Servono più cattive di qualità! Nella letteratura per ragazzi ci sono otto volte più cattivi maschi che femmine. E le femmine sono quasi sempre solo streghe. La storia insegna, però, che ci sono sempre state donne davvero perfide.
Perfide di Roberta Balestrucci Fancellu e illustrato da Loputyn (Hop! Edizioni) è una raccolta di ritratti e storie di donne realmente vissute che hanno agito male, facendo della perfidia la loro arma prediletta, adoperata per avere o mantenere il potere, per vendicarsi, per resistere a coercizioni, per ottenere giustizia o per rispondere a una passione irrefrenabile.
E perchè non partire da colei che è diventata un'icona di stile, la cui storia è arrivata anche sul grande schermo grazie a film indimenticabili? Perchè non partire da Bonnie Parker?
Bonnie Parker e Cyde Barrow sono i banditi più famosi di tutti i tempi, e Bonnie, alta non più di un metro e quaranta, era la più temuta tra i rapinatori degli Stati Uniti d'America.
Sangue freddo e una mira formidabile, riuscì a far evadere dal carcere il suo compagno due volte, pur essendo lei stessa ricercata.
Era una donna dalle mille contraddizioni: si acconciava i capelli e scriveva poesie d'amore, per poi uccidere a sangue freddo il poliziotto che era quasi riuscito a catturarli dopo una delle loro rapine.
Al cinema e in televisione le hanno prestato il volto Faye Dunaway e Holliday Grainger, ed esistono tredici celebri canzoni ispirate alla coppia di rapinatori - tra le quali sì, anche quella di Beyoncé e Jay-Z del 2003 - che ancora oggi sono, nell'immaginario collettivo, icone di passione, trasgressione e stile.
Ma quali sono altre diciannove cattive raccontate in questo volumetto illustrato?
Ecco l'elenco completo:
Erodiade e Salomé
Tomoe Gozen
Alice Kyteler
Lucrezia Borgia
Anna Bolena
La Monaca di Monza
Maria la Sanguinaria
Erzsébet Bathory
Le piratesse dei Caraibi
La strega di Blair
Jill la Squartatrice
Mary Ann Cotton
Madame Popova
Bonnie Parker
Elisabeth Nietzsche
Ilse Koch
Christine Keeler
Elena Ceaușescu
Elsa Maxwell
Mamma Ebe
Perfide di Roberta Balestrucci Fancellu, illustrato da Loputyn (Hop! Edizioni) è in libreria, al prezzo di copertina di 15€.
venerdì 24 maggio 2019
mercoledì 22 maggio 2019
"I leoni di Sicilia. La saga dei Florio" di Stefania Auci
Da quest'anno, il blog ospita le recensioni di Veronica Lempi, già collaboratrice de Gli Amanti dei Libri. Ecco cosa ha pensato di I leoni di Sicilia di Stefania Auci (Nord)!
Stefania Auci ha creato una nuova dipendenza: quella da Saga dei Florio.
Impossibile arrivare all'ultima pagina senza volerne ancora!
Trapanese con Palermo nel cuore, l’autrice racconta una storia imprenditoriale dove tenacia e passione, sapientemente mixate con un pizzico di orgoglio, tramandano di generazione in generazione quello che oggi è più superficialmente chiamato business.
Iniziata durante i primi anni dell Ottocento e viva ancora oggi, la storia dei Florio è una storia di successo tutta all’italiana, che rende giustizia al Sud della Penisola, come territorio florido e ricco di materia prima, manodopera, inventiva, voglia di creare.
Quella dei Florio è vera e propria impresa, nata da un umile impiego nel commercio alla fine del 1700 e diventata nome internazionale ancora oggi riconosciuto in tutto il mondo. Alle origini sono due fratelli, Paolo, con la moglie Giuseppina ed il piccolissimo Vincenzo, e Ignazio, eterno scapolo che prova un sofisticato e nobile sentimento per la cognata cognata, che da Bagnara Calabra si trasferiscono a Palermo carichi di voglia di riscatto, per aprire una Aromateria. Pronti ad affrontare le malelingue di un popolo che, ai tempi, malvedeva gli stranieri - e straniero lo eri se anche solo fossi stato di Marsala!, si trovano ogni giorno faccia a faccia con ostacolo di ogni genere. Sono loro i meriti delle “radici”, ma saranno di Vincenzo quelli delle “ali”: dal carattere difficile e i modi un poco burberi, investe e guadagna, innova e anticipa. Vincenzo Florio è il motore e l’anima di una azienda che in soli 40 anni è tra i leader dell’import ed export dei più importanti settori merceologici, quali - per citarne alcuni - commercio di zolfo, spezie, pellame, tonno... sarà il primo a proporre la conservazione del pesce cotto sott’olio, quando il sale era accusato di essere causa dello scorbuto.
Vincenzo Florio è avanguardista anche nella vita privata, fa innamorare veramente. Ma qui ci si deve fermare, altrimenti si svela troppo!
Il romanzo di Stefania Auci sarà anche per voi causa di notti insonni e di fermate del treno perse. Magistrale nella scrittura, sottile e mai più chiara nell’espressione dei sentimenti.
Leggere la saga dei Florio è vera goduria, ma anche insegnamento. Non ha nulla da invidiare alle serie tv del momento o ai libri sul mondo del business, incluse le guide “come diventare imprenditore in 10 mosse”.
Ricorda ai lettori che, se si desidera qualcosa, lo si può prendere. Ricorda loro che degli altri non bisogna curarsi, ma sempre con gentilezza ed umiltà. Ricorda loro che la famiglia è tutto, anche quando di affetto esternato non ce n’è molto. E che noi italiani dal cuore di pietra, noi che amiamo la polemica anche quando di motivi non ce ne sono, proveniamo da un popolo che ha abbassato la testa e ci ha resi campioni nel mondo.
I leoni di Sicilia. La saga dei Florio di Stefania Auci (Nord) è in libreria, al prezzo di copertina di 18€.
Stefania Auci ha creato una nuova dipendenza: quella da Saga dei Florio.
Impossibile arrivare all'ultima pagina senza volerne ancora!
Trapanese con Palermo nel cuore, l’autrice racconta una storia imprenditoriale dove tenacia e passione, sapientemente mixate con un pizzico di orgoglio, tramandano di generazione in generazione quello che oggi è più superficialmente chiamato business.
Iniziata durante i primi anni dell Ottocento e viva ancora oggi, la storia dei Florio è una storia di successo tutta all’italiana, che rende giustizia al Sud della Penisola, come territorio florido e ricco di materia prima, manodopera, inventiva, voglia di creare.
Quella dei Florio è vera e propria impresa, nata da un umile impiego nel commercio alla fine del 1700 e diventata nome internazionale ancora oggi riconosciuto in tutto il mondo. Alle origini sono due fratelli, Paolo, con la moglie Giuseppina ed il piccolissimo Vincenzo, e Ignazio, eterno scapolo che prova un sofisticato e nobile sentimento per la cognata cognata, che da Bagnara Calabra si trasferiscono a Palermo carichi di voglia di riscatto, per aprire una Aromateria. Pronti ad affrontare le malelingue di un popolo che, ai tempi, malvedeva gli stranieri - e straniero lo eri se anche solo fossi stato di Marsala!, si trovano ogni giorno faccia a faccia con ostacolo di ogni genere. Sono loro i meriti delle “radici”, ma saranno di Vincenzo quelli delle “ali”: dal carattere difficile e i modi un poco burberi, investe e guadagna, innova e anticipa. Vincenzo Florio è il motore e l’anima di una azienda che in soli 40 anni è tra i leader dell’import ed export dei più importanti settori merceologici, quali - per citarne alcuni - commercio di zolfo, spezie, pellame, tonno... sarà il primo a proporre la conservazione del pesce cotto sott’olio, quando il sale era accusato di essere causa dello scorbuto.
Vincenzo Florio è avanguardista anche nella vita privata, fa innamorare veramente. Ma qui ci si deve fermare, altrimenti si svela troppo!
Il romanzo di Stefania Auci sarà anche per voi causa di notti insonni e di fermate del treno perse. Magistrale nella scrittura, sottile e mai più chiara nell’espressione dei sentimenti.
Leggere la saga dei Florio è vera goduria, ma anche insegnamento. Non ha nulla da invidiare alle serie tv del momento o ai libri sul mondo del business, incluse le guide “come diventare imprenditore in 10 mosse”.
Ricorda ai lettori che, se si desidera qualcosa, lo si può prendere. Ricorda loro che degli altri non bisogna curarsi, ma sempre con gentilezza ed umiltà. Ricorda loro che la famiglia è tutto, anche quando di affetto esternato non ce n’è molto. E che noi italiani dal cuore di pietra, noi che amiamo la polemica anche quando di motivi non ce ne sono, proveniamo da un popolo che ha abbassato la testa e ci ha resi campioni nel mondo.
I leoni di Sicilia. La saga dei Florio di Stefania Auci (Nord) è in libreria, al prezzo di copertina di 18€.
martedì 21 maggio 2019
"La ragazza che leggeva nel metrò" di Christine Féret-Fleury
Tutti i giorni, a Parigi, Juliette prende il metrò: stessa ora, stessa linea. Quando non è troppo assorta in un romanzo, ama perdersi a osservare i lettori intorno a lei: il collezionista di libri rari, la studentessa di matematica, la ragazza che piange a pagina 247. Li guarda con curiosità, come se dai loro gusti letterari potesse entrare in qualche modo nella loro vita e dare colore alla sua, così monotona, così prevedibile.
È facile, per un lettore, ritrovarsi nella curiosità della protagonista di La ragazza che leggeva nel metrò di Christine Féret-Fleury (Sperling&Kupfer): quanti di voi sbirciano le letture dei compagni di viaggio? E non è snervante, non riuscire a identificarne il titolo o l'autore?
Quello che manca davvero, nella vita di Juliette, è l'imprevisto. Il suo lavoro in un'agenzia immobiliare consiste soprattutto nel compilare documenti vari e spulciare faldoni di un colore spento e senza brio, e persino il solito tragitto casa-lavoro-casa finisce per venirle a noia.
Per questo, un giorno, decide all'improvviso di scendere qualche fermata prima e fare una strada diversa dal solito per andare al lavoro. Un cambio di percorso che segnerà la sua vita oltre ogni aspettativa, perché in quelle strade sconosciute incontrerà Soliman, che vive circondato di vecchi volumi ed è convinto che un libro, se donato alla persona giusta, può cambiare il corso del destino.
Ci crede al punto da coordinare una rete di LiberaLibri, che ricevono da lui una selezione di titoli e si adoperano affinchè ogni copia capiti tra le mani del lettore "giusto".
Sull'onda di un entusiasmo che non provava da troppo tempo, Juliette lascia il lavoro in agenzia e si improvvisa LiberaLibri, nonché sostituta di Soliman quando deve assentarsi e le affida non solo la sua attività ma anche la figlioletta Zaïde, alla quale ogni lettore non potrà fare a meno di affezionarsi.
La ragazza che leggeva nel metrò è un libro per chi ama i libri, questo è fuori discussione, ma ha un altro punto a suo favore: l'assenza di una storia d'amore che, in questo contesto, lo avrebbe reso l'ennesimo romanzo ambientato a Parigi, con i libri, una lettrice e un finale tutto cuori.
Magari con la Tour Eiffel sullo sfondo, che non guasta mai.
Manca del tutto la Parigi da cartolina, mentre la città emerge attraverso i nomi delle sue strade, i suoi rumori e i suoi odori. Una città viva, e non da fotoromanzo.
Ottima anche la lista di titoli presente in coda al volume, che permette a ogni lettore di immergersi tra le stesse pagine che ispirano i cambi di rotta, le decisioni e le riflessioni di Juliette in questo percorso di crescita personale a 360° che si sviluppa senza interruzioni da pagina 1 a 208.
Consigliato per un pomeriggio di pioggia, accompagnato a una buona tazza di tè... e, ovviamente, a una scatola di macarons.
La ragazza che leggeva nel metrò di Christine Féret-Fleury (Sperling&Kupfer) è in libreria, al prezzo di copertina di 17,90€.
È facile, per un lettore, ritrovarsi nella curiosità della protagonista di La ragazza che leggeva nel metrò di Christine Féret-Fleury (Sperling&Kupfer): quanti di voi sbirciano le letture dei compagni di viaggio? E non è snervante, non riuscire a identificarne il titolo o l'autore?
Quello che manca davvero, nella vita di Juliette, è l'imprevisto. Il suo lavoro in un'agenzia immobiliare consiste soprattutto nel compilare documenti vari e spulciare faldoni di un colore spento e senza brio, e persino il solito tragitto casa-lavoro-casa finisce per venirle a noia.
Per questo, un giorno, decide all'improvviso di scendere qualche fermata prima e fare una strada diversa dal solito per andare al lavoro. Un cambio di percorso che segnerà la sua vita oltre ogni aspettativa, perché in quelle strade sconosciute incontrerà Soliman, che vive circondato di vecchi volumi ed è convinto che un libro, se donato alla persona giusta, può cambiare il corso del destino.
Ci crede al punto da coordinare una rete di LiberaLibri, che ricevono da lui una selezione di titoli e si adoperano affinchè ogni copia capiti tra le mani del lettore "giusto".
Sull'onda di un entusiasmo che non provava da troppo tempo, Juliette lascia il lavoro in agenzia e si improvvisa LiberaLibri, nonché sostituta di Soliman quando deve assentarsi e le affida non solo la sua attività ma anche la figlioletta Zaïde, alla quale ogni lettore non potrà fare a meno di affezionarsi.
La ragazza che leggeva nel metrò è un libro per chi ama i libri, questo è fuori discussione, ma ha un altro punto a suo favore: l'assenza di una storia d'amore che, in questo contesto, lo avrebbe reso l'ennesimo romanzo ambientato a Parigi, con i libri, una lettrice e un finale tutto cuori.
Magari con la Tour Eiffel sullo sfondo, che non guasta mai.
Manca del tutto la Parigi da cartolina, mentre la città emerge attraverso i nomi delle sue strade, i suoi rumori e i suoi odori. Una città viva, e non da fotoromanzo.
Ottima anche la lista di titoli presente in coda al volume, che permette a ogni lettore di immergersi tra le stesse pagine che ispirano i cambi di rotta, le decisioni e le riflessioni di Juliette in questo percorso di crescita personale a 360° che si sviluppa senza interruzioni da pagina 1 a 208.
Consigliato per un pomeriggio di pioggia, accompagnato a una buona tazza di tè... e, ovviamente, a una scatola di macarons.
La ragazza che leggeva nel metrò di Christine Féret-Fleury (Sperling&Kupfer) è in libreria, al prezzo di copertina di 17,90€.
lunedì 20 maggio 2019
Intervista a Stefania Auci su "I leoni di Sicilia. La saga dei Florio" e l'importanza di non dimenticare la propria Storia
Dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, nel 1799, i Florio guardano avanti, irrequieti e ambiziosi, decisi ad arrivare più in alto di tutti. A essere i più ricchi, i più potenti. E ci riescono: in breve tempo, i fratelli Paolo e Ignazio rendono la loro bottega di spezie la migliore della città, poi avviano il commercio di zolfo, acquistano case e terreni dagli spiantati nobili palermitani, creano una loro compagnia di navigazione... E quando Vincenzo, figlio di Paolo, prende in mano Casa Florio, lo slancio continua, inarrestabile: nelle cantine Florio, un vino da poveri - il marsala - viene trasformato in un nettare degno della tavola di un re; a Favignana, un metodo rivoluzionario per conservare il tonno - sott’olio e in lattina - ne rilancia il consumo...
I leoni di Sicilia di Stefania Auci (Nord) racconta la storia - dai più - dimenticata della famiglia Florio, e sono 437 pagine di lettura che non lasciano spazio al sonno o alla fame. Il primo volume della saga dei Florio si legge tutto d'un fiato, e si resta con un profondo senso di struggimento al pensiero che, al momento, non siano disponibili altri capitoli.
Abbiamo incontrato Stefania Auci a Torino, in occasione del Salone Internazionale Del Libro, ed ecco cosa ci ha raccontato!
Racconti la regione più magica d'Italia - almeno per me, ma forse sono di parte... -, ricca di tradizione di storia, di arte e di cultura. La racconti attraverso la storia vera di una grande famiglia, ma lo fai nel contesto di un romanzo. Come hai gestito la commistione di realtà e finzione, durante il processo di scrittura?
Non è semplice! Posso dirti che lavoro il romanzo "a blocchi", a livelli scomposti: la parte economica, la parte famigliare... e poi sistemo, modifico, limo.
Se avessi dovuto scrivere il romanzo così come lo hai in mano, dall'inizio alla fine, probabilmente non sarebbero bastati dieci anni.
Lavorando sulla storia dei Florio, hai ritrovato qualcosa di te, magari anche qualcosa di inaspettato?
Ci sono delle caratteristiche che riconosco come mie in ognuno di loro. Da potteriana, mi viene da dire che ogni personaggio sia diventato un piccolo forcrux, in cui è finito qualcosa di me, dirante la scrittura.
Parli di una famiglia la cui vicenda fa sicuramente parte della nostra storia nazionale, ma che allo stesso tempo non è così conosciuta, soprattutto da persone della mia generazione: secondo te come mai?
Questo libro parla della prima generazione della famiglia Florio, e ti assicuro che persino i palermitani non ne conoscono così bene la storia.
Si racconta di come i Florio sono diventati, appunto, "i Florio".
Facendo le mie ricerche, ho scoperto che questa famiglia ha accumulato un patrimonio difficile anche solo da quantificre: oggi probabilmente avrebbero una scuderia in Formula Uno, per dare un'idea del livello di ricchezza di cui stiamo parlando.
Eppure l'origine di questa ricchezza non è così nota come si potrebbe pensare, e anzi, mi sono imbattuta in molti miti, leggende...
Purtroppo da insegnante devo dire che la storia d'Italia, della seconda metà dell'Ottocento e del Novecento viene insegnata in fretta, e molto del nostro passato resta indietro.
C'è quindi nella tua scelta di questo soggetto la voglia di condividere una pagina della nostra storia?
Assolutamente sì. In tanti mi hanno detto «leggendo il tuo romanzo ho ricordato chi fosse questo, o quest'altro» e io ne rimanevo colpita perchè citavano personalità storiche e politiche che tutti dovremmo conoscere. Un popolo senza storia è un popolo che commette errori, che perde consapevolezza.
Anche perchè se non conosci il tuo passato non comprendi il tuo presente, e non puoi costruire un futuro.
La mia preoccupazione, in questo senso, da insegnante e da madre, è altissima: i ragazzi che non hanno alle spalle un solido supporto, anche dal punto di vista culturale, si trovano poi senza strumenti. Dobbiamo formarli in modo che siano sempre consapevoli di ciò che gli accade attorno.
Mi hanno chiesto se ci fosse una volontà politica, all'origine del mio romanzo, e forse in parte c'è anche quella, ma non solo. C'è la voglia di raccontare una storia, prima di tutto.
Una storia straordinaria, che vi aspetta in libreria e che vi entrerà nel cuore... oltre a farvi desiderare di partire alla volta della Sicilia.
I leoni di Sicilia. La saga dei Florio di Stefania Auci (Nord) è in libreria, al prezzo di copertina di 18€.
I leoni di Sicilia di Stefania Auci (Nord) racconta la storia - dai più - dimenticata della famiglia Florio, e sono 437 pagine di lettura che non lasciano spazio al sonno o alla fame. Il primo volume della saga dei Florio si legge tutto d'un fiato, e si resta con un profondo senso di struggimento al pensiero che, al momento, non siano disponibili altri capitoli.
Abbiamo incontrato Stefania Auci a Torino, in occasione del Salone Internazionale Del Libro, ed ecco cosa ci ha raccontato!
Racconti la regione più magica d'Italia - almeno per me, ma forse sono di parte... -, ricca di tradizione di storia, di arte e di cultura. La racconti attraverso la storia vera di una grande famiglia, ma lo fai nel contesto di un romanzo. Come hai gestito la commistione di realtà e finzione, durante il processo di scrittura?
Non è semplice! Posso dirti che lavoro il romanzo "a blocchi", a livelli scomposti: la parte economica, la parte famigliare... e poi sistemo, modifico, limo.
Se avessi dovuto scrivere il romanzo così come lo hai in mano, dall'inizio alla fine, probabilmente non sarebbero bastati dieci anni.
Lavorando sulla storia dei Florio, hai ritrovato qualcosa di te, magari anche qualcosa di inaspettato?
Ci sono delle caratteristiche che riconosco come mie in ognuno di loro. Da potteriana, mi viene da dire che ogni personaggio sia diventato un piccolo forcrux, in cui è finito qualcosa di me, dirante la scrittura.
Parli di una famiglia la cui vicenda fa sicuramente parte della nostra storia nazionale, ma che allo stesso tempo non è così conosciuta, soprattutto da persone della mia generazione: secondo te come mai?
Questo libro parla della prima generazione della famiglia Florio, e ti assicuro che persino i palermitani non ne conoscono così bene la storia.
Si racconta di come i Florio sono diventati, appunto, "i Florio".
Facendo le mie ricerche, ho scoperto che questa famiglia ha accumulato un patrimonio difficile anche solo da quantificre: oggi probabilmente avrebbero una scuderia in Formula Uno, per dare un'idea del livello di ricchezza di cui stiamo parlando.
Eppure l'origine di questa ricchezza non è così nota come si potrebbe pensare, e anzi, mi sono imbattuta in molti miti, leggende...
Purtroppo da insegnante devo dire che la storia d'Italia, della seconda metà dell'Ottocento e del Novecento viene insegnata in fretta, e molto del nostro passato resta indietro.
C'è quindi nella tua scelta di questo soggetto la voglia di condividere una pagina della nostra storia?
Assolutamente sì. In tanti mi hanno detto «leggendo il tuo romanzo ho ricordato chi fosse questo, o quest'altro» e io ne rimanevo colpita perchè citavano personalità storiche e politiche che tutti dovremmo conoscere. Un popolo senza storia è un popolo che commette errori, che perde consapevolezza.
Anche perchè se non conosci il tuo passato non comprendi il tuo presente, e non puoi costruire un futuro.
La mia preoccupazione, in questo senso, da insegnante e da madre, è altissima: i ragazzi che non hanno alle spalle un solido supporto, anche dal punto di vista culturale, si trovano poi senza strumenti. Dobbiamo formarli in modo che siano sempre consapevoli di ciò che gli accade attorno.
Mi hanno chiesto se ci fosse una volontà politica, all'origine del mio romanzo, e forse in parte c'è anche quella, ma non solo. C'è la voglia di raccontare una storia, prima di tutto.
Una storia straordinaria, che vi aspetta in libreria e che vi entrerà nel cuore... oltre a farvi desiderare di partire alla volta della Sicilia.
I leoni di Sicilia. La saga dei Florio di Stefania Auci (Nord) è in libreria, al prezzo di copertina di 18€.
Etichette:
devilishly stylish
,
editrice nord
,
i leoni di sicilia la saga dei florio
,
intervista stefania auci
,
nord
,
Pagine e Parole
,
stefania auci i leoni di sicilia
"Dancing Paradiso" di Stefano Benni
Dancing Paradiso è un locale notturno di una crudele metropoli, dove "non bisogna essere buoni per entrare / prendono anche le carogne / e qualche volta le fanno cambiare". È in quel locale, che dona il titolo all'ultimo lavoro di Stefano Benni (Feltrinelli), che un angelo custode - "Angelo angelica" - tenta di far confluire i cinque protagonisti di questa narrazione in versi: Stan, il pianista triste, che prepara un ultimo concerto per Bill, l'amico batterista morente in ospedale; Amina, giovane profuga che ha perso la madre passando il confine; Elvis, un grottesco obeso hacker chiuso in casa da anni, forse mitomane, forse assassino; la poetessa Lady raffinata e ubriacona, ossessionata dal pensiero del suicidio.
Cinque voci che narrano la malinconia e la solitudine, ma anche la rabbia per una condizione scelta solo fino a un certo punto. E se la speranza di un futuro più luminoso o di una possibile redenzione sembra impossibile anche solo da immaginare, c'è un angelo - anch'egli di natura discutibile, ma tant'è - pronto a rimescolare le loro carte, anche se solo per una notte.
Non si sa mai cosa aspettarsi, da Stefano Benni. È uno dei pochi autori capaci di stupire ogni volta i lettori, e di svelare loro qualcosa del proprio inconscio. Un autore che non ha mai avuto paura di affidare la narrazione delle sue storie a personaggi scomodi, fastidiosi, a volte anche raccapriccianti, ma che proprio per questo entrano sotto la pelle.
65 pagine in versi, cinque voci narranti, un arco narrativo portato a compimento: Dancing Paradiso si legge tutto d'un fiato, sorprendensosi più volte a mormorarne le parole.
«Nella vita spesso è importante quello che non si suona» dice Stan, pianista, a pag. 62, e allo stesso modo conta quello che non si scrive. Ogni frammento apparentemente mancante, ogni parola non detta, è lì. Nella mente del lettore. Non molto viene detto di Stan e Bill, ma è impossibile non percepire la forza del profondo legame di stima, amicizia e fratellanza che lega i due musicisti, giunti alla loro ultima esibizione insieme prima che Bill lasci il palco, quello della vita, per sempre.
Non molto viene raccontato del passato di Elvis, ma in lui confluiscono la disillusione, la frustrazione e le paura di un'intera generazione.
Un racconto in versi sulla ricerca di un senso, di una risposta e del proprio posto nel mondo, dal finale a suo modo spiazzante, che lascia un gran desiderio di tornare alle prime parole, con un vinile di Elvis Presley in sottofondo.
Dancing Paradiso di Stefano Benni (Feltrinelli) è in libreria, al prezzo di copertina di 10€.
Cinque voci che narrano la malinconia e la solitudine, ma anche la rabbia per una condizione scelta solo fino a un certo punto. E se la speranza di un futuro più luminoso o di una possibile redenzione sembra impossibile anche solo da immaginare, c'è un angelo - anch'egli di natura discutibile, ma tant'è - pronto a rimescolare le loro carte, anche se solo per una notte.
Non si sa mai cosa aspettarsi, da Stefano Benni. È uno dei pochi autori capaci di stupire ogni volta i lettori, e di svelare loro qualcosa del proprio inconscio. Un autore che non ha mai avuto paura di affidare la narrazione delle sue storie a personaggi scomodi, fastidiosi, a volte anche raccapriccianti, ma che proprio per questo entrano sotto la pelle.
65 pagine in versi, cinque voci narranti, un arco narrativo portato a compimento: Dancing Paradiso si legge tutto d'un fiato, sorprendensosi più volte a mormorarne le parole.
«Nella vita spesso è importante quello che non si suona» dice Stan, pianista, a pag. 62, e allo stesso modo conta quello che non si scrive. Ogni frammento apparentemente mancante, ogni parola non detta, è lì. Nella mente del lettore. Non molto viene detto di Stan e Bill, ma è impossibile non percepire la forza del profondo legame di stima, amicizia e fratellanza che lega i due musicisti, giunti alla loro ultima esibizione insieme prima che Bill lasci il palco, quello della vita, per sempre.
Non molto viene raccontato del passato di Elvis, ma in lui confluiscono la disillusione, la frustrazione e le paura di un'intera generazione.
Un racconto in versi sulla ricerca di un senso, di una risposta e del proprio posto nel mondo, dal finale a suo modo spiazzante, che lascia un gran desiderio di tornare alle prime parole, con un vinile di Elvis Presley in sottofondo.
Dancing Paradiso di Stefano Benni (Feltrinelli) è in libreria, al prezzo di copertina di 10€.
mercoledì 15 maggio 2019
Intervista a Veronica Di Lisio su "Storie di talenti", le principesse Disney e come raccontarle ai bambini di oggi
Si fa presto a dire principesse. Quando si parla di principesse Disney, poi...
Ma è altrettanto facile parlare ai più giovani di talento, di come scoprire il proprio e come coltivarlo?
Non esattamente.
Per questo Disney e Giunti hanno dato vita insieme a un progetto strepitoso, Storie di talenti, concretizzatosi in una nuova collana omonima con un obbiettivo ambizioso: insegnare alle lettrici a credere in se stesse e nel proprio talento, perchè dietro ogni ragazza che sogna in grande c'è una principessa che attende di realizzare il proprio destino!
Il progetto è stato presentato a Torino, al Salone Internazionale del Libro, e a raccontarlo ai lettori è stata Veronica di Lisio, affiancata da due madrine d'eccezione: la webstar Ludovica Olgiati e Naomi Rivieccio, che ha inciso le parti cantate di Jasmine nel live-action Aladdin, nelle sale dal 22 maggio.
E proprio in questa occasione Veronica Di Lisio, direttore editoriale Disney Publishing Division presso Giunti Editore, ha potuto raccontarci qualcosa di più sulla nuova collana, sulle principesse Disney di ieri e quelle di oggi... e non solo!
La scelta di raccontare il coraggio e la gentilezza, che di solito riteniamo non tanto dei talenti quanto dei tratti caratteriali, in questa chiave è vincente, perchè li si presenta ai bambini come "doti da coltivare e allenare".
Era proprio questo il nostro scopo, ma dobbiamo fare un passo indietro.
Perchè alla base del talento, e della capacità di coltivarlo, ci sono quelle doti e quei valori che lo rendono possibile e che ti permettono di avere magari anche quell'incontro determinante nella vita.
Pensiamo alla gentilezza, e a quanto è fondamentale nel momento dell'incontro e della comunicazione!
Vogliamo promuovere l'importanza della scoperta e della consapevolezza nelle ragazze verso i propri valori, che serviranno loro nella vita, se allenati, per scoprire e coltivare il proprio talento.
Molto interessante anche la rivisitazione delle principesse Disney "della vecchia guardia" (Biancaneve arriva sugli schermi per la prima volta nel 1937, ndr), apparentemente diverse e meno determinate e indipendenti di quelle nate negli ultimi anni.
C'era il desiderio di mettere invece in luce alcuni aspetti di queste principesse che, per forza di cose, nei decenni scorsi erano rimaste in seondo piano?
Esattamente, e anzi, è questa la carta vincente che abbiamo voluto giocare con queste storie.
Abbiamo scelto storie inedite, che fotografassero le principesse nel momento in cui avevano la stessa età delle nostre lettrici.
Quello che non abbiamo visto, ma che c'è stato.
Che c'è stato, perchè di molte di loro abbiamo visto emergere solo in parte le doti.
Pensiamo a Belle, della quale sicuramente abbiamo visto tutti l'amore per la lettura e il coraggio (anche se limitato a ciò che era il suo rapporto con il principe, e a ciò che era disposta a fare per un uomo), ma non del tutto.
Cenerentola la conosciamo nel momento dell'incontro con il principe, ma non sappiamo niente della sua infanzia e di chi l'ha aiutata a sviluppare quel coraggio e la gentilezza poi messi in pratica da adulta.
Anche la modalità del racconto è sicuramente più moderna, più vicina al gusto di oggi.
In fondo le principesse sono cambiate anche nel mondo reale, e i reali inglesi sono solo l'esempio più lampante, ma non certo l'unico. Di conseguenza, per le ragazzine di oggi è sicuramente stato "forte" vedere l'attrice di una serie tv sposare un principe: nell'immaginario collettivo, sono due mondi separati. Ma in fondo, le principesse Disney sono (quasi) sempre ragazze comuni che sposano un principe.
Erano di una modernità straordinaria: rappresentavano e rappresentano coloro che ce l'hanno fatta.
Noi abbiamo questo slogan, «dietro ogni ragazza che sogna in grande c'è una principessa che attende di realizzare il proprio destino», laddove per destino, o destinazione, c'è l'obbiettivo verso cui ti muovi.
Obbiettivo che tutte le principesse Disney hanno raggiunto, grazie ai loro talenti.
Questo è solo il primo volume di una collana: puoi anticiparci le protagoniste del secondo volume (in uscita in autunno, ndr)?
Certamente: saranno Jasmine e Aurora.
Questo anche seguendo una volontà ben precisa: sarebbe stato più facile partire da Merida - soprattutto pensando al coraggio -, mentre noi vogliamo andare a riprendere quei personaggi che sembrano "datati", ma che sono in realtà d'attualità.
Vogliamo farle conoscere in una luce nuova, diversa, e spero davvero che scatti l'immedesimazione anche per le lettrici di oggi.
Una curiosità personale: una parte importante del mondo Disney degli ultimi anni è stata sicuramente quella dei live-action movie, che hanno riportato sullo schermo storie ormai classiche, ma in una veste nuova. La mia percezione è quella di prodotti che, sebbene perfetti per i più piccoli, servissero almeno in parte anche per riconnettere con il mondo Disney un pubblico più adulto, che ha riscoperto storie che facevano parte della sua infanzia.
Avete avuto un feedback di questo tipo?
È successo esattamente questo. Guarda un film come Il Re Leone, che arriva 25 anni dopo la versione animata, e che in questa veste ha avuto un gancio incredibile sulle nuove generazioni, e allo stesso tempo ha scatenato l'entusiasmo di quelle precedenti. È il film che andranno a vedere nonni, genitori, figli, nipoti... tutta la famiglia!
Storie di talenti. Ragazze che hanno allenato il coraggio e la gentilezza (Giunti) è in libreria, al prezzo di copertina di 16€.
Il progetto ha un sito dedicato, consultabile qui.
Ma è altrettanto facile parlare ai più giovani di talento, di come scoprire il proprio e come coltivarlo?
Non esattamente.
Per questo Disney e Giunti hanno dato vita insieme a un progetto strepitoso, Storie di talenti, concretizzatosi in una nuova collana omonima con un obbiettivo ambizioso: insegnare alle lettrici a credere in se stesse e nel proprio talento, perchè dietro ogni ragazza che sogna in grande c'è una principessa che attende di realizzare il proprio destino!
Il progetto è stato presentato a Torino, al Salone Internazionale del Libro, e a raccontarlo ai lettori è stata Veronica di Lisio, affiancata da due madrine d'eccezione: la webstar Ludovica Olgiati e Naomi Rivieccio, che ha inciso le parti cantate di Jasmine nel live-action Aladdin, nelle sale dal 22 maggio.
E proprio in questa occasione Veronica Di Lisio, direttore editoriale Disney Publishing Division presso Giunti Editore, ha potuto raccontarci qualcosa di più sulla nuova collana, sulle principesse Disney di ieri e quelle di oggi... e non solo!
La scelta di raccontare il coraggio e la gentilezza, che di solito riteniamo non tanto dei talenti quanto dei tratti caratteriali, in questa chiave è vincente, perchè li si presenta ai bambini come "doti da coltivare e allenare".
Era proprio questo il nostro scopo, ma dobbiamo fare un passo indietro.
Perchè alla base del talento, e della capacità di coltivarlo, ci sono quelle doti e quei valori che lo rendono possibile e che ti permettono di avere magari anche quell'incontro determinante nella vita.
Pensiamo alla gentilezza, e a quanto è fondamentale nel momento dell'incontro e della comunicazione!
Vogliamo promuovere l'importanza della scoperta e della consapevolezza nelle ragazze verso i propri valori, che serviranno loro nella vita, se allenati, per scoprire e coltivare il proprio talento.
Molto interessante anche la rivisitazione delle principesse Disney "della vecchia guardia" (Biancaneve arriva sugli schermi per la prima volta nel 1937, ndr), apparentemente diverse e meno determinate e indipendenti di quelle nate negli ultimi anni.
C'era il desiderio di mettere invece in luce alcuni aspetti di queste principesse che, per forza di cose, nei decenni scorsi erano rimaste in seondo piano?
Esattamente, e anzi, è questa la carta vincente che abbiamo voluto giocare con queste storie.
Abbiamo scelto storie inedite, che fotografassero le principesse nel momento in cui avevano la stessa età delle nostre lettrici.
Quello che non abbiamo visto, ma che c'è stato.
Che c'è stato, perchè di molte di loro abbiamo visto emergere solo in parte le doti.
Pensiamo a Belle, della quale sicuramente abbiamo visto tutti l'amore per la lettura e il coraggio (anche se limitato a ciò che era il suo rapporto con il principe, e a ciò che era disposta a fare per un uomo), ma non del tutto.
Cenerentola la conosciamo nel momento dell'incontro con il principe, ma non sappiamo niente della sua infanzia e di chi l'ha aiutata a sviluppare quel coraggio e la gentilezza poi messi in pratica da adulta.
Anche la modalità del racconto è sicuramente più moderna, più vicina al gusto di oggi.
In fondo le principesse sono cambiate anche nel mondo reale, e i reali inglesi sono solo l'esempio più lampante, ma non certo l'unico. Di conseguenza, per le ragazzine di oggi è sicuramente stato "forte" vedere l'attrice di una serie tv sposare un principe: nell'immaginario collettivo, sono due mondi separati. Ma in fondo, le principesse Disney sono (quasi) sempre ragazze comuni che sposano un principe.
Erano di una modernità straordinaria: rappresentavano e rappresentano coloro che ce l'hanno fatta.
Noi abbiamo questo slogan, «dietro ogni ragazza che sogna in grande c'è una principessa che attende di realizzare il proprio destino», laddove per destino, o destinazione, c'è l'obbiettivo verso cui ti muovi.
Obbiettivo che tutte le principesse Disney hanno raggiunto, grazie ai loro talenti.
Questo è solo il primo volume di una collana: puoi anticiparci le protagoniste del secondo volume (in uscita in autunno, ndr)?
Certamente: saranno Jasmine e Aurora.
Questo anche seguendo una volontà ben precisa: sarebbe stato più facile partire da Merida - soprattutto pensando al coraggio -, mentre noi vogliamo andare a riprendere quei personaggi che sembrano "datati", ma che sono in realtà d'attualità.
Vogliamo farle conoscere in una luce nuova, diversa, e spero davvero che scatti l'immedesimazione anche per le lettrici di oggi.
Una curiosità personale: una parte importante del mondo Disney degli ultimi anni è stata sicuramente quella dei live-action movie, che hanno riportato sullo schermo storie ormai classiche, ma in una veste nuova. La mia percezione è quella di prodotti che, sebbene perfetti per i più piccoli, servissero almeno in parte anche per riconnettere con il mondo Disney un pubblico più adulto, che ha riscoperto storie che facevano parte della sua infanzia.
Avete avuto un feedback di questo tipo?
È successo esattamente questo. Guarda un film come Il Re Leone, che arriva 25 anni dopo la versione animata, e che in questa veste ha avuto un gancio incredibile sulle nuove generazioni, e allo stesso tempo ha scatenato l'entusiasmo di quelle precedenti. È il film che andranno a vedere nonni, genitori, figli, nipoti... tutta la famiglia!
Storie di talenti. Ragazze che hanno allenato il coraggio e la gentilezza (Giunti) è in libreria, al prezzo di copertina di 16€.
Il progetto ha un sito dedicato, consultabile qui.
Etichette:
devilishly stylish
,
giunti
,
giunti editore
,
intervista veronicadi lisio
,
Pagine e Parole
,
storie di talenti
,
storie di talenti disney
lunedì 6 maggio 2019
"Due cuori in affitto" di Felicia Kingsley
Summer ha ventisette anni ed è californiana. Blake ne ha quasi trentatré ed è newyorkese fino al midollo. Lei aspira a diventare sceneggiatrice, ma per ora è solo assistente del direttore di produzione di una serie tv. Lui è uno scrittore da svariati milioni di copie e i suoi bestseller sono sempre in classifica sul «New York Times». Summer è fidanzata con un uomo molto più grande di lei, mentre Blake è un consumato casanova e nel suo letto entrano ed escono pop-star, attrici e modelle. Lei è una persona ordinata, precisa e mattiniera, fa yoga e beve tè verde; lui fa colazione con un Bloody Mary e due Marlboro, vive nel caos e non si sveglia mai prima delle due del pomeriggio. Summer e Blake non hanno proprio niente in comune, a parte una casa delle vacanze che per un mancato passaggio di informazioni è stata affittata a entrambi. Uno dei due se ne deve andare, ma entrambi hanno ottime ragioni per restare. E le ragioni potrebbero aumentare con il passare dei giorni...
Questa la trama di Due cuori in affitto di Felicia Kingsley (Newton Compton Editori), ultimo romanzo dell'autrice bestseller considerata - e a ragione - la Sophie Kinsella italiana.
Anche se forse le si farebbe un complimento migliore nel definirla la prima Felicia Kingsley, e non la Sophie Kinsella numero due.
E stavolta riporta i lettori dritti dritti allo spirito di un film uscito in Italia nel 2000 con un titolo nono entusiasmante, Se cucini ti sposo, che vedeva i due protagonisti costretti a condividere una casa vacanze con l'inevitabile conclusione romantica.
Certo, quello della casa da condividere è un tema che nella letteratura (e nel cinema) rosa torna, ma la storia di Summer e Blake è fresca, frizzante, divertente e totalmente nuova.
E vi conquisterà, oltre a farvi venire voglia di partire sin da ora.
Ad aprire le danze è Blake Avery, romanziere di successo dalla vita sregolata incapace di scrivere con metodo e senza fumare una sigaretta dopo l'altra, che le lettrici incontrano nel bel mezzo del viaggio a bordo di una Ferrari lanciata a tutta velocità sull'autostrada che porta lui e la fanciulla di turno (perché sì, anche lui cambia donna come gli altri cambiano i calzini) nella casa vacanze dei Bronstein a Sag Harbor. Una residenza da nove milioni di dollari, che la coppia in pieno divorzio ha deciso di prestare agli amici per le vacanze.
Avete capito bene, amici. Al plurale, perchè se Marina Bronstein ne ha dato le chiavi a Blake, il marito Fox ha deciso a sua insaputa di prestare la villa a George Sullivan, critico letterario e compagno di Summer Hale (proprio lei, la nostra protagonista).
Le due coppie si trovano così a un punto di stallo: chi rinuncerà alle vacanze?
Perchè la convivenza sembra davvero impossibile...
E qui bisogna fermarsi, perché raccontare di più vorrebbe dire guastare la lettura a chi invece è trarrà dalle pagine di Due cuori in affitto un pomeriggio di divertimento e batticuore: tra Blake e Summer nulla sembra andare per il verso giusto, e invece, come succede spesso anche nella vita vera, i due finiranno per trovare l'uno nell'altra il pezzo mancante, quel tassello che una volta al suo posto ti fa comprendere l'immagine del puzzle.
Torna l'ironia irresistibile di Felicia Kingsley, la sua padronanza pressoché totale del dialogo - mai forzato o artefatto - e la sua capacità di scrivere storie romantiche senza mai sfociare nello stucchevole. Torna il ritmo serrato della sua prosa, pulita e senza orpelli, e una coppia di protagonisti che ben si affiancano ai precedenti ideati dalla stessa autrice, che ormai popolano l'immaginario collettivo delle decine di migliaia di lettrici di quest'autrice che, sicuramente, ha ancora moltissimo da dire. E moltissime emozioni da regalare.
Due cuori in affitto di Felicia Kingsley (Newton Compton Editori) è in libreria, al prezzo di copertina di 10€.
Questa la trama di Due cuori in affitto di Felicia Kingsley (Newton Compton Editori), ultimo romanzo dell'autrice bestseller considerata - e a ragione - la Sophie Kinsella italiana.
Anche se forse le si farebbe un complimento migliore nel definirla la prima Felicia Kingsley, e non la Sophie Kinsella numero due.
E stavolta riporta i lettori dritti dritti allo spirito di un film uscito in Italia nel 2000 con un titolo nono entusiasmante, Se cucini ti sposo, che vedeva i due protagonisti costretti a condividere una casa vacanze con l'inevitabile conclusione romantica.
Certo, quello della casa da condividere è un tema che nella letteratura (e nel cinema) rosa torna, ma la storia di Summer e Blake è fresca, frizzante, divertente e totalmente nuova.
E vi conquisterà, oltre a farvi venire voglia di partire sin da ora.
Ad aprire le danze è Blake Avery, romanziere di successo dalla vita sregolata incapace di scrivere con metodo e senza fumare una sigaretta dopo l'altra, che le lettrici incontrano nel bel mezzo del viaggio a bordo di una Ferrari lanciata a tutta velocità sull'autostrada che porta lui e la fanciulla di turno (perché sì, anche lui cambia donna come gli altri cambiano i calzini) nella casa vacanze dei Bronstein a Sag Harbor. Una residenza da nove milioni di dollari, che la coppia in pieno divorzio ha deciso di prestare agli amici per le vacanze.
Avete capito bene, amici. Al plurale, perchè se Marina Bronstein ne ha dato le chiavi a Blake, il marito Fox ha deciso a sua insaputa di prestare la villa a George Sullivan, critico letterario e compagno di Summer Hale (proprio lei, la nostra protagonista).
Le due coppie si trovano così a un punto di stallo: chi rinuncerà alle vacanze?
Perchè la convivenza sembra davvero impossibile...
E qui bisogna fermarsi, perché raccontare di più vorrebbe dire guastare la lettura a chi invece è trarrà dalle pagine di Due cuori in affitto un pomeriggio di divertimento e batticuore: tra Blake e Summer nulla sembra andare per il verso giusto, e invece, come succede spesso anche nella vita vera, i due finiranno per trovare l'uno nell'altra il pezzo mancante, quel tassello che una volta al suo posto ti fa comprendere l'immagine del puzzle.
Torna l'ironia irresistibile di Felicia Kingsley, la sua padronanza pressoché totale del dialogo - mai forzato o artefatto - e la sua capacità di scrivere storie romantiche senza mai sfociare nello stucchevole. Torna il ritmo serrato della sua prosa, pulita e senza orpelli, e una coppia di protagonisti che ben si affiancano ai precedenti ideati dalla stessa autrice, che ormai popolano l'immaginario collettivo delle decine di migliaia di lettrici di quest'autrice che, sicuramente, ha ancora moltissimo da dire. E moltissime emozioni da regalare.
Due cuori in affitto di Felicia Kingsley (Newton Compton Editori) è in libreria, al prezzo di copertina di 10€.
Etichette:
devilishly stylish
,
felicia kingsley
,
felicia kingsley due cuori in affitto
,
newton compton editori
,
Pagine e Parole
,
recensione due cuori in affitto
Ruth Reichl: su "Save Me The Plums" e i suoi dieci anni alla guida di Gourmet
Per i lettori italiani Ruth Reichl è una figura di forse non grandissimo interesse: sebbene i suoi memoir siano stati pubblicati anche in lingua italiana (da Ponte alle Grazie, ndr) non sono certi diventati dei longseller.
E a ragione, perchè Reichl è nota oltreoceano per il suo lavoro di critica di ristoranti per importanti quotidiani e per i dieci anni alla guida di Gourmet, rivista che nel 2009 ha visto la pubblicazione del suo ultimo numero.
Ma leggere il suo ultimo memoir, Save me the plums, significa fare un tuffo nella vita di redazione di una delle riviste che più a lungo hanno accompagnato i lettori americani, e scoprire tanti retroscena del colosso editoriale Condé Nast.
Giornalisti di grido, romanzieri che hanno prestato le loro voci saltuariamente, grandi fotografi: tutti loro hanno varcato la soglia di Gourmet, e Reichl li racconta con onestà, ironia e tenerezza.
Arrivata nel 2009 a dirigere una rivista già in difficoltà, quando la concorrenza del web iniziava a farsi davvero sentire, soprattutto per quanto riguardava la vendita di spazi pubblicitari, Reichl è riuscita non solo a mantenere Gourmet in vita per dieci anni - un decennio che ha visto la chiusura di molte, moltissime testate - ma soprattutto a darle una nuova impronta, più in linea con i gusti e le esigenze reali dei lettori.
Via le ricette troppo complesse, via le foto di piatti talmente perfetti da sembrare imbalsamati (come dichiarato da più di un lettore, ndr), dentro scelte coraggiose riguardo le copertine e articoli vivaci, appassionanti da leggere e da rileggere.
Tornano le descrizioni di piatti di Ruth Reichl che hanno fatto venire l'acquolina ai lettori di tutto il mondo a cominciare dal suo primo libro, La parte più tenera, perchè ancora una volta nessuno meglio di Reichl sa descrivere un profumo, una consistenza, un sapore, un retrogusto in modo più realistico e coinvolgente. Leggere le sue pagine è come sedersi a tavola con lei, da sempre.
Manca forse l'elemento gioco e irriverente che aveva reso Aglio e zaffiri il suo volume più accattivante, ma al suo posto c'è una finestra sul cambiamento della vita redazionale che Gourmet, e con lei ogni altra rivista, ha affrontato in quello che è stato il decennio di maggior stravolgimento.
È stato il decennio che ha visto l'esplosione di Facebook e Twitter, in cui il mondo ha iniziato a condividere istantaneamente ogni suo pensiero - spesso con risultati discutibili... - e in cui ogni notizia di ieri è diventata vecchia.
C'è un motivo se il New York Times è diventato una testata digitale, e c'è un motivo se anche in Italia le riviste sparite dagli scaffali delle edicole non si contano.
Cosa ci riservi il futuro non è dato saperlo, ma una cosa è certa: ci sarà sempre posto per una cena, anche solo di carta e inchiostro, con Ruth Reichl.
E a ragione, perchè Reichl è nota oltreoceano per il suo lavoro di critica di ristoranti per importanti quotidiani e per i dieci anni alla guida di Gourmet, rivista che nel 2009 ha visto la pubblicazione del suo ultimo numero.
Ma leggere il suo ultimo memoir, Save me the plums, significa fare un tuffo nella vita di redazione di una delle riviste che più a lungo hanno accompagnato i lettori americani, e scoprire tanti retroscena del colosso editoriale Condé Nast.
Giornalisti di grido, romanzieri che hanno prestato le loro voci saltuariamente, grandi fotografi: tutti loro hanno varcato la soglia di Gourmet, e Reichl li racconta con onestà, ironia e tenerezza.
Arrivata nel 2009 a dirigere una rivista già in difficoltà, quando la concorrenza del web iniziava a farsi davvero sentire, soprattutto per quanto riguardava la vendita di spazi pubblicitari, Reichl è riuscita non solo a mantenere Gourmet in vita per dieci anni - un decennio che ha visto la chiusura di molte, moltissime testate - ma soprattutto a darle una nuova impronta, più in linea con i gusti e le esigenze reali dei lettori.
Instagram: @randomhouse |
Tornano le descrizioni di piatti di Ruth Reichl che hanno fatto venire l'acquolina ai lettori di tutto il mondo a cominciare dal suo primo libro, La parte più tenera, perchè ancora una volta nessuno meglio di Reichl sa descrivere un profumo, una consistenza, un sapore, un retrogusto in modo più realistico e coinvolgente. Leggere le sue pagine è come sedersi a tavola con lei, da sempre.
Manca forse l'elemento gioco e irriverente che aveva reso Aglio e zaffiri il suo volume più accattivante, ma al suo posto c'è una finestra sul cambiamento della vita redazionale che Gourmet, e con lei ogni altra rivista, ha affrontato in quello che è stato il decennio di maggior stravolgimento.
È stato il decennio che ha visto l'esplosione di Facebook e Twitter, in cui il mondo ha iniziato a condividere istantaneamente ogni suo pensiero - spesso con risultati discutibili... - e in cui ogni notizia di ieri è diventata vecchia.
C'è un motivo se il New York Times è diventato una testata digitale, e c'è un motivo se anche in Italia le riviste sparite dagli scaffali delle edicole non si contano.
Cosa ci riservi il futuro non è dato saperlo, ma una cosa è certa: ci sarà sempre posto per una cena, anche solo di carta e inchiostro, con Ruth Reichl.
venerdì 3 maggio 2019
"Mantieni il bacio" di Massimo Recalcati
Da quest'anno, il blog ospita le recensioni di Veronica Lempi, già collaboratrice de Gli Amanti dei Libri. Ecco cosa ha pensato di Mantieni il bacio di Massimo Recalcati (Feltrinelli)!
Desideriamo di più l’amore che brucia o l’amore che dura?
È con questo quesito, che ha inizio il nuovo libro di Massimo Recalcati, una vera e propria indagine guidata sui comportamenti dell’amore.
E in effetti, innamorati e non, tutti, almeno una volta nella vita, ci siamo chiesti, direttamente o indirettamente, se è meglio cercare la passione, fin che dura, o trovare un amore che persiste e che non si arrende all’inganno dell’inevitabile abitudine.
Massimo Recalcati è uno tra gli psicanalisti più brillanti e più celebri d’Italia, amato e seguito da chi della terapia fa un mantra quotidiano e anche da chi, in realtà, non ne sa così tanto. La capacità di rendere temi spesso inaccessibili e linguaggi da esperti, contenuti popolari, seppur mantenendo la bella e inevitabile logica che richiede attenzione, è ciò che lo ha reso anche apprezzato volto televisivo.
Mantieni il bacio è un viaggio tra i capitoli dell’amore, le sue fasi, i suoi argomenti, inevitabili - alcuni, evitabili - altri. Recalcati parla dell’incontro tra i Due, del primo bacio, della passione, della nascita del figlio e di come preservare il bene e l’equilibrio della coppia, del tradimento, della separazione, e anche, per fortuna, della violenza.
Per fortuna perché la lettura che ne dà è quella di un mero comportamento, analizzato nel suo feticismo e nelle sue cause. Dà un volto a quello che di per sé è un fatto di devianza sociale, e lo racconta da un punto di vista oggettivo, freddo, apatico, in grado risvegliare il disprezzo più sentito.
E in conclusione, finalmente, parla dell’amore che dura per sempre.
Sette capitoli intensi, che si leggono in meno di due giorni. Piacevoli per approccio e per scrittura.
Un titolo che parla, perché “mantieni il bacio” dice già tutto.
Il destino di un amore, quindi, sta tutto alla scelte di chi lo vive?
Una cosa, secondo la teoria di Recalcati, è sicura: tutto ha inizio da un incontro casuale, quando l’amore nasce, non si può prevedere ne programmare.
Recentemente abbiamo spesso sentito parlare di “Brain Food”, ovvero tutte le pratiche (a tavola e non solo) che fanno bene al cervello. Questo libro può essere allora definito “Lovers Food”, perché interrogarsi, scoprire, riflettere e migliorarsi fa bene, sempre, anche in merito a ciò che di più naturale conosciamo: l’amore.
Mantieni il bacio di Massimo Recalcati (Feltrinelli) è in libreria, al prezzo di copertina di 14€.
Etichette:
devilishly stylish
,
feltrinelli
,
massimo recalcati
,
massimo recalcati mantieni il bacio
,
Pagine e Parole
,
recensione mantieni il bacio
mercoledì 1 maggio 2019
"La battaglia delle bambine" di Simona Dolce
Siamo a Palermo, nell'agosto 1991.
In una strada piena di rumori, vita e odori cinque ragazzine si alleano contro la banda di maschi presuntuosi che le ha prese di mira.
Agnese ha capelli e occhi castani e sua madre lavora alla Sigma di Libero Grassi, l'imprenditore ucciso per essersi ribellato al pizzo.
Marialuce sogna di ballare con Freddie Mercury e non ha paura di nessuno.
Elda è molto golosa e con la sorella Marina vive in una casa piena di disciplina e senza neppure un giocattolo.
Aurora sembra una principessa, ma nasconde il segreto più grande: suo padre è un boss mafioso e lei sa dove tiene la pistola.
Sono loro le bambine protagoniste di La battaglia delle bambine di Simona Dolce (Mondadori),
bambine di cui il mondo intero conosce i volti grazie agli scatti di Letizia Battaglia, fotografa di fama internazionale, ma di cui solo oggi si prova a immaginare la storia. Una storia inventata, ma forse non così tanto: la loro battaglia per un presente che faccia meno male, in un momento in cui le loro famiglie sembrano andare in pezzi e in cui la mafia rappresenta una violenza che nessuna di loro riesce davvero a comprendere, non dev'essere stata poi così diversa.
«Bambine con tanto futuro davanti e nessuna delusione alle spalle», così come la stessa Letizia Battaglia le ha definite, spiegando perchè avesse deciso di immortalarne i volti, le pose, gli atteggiamenti e le espressioni.
Quegli scatti hanno fatto il giro del mondo, e ora arrivano in libreria in coda al romanzo di Simona Dolce, che è di per sè una piccola gemma.
Non è "solo" un romanzo che racconta ai lettori più giovani la mafia in ogni sua sfaccettatura - tema sempre più presente sugli scaffali della letteratura per ragazzi -, è prima di tutto una storia di crescita, scoperte, errori e conquiste, vissute con l'intensità che caratterizza a ogni cosa quando si hanno undici anni.
Un romanzo da scoprire anche da adulti, da leggere insieme ai ragazzi e da proporre sui banchi di scuola, perchè se le protagoniste di La battaglia delle bambine lottano unite contro una realtà violenta che rischia di annientarle, non c'è davvero motivo per non seguirne l'esempio.
E dire di no. Alla mafia, alla violenza, alla morte. A un futuro meno che radioso, che ogni bambina e bambino meritano: ieri, oggi e anche domani.
Consigliatissimo.
La battaglia delle bambine di Simona Dolce (Mondadori) è in libreria, al prezzo di copertina di 16€.
In una strada piena di rumori, vita e odori cinque ragazzine si alleano contro la banda di maschi presuntuosi che le ha prese di mira.
Agnese ha capelli e occhi castani e sua madre lavora alla Sigma di Libero Grassi, l'imprenditore ucciso per essersi ribellato al pizzo.
Marialuce sogna di ballare con Freddie Mercury e non ha paura di nessuno.
Elda è molto golosa e con la sorella Marina vive in una casa piena di disciplina e senza neppure un giocattolo.
Aurora sembra una principessa, ma nasconde il segreto più grande: suo padre è un boss mafioso e lei sa dove tiene la pistola.
Sono loro le bambine protagoniste di La battaglia delle bambine di Simona Dolce (Mondadori),
bambine di cui il mondo intero conosce i volti grazie agli scatti di Letizia Battaglia, fotografa di fama internazionale, ma di cui solo oggi si prova a immaginare la storia. Una storia inventata, ma forse non così tanto: la loro battaglia per un presente che faccia meno male, in un momento in cui le loro famiglie sembrano andare in pezzi e in cui la mafia rappresenta una violenza che nessuna di loro riesce davvero a comprendere, non dev'essere stata poi così diversa.
«Bambine con tanto futuro davanti e nessuna delusione alle spalle», così come la stessa Letizia Battaglia le ha definite, spiegando perchè avesse deciso di immortalarne i volti, le pose, gli atteggiamenti e le espressioni.
Quegli scatti hanno fatto il giro del mondo, e ora arrivano in libreria in coda al romanzo di Simona Dolce, che è di per sè una piccola gemma.
Non è "solo" un romanzo che racconta ai lettori più giovani la mafia in ogni sua sfaccettatura - tema sempre più presente sugli scaffali della letteratura per ragazzi -, è prima di tutto una storia di crescita, scoperte, errori e conquiste, vissute con l'intensità che caratterizza a ogni cosa quando si hanno undici anni.
Un romanzo da scoprire anche da adulti, da leggere insieme ai ragazzi e da proporre sui banchi di scuola, perchè se le protagoniste di La battaglia delle bambine lottano unite contro una realtà violenta che rischia di annientarle, non c'è davvero motivo per non seguirne l'esempio.
E dire di no. Alla mafia, alla violenza, alla morte. A un futuro meno che radioso, che ogni bambina e bambino meritano: ieri, oggi e anche domani.
Consigliatissimo.
La battaglia delle bambine di Simona Dolce (Mondadori) è in libreria, al prezzo di copertina di 16€.
Iscriviti a:
Post
(
Atom
)