venerdì 12 ottobre 2018

[FEST] BABY: incontro con i registi Andrea De Sica e Anna Negri, il collettivo GRAMS e il produttore Nicola De Angelis

FEST continua, ed è il momento di scoprire quello che è uno degli arrivi più attesi della stagione: Baby, produzione tutta italiana firmata Netflix, che debutterà sulla piattaforma il 30 Novembre.


Un'anteprima assoluta, e la possibilità di scoprirla insieme al team creativo che ha dato vita al progetto: sei puntate, con la regia di Andrea De Sica e Anna Negri, per raccontare un'Italia che potesse coinvolgere il pubblico di tutto il mondo - o almeno, i 190 paesi sui quali la piattaforma pubblicherà la serie.

Baby nasce dalle idee di GRAMS, un collettivo di giovani scrittori composto da Antonio Le Fosse, Eleonora Trucchi, Marco Raspanti, Giacomo Mazzariol e Re Salvador: due di loro, Antonio ed Eleonora, sono intervenuti a FEST per raccontare le fasi del progetto e condividere con il pubblico qualche curiosità sulla serie prodotta da Fabula Pictures, rappresentata in questa sede da Nicola De Angelis. Accanto a loro, i due registi.

La serie racconta le vite segrete di quelli che sono ragazzi come tanti, e proprio da ragazzi è stata scritta, come sottolinea Marina Pierri, moderatrice dell'incontro insieme a Giorgio Viaro.
E partiamo da qui, dalla nascita del collettivo GRAMS e di quella che poi sarebbe diventata Baby.

«GRAMS è nato dopo qualche anno in cui abbiamo cercato, ognuno in autonomia, di trovare un posto all'interno dell'industria televisiva» spiega Antonio Le Fosse.
«Leggendo molte sceneggiature, ci siamo resi conto che era necessario fare un passo indietro e ripensare a quelle  che erano le storie da raccontare. Ci ha uniti la voglia di ripartire dalle storie, al di là dei budget e delle logiche di produzione: GRAMS è nato così, e tra i vari progetti in lavorazione c'era lo scheletro di Baby. Lo abbiamo portato in Fabula Pictures, e Nicola De Angelis è riuscito a portarlo in Netflix.»


«Di Baby ci ha subito appassionato l'idea di raccontare l'adolescenza, amore incluso, in modo realistico, e molto sentito visto che la nostra stessa sdolescenza non era ancora lontana nel tempo. È qualcosa che ci ha uniti, e siamo felici che oltre a crederci noi ci abbiano creduto anche Fabula Pictures e Netflix» aggiunge Eleonora Trucchi, sorridendo.

Di certo, iniziare il proprio percorso creativo con un'esperienza così non è da tutti, sottolinea Giorgio Viaro. Una collaborazione fortunata anche per Fabula Pictures.
«Baby era un'idea ben più definita di quanto vogliano far credere. Avevano solo bisogno di qualcuno che li aiutasse a tirarla fuori nella sua interezza» interviene Nicola De Angelis.
«È questa la sfida nel lavorare con i giovani autori, ed è ciò che spesso manca nella nostra industria: il coraggio di coltivare i talenti nuovi, e di investire nei giovani per farli crescere. Netflix sta cambiando le carte in tavola, in questo senso.»

Per Marina Pierri, Baby racconta un viaggio, dalle scelte alle conseguenze di tali scelte.
Come si racconta, da registi, questo tipo di percorso senza emettere giudizi, ma con empatia ed osservazione?
Per Anna Negri «l'empatia è una delle grandi chiavi attraverso le quali si può migliorare il mondo», e sottolinea come, nel contesto delle grandi serie tv, si faccia leva spesso su questo sentimento.
Un prodotto che funziona riesce a farti provare empatia verso i personaggi più impensabili, narcos inclusi.
«A me, da subito, è piaciuto vedere che, per una volta, il mondo dei Parioli non sia stato affrontato e dipinto con diffidenza e critica, ma che sia stato dato al tutto un tocco romantico, e una chiave di lettura decisamente più universale. Sta qui, la vera originalità della serie» interviene Andrea De Sica.
E universale deve esserlo davvero, perchè una delle esigenze principali nel costruire Baby era quella di renderla un prodotto fruibile e apprezzabile in tutto il mondo, non solo in Italia.
Tutto ciò che non poteva essere compreso al di fuori del territorio nazionale è stato modificato, riscritto, rielaborato.


Uno dei fil rouge di questa prima edizione di FEST è la rappresentazione femminile.
Netflix non è affatto estranea alla rappresentazione della diversità, ma cosa ne pensano Eleonora ed Anna della connotazione femminile di Baby?

«Ha sicuramente una forte connotazione femminile: è una serie che parla di donne, di amicizie femminili, di femminilità in ogni aspetto» risponde Eleonora Trucchi, supportata da Anna Negri che aggiunge che Baby è focalizzata su tre temi caldi: sessualità femminile, desiderio e consenso.
Questi tre elementi sono stati inespressi finora, almeno in Italia, e sono curiosa di scoprire la reazione del pubblico.

Una serie che oltre a temi nuovi porta sulla scena volti nuovi: molti degli interpreti sono alla loro prima esperienza, e questo da un lato è stato un rischio, dall'altro una sfida emozionante.
Emozionante anche la prospettiva di lavorare con un collettivo di giovani autori, ancora profondamente connessi con la loro stessa adolescenza ma allo stesso tempo già molto maturi dal punto di vista professionale.

La domanda che sorge spontanea è sicuramente questa: quale, tra tutti questi aspetti, colpirà di più il pubblico di Baby?
Per Anna Negri la forza della serie è il suo essere «la storia di ragazzi che cercano di dare un senso alla loro vita, anche contrapponendosi a una generazione di adulti che, nonostante il successo, risultano profondamente insoddisfatti.
«Io penso che in Baby si vedrà qualcosa di nuovo: una drammaturgia accompagnata da immagini autoriali, senza perdere di vista la storia o la psicologia dei personaggi, o anche un uso diverso della musica italiana» aggiunge Antonio Le Fosse.

È forse la dimostrazione di come, anche in Italia, siamo capaci di esplorare dei macrotemi e proporre contenuti capaci di superare i limiti della nazionalità? Sembra proprio di sì.
Farlo con una serie che, in fondo, racconta un coming of age, è una sfida ulteriore, ma proprio per questo lavorare con Netflix è stato fondamentale.


Per scoprire Baby bisognerà aspettare il 30 Novembre, ma il team creativo invita il pubblico a scoprire questa serie «dark, romantica, che tocca punti in grado di mettere a disagio i genitori» come propone Anna Negri, e Andrea De Sica scherza sul fatto che sì, genitori e figli guarderanno le puntate in stanze separate.
Per Eleonora Trucchi, che chiude il panel, si può dare al pubblico una piccola anticipazione sulle protagoniste femminili: Chiara ha una famiglia di genitori radical-chic che l'amano molto ma sono legati da un rapporto disfunzionale, mentre Ludovica è figlia di una madre single, divorziata. La loro interazione problematica con le famiglie le porterà a cercare conforto e supporto l'una nell'altra, unita alla ricerca di trasgressione e libertà.

FEST continua: prossima tappa, l'incontro con Bradley James e Aurora Ruffino per la serie I Medici - Lorenzo il Magnifico.

Le tappe precendenti:
Girls Just Wanna Binge-Watch: qui.
Scrivere e interpretare le donne di Gomorra - La Serie e Il Miracolo: qui
La prima puntata di The Romanoffs in anteprima: qui

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