non si parte e non si resta mai del tutto, perché quando te ne vai lasci sempre un pezzetto di te, e quando resti rimpiangi a volte di non essere partito.
I sentimenti d'amore verso la propria città si possono sviluppare di più solo lasciandola?
Purtroppo, spesso è così. Quando ti allontani ti rendi conto di tante cose. Per me, quando mi trovo al Nord, scatta l'empatia se incontro un napoletano e la cosa che altrove veramente mi manca è l'umanità della mia città. Sono convinto che sarei completamente diverso, e così la mia scrittura, se non fossi napoletano.
Ci sono tante parole del dialetto napoletano in questo libro, che spesso danno anche il titolo ai capitoli. Capita spesso che i dialetti rendano di più concetti che l'italiano non riesce a esprimere con una sola parola. Se tu dovessi scegliere una parola che per te è "casa, Napoli, quotidianità", quale sceglieresti?
È una bella domanda, ma di parole così ce ne sono tante. Questa volta ho usato di più il napoletano perché ero nel contesto giusto per farlo, e secondo me abbiamo tante belle parole che vogliono dire tutto, anche musicali e piene di sapori e di colori. Forse sono due quelle che mi rappresentano più di tutte: la prima è "arteteca", che equivale al ballo di San Vito: esprime l'inquietudine. Io sono uno così, vengo attratto dalle persone calme, che parlano lentamente, perché sono agitato. La seconda è "scuorno", quando proviamo vergogna. Io ho simpatia e rispetto per chi prova "scuorno" perché credo sia una caratteristica delle persone sensibili.
Che tipo di scelta ti ha guidato nell'alternanza tra lingua italiana e napoletana?
Hai scritto e riscritto oppure hai seguito il tuo istinto, alla ricerca di una musicalità che hai ottenuto molto bene?
Qualcuno mi ha detto che lo stile di questo romanzo è molto diverso dallo stile dei romanzi precedenti, e forse è vero. Io non me ne sono neanche reso conto, perché in realtà anche questo stile fa parte di me. Forse è la prima volta che uso così tanto il napoletano, e che ho parlato della Napoli popolare per servirmi del suo linguaggio. Questa voce era dentro di me.
Geronimo, ad esempio, incarna alla perfezione la classica arte di arrangiarsi napoletana. Giuro che non l'ho fatto così per parlare male degli avvocati, avrebbe potuto svolgere anche un altro mestiere, ma è una tipologia di persona che incontri quotidianamente per le strade di Napoli.
Questo personaggio di Luce non è all'antitesi dell'arte di arrangiarsi?
Luce è alla costante ricerca di moralità, intesa come rigore morale, anche grazie all'educazione ricevuta dalla madre. Vuole migliorare le cose del suo mondo. È molto poco meridionale, in fondo, anche se quel "magari domani resto" ricorda il "mo' vediamo" che è tipicamente napoletano.
Tra i protagonisti c'è un bambino, Kevin.
Il fatto di essere diventato da poco padre cosa ha cambiato nel tuo modo di scrivere?
Ho meno tempo, senz'altro. Mi ha cambiato il modo di vivere. Se hai un bambino finirai per amare tutti i bambini, così come da quando ho un cane amo tutti i cani.
L'amore, quando è vissuto, ti porta ad amare anche la vita in senso assoluto, ti fa diventare una persona migliore e ti fa anche scrivere meglio.
Molti personaggi esprimono concetti filosofici. A un certo punto si parla del diritto di stare indietro e di essere ascoltato e questa cosa mi è sembrata originale.
Ti è mai capitato, da scrittore o nella vita, di sentirti indietro e di avere qualcuno che abbia rispettato i tuoi ritmi?
Sentirmi indietro no, anche se a scuola non ero un grande studente e un po' indietro forse lo ero. Non sentirmi aspettato, sì. Da bambini ci insegnano molte cose ma non altre, come per esempio stare in piedi, nel senso di vivere le emozioni che la società non considera importanti, costruire una struttura che ci faccia camminare senza barcollare. Nessuno aspetta davvero che un bimbo possa trovare la sua strada.
Forse perché verso i bambini scatta la tentazione di proteggerli, di dire sempre loro che va tutto bene, anche se non è così?
Credo semplicemente che bisognerebbe cercare di ascoltare di più chi si ha di fronte, non solo con i bambini. Il percorso di ciascuno può variare molto rispetto al nostro.
Si dice che a Napoli siate tutti filosofi, e in parte lo ritroviamo anche in questo romanzo.
C'è una ragione per questa natura portata alla riflessione?
È una città che si presta a fornire uno spunto di riflessione continua. Per forza di cose il centro storico finisce sui giornali per la cronaca nera, ma nessuno sa che lo stesso centro storico ha una grande vitalità culturale, poco conosciuta. È il doversi confrontare con la difficoltà di viverci che ti porta a filosofeggiare: forse è più facile trovare ispirazione in un luogo così pieno di sapori, colori e odori.
Pensi che le nuove generazioni riusciranno a cambiare Napoli?
No. Ogni tanto si dice che Napoli è cambiata e poi si ritorna sulle stesse cose. Tranne un breve periodo di vent'anni fa, credo che la città sia sempre la stessa.
Grazie alla casa editrice per aver organizzato un aperitivo strepitoso, e all'autore per averci raccontato il suo libro, la sua Luce Di Notte e e la sua Napoli. Che io devo assolutamente riuscire a visitare prima o poi, ma questo è un altro discorso.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Oggi parliamo di "Magari domani resto" di Lorenzo Marone, edito Feltrinelli (brossurato a 16,50€), e lo facciamo proprio insieme all'autore:
Luce, una trentenne napoletana, vive nei Quartieri Spagnoli ed è una giovane onesta, combattiva, abituata a prendere a schiaffi la vita. Fa l'avvocato, sempre in jeans, anfibi e capelli corti alla maschiaccio. Il padre ha abbandonato lei, la madre e un fratello, che poi ha deciso a sua volta di andarsene di casa e vivere al Nord. Così Luce è rimasta bloccata nella sua realtà abitata da una madre bigotta e infelice, da un amore per un bastardo Peter Pan e da un capo viscido e ambiguo, un avvocato cascamorto con il pelo sullo stomaco. Come conforto, le passeggiate sul lungomare con Alleria, il suo cane superiore, unico vero confidente, e le chiacchiere con il suo anziano vicino don Vittorio, un musicista filosofo in sedia a rotelle. Un giorno a Luce viene assegnata una causa per l'affidamento di un minore, e qualcosa inizia a cambiare. All'improvviso, nella sua vita entrano un bambino saggio e molto speciale, un artista di strada giramondo e una rondine che non ha nessuna intenzione di migrare. La causa di affidamento nasconde molte ombre, ma forse è l'occasione per sciogliere nodi del passato e mettere un po' d'ordine nella capatosta di Luce. Risolvendo un dubbio: andarsene, come hanno fatto il padre, il fratello e chiunque abbia seguito il vento che gli diceva di fuggire, o magari restare?
Abbiamo avuto l'incredibile opportunità, grazie a Feltrinelli, non solo di leggere il romanzo in anteprima ma anche di chiacchierare con l'autore davanti a un aperitivo, e tra un drink e una bruschetta abbiamo percorso insieme a lui le strade della "sua" Napoli e di quella di Luce.
Partiamo subito da una domanda scomoda: perché Luce, la protagonista, all'inizio del romanzo, afferma che le donne stanno meglio in Italia che in altri paesi?
È un po' una provocazione, ma Luce è una donna forte, popolare, che non so se esista anche altrove, ma che diventa così crescendo nel contesto di Napoli, e difficilmente si fa mettere i piedi in testa.
Com'è stato, da scrittore, calarsi nei panni di un personaggio femminile?
Questa è una cosa di cui mi sono reso veramente conto solo alla fine, nel senso che mentre scrivevo non ho avuto difficoltà (del resto la domanda che mi aveva perseguitato dopo l'uscita del mio primo libro è stata «come hai fatto a vestire i panni di un ottantenne?»).
La sensibilità dovrebbe comunque permetterti di metterti al posto degli altri, e io in questo senso non ho avvertito il problema. Luce è una voce che sentivo, un personaggio che avevo dentro: non è reale, ma avevo ben presente tipi del genere. Solo quando ho finito mi sono chiesto se avessi inquadrato davvero una voce femminile, ma questo me lo dovranno dire i lettori.
Con questo personaggio hai infatti detto di esserti voluto distaccare dal protagonista abbastanza autobiografico del libro precedente.
Dato che in ogni uomo c'è una parte di femminilità, quanto c'è di te in Luce?
Premetto che io credo di avere una parte femminile molto spiccata, soprattutto una sensibilità quasi feminile, forse una conseguenza dell'essere cresciuto anch'io fra donne. Credo però che Luce sia molto diversa da come sarei potuto essere io da donna. Io non ho lo slancio, il coraggio verso la vita e l'irruenza di Luce: abbiamo in comune solo l'avvocatura, perchè anch'io ho fatto l'avvocato per dieci anni. Vivo al Vomero, quartiere borghese collinare molto diverso dai quartieri spagnoli, ma Napoli ha la particolarità di non avere confini: nello stesso quartiere convivono diverse stratificazioni sociali, e capita che la famiglia nobile di origini antiche viva vicino al camorrista.
Pensando alle sfide affrontate da Luce, e alle decisioni che deve prendere, è impossibile non pensare alle difficoltà che tutti quelli della sua età si trovano ad affrontare oggi. Quant'è difficile oggi non avere paura?
Luce è un po' la mia proiezione, quello che vorrei essere. Essere persone sensibili ti permette di vivere la vita appieno, anche se paghi un dazio in tema di malessere e malinconia.
Un grande atto di coraggio che si può fare oggi è non tanto non avere paura, cosa disumana, ma tentare di affrontarla, e resistere col sorriso sulle labbra, con leggerezza e ironia, che ti permettono di attutire in qualche modo le botte della vita.
Credo che si debba migliorare il nostro piccolo pezzettino di mondo: se lo facessimo tutti quanti, vivremmo tutti meglio. E nel momento in cui ti prendi cura delle tue radici, ti prendi cura anche della tua città.
Napoli ispira tante storie per le tante persone diverse che ci vivono.
C'è un particolare caratteristico che ha dato origine a questa storia, oppure è nata lentamente dentro di te?
No, avevo solo l'idea di voler parlare di una Napoli popolare, perché avevo letto un paio di romanzi ambientati nei quartieri spagnoli che mi erano piaciuti, e perché volevo servirmi della città. In quelle zone a livello descrittivo puoi fare quello che vuoi, mentre nei quartieri borghesi questo non accade.
È come perdersi nei mille dettagli di quando si guarda la tavola di un fumetto.
Quando inizio a scrivere una storia io parto sempre da un'idea molto vaga e il primo periodo, per un certo numero di pagine, è un girare un po' a vuoto senza punti di riferimento. A un certo punto della trama, poi, scatta la scintilla che mi fa entrare nel vivo della storia.
C'è anche chi, prima di iniziare, si prepara sinossi e schede dei personaggi, ma io non sono così.
È lo stesso processo che hai seguito lavorando ai libri precedenti?
Sì, sono sempre partito solo dalla voglia di parlare di un personaggio.
In questo romanzo si parla di Luce e di Napoli, ma anche di andare o restare. Quanto pensi che a un certo punto della propria vita sia necessario cambiare, magari per trovare nuove ispirazioni, e quanto al tempo stesso reputi importante ritornare?
Dipende da cosa s'intende per cambiare, perché cambiare è necessario nella vita.
Qui non si fa un elogio delle abitudini, ma della ricerca di sè. Non c'è bisogno di scappare: possiamo trovare la nostra strada sia restando, sia andando via. In realtà, non si parte e non si resta mai del tutto, perché quando te ne vai lasci sempre un pezzetto di te, e quando resti rimpiangi a volte di non essere partito.
I sentimenti d'amore verso la propria città si possono sviluppare di più solo lasciandola?
Purtroppo, spesso è così. Quando ti allontani ti rendi conto di tante cose. Per me, quando mi trovo al Nord, scatta l'empatia se incontro un napoletano e la cosa che altrove veramente mi manca è l'umanità della mia città. Sono convinto che sarei completamente diverso, e così la mia scrittura, se non fossi napoletano.
Ci sono tante parole del dialetto napoletano in questo libro, che spesso danno anche il titolo ai capitoli. Capita spesso che i dialetti rendano di più concetti che l'italiano non riesce a esprimere con una sola parola. Se tu dovessi scegliere una parola che per te è "casa, Napoli, quotidianità", quale sceglieresti?
È una bella domanda, ma di parole così ce ne sono tante. Questa volta ho usato di più il napoletano perché ero nel contesto giusto per farlo, e secondo me abbiamo tante belle parole che vogliono dire tutto, anche musicali e piene di sapori e di colori. Forse sono due quelle che mi rappresentano più di tutte: la prima è "arteteca", che equivale al ballo di San Vito: esprime l'inquietudine. Io sono uno così, vengo attratto dalle persone calme, che parlano lentamente, perché sono agitato. La seconda è "scuorno", quando proviamo vergogna. Io ho simpatia e rispetto per chi prova "scuorno" perché credo sia una caratteristica delle persone sensibili.
Che tipo di scelta ti ha guidato nell'alternanza tra lingua italiana e napoletana?
Hai scritto e riscritto oppure hai seguito il tuo istinto, alla ricerca di una musicalità che hai ottenuto molto bene?
Qualcuno mi ha detto che lo stile di questo romanzo è molto diverso dallo stile dei romanzi precedenti, e forse è vero. Io non me ne sono neanche reso conto, perché in realtà anche questo stile fa parte di me. Forse è la prima volta che uso così tanto il napoletano, e che ho parlato della Napoli popolare per servirmi del suo linguaggio. Questa voce era dentro di me.
Geronimo, ad esempio, incarna alla perfezione la classica arte di arrangiarsi napoletana. Giuro che non l'ho fatto così per parlare male degli avvocati, avrebbe potuto svolgere anche un altro mestiere, ma è una tipologia di persona che incontri quotidianamente per le strade di Napoli.
Questo personaggio di Luce non è all'antitesi dell'arte di arrangiarsi?
Luce è alla costante ricerca di moralità, intesa come rigore morale, anche grazie all'educazione ricevuta dalla madre. Vuole migliorare le cose del suo mondo. È molto poco meridionale, in fondo, anche se quel "magari domani resto" ricorda il "mo' vediamo" che è tipicamente napoletano.
Tra i protagonisti c'è un bambino, Kevin.
Il fatto di essere diventato da poco padre cosa ha cambiato nel tuo modo di scrivere?
Ho meno tempo, senz'altro. Mi ha cambiato il modo di vivere. Se hai un bambino finirai per amare tutti i bambini, così come da quando ho un cane amo tutti i cani.
L'amore, quando è vissuto, ti porta ad amare anche la vita in senso assoluto, ti fa diventare una persona migliore e ti fa anche scrivere meglio.
Molti personaggi esprimono concetti filosofici. A un certo punto si parla del diritto di stare indietro e di essere ascoltato e questa cosa mi è sembrata originale.
Ti è mai capitato, da scrittore o nella vita, di sentirti indietro e di avere qualcuno che abbia rispettato i tuoi ritmi?
Sentirmi indietro no, anche se a scuola non ero un grande studente e un po' indietro forse lo ero. Non sentirmi aspettato, sì. Da bambini ci insegnano molte cose ma non altre, come per esempio stare in piedi, nel senso di vivere le emozioni che la società non considera importanti, costruire una struttura che ci faccia camminare senza barcollare. Nessuno aspetta davvero che un bimbo possa trovare la sua strada.
Forse perché verso i bambini scatta la tentazione di proteggerli, di dire sempre loro che va tutto bene, anche se non è così?
Credo semplicemente che bisognerebbe cercare di ascoltare di più chi si ha di fronte, non solo con i bambini. Il percorso di ciascuno può variare molto rispetto al nostro.
Si dice che a Napoli siate tutti filosofi, e in parte lo ritroviamo anche in questo romanzo.
C'è una ragione per questa natura portata alla riflessione?
È una città che si presta a fornire uno spunto di riflessione continua. Per forza di cose il centro storico finisce sui giornali per la cronaca nera, ma nessuno sa che lo stesso centro storico ha una grande vitalità culturale, poco conosciuta. È il doversi confrontare con la difficoltà di viverci che ti porta a filosofeggiare: forse è più facile trovare ispirazione in un luogo così pieno di sapori, colori e odori.
Pensi che le nuove generazioni riusciranno a cambiare Napoli?
No. Ogni tanto si dice che Napoli è cambiata e poi si ritorna sulle stesse cose. Tranne un breve periodo di vent'anni fa, credo che la città sia sempre la stessa.
Grazie alla casa editrice per aver organizzato un aperitivo strepitoso, e all'autore per averci raccontato il suo libro, la sua Luce Di Notte e e la sua Napoli. Che io devo assolutamente riuscire a visitare prima o poi, ma questo è un altro discorso.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
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giovedì 16 febbraio 2017
"Pickup Notes" di Jane Lebak
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Pickup Notes" di Jane Lebak, edito da Philangelus Press (brossurato a circa 13€ su Amazon, ma l'ebook è gratis con Kindle Unlimited):
Suonare la viola nel suo quartetto d'archi è l'unica gioia nella vita di Joey. Non è di certo il suo lavoro come cassiera a un casello autostradale a renderla felice, men che meno la sua famiglia piena di conflitti. Ma non ci sono grandi prospettive di guadagno nel mondo della musica classica, mentre non manca la competizione.
HARRISON: il primo violino senza paura che ha sempre guidato il gruppo;
SHREYA: il riservato secondo violino, una ragazza originale che sembra sempre avere un piede già fuori dalla porta;
JOSH: il violoncellista che solo ora sta affrontando la balbuzie che lo ha relegato ai margini sin da quando era bambino;
JOEY: la viola, che ha spezzato il cuore di Josh e che è riuscita a farselo spezzare da Harrison.
Quando una sposa si ubriaca ala punto da dimenticare di aver ingaggiato un quartetto d'archi, Shreya stupisce tutti riuscendo a suonare un riff di chitarra con il suo violino. Vedendo nel talento di Shreya una possibile fonte di guadagno, Harrison decide di stravolgere il loro intero repertorio per darle spazio. Ma cambiare la loro playlist inizia a cambiare anche le dinamiche interne al quartetto. Anche se Harrison ripete che qualsiasi cosa accada avranno sempre la loro musica, quando i loro rapporti iniziano a tendersi come corde di violino servirà qualcosa di più delle promesse e di un nuovo repertorio per tenere unito il quartetto.
Questo è un romanzo inedito in Italia, ma non potevo non parlarvene perchè me ne sono innamorata.
Jane Lebak è sconosciuta ai più, e occorre rimediare perchè alla storia di Joey e del suo quartetto non manca nulla.
Joey è una ragazza di 24 anni che da sempre è abituata a cavarsela da sola: i suoi genitori hanno sempre coccolato e protetto la sorella Viv che non solo è diventata un'arpia arrivista e arrogante, ma è anche riuscita ad annientare ogni sogno dei genitori rimandendo incinta e restando a casa.
Joey è diversa, appena ha potuto è andata via di casa affittando la mansarda dei nonni, e passa le giornate divisa tra il suo lavoro in un casello stradale e la sua musica.
Suona la viola, che all'interno di un quartetto d'archi è lo strumento-barzelletta (il libro è pieno di battute sulla viola, e mi hanno divertita anche non conoscendo bene lo strumento), e insieme all'amico di sempre Josh, al violinista Harrison e alla new entry Shreya suona a matrimoni, feste aziendali, compleanni...
È proprio a un matrimonio che il suo gruppo si trova, all'improvviso, al centro dell'attenzione: per contenere una folla sin troppo esuberante Shreya ricorre a un'interpretazione inusuale di "Hotel California", riuscendo a tirare fuori dal suo violino un riff di chitarra e incantando il pubblico.
Il video della loro esibizione diventa virale e ripreso da un quotidiano, rendendoli celebri. Forse anche fin troppo, visto che si trovano subito attorniati da avvocati che vorrebbero citarli per violazione del diritto d'autore.
Harrison, guida del gruppo sin dalla sua nascita, decide che è questa la loro strada, le fusioni di classico e rock, e coinvolge l'intero gruppo nella riorganizzazione del loro intero repertorio.
I loro ingaggi aumentano, e c'è la prospettiva di prendere parte a un importante festival musicale a far loro intravedere una possibilità mai avvicinata prima: andrebbe tutto per il meglio, se non fosse che il rapporto irrisolto tra Harrison e Joey e tra Joye e Josh rende ai due ragazzi molto difficile la convivenza, e che i segreti di Shreya la rendono poco collaborativa quando si tratta di essere diplomatici. Una corda troppo tesa rischia sempre di spezzarsi...
Questo è uno dei romanzi più belli che ho letto negli ultimi mesi, e per più di un motivo.
Innanzitutto, la musica.
Quanti romanzi avete letto con protagonista un gruppo rock, o un chitarrista? Sicuramente molti, io di sicuro. Ma un quartetto d'archi non mi era ancora capitato, e ho apprezzato moltissimo di avere la possibilità di imparare tanto su tre strumenti che non conosco bene, sul loro modo di suonare e di armonizzarsi, e sulle dinamiche interne a un quartetto.
L'autrice riesce a inserire ogni spiegazione o chiarimento in modo fluido e naturale, senza appesantire o rallentare il ritmo della narrazione, e anzi, spesso ciò che succede agli strumenti o alla musica riflette le emozioni dei musicisti inserendosi così alla perfezione nella storia.
Ho già sull'iPhone tutti i brani e le canzoni citate nel volume, e si va da Rachmaninov a Bach passando per "Yesterday" e "Hotel California".
Joey è una voce narrante efficace, e anche se la sua storia famigliare complicata corredata di madre e sorella da incubo (se esistesse il programma "La mia famiglia da incubo", Joey sarebbe la concorrente perfetta) è sicuramente capace di lasciare il segno, l'autrice dà il meglio di sè con il personaggio di Josh.
Josh è un bel ragazzo, un abile compositore e un grande violoncellista, oltre ad essere il punto di riferimento di Joey sin da quando erano bambini.
Fino a quando un bacio non ha cambiato ogni cosa, perchè Joey non lo ha scelto, e non per mancanza d'amore. Non lo ha scelto perchè Josh balbetta, al punto che spesso gli è impossibile finire le frasi o addirittura iniziarle.
Ci sono sillabe che non riesce a pronunciare, suoni che non riesce a riprodurre, e finisce per restare spesso in silenzio, incapace di comunicare.
Una delle scene più divertenti, ma allo stesso tempo strazianti del lirbo, ha luogo in sala di registrazione, dove grazie a un paio di cuffie e a un gioco di rimbalzi sonori Josh riesce a non balbettare e scherza con i compagni di voler approfittare per dire il suo nome almeno 500 volte.
Gli amici stanno al gioco («C'è forse un certo Joshua Galen, qui?» «Eccolo! Sono Joshua Galen!» «Ottimo, perchè dobbiamo suonare un pezzo in cui ci sei anche tu!»), ma è proprio per questo che il messaggio arriva: perchè una volta tolte le cuffie, Josh balbetta di nuovo ed è di nuovo in balìa di un mondo in cui tentano di finirgli le frasi, lo deridono o semplicemente non hanno la pazienza di aspettare che abbia finito di parlare.
Quando si pensa alle disabilità non si pensa alla balbuzie, ma di fatto lo è, se ti impedisce di comunicare con chi ti circonda.
Joey non è infastidita dalla sua balbuzie, ma non riesce convivere con le occhiate, i commenti e con il dolore che le provoca vedere Josh in difficoltà, quindi fa un passo indietro.
Ogni romanzo ha bisogno di un personaggio femminile forte, e in questo caso è Shreya a dominare la scena, con il suo violino e con il suo dire sempre quello che pensa: è lei spesso a spronare Josh e a incoraggiarlo a smettere di farsi condizionare dal prossimo, o a spingere Joey a imporsi con la sua famiglia prima che arrivino a portarle via tutto.
Ha alle spalle una storia fatta di momenti difficili e di scelte sbagliate, ma non viene svelata fino all'ultimo terzo di romanzo, rendendola un personaggio misterioso ma sicuramente positivo perchè Shreya sa cosa vuole e non è disposta a fare nessun passo indietro per ottenerlo, così come non è disposta a veder soffrire chi le sta attorno senza fare nulla per cambiare le cose.
È da lei che Joey impara a prendere posizione, ed è sicuramente la sua la voce che sgorga con più forza dalle pagine.
Non so come mai sia rimasto semisconosciuto, ma è un romanzo splendido sulla forza dell'amicizia e sull'importanza di fare le proprie scelte con coraggio, difendendo ciò in cui si crede e i propri sogni.
Il tutto immersi nella musica, e con un personaggio dolce e struggente come quello di Josh del quale non si può non innamorarsi.
Consigliatissimo.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Pickup Notes" di Jane Lebak, edito da Philangelus Press (brossurato a circa 13€ su Amazon, ma l'ebook è gratis con Kindle Unlimited):
Suonare la viola nel suo quartetto d'archi è l'unica gioia nella vita di Joey. Non è di certo il suo lavoro come cassiera a un casello autostradale a renderla felice, men che meno la sua famiglia piena di conflitti. Ma non ci sono grandi prospettive di guadagno nel mondo della musica classica, mentre non manca la competizione.
HARRISON: il primo violino senza paura che ha sempre guidato il gruppo;
SHREYA: il riservato secondo violino, una ragazza originale che sembra sempre avere un piede già fuori dalla porta;
JOSH: il violoncellista che solo ora sta affrontando la balbuzie che lo ha relegato ai margini sin da quando era bambino;
JOEY: la viola, che ha spezzato il cuore di Josh e che è riuscita a farselo spezzare da Harrison.
Quando una sposa si ubriaca ala punto da dimenticare di aver ingaggiato un quartetto d'archi, Shreya stupisce tutti riuscendo a suonare un riff di chitarra con il suo violino. Vedendo nel talento di Shreya una possibile fonte di guadagno, Harrison decide di stravolgere il loro intero repertorio per darle spazio. Ma cambiare la loro playlist inizia a cambiare anche le dinamiche interne al quartetto. Anche se Harrison ripete che qualsiasi cosa accada avranno sempre la loro musica, quando i loro rapporti iniziano a tendersi come corde di violino servirà qualcosa di più delle promesse e di un nuovo repertorio per tenere unito il quartetto.
Questo è un romanzo inedito in Italia, ma non potevo non parlarvene perchè me ne sono innamorata.
Jane Lebak è sconosciuta ai più, e occorre rimediare perchè alla storia di Joey e del suo quartetto non manca nulla.
Joey è una ragazza di 24 anni che da sempre è abituata a cavarsela da sola: i suoi genitori hanno sempre coccolato e protetto la sorella Viv che non solo è diventata un'arpia arrivista e arrogante, ma è anche riuscita ad annientare ogni sogno dei genitori rimandendo incinta e restando a casa.
Joey è diversa, appena ha potuto è andata via di casa affittando la mansarda dei nonni, e passa le giornate divisa tra il suo lavoro in un casello stradale e la sua musica.
Suona la viola, che all'interno di un quartetto d'archi è lo strumento-barzelletta (il libro è pieno di battute sulla viola, e mi hanno divertita anche non conoscendo bene lo strumento), e insieme all'amico di sempre Josh, al violinista Harrison e alla new entry Shreya suona a matrimoni, feste aziendali, compleanni...
È proprio a un matrimonio che il suo gruppo si trova, all'improvviso, al centro dell'attenzione: per contenere una folla sin troppo esuberante Shreya ricorre a un'interpretazione inusuale di "Hotel California", riuscendo a tirare fuori dal suo violino un riff di chitarra e incantando il pubblico.
Il video della loro esibizione diventa virale e ripreso da un quotidiano, rendendoli celebri. Forse anche fin troppo, visto che si trovano subito attorniati da avvocati che vorrebbero citarli per violazione del diritto d'autore.
Harrison, guida del gruppo sin dalla sua nascita, decide che è questa la loro strada, le fusioni di classico e rock, e coinvolge l'intero gruppo nella riorganizzazione del loro intero repertorio.
I loro ingaggi aumentano, e c'è la prospettiva di prendere parte a un importante festival musicale a far loro intravedere una possibilità mai avvicinata prima: andrebbe tutto per il meglio, se non fosse che il rapporto irrisolto tra Harrison e Joey e tra Joye e Josh rende ai due ragazzi molto difficile la convivenza, e che i segreti di Shreya la rendono poco collaborativa quando si tratta di essere diplomatici. Una corda troppo tesa rischia sempre di spezzarsi...
Questo è uno dei romanzi più belli che ho letto negli ultimi mesi, e per più di un motivo.
Innanzitutto, la musica.
Quanti romanzi avete letto con protagonista un gruppo rock, o un chitarrista? Sicuramente molti, io di sicuro. Ma un quartetto d'archi non mi era ancora capitato, e ho apprezzato moltissimo di avere la possibilità di imparare tanto su tre strumenti che non conosco bene, sul loro modo di suonare e di armonizzarsi, e sulle dinamiche interne a un quartetto.
L'autrice riesce a inserire ogni spiegazione o chiarimento in modo fluido e naturale, senza appesantire o rallentare il ritmo della narrazione, e anzi, spesso ciò che succede agli strumenti o alla musica riflette le emozioni dei musicisti inserendosi così alla perfezione nella storia.
Ho già sull'iPhone tutti i brani e le canzoni citate nel volume, e si va da Rachmaninov a Bach passando per "Yesterday" e "Hotel California".
Joey è una voce narrante efficace, e anche se la sua storia famigliare complicata corredata di madre e sorella da incubo (se esistesse il programma "La mia famiglia da incubo", Joey sarebbe la concorrente perfetta) è sicuramente capace di lasciare il segno, l'autrice dà il meglio di sè con il personaggio di Josh.
Josh è un bel ragazzo, un abile compositore e un grande violoncellista, oltre ad essere il punto di riferimento di Joey sin da quando erano bambini.
Fino a quando un bacio non ha cambiato ogni cosa, perchè Joey non lo ha scelto, e non per mancanza d'amore. Non lo ha scelto perchè Josh balbetta, al punto che spesso gli è impossibile finire le frasi o addirittura iniziarle.
Ci sono sillabe che non riesce a pronunciare, suoni che non riesce a riprodurre, e finisce per restare spesso in silenzio, incapace di comunicare.
Una delle scene più divertenti, ma allo stesso tempo strazianti del lirbo, ha luogo in sala di registrazione, dove grazie a un paio di cuffie e a un gioco di rimbalzi sonori Josh riesce a non balbettare e scherza con i compagni di voler approfittare per dire il suo nome almeno 500 volte.
Gli amici stanno al gioco («C'è forse un certo Joshua Galen, qui?» «Eccolo! Sono Joshua Galen!» «Ottimo, perchè dobbiamo suonare un pezzo in cui ci sei anche tu!»), ma è proprio per questo che il messaggio arriva: perchè una volta tolte le cuffie, Josh balbetta di nuovo ed è di nuovo in balìa di un mondo in cui tentano di finirgli le frasi, lo deridono o semplicemente non hanno la pazienza di aspettare che abbia finito di parlare.
Quando si pensa alle disabilità non si pensa alla balbuzie, ma di fatto lo è, se ti impedisce di comunicare con chi ti circonda.
Joey non è infastidita dalla sua balbuzie, ma non riesce convivere con le occhiate, i commenti e con il dolore che le provoca vedere Josh in difficoltà, quindi fa un passo indietro.
Ogni romanzo ha bisogno di un personaggio femminile forte, e in questo caso è Shreya a dominare la scena, con il suo violino e con il suo dire sempre quello che pensa: è lei spesso a spronare Josh e a incoraggiarlo a smettere di farsi condizionare dal prossimo, o a spingere Joey a imporsi con la sua famiglia prima che arrivino a portarle via tutto.
Ha alle spalle una storia fatta di momenti difficili e di scelte sbagliate, ma non viene svelata fino all'ultimo terzo di romanzo, rendendola un personaggio misterioso ma sicuramente positivo perchè Shreya sa cosa vuole e non è disposta a fare nessun passo indietro per ottenerlo, così come non è disposta a veder soffrire chi le sta attorno senza fare nulla per cambiare le cose.
È da lei che Joey impara a prendere posizione, ed è sicuramente la sua la voce che sgorga con più forza dalle pagine.
Non so come mai sia rimasto semisconosciuto, ma è un romanzo splendido sulla forza dell'amicizia e sull'importanza di fare le proprie scelte con coraggio, difendendo ciò in cui si crede e i propri sogni.
Il tutto immersi nella musica, e con un personaggio dolce e struggente come quello di Josh del quale non si può non innamorarsi.
Consigliatissimo.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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mercoledì 15 febbraio 2017
Anteprima: "Questa non è una storia d'amore" di Jose A. Pérez Ledo
Buon pomeriggio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata all'anteprima di "Questa non è una storia d'amore" di Jose A. Pérez Ledo, edito da tre60 (rilegato a 18€) in uscita il 23 Febbraio:
Daniel ne è sicuro: l’amore è una bugia. Cinema, libri, canzoni non fanno altro che alimentare desideri irrealistici. Non fanno altro che deludere. Quindi l’amore è ben lontano dalla sua vita. Fa lo scrittore, ma scrive aride biografie di manager che vanno in pensione. Ha degli amici, ma li tiene (un po’) a distanza. Perché non si sa mai chi ti può ferire.
E poi conosce Eva. Che, nell’ordine, ha: i capelli nerissimi, un orecchino sulla narice destra e una lunga gonna bianca. Che è tutta sporca di colori a tempera perché lavora in un asilo. E che prova un’istantanea, irrefrenabile antipatia per Daniel. E lui s’innamora perdutamente.
Ma non sarà troppo tardi? O forse è ancora troppo presto?
Daniel mi fa già tenerezza, perchè le persone spaventate dall'amore e dai sentimenti sono quelle che poi quando cedono e si lasciano andare amano con più intensità: sarà lo stesso per lui ed Eva?
Che voglia di averlo già tra le mani!
«Questa non è una storia d’amore.
Voglio che le cose vengano subito messe in chiaro perché,
se sei una di quelle persone che vanno alla ricerca di
sguardi intensi sotto un cielo stellato,
individui che si promettono fedeltà eterna e cose del genere,
devi sapere che sei totalmente fuori strada.
Che posso dire? Mi dispiace.
Per come la vedo io, l’amore romantico è
la più grande illusione collettiva della storia,
una truffa della quale tutti noi, senza eccezione,
siamo vittime involontarie.»
Non siete curiosi? Io non vedo l'ora di scoprirlo!
Febbraio è un mese ricchissimo di uscite accattivanti, penso che a fine mese arriverà un bel bookhaul riassuntivo ;)
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Anteprima: "Le notti blu" di Chiara Marchelli
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata all'anteprima di "Le notti blu" di Chiara Marchelli, edito Giulio Perrone Editore (brossurato a 15€) in uscita il 9 Marzo:
Tutti crediamo di conoscere le persone che amiamo: Larissa e Michele si conoscono da una vita, così come pensano di conoscere Mirko, il figlio che lascia gli Stati Uniti, dove è nato, per vivere in Italia e sposare Caterina: un colpo di fulmine che non hanno mai approvato pienamente. Larissa e Michele sono sposati da oltre trent’anni, vivono a New York, hanno una vita agiata e hanno saputo costruire un rapporto solido, basato sulla cura reciproca, sulle piccole e generose attenzioni e sulle affettuose abitudini della loro quotidianità.
Le notti blu racconta, come una sorta di lastra a raggi x, il matrimonio di Larissa e Michele e la loro vita che sembra normalissima, se non fosse per un lutto, un dolore tremendo che accompagna, e regola, le loro esistenze. È una notizia dall’Italia a rompere l’equilibrio che la coppia ha faticosamente costruito. Con una scrittura chirurgica e lucidissima, Chiara Marchelli ci accompagna attraverso i pensieri della coppia e ci svela confessioni che avremmo preferito non ascoltare: segreti ingombranti, dolorosi, che leggiamo con avidità, rassicurati dal fatto che l’autrice ha intenzione di dirci proprio tutto e di tenere con mano ferma tutti i fili di questa storia cha va indietro nel tempo.
Se il nome dell'autrice non vi è nuovo, è perchè potreste aver letto "Angeli e cani" (uscito nel 2003 per Marsilio), la raccolta di racconti Sotto i tuoi occhi (uscita nel 2007 per Fazi), oppure i suoi ultimi libri "L’amore involontario" e "Le mie parole per te" (Piemme Open).
Sono molto curiosa di scoprire questo romanzo, che verrà presentato a Milano alla Libreria Verso (Corso di Porta Ticinese 40) il 10 Marzo alle ore 19. Non mancate ;)
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata all'anteprima di "Le notti blu" di Chiara Marchelli, edito Giulio Perrone Editore (brossurato a 15€) in uscita il 9 Marzo:
Tutti crediamo di conoscere le persone che amiamo: Larissa e Michele si conoscono da una vita, così come pensano di conoscere Mirko, il figlio che lascia gli Stati Uniti, dove è nato, per vivere in Italia e sposare Caterina: un colpo di fulmine che non hanno mai approvato pienamente. Larissa e Michele sono sposati da oltre trent’anni, vivono a New York, hanno una vita agiata e hanno saputo costruire un rapporto solido, basato sulla cura reciproca, sulle piccole e generose attenzioni e sulle affettuose abitudini della loro quotidianità.
Le notti blu racconta, come una sorta di lastra a raggi x, il matrimonio di Larissa e Michele e la loro vita che sembra normalissima, se non fosse per un lutto, un dolore tremendo che accompagna, e regola, le loro esistenze. È una notizia dall’Italia a rompere l’equilibrio che la coppia ha faticosamente costruito. Con una scrittura chirurgica e lucidissima, Chiara Marchelli ci accompagna attraverso i pensieri della coppia e ci svela confessioni che avremmo preferito non ascoltare: segreti ingombranti, dolorosi, che leggiamo con avidità, rassicurati dal fatto che l’autrice ha intenzione di dirci proprio tutto e di tenere con mano ferma tutti i fili di questa storia cha va indietro nel tempo.
Se il nome dell'autrice non vi è nuovo, è perchè potreste aver letto "Angeli e cani" (uscito nel 2003 per Marsilio), la raccolta di racconti Sotto i tuoi occhi (uscita nel 2007 per Fazi), oppure i suoi ultimi libri "L’amore involontario" e "Le mie parole per te" (Piemme Open).
Sono molto curiosa di scoprire questo romanzo, che verrà presentato a Milano alla Libreria Verso (Corso di Porta Ticinese 40) il 10 Marzo alle ore 19. Non mancate ;)
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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Un piacere mai visto per gli occhi e per la pelle... al profumo di rosa!
Buongiorno a tutte, fanciulle!
Se è vero che gli occhi sono lo specchio dell'anima, allora sta a noi prendercene cura nel modo giusto.
E perchè non farlo anche con una delicata fragranza alle rose e un flacone blu che, per molte di noi, rappresenta una tradizione famigliare?
Acqua alle Rose si declina in due nuove coccole per il contorno occhi, con la delicatezza e gli ingredienti di sempre, e l'inconfondibile blu che caratterizza questa linea amatissima da generazioni.
A cominciare da una Crema Occhi Antirughe di cui non vedevo davvero l'ora di parlarvi:
Una crema idratante e rinfrescante che, grazie all’estratto di Rosa Damascena, ricco di flavonoidi e che favorisce la tonificazione dei tessuti, rallentando la comparsa delle rughe, garantisce un contorno occhi più tonico e più luminoso. La caffeina, attivo anti-fatica per eccellenza, riconosciuto per la sua azione drenante che favorisce lo sgonfiamento delle anti-estetiche borse si unisce all’Escina, che grazie alle sue proprietà vaso-protettrici e vasocostrittrici, riattiva gli scambi capillari e la microcircolazione, aiutando a migliorare il colore delle occhiaie.
Contiene anche olio di vinaccioli estratto dai semi di Vitis vinifera, ricco di tocoferoli, la vitamina E acetato, potente anti-ossidante che combatte i radicali liberi e il trealosio (che protegge la pelle riducendo la disidratazione cutanea).
Ma questa primavera arriva anche il nuovo Struccante Occhi Delicato, delicato anche con gli occhi più sensibili, e soprattutto efficace anche con il trucco waterproof (eyeliner, non ti temo!).
Contiene acqua distillata di Rosa Gallica ed estratti di Rose Nobili, ingredienti che rispettano l’equilibrio e l’idratazione della pelle, garantendo al prodotto il meraviglioso profumo che caratterizza il tonico amato e utilizzato da donne di ogni età da più di 150 anni (!).
La formula è naturale al 95%, ed è arricchita con pantanoso che protegge le ciglia dall’indebolimento, ed è adatta anche a chi porta le lenti a contatto.
Non siete curiosissime?
Io non vedo l'ora di provare lo struccante, soprattutto pensando che condivide il meraviglioso profumo del tonico, uno dei miei preferiti da sempre. Lo metterò alla prova con il mio eyeliner più resistente, vedremo come andrà ;)
Un bacio a tutte, fanciulle!
A presto <3
Se è vero che gli occhi sono lo specchio dell'anima, allora sta a noi prendercene cura nel modo giusto.
E perchè non farlo anche con una delicata fragranza alle rose e un flacone blu che, per molte di noi, rappresenta una tradizione famigliare?
Acqua alle Rose si declina in due nuove coccole per il contorno occhi, con la delicatezza e gli ingredienti di sempre, e l'inconfondibile blu che caratterizza questa linea amatissima da generazioni.
A cominciare da una Crema Occhi Antirughe di cui non vedevo davvero l'ora di parlarvi:
13,49€ per 15ml |
Contiene anche olio di vinaccioli estratto dai semi di Vitis vinifera, ricco di tocoferoli, la vitamina E acetato, potente anti-ossidante che combatte i radicali liberi e il trealosio (che protegge la pelle riducendo la disidratazione cutanea).
4,99€ per 150ml |
Contiene acqua distillata di Rosa Gallica ed estratti di Rose Nobili, ingredienti che rispettano l’equilibrio e l’idratazione della pelle, garantendo al prodotto il meraviglioso profumo che caratterizza il tonico amato e utilizzato da donne di ogni età da più di 150 anni (!).
La formula è naturale al 95%, ed è arricchita con pantanoso che protegge le ciglia dall’indebolimento, ed è adatta anche a chi porta le lenti a contatto.
Non siete curiosissime?
Io non vedo l'ora di provare lo struccante, soprattutto pensando che condivide il meraviglioso profumo del tonico, uno dei miei preferiti da sempre. Lo metterò alla prova con il mio eyeliner più resistente, vedremo come andrà ;)
Un bacio a tutte, fanciulle!
A presto <3
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martedì 14 febbraio 2017
Anteprima: "Indelebile" di Mara Purnhagen
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata all'anteprima di "Indelebile" di Mara Purnhagen, edito eLit/HarperCollins Italia (ebook a 3,99€) in uscita il 28 Febbraio:
Quel mattino, quando siamo arrivate a scuola, io e Lan non potevamo credere ai nostri occhi: un enorme murale ricopriva un lato della nostra scuola. Chi poteva mai essere il colpevole? Uno sconosciuto che si era divertito a giocare coi colori oppure un nostro compagno che aveva voluto fare un dispetto? E poi... perché un gesto del genere? Purtroppo io sono la figlia del capo della polizia, per cui sarebbe meglio che me ne stessi per i fatti miei, senza giocare all'investigatore e rischiare di mettermi nei guai, magari addirittura essere tacciata come spia. Ecco, il mio gradimento a scuola non ne trarrebbe vantaggio! Per fortuna in questo momento la mia mente è tutta presa da altro, da Eli per la precisione, il ragazzo più carino che abbia mai visto. Lui lavora con me al caffè e io adoro sentirlo vicino, ascoltare la sua voce... Insomma, Eli sta diventando tutto il mio mondo... finché il mio mondo all'improvviso si sgretola, a causa di una bomboletta di spray.
"Tagged" di Mara Purnhagen era sulla mia wishlist da quando l'ho scovato per caso su Goodreads, e finalmente sarà disponibile in italiano in formato digitale!
Mi attira moltissimo l'idea di questo ragazzo che sembra il pricipe azzurro perfetto e che invece potrebbe rivelarsi tutt'altro che angelico...
Non vedo l'ora di leggerlo, soprattutto visto il punteggio di quasi 4 stelline su Goodreads.
Che dite, lo aspettiamo insieme?
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata all'anteprima di "Indelebile" di Mara Purnhagen, edito eLit/HarperCollins Italia (ebook a 3,99€) in uscita il 28 Febbraio:
Quel mattino, quando siamo arrivate a scuola, io e Lan non potevamo credere ai nostri occhi: un enorme murale ricopriva un lato della nostra scuola. Chi poteva mai essere il colpevole? Uno sconosciuto che si era divertito a giocare coi colori oppure un nostro compagno che aveva voluto fare un dispetto? E poi... perché un gesto del genere? Purtroppo io sono la figlia del capo della polizia, per cui sarebbe meglio che me ne stessi per i fatti miei, senza giocare all'investigatore e rischiare di mettermi nei guai, magari addirittura essere tacciata come spia. Ecco, il mio gradimento a scuola non ne trarrebbe vantaggio! Per fortuna in questo momento la mia mente è tutta presa da altro, da Eli per la precisione, il ragazzo più carino che abbia mai visto. Lui lavora con me al caffè e io adoro sentirlo vicino, ascoltare la sua voce... Insomma, Eli sta diventando tutto il mio mondo... finché il mio mondo all'improvviso si sgretola, a causa di una bomboletta di spray.
"Tagged" di Mara Purnhagen era sulla mia wishlist da quando l'ho scovato per caso su Goodreads, e finalmente sarà disponibile in italiano in formato digitale!
Mi attira moltissimo l'idea di questo ragazzo che sembra il pricipe azzurro perfetto e che invece potrebbe rivelarsi tutt'altro che angelico...
Non vedo l'ora di leggerlo, soprattutto visto il punteggio di quasi 4 stelline su Goodreads.
Che dite, lo aspettiamo insieme?
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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