giovedì 29 ottobre 2015

"La sconosciuta" di Mary Kubica

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "La sconosciuta" di Mary Kubica, edito da Harlequin Mondadori (rilegato a 12,90€):
Heidi vede la ragazzina su un binario alla stazione, immobile sotto la poggia torrenziale, mentre stringe tra le braccia un neonato. La ragazzina sale su un treno e se ne va. Heidi non riesce a togliersi quella scena dalla testa. Heidi Wood è sempre stata una donna dal cuore d'oro, ma la sua famiglia inorridisce quando un giorno torna a casa con Willow e la sua neonata di soli quattro mesi: trasandata e senza casa, la ragazzina potrebbe essere una criminale, o anche peggio. Tuttavia Heidi invita Willow e la bimba a restare. A poco a poco, mentre Willow comincia a riprendersi, vengono alla luce inquietanti dettagli sul suo passato e così, quello che è iniziato semplicemente come un gesto gentile precipita sempre più velocemente verso l'abisso.

Un thriller psicologico di forte impatto, che mi ha catturata fin dalle prime pagine per non lasciarmi più andare.
Mary Kubica si conferma un'autrice di talento, e lo fa con una storia a tre voci e sviluppata su ben tre piani temporali: un opera curata nei minimi dettagli, e ringrazio moltissimo Harlequin Mondadori per la possibilità di leggerla.

Tre voci, e tre piani temporali: andiamo con ordine.
Partiamo da Willow, della quale Mary Kubica ci offre innanzitutto la voce nel passato, che ci racconta l'infanzia e la prima adolescenza della ragazza: un'infanzia problematica, che porta la ragazzina a vivere prima il dolore per la perdita dei genitori, poi per la separazione della sorella minore data in adozione.
Rimasta sola, Willow finisce in una famiglia dove subirà diverse forme di abuso, e le sue sono sicuramente le pagine più struggenti e dolorose da leggere di tutto il romanzo.
Abbiamo poi la Willow di oggi, che è in carcere e intenta a raccontare cosa sia successo non solo a se stessa ma anche ad Heidi e Chris, e questo porta immediatamente il lettore a capire che tra la ragazza e la donna che l'ha soccorsa sia andato storto qualcosa.
"Cosa" non viene rivelato fino alle ultime pagine, e non è assolutamente ciò che per molto tempo si è portati a credere.

Le altre voci sono proprio quelle di Heidi e Chris, una coppia apparentemente perfetta ma che si rivela presto per quello che è: un matrimonio allo sbando, che lega due persone che si sono allontanate ogni giorno di più.
Trascurata e concentrata solo sul volontariato lei, frustrato e leggermente infatuato di un'attraente collega lui, e nel mezzo un ragazzina di dodici anni che, lasciatemelo dire, è francamente insopportabile.
Quando Heidi vede Willow tutta sola per strada con una bimba tra le braccia, le scatta qualcosa dentro che la "costringe" a portarla a casa, e nonostante io comprenda l'amore di una madre e lo sconforto all'idea che una ragazzina e la sua neonata siano in mezzo alla strada, capisco anche lo sgomento del marito: in fondo in casa c'è la loro figlia bambina, e loro cosa sanno di Willow?
Potrebbe tranquillamente tirare fuori una pistola e ucciderli, oppure derubarli, magari con un complice che l'ha mandata avanti come esca.
Invece Heidi punta i piedi, nel disperato tentativo di prendersi cura della piccola (che tra eczemi e febbre non se la passa troppo bene), e lei e Willow restano a casa Wood.

Pagina dopo pagina, racconto dopo racconto, al lettore viene svelato il retroscena di ogni atteggiamento dei diversi personaggi, e una storia che sembrava destinata a finire in un determinato modo dimostra in realtà di dirigersi in tutt'altra direzione.
Un susseguirsi di piccoli colpi di scena e di rivelazioni, e un crescendo della tensione che caratterizza tutti e tre i piani di narrazione: è difficilissimo gestire un romanzo in questa forma facendo in modo che alla fine tutto quadri e tutto torni, ma Mary Kubica ci riesce, ed è per questo che "La sconosciuta" funziona.
Non solo perché la storia è piena di misteri, di segreti, di "non detto", ma anche perché questa storia viene sviluppata e raccontata in forma ottima.
Credibili i dialoghi, impeccabili le descrizioni, al punto che io la casa di Heidi e Chris, così come quella della famiglia adottiva di Willow, me le sono trovate attorno durante la lettura.

Ho apprezzato anche che si evitassero i cliché a ogni costo: l'infatuazione di Chris per la collega avvenente si sarebbe potuta tradurre in una banale avventura durante un viaggio di lavoro, e invece no. Invece attraverso i pensieri di Chris quello che ci viene offerto non è il semplice desiderio di una bella donna qualunque nel letto, quanto quello che Heidi torni ad essere la bella donna tra le sue lenzuola. E in tutto questo la collega avvenente conta meno di zero.

Davvero un'ottima seconda prova per Mary Kubica, di cui già aspetto il terzo libro (arriva nei primi mesi del 2016, ma vi dico di più nell'intervista!).

Consigliato agli appassionati di thriller psicologici, a chi ha apprezzato "Una brava ragazza" e a chi vuole invece avvicinarsi a quest'autrice per la prima volta.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

1 commento :

  1. Trovo eccezionale la sua capacità di raccontare le storie su diversi piani temporali e con tante voci, penso che solo uno scrittore di talento sia in grandi di fare un lavoro di questo tipo risultando credibile.
    Bellissima recensione
    Baci

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