La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "I figli dell'Eden" di Joey Graceffa, edito Fanucci Editore (rilegato a 14,90€):
Rowan è la secondogenita in un mondo in cui le misure di controllo sulla popolazione la considerano una fuorilegge ed è per questo condannata a morte certa. Da ormai sedici anni vive un'esistenza nascosta nell'ombra, senza poter frequentare la scuola, stringere amicizie o avere la possibilità di farsi impiantare negli occhi il chip che contrassegna ogni abitante di Eden. Inquieta e desiderosa di conoscere e vedere il mondo, fugge concedendosi una notte ricca di avventura e adrenalina. Finalmente scoprirà il valore dell'amicizia, incontrerà persone diverse dai suoi familiari, vedrà angoli inesplorati della città e luoghi lontani dalle quattro mura della sua casa. Ma le novità non saranno solo piacevoli scoperte e, in poche ore, Rowan diventerà una ricercata in fuga, scatenando una serie di eventi che potrebbero cambiare per sempre il mondo di Eden.
Volevo leggerlo sin dalla sua uscita nel 2016, e sono felice che sia arrivato in Italia il primo volume di questa serie distopica che arriva dritta dritta dalla tastiera di uno degli youtuber più amati in America, Joey Graceffa (quasi 9 milioni di iscritti, e che fino a un paio di anni fa seguivo divertendomi parecchio. Poi si è unito al clan "smorfie, versi e affini" e non ce l'ho fatta più).
Lo scorso Ottobre ha pubblicato il seguito, "Elites of Eden", quindi stiamo per imbarcarci in un viaggio lungo ben più di un volume!
In un futuro che riesce a sembrare lontanissimo e, allo stesso tempo, spaventosamente vicino, l'umanità è riuscita nell'intento di distruggere il pianeta Terra: a salvare parte della popolazione è stato l'operato di Aaron Al-Baz, lo scienziato ideatore dell'EcoPanopticon.
Cos'è? Una sorta di ipersistema operativo in grado di prendere il controllo di ogni briciola di tecnologia informatica a disposizione e far lavorare tutto in perfetta armonia per cercare di preservare ciò che resta dell'umanità e curare, dove possibile, il pianeta.
I superstiti, ovvero gli umani e ciò che resta del mondo vegetale (gli animali sono spariti da tempo, tanto per dirne una), vivono al sicuro in quello che prende il nome - azzeccato - di Eden.
Le risorse limitate, spazio incluso, implicano una rigida politica di controllo delle nascite, ed è qui che entra in scena Rowan, secondogenita e quindi, in automatico, fuorilegge.
Se le autorità la scoprissero sarebbe condannata a morte, ed è per questo che la ragazza è arrivata ai suoi sedici anni senza aver mai potuto frequentare un'aula scolastica o avere degli amici... ed è per questo che, a un certo punto, la tentazione di vedere cosa ci sia là fuori diventa troppo forte.
Joey Graceffa ci riporta in pieno mood distopico-adolescenziale, ma non solo: ci ho ritrovato anche un non troppo velato riferimento al Grande Fratello di Orwell, e a quell'idea di un'entità che, seppur in modo invisibile, esercita di fatto il totale controllo su tutto.
Rowan è cresciuta in trappola, consapevole della duplica natura materna e inquisitrice del sistema EcoPanopticon, e anche una volta sfuggita dal suo nascondiglio si trova, di fatto, a doversi nascondere dallo sguardo di ogni tipo di guardia o sorvegliante.
Nonostante sia la storia di una fuga, "I figli dell'Eden" non è un romanzo rocambolesco, dal ritrmo trascinante che caratterizza altri lavori dello stesso genere. Infatti l'unica "pecca", se così vogliamo considerarla, è che buona parte del libro è occupata dal world building: l'autore non ci ha risparmiato nemmeno un dettaglio, e se sicuramente questo servirà quando affronteremo i volumi successivi, per quanto riguarda il primo volume la sensazione è che accada molto meno di quando viene invece descritto. Tuttavia, non si può non apprezzare la cura e l'attenzione con cui Joey Graceffa ha costruito il mondo che avrebbe accolto le sue storie.
È ben scritto, ben sviluppato e ragazzi, c'è un colpo di scena che vale l'intero libro: lo si chiude bramando il secondo, e questo succede solo quando un primo volume di serie funziona.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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