Buongiorno a tutte, fanciulle!
Siamo alla fine del mese e non poteva mancare l'appuntamento con i beauty-preferiti degli ultimi 31 giorni. Mi scuso per le foto un po' spettrali ma a Milano negli ultimi due giorni ha piovuto a dirotto, e più luce di così proprio non ne è uscita:
Sono pochi, lo so, ma sono stati l'ancora di salvezza del mese e quindi bando alle ciance e cominciamo!
Il deodorante Borotalco Intensive è un nuovo arrivo, e mi ci sono trovata molto bene: non dura 48h come dichiarato, ma le sue 12h senza ritocco le fa tranquillamente, lasciandomi fresca dal mattino alla sera. Ce l'ho anche in spray, ma lo sta usando (e apprezzando) Fratello.
Della crema Multi-Intensive Nuit di Clarins vi ho già parlato tante volte, ma dopo un breve abbandono in favore di una crema più leggera sono tornata da lei.
Nutriente e rigenerante, mi fa svegliare con il viso morbido e privo di oleosità, ed è perfetta per me a parte in quei tre/quattro giorni del mese in cui le preferisco qualcosa di purificante.
Questa crema corpo protettiva all'olio d'oliva di Bjobj è stata in fondo a un cassetto per un annetto, e poi l'ho recuperata. Avrei dovuto farlo prima, perchè è davvero un'ottima crema copro.
É ricca, e molto idratante: mi piace usarla di sera, dopo la doccia e dopo la depilazione.
Consigliatissima a chi cercasse una buona crema bio.
Del balsamo Olio Straordinario Ricci Sublimi di L'Oreal Paris posso dire #SoloCoseBelle perchè rende i miei capelli gestibili e districabili senza appesantirli, e in questo mese che ho fatto spesso i boccolotti (perchè durano più dei capelli lisci) è stato fondamentale.
Ho anche la crema senza risciaquo, ma sono pigra e spesso non la uso XD
Il nuovo trattamento occhi e maschera "Force C3" di Helena Rubinstein è un arrivo degli ultimi sette giorni del mese, ma lo adoro. Dormo poco ultimamente, e di solito quando è così mi si secca molto la pelle attorno agli occhi, in modo davvero fastidioso.
Invece stavolta non è successo. Stavolta il contorno occhi è morbido e quasi disteso, senza il solito gonfiore da carenza di sonno.
Quindi posso dire che il suo dovere di crema e trattamento lo fa, e che sono molto curiosa di scoprirne gli effetti nel lungo periodo se dopo una settimana è così.
Anche della crema viso Vinosource Fluide Matifiant Hydratant di Caudalie vi ho parlato diverse volte, ma è sempre lei. Il tubetto è praticissimo anche da portare in giro quando mi sento la pelle "tirare" e voglio riapplicarla a metà giornata.
É un'ottima base trucco, tra l'altro, vista la sua azione opacizzante.
Sono molto curiosa anche di provare la versione "sorbetto" di questa crema, soprattutto pensando al caldo in arrivo!
Siamo quasi alla fine! La cipria multicolore uniformante di Catrice faceva parte di una collezione temporanea e mi sono decisamente pentita di non averne comprate due.
É il colore perfetto per me, una volta miscelata per bene con il pennello, e rende il viso matt e uniforme senza l'effetto "tuffo nella cipria" che proprio non mi piace.
Ho eliminato quasi del tutto il fondotinta ma alla cipria uniformante non so dire no, e questa ès enza dubbio la mia. Spero ne ripropongano una presto!
Ultimo ma non meno importante, il profumo Love Rose di Reminiscence Paris, di cui ho solo un campioncino ma che sto amando profondamente.
Decisamente al di sopra delle mie possibilità economiche al momento, è entrato in wishlist e in caso di entrate ingenti future sarà il primo autoregalo perchè questo profumo che sa di rosa mi piace da impazzire.
É molto classico, elegante, raffinato: un profumo senza tempo e fuori da ogni tendenza, perchè sempre buono.
Questi erano i miei preferiti!
Avrei voluto inserire anche un eyeliner con il quale mi sto trovando benissimo, ma sono disordinata al punto da averlo perso e non sapere dove l'ho ficcato.
Brutta cosa, il disordine: lo troverò e ve ne parlerò (almeno spero: mi spiacerebbe non vederlo più XD).
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
martedì 31 maggio 2016
lunedì 30 maggio 2016
May Favorites/ Preferiti di Maggio (Random Edition)
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Siamo alla fine del mese, ed eccomi qui con la chiacchiera mensile su quello che ho amato negli ultimi 30 giorni:
Cominciamo subito dai film e dalle serie tv, che questo mese sono più di uno, e sono tutti arretrati recuperati.
Ho recuperato "Il caso Spotlight" e mi è piaciuto moltissimo. Ho sempre adorato i film sul giornalismo, e questo non è stato da meno: consigliatissimo!
Mi è piaciuto un sacco anche "L'ultima parola: la vera storia di Dalton Trumbo", con un fenomenale Bryan Cranston.
Infine, la serie tv che sono riuscita a vedere ogni singola settimana senza saltare nemmeno una puntata (e chi mi conosce sa quanto questo sia raro): "22/11/63".
Tratta dall'omonimo romanzo di Stephen King, è finita ieri sera e mi è piaciuta davvero tanto!
James Franco è stato semplicemente perfetto, e anche se c'è stato un piccolissimo taglio rispetto al romanzo nel complesso è venuta una splendida serie.
Sono entrate in collezione due nuove tazze, una grazie a Minimum Fax e l'altra grazie a Clarissa e Silvia. "Shhh... Sto leggendo" arriva dal Salone Internazionale del Libro di Torino, e adoro il fatto che la scritta sembri fatta a mano con un carboncino.
"Professional Bookworm" arriva invece da un negozio online, realizzata da Bookworm Boutique, che ha anche un bellissimo account Instagram (@bookwormboutique) dove mostra i suoi lavori.
Le sto usando entrambe con attenzione, lavandole subito dopo per evitare che il tè le macchi, perchè sono davvero bellissime!
Maggio è stato anche il mese in cui ho scoperto i Pavesini al Cacao, che sono in giro da un po' ma che al supermercato vicino a casa non arrivavano mai.
E forse sarebbe stato meglio così, perchè credo potrei farmi fuori il pacco multiporzione da sola se non mi frenassi. Buoni, buoni, buoni!
Ho scoperto un nuovo canale YouTube, o meglio, l'ho riscoperto: sbirciavo i video di "InTheFrow" anni fa, poi l'avevo persa di vista. Ho recuperato il canale, e ci sono due video che mi hanno ispirata moltissimo nel momento in cui dovevo cambiare radicalmente il mio guardaroba a inizio mese: i 12 capi essenziali, parte 1 e parte 2.
Rientra tra le persone alle quali potrei depredare il guardaroba <3
A Maggio è arrivata anche lei, Cenerentola. Il mio secondo FunkoPop, regalo di compleanno di Roberta e già al posto d'onore in libreria davanti alla serie LUX di Jennifer L. Armentrout.
La tentazione di prendere anche il secondo della serie, con scarpetta e topino, è fortissima, ma per adesso sono riuscita a controllarmi.
Una piccola parentesi letteraria io la devo mettere per forza anche qui, segnalando quelle che sono state le mie tre letture preferite del mese (vi lascio i link alle recensioni nei titoli, così non appesantisco il post con tutte le trame).
"Aspettando Bojangles" di Olivier Bourdeaut è stata la sorpresa del mese: un romanzo brevissimo, ma che racchiude tutto un mondo.
"Una specie di felicità" di Francesco Carofiglio ha confermato il mio adorare la scrittura di questo autore che sa indagare l'animo umano come pochi.
Infine, "Il figlio perfetto" di Barbara Claypole White, che per me resta il Newton Compton imperdibile di Maggio.
Infine, non posso non mettere tra i preferiti loro, la mia #BookSquad.
Ci siamo conosciute parlando di libri, ma ormai sono amiche vere, che non scambierei con altre per nulla al mondo.
Abbiamo mangiato chili di sushi, viaggiato, letto tantissimi libri e chi lo sa cosa combineremo in futuro!
Maggio è stato un mese bellissimo, e non vedo l'ora di scoprire cosa mi riserverà Giugno :)
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Siamo alla fine del mese, ed eccomi qui con la chiacchiera mensile su quello che ho amato negli ultimi 30 giorni:
Cominciamo subito dai film e dalle serie tv, che questo mese sono più di uno, e sono tutti arretrati recuperati.
Ho recuperato "Il caso Spotlight" e mi è piaciuto moltissimo. Ho sempre adorato i film sul giornalismo, e questo non è stato da meno: consigliatissimo!
Mi è piaciuto un sacco anche "L'ultima parola: la vera storia di Dalton Trumbo", con un fenomenale Bryan Cranston.
Infine, la serie tv che sono riuscita a vedere ogni singola settimana senza saltare nemmeno una puntata (e chi mi conosce sa quanto questo sia raro): "22/11/63".
Tratta dall'omonimo romanzo di Stephen King, è finita ieri sera e mi è piaciuta davvero tanto!
James Franco è stato semplicemente perfetto, e anche se c'è stato un piccolissimo taglio rispetto al romanzo nel complesso è venuta una splendida serie.
Sono entrate in collezione due nuove tazze, una grazie a Minimum Fax e l'altra grazie a Clarissa e Silvia. "Shhh... Sto leggendo" arriva dal Salone Internazionale del Libro di Torino, e adoro il fatto che la scritta sembri fatta a mano con un carboncino.
"Professional Bookworm" arriva invece da un negozio online, realizzata da Bookworm Boutique, che ha anche un bellissimo account Instagram (@bookwormboutique) dove mostra i suoi lavori.
Le sto usando entrambe con attenzione, lavandole subito dopo per evitare che il tè le macchi, perchè sono davvero bellissime!
Maggio è stato anche il mese in cui ho scoperto i Pavesini al Cacao, che sono in giro da un po' ma che al supermercato vicino a casa non arrivavano mai.
E forse sarebbe stato meglio così, perchè credo potrei farmi fuori il pacco multiporzione da sola se non mi frenassi. Buoni, buoni, buoni!
Ho scoperto un nuovo canale YouTube, o meglio, l'ho riscoperto: sbirciavo i video di "InTheFrow" anni fa, poi l'avevo persa di vista. Ho recuperato il canale, e ci sono due video che mi hanno ispirata moltissimo nel momento in cui dovevo cambiare radicalmente il mio guardaroba a inizio mese: i 12 capi essenziali, parte 1 e parte 2.
Rientra tra le persone alle quali potrei depredare il guardaroba <3
A Maggio è arrivata anche lei, Cenerentola. Il mio secondo FunkoPop, regalo di compleanno di Roberta e già al posto d'onore in libreria davanti alla serie LUX di Jennifer L. Armentrout.
La tentazione di prendere anche il secondo della serie, con scarpetta e topino, è fortissima, ma per adesso sono riuscita a controllarmi.
Una piccola parentesi letteraria io la devo mettere per forza anche qui, segnalando quelle che sono state le mie tre letture preferite del mese (vi lascio i link alle recensioni nei titoli, così non appesantisco il post con tutte le trame).
"Aspettando Bojangles" di Olivier Bourdeaut è stata la sorpresa del mese: un romanzo brevissimo, ma che racchiude tutto un mondo.
"Una specie di felicità" di Francesco Carofiglio ha confermato il mio adorare la scrittura di questo autore che sa indagare l'animo umano come pochi.
Infine, "Il figlio perfetto" di Barbara Claypole White, che per me resta il Newton Compton imperdibile di Maggio.
Infine, non posso non mettere tra i preferiti loro, la mia #BookSquad.
Ci siamo conosciute parlando di libri, ma ormai sono amiche vere, che non scambierei con altre per nulla al mondo.
Abbiamo mangiato chili di sushi, viaggiato, letto tantissimi libri e chi lo sa cosa combineremo in futuro!
Maggio è stato un mese bellissimo, e non vedo l'ora di scoprire cosa mi riserverà Giugno :)
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
venerdì 27 maggio 2016
"Ti darò il sole" di Jandy Nelson [BlogTour]
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Siamo alla quinta e ultima tappa del blogtour di "Ti darò il sole" di Jandy Nelson, edito Rizzoli (rilegato a 17,50€):
Solo un paio d'ore dividono Noah da Jude, ma a guardarli non si direbbe nemmeno che sono fratelli: se Noah è la luna, solitaria e piena di incanto, Jude è il sole, sfrontata e a proprio agio con tutti. Eppure i due gemelli sono legatissimi, quasi avessero un'anima sola. A tredici anni, su insistenza dell'adorata madre stanno per iscriversi a una prestigiosa accademia d'arte. Tecnicamente è Noah ad avere il posto in tasca - è lui quello pieno di talento, il rivoluzionario, l'unico che nella testa ha un intero museo invisibile - e invece in un salto temporale di tre anni scopriamo che è Jude ad avercela fatta, ma anche che i due fratelli non si parlano più, che Noah ha smesso di dipingere, che si è normalizzato, e che Jude si è ritirata dal mondo che tanto le calzava a pennello. Cos'ha potuto scuotere il loro legame così nel profondo? In un racconto a due voci e a due tempi, Noah e Jude ci precipitano tra i segreti e le crepe che inevitabilmente si aprono affacciandosi all'età adulta, ma anche nelle coincidenze che li risospingono vicini, laddove, forse, il mondo può ancora essere ricucito.
Torno a proporvi una nail-art ispirata alla copertina del romanzo, e anche stavolta l'unico strumento utilizzato è stato uno stuzzicadenti, proprio perchè ci tengo a proporre disegni che siano replicabili senza bisogno di sedici pennelli da professionista:
a Rafflecopter giveaway
Per non perdere nemmeno una tappa e avere così l'opportunità di adottare la nostra copia cartacea, eccovi il calendario completo:
Recuperate quelle indietro, e soprattutto andate a sbirciare il libro: a noi è piaciuto moltissimo!
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Siamo alla quinta e ultima tappa del blogtour di "Ti darò il sole" di Jandy Nelson, edito Rizzoli (rilegato a 17,50€):
Solo un paio d'ore dividono Noah da Jude, ma a guardarli non si direbbe nemmeno che sono fratelli: se Noah è la luna, solitaria e piena di incanto, Jude è il sole, sfrontata e a proprio agio con tutti. Eppure i due gemelli sono legatissimi, quasi avessero un'anima sola. A tredici anni, su insistenza dell'adorata madre stanno per iscriversi a una prestigiosa accademia d'arte. Tecnicamente è Noah ad avere il posto in tasca - è lui quello pieno di talento, il rivoluzionario, l'unico che nella testa ha un intero museo invisibile - e invece in un salto temporale di tre anni scopriamo che è Jude ad avercela fatta, ma anche che i due fratelli non si parlano più, che Noah ha smesso di dipingere, che si è normalizzato, e che Jude si è ritirata dal mondo che tanto le calzava a pennello. Cos'ha potuto scuotere il loro legame così nel profondo? In un racconto a due voci e a due tempi, Noah e Jude ci precipitano tra i segreti e le crepe che inevitabilmente si aprono affacciandosi all'età adulta, ma anche nelle coincidenze che li risospingono vicini, laddove, forse, il mondo può ancora essere ricucito.
Torno a proporvi una nail-art ispirata alla copertina del romanzo, e anche stavolta l'unico strumento utilizzato è stato uno stuzzicadenti, proprio perchè ci tengo a proporre disegni che siano replicabili senza bisogno di sedici pennelli da professionista:
Spero vi piaccia!
Ma ovviamente non finisce qui: abbiamo una copia cartacea del romanzo che cerca disperatamente una nuova casa, e per provare ad adottarla vi basta seguire tutte le indicazioni che trovate nel modulo qui sotto:
Recuperate quelle indietro, e soprattutto andate a sbirciare il libro: a noi è piaciuto moltissimo!
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
"Il figlio perfetto" di Barbara Claypole White
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Il figlio perfetto" di Barbara Claypole White, edito da Newton Compton (rilegato a 9,90€):
Felix Fitzwilliam, discendente di una antica famiglia inglese, vive con moglie e figlio in North Carolina e potrebbe essere un buon marito e un padre amorevole.
Purtroppo è ossessionato dall’ordine e dalla routine fino a essere diventato prigioniero, lui stesso, della perfezione cui aspira. Incapace di relazionarsi con l’emotività in generale, si tiene alla larga soprattutto da quella della sua famiglia, lasciando da sola la moglie Ella e il giovane Harry, un ragazzino con un forte disturbo del comportamento. Designer di gioielli talentuosa e mamma a tempo pieno, Ella è la roccia della famiglia... fino a quando un attacco di cuore la frena bruscamente e manda in frantumi l’intera organizzazione domestica. Ora Harry, adolescente alle prese con il caos della sindrome di Tourette, deve affrontare una situazione non protetta, le difficoltà in casa e la mancanza del supporto a cui è stato da sempre abituato. Mentre Harry cerca di capire cosa gli riserva il futuro, Ella deve trovare un nuovo equilibrio con la malattia e Felix è costretto a fare i conti con i fantasmi del passato e del presente. Per evitare che la famiglia vada in mille pezzi, ognuno di loro dovrà trovare la forza e l’umiltà per mettersi in gioco, per davvero.
Quando tra le novità Newton Compton sbuca un romanzo di narrativa io drizzo le antenne, perchè di romanzi così ne pubblicano pochi ma quelli che pubblicano sono bellissimi e sempre nelle mie corde.
"Il figlio perfetto" mi ha incuriosita solo leggendo la trama e non mi ha delusa, anzi!
La famiglia Fitzwilliam è apparentamente felice: nonostante il figlio Harry soffra della sindrome di Tourette, la madre Ella si occupa di lui con amore ed intelligenza, permettendo al marito Felix di non affrontare concretamente una situazione che sente di non poter gestire e di fare ciò che gli riesce bene: lavorare ed essere una persona estremamente precisa.
Ha un vero e proprio disturbo ossessivo-compulsivo, e l'inseguire un ordine e una pulizia inarrivabili lo rende ansioso e incapace di relazionarsi davvero con il prossimo, a cominciare dalla sua stessa famiglia.
Ama profondamente sia la moglie che il figlio, ma non è capace di esprimerlo.
Ella, dal canto suo, è Wonder Woman: lavora, si occupa del figlio Harry a tempo pieno, gestisce le ansie del marito, contiva le sue amicizie....
E' una madre e una moglie perfetta, e una vita piena ma che non la rende infelice, anzi.
La condizione del figlio non le ha mai impedito di spronarlo e sostenerlo, fermamente convinta che non sarebbe stato qualche tic a tenere suo figlio lontano dal successo.
Fino a quando un attacco di cuore non le impone di rallentare.
Deve mollare la presa, e lasciare che Felix faccia ciò che ha sempre evitato di fare: prendersi cura di Harry.
Scopre cosa voglia dire tirare giù dal letto un adolescente assonnato, lasciargli fare un pigiama party per il compleanno e dover pensare ai suoi pasti e ai suoi orari ogni giorno, e scopre quanto a disagio lo metta la condizione del ragazzo.
I suoi tic lo innervosiscono, e il suo nervosismo rende teso Harry facendo peggiorare i suoi tic.
Un brutto circolo vizioso dal quale faranno davvero fatica ad uscire.
Se amate i romanzi sulla famiglia, non dovete nemmeno leggere oltre: prendetelo.
In questa storia c'è tutto: un rapporto complesso tra padre e figlio che si evolve e cambia giorno dopo giorno; un matrimonio che vive una serie di scossoni, ma senza mai andare fuori strada; una madre che deve accettare di non poter più essere il centro dell'universo del figlio, perchè semplicemente non è più abbastanza forte; una sindrome complessa come quella di Tourette che viene tradotta nella finzione narrativa con delicatezza e senza esagerazioni, portando il lettore a comprenderne meglio gli effetti senza appesantire la narrazione con troppe descrizioni.
Quella della famiglia Fitzwilliam non è una storia triste, o meglio non solo: è una storia di cambiamento e di crescita, per tutti e tre i suoi membri, perchè vedranno messo in discussione il loro ruolo e dovranno volenti o nolenti fare i conti con un domani che potrebbe essere molto diverso da quello che immaginavano.
Il loro percorso alterna momenti alti e momenti bassi, esattamente come quello di ogni famiglia, ed è decisamente facile per il lettore entrare in sintonia con tutti, almeno un po'.
Un romanzo che ho divorato in ebook (una copia digitale inviata da Newton Compton, che ringrazio) sul mio cellulare e che sto meditando di acquistare in cartaceo perchè lo vorrei assolutamente nella mia libreria.
Consigliatissimo se vi piace anche leggere qualcosa di meno commerciale di tanto in tanto, e se cercate un Buon Romanzo con la B e la R maiuscola.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Il figlio perfetto" di Barbara Claypole White, edito da Newton Compton (rilegato a 9,90€):
Felix Fitzwilliam, discendente di una antica famiglia inglese, vive con moglie e figlio in North Carolina e potrebbe essere un buon marito e un padre amorevole.
Purtroppo è ossessionato dall’ordine e dalla routine fino a essere diventato prigioniero, lui stesso, della perfezione cui aspira. Incapace di relazionarsi con l’emotività in generale, si tiene alla larga soprattutto da quella della sua famiglia, lasciando da sola la moglie Ella e il giovane Harry, un ragazzino con un forte disturbo del comportamento. Designer di gioielli talentuosa e mamma a tempo pieno, Ella è la roccia della famiglia... fino a quando un attacco di cuore la frena bruscamente e manda in frantumi l’intera organizzazione domestica. Ora Harry, adolescente alle prese con il caos della sindrome di Tourette, deve affrontare una situazione non protetta, le difficoltà in casa e la mancanza del supporto a cui è stato da sempre abituato. Mentre Harry cerca di capire cosa gli riserva il futuro, Ella deve trovare un nuovo equilibrio con la malattia e Felix è costretto a fare i conti con i fantasmi del passato e del presente. Per evitare che la famiglia vada in mille pezzi, ognuno di loro dovrà trovare la forza e l’umiltà per mettersi in gioco, per davvero.
Quando tra le novità Newton Compton sbuca un romanzo di narrativa io drizzo le antenne, perchè di romanzi così ne pubblicano pochi ma quelli che pubblicano sono bellissimi e sempre nelle mie corde.
"Il figlio perfetto" mi ha incuriosita solo leggendo la trama e non mi ha delusa, anzi!
La famiglia Fitzwilliam è apparentamente felice: nonostante il figlio Harry soffra della sindrome di Tourette, la madre Ella si occupa di lui con amore ed intelligenza, permettendo al marito Felix di non affrontare concretamente una situazione che sente di non poter gestire e di fare ciò che gli riesce bene: lavorare ed essere una persona estremamente precisa.
Ha un vero e proprio disturbo ossessivo-compulsivo, e l'inseguire un ordine e una pulizia inarrivabili lo rende ansioso e incapace di relazionarsi davvero con il prossimo, a cominciare dalla sua stessa famiglia.
Ama profondamente sia la moglie che il figlio, ma non è capace di esprimerlo.
Ella, dal canto suo, è Wonder Woman: lavora, si occupa del figlio Harry a tempo pieno, gestisce le ansie del marito, contiva le sue amicizie....
E' una madre e una moglie perfetta, e una vita piena ma che non la rende infelice, anzi.
La condizione del figlio non le ha mai impedito di spronarlo e sostenerlo, fermamente convinta che non sarebbe stato qualche tic a tenere suo figlio lontano dal successo.
Fino a quando un attacco di cuore non le impone di rallentare.
Deve mollare la presa, e lasciare che Felix faccia ciò che ha sempre evitato di fare: prendersi cura di Harry.
Scopre cosa voglia dire tirare giù dal letto un adolescente assonnato, lasciargli fare un pigiama party per il compleanno e dover pensare ai suoi pasti e ai suoi orari ogni giorno, e scopre quanto a disagio lo metta la condizione del ragazzo.
I suoi tic lo innervosiscono, e il suo nervosismo rende teso Harry facendo peggiorare i suoi tic.
Un brutto circolo vizioso dal quale faranno davvero fatica ad uscire.
Se amate i romanzi sulla famiglia, non dovete nemmeno leggere oltre: prendetelo.
In questa storia c'è tutto: un rapporto complesso tra padre e figlio che si evolve e cambia giorno dopo giorno; un matrimonio che vive una serie di scossoni, ma senza mai andare fuori strada; una madre che deve accettare di non poter più essere il centro dell'universo del figlio, perchè semplicemente non è più abbastanza forte; una sindrome complessa come quella di Tourette che viene tradotta nella finzione narrativa con delicatezza e senza esagerazioni, portando il lettore a comprenderne meglio gli effetti senza appesantire la narrazione con troppe descrizioni.
Quella della famiglia Fitzwilliam non è una storia triste, o meglio non solo: è una storia di cambiamento e di crescita, per tutti e tre i suoi membri, perchè vedranno messo in discussione il loro ruolo e dovranno volenti o nolenti fare i conti con un domani che potrebbe essere molto diverso da quello che immaginavano.
Il loro percorso alterna momenti alti e momenti bassi, esattamente come quello di ogni famiglia, ed è decisamente facile per il lettore entrare in sintonia con tutti, almeno un po'.
Un romanzo che ho divorato in ebook (una copia digitale inviata da Newton Compton, che ringrazio) sul mio cellulare e che sto meditando di acquistare in cartaceo perchè lo vorrei assolutamente nella mia libreria.
Consigliatissimo se vi piace anche leggere qualcosa di meno commerciale di tanto in tanto, e se cercate un Buon Romanzo con la B e la R maiuscola.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
giovedì 26 maggio 2016
Biscotti all'arancia e cannella
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Bentornati nella mia cucina!
Spulciando i vecchi post a caccia di refusi e imprecisioni, mi sono resa conto che in due casi per un blogtour avevo fatto una ricetta.
Per pignoleria pura vorrei averle tutte in Forno e Fornelli, e che avessero vita propria a prescindere dall'occasione del BlogTour, pertanto ecco qui la ricetta dei biscotti all'arancia e cannella, a cominciare dagli ingredienti:
250 gr di farina
100 gr di zucchero
60 gr di zucchero di canna
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di cacao amaro
1/2 cucchiaino di lievito
buccia d’arancia grattugiata
125 gr di burro, ammorbidito a temperatura ambiente
1 uovo
Prendete una ciotola di medie dimensioni, e al suo interno mescolate la farina, lo zucchero di canna, lo zucchero semolato, il cacao, la cannella, la buccia di arancia grattugiata e il lievito: sostanzialmente tutti gli ingredienti secchi.
Una volta che sono ben miscelati, create un piccolo buco al centro e rompeteci l’uovo.
Aggiungete anche il burro ammorbidito.
Impastate il tutto, a mano o con un cucchiaio di legno, fino ad ottenere un panetto omogeneo. Mettetelo in frigo per 30 minuti, affinchè raggiunga la consistenza necessaria alla sua stesura.
Poi stendetelo su una superficie infarinata con uno spessore dai 3 ai 5 millimetri.
Con un tagliapasta (o formina da biscotti), ricavate i vostri biscotti che andrete a disporre sulla teglia rivestita di carta forno, ben distanziati: in cottura crescono, e rischiate che si attacchino.
Infornate a 180 gradi per 10 minuti circa, ma passati i 5 controllateli spesso: i miei a volte sono pronti in dieci, altre in otto.
Eccoli pronti!
Profumano di spezie, autunno e pomeriggi rintanati in casa mentre fuori si gela, armati di coperta e tazza di tè. Ma sono anche perfetti da godersi per merenda sul proprio balconcino approfittando della temperatura più alta.
A voi la scelta!
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Bentornati nella mia cucina!
Per pignoleria pura vorrei averle tutte in Forno e Fornelli, e che avessero vita propria a prescindere dall'occasione del BlogTour, pertanto ecco qui la ricetta dei biscotti all'arancia e cannella, a cominciare dagli ingredienti:
250 gr di farina
100 gr di zucchero
60 gr di zucchero di canna
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di cacao amaro
1/2 cucchiaino di lievito
buccia d’arancia grattugiata
125 gr di burro, ammorbidito a temperatura ambiente
1 uovo
Prendete una ciotola di medie dimensioni, e al suo interno mescolate la farina, lo zucchero di canna, lo zucchero semolato, il cacao, la cannella, la buccia di arancia grattugiata e il lievito: sostanzialmente tutti gli ingredienti secchi.
Una volta che sono ben miscelati, create un piccolo buco al centro e rompeteci l’uovo.
Aggiungete anche il burro ammorbidito.
Impastate il tutto, a mano o con un cucchiaio di legno, fino ad ottenere un panetto omogeneo. Mettetelo in frigo per 30 minuti, affinchè raggiunga la consistenza necessaria alla sua stesura.
Poi stendetelo su una superficie infarinata con uno spessore dai 3 ai 5 millimetri.
Con un tagliapasta (o formina da biscotti), ricavate i vostri biscotti che andrete a disporre sulla teglia rivestita di carta forno, ben distanziati: in cottura crescono, e rischiate che si attacchino.
Infornate a 180 gradi per 10 minuti circa, ma passati i 5 controllateli spesso: i miei a volte sono pronti in dieci, altre in otto.
Eccoli pronti!
Profumano di spezie, autunno e pomeriggi rintanati in casa mentre fuori si gela, armati di coperta e tazza di tè. Ma sono anche perfetti da godersi per merenda sul proprio balconcino approfittando della temperatura più alta.
A voi la scelta!
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
"Non è la fine del mondo" di Alessia Gazzola
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Non è la fine del mondo" di Alessia Gazzola, edito da Feltrinelli (brossurato a 15€):
Emma De Tessent. Eterna stagista, trentenne, carina, di buona famiglia, brillante negli studi, salda nei valori (quasi sempre). Residenza: Roma. Per il momento - ma solo per il momento - insieme alla madre. Sogni proibiti: il villino con il glicine dove si rifugia quando si sente giù. Un uomo che probabilmente esiste solo nei romanzi regency di cui va matta. Un contratto a tempo indeterminato. A salvarla dallo stereotipo dell'odierna zitella, solo l'allergia ai gatti. Il giorno in cui la società di produzione cinematografica per cui lavora non le rinnova il contratto, Emma si sente davvero come una delle eroine romantiche dei suoi romanzi: sola, a lottare contro la sorte avversa e la fine del mondo. Avvilita e depressa, dopo una serie di colloqui di lavoro fallimentari trova rifugio in un negozio di vestiti per bambini, dove viene presa come assistente. E così tutto cambia. Ma proprio quando si convince che la tempesta si sia finalmente allontanata, il passato torna a bussare alla sua porta: il mondo del cinema rivuole lei, la tenace stagista. Deve tornare a inseguire il suo sogno oppure restare dov'è? E perché il famoso scrittore che Emma aveva a lungo cercato di convincere a cederle i diritti di trasposizione cinematografica del suo romanzo si è infine deciso a farlo? E cosa vuole da lei quell'affascinante produttore che continua a ronzare intorno al negozio dove lavora?
Non credo di poter ringraziare abbastanza Feltrinelli per la possibilità di leggere in anteprima questo romanzo.
Non quando mi è piaciuto così tanto: mi ha divertita, mi ha fatta arrabbiare e mi ha fatta sentire a casa perchè Emma De Tessent, sotto moltissimi aspetti, c'est moi.
Emma sono io perchè non importa quale intoppo ostacoli il suo cammino, il suo primo pensiero è sempre "Non è la fine del mondo", il che sostanzialmente è la sua versione del mio #SoloCoseBelle.
Quel "Non è la fine del mondo" va bene quando le soffiano sotto al naso il villino con il glicine dei suoi sogni, per farne un ristorante dove si mangia pure male; va bene quando perde il posto da stagista proprio quando sperava di essere finalmente assunta; va bene quando incontra al cinema l'uomo sposato del quale è stata l'amante segreta per anni, e dal quale è stata brutalmente scaricata.
Va bene perchè da tutto si può ricavare qualcosa di buono, giusto?
E nel caso di Emma, e della sua storia un po' sconclusionata ma sicuramente divertente, è così.
Come non adorarla quando constata con sollievo che, comunque vadano le cose, non sarà mai la zitella col gatto grazie alla sua formidabile e provvidenziae allergia?
Come non essere dalla sua parte quando il contratto viene offerto, guarda caso, all'altra stagista, che a differenza della nostra eroina ha le conoscenze giuste?
Emma sono io perchè, anche se non sono una stagista, ho un contratto a tempo determinato come tantissime lettrici (e lettori) coetanei di Emma, e posso sicuramente ritrovarmi nel suo desiderio di un po' di sicurezza in più e nel suo desiderio di avere un minimo di soddisfazione.
Se c'è una cosa che Alessia Gazzola riesce a rendere veramente bene, nel suo romanzo, è proprio il forte senso di precarietà che permea tutta la vita di Emma, e che si riflette immancabilmente anche su ciò che non riguarda strettamente il lavoro.
Il suo non è un contratto a progetto, è una vita a progetto, e a un certo punto Emma lo capisce.
Capisce di meritare di più, e punta i piedi.
Emma sono io perchè tra lei e il Produttore, Pietro Scalzi, è fastidio e battibecco al primo sguardo, e nonostante questo tra i due si sviluppa un rapporto di grandissima comprensione reciproca.
Pietro è il contraltare concreto di Emma dove lei è idealista, determinato dove lei è esitante, temerario dove lei cede all'insicurezza.
Poteva risolversi tutto in un amore al rpimo sguardo, o in una passione focosa consumata sulla scrivania di lui con lancio scenografico di agende e portapenne, e invece no.
Invece l'autrice ha sviluppato il loro rapporto per circa 150 pagine, e in modo a tratti inaspettato.
Emma sono io perchè anch'io, come lei, mi innamoro delle storie e di chi le scrive.
Il suo rapporto con Tameyoshi Tessai è decisamente singolare, eppure pienamente comprensibile a qualsiasi lettore forte al quale sia capitato di innamorarsi profondamente di un romanzo.
La ragazza sogna di trasformare in film il capolavoro del romanziere, ma non è disposta a correre il rischio che venga rovinato da sceneggiatori incapaci o avidi produttori, e questo Tessai lo sa.
Le loro chiacchierate, le loro telefonate, i loro drink sono più un pretesto per stare insieme, a un certo punto, ma anche qui il destino ci mette lo zampino.
Emma sono io, infine, perchè condivido la sua paura di mettersi in gioco sul serio, accompagnata però da un grandissimo sogno da realizzare. Condivido il suo essere perennemente divisa tra il "voglio rischiare tutto" e la paura di perderlo, quel tutto.
Condivido anche il suo trovare un libro, una coperta e un pacco di biscotti pieni di grassi saturi gli ingredienti di una serata riuscita, ma questa è un'altra storia.
Consiglio questo romanzo alla generazione precaria dei 25-35, alle sognatrici, a chi avesse bisogno di qualche ora di intrattenimento puro, e a chi semplicmeente fosse in cerca di un buon libro, perchè questo lo è.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Non è la fine del mondo" di Alessia Gazzola, edito da Feltrinelli (brossurato a 15€):
Emma De Tessent. Eterna stagista, trentenne, carina, di buona famiglia, brillante negli studi, salda nei valori (quasi sempre). Residenza: Roma. Per il momento - ma solo per il momento - insieme alla madre. Sogni proibiti: il villino con il glicine dove si rifugia quando si sente giù. Un uomo che probabilmente esiste solo nei romanzi regency di cui va matta. Un contratto a tempo indeterminato. A salvarla dallo stereotipo dell'odierna zitella, solo l'allergia ai gatti. Il giorno in cui la società di produzione cinematografica per cui lavora non le rinnova il contratto, Emma si sente davvero come una delle eroine romantiche dei suoi romanzi: sola, a lottare contro la sorte avversa e la fine del mondo. Avvilita e depressa, dopo una serie di colloqui di lavoro fallimentari trova rifugio in un negozio di vestiti per bambini, dove viene presa come assistente. E così tutto cambia. Ma proprio quando si convince che la tempesta si sia finalmente allontanata, il passato torna a bussare alla sua porta: il mondo del cinema rivuole lei, la tenace stagista. Deve tornare a inseguire il suo sogno oppure restare dov'è? E perché il famoso scrittore che Emma aveva a lungo cercato di convincere a cederle i diritti di trasposizione cinematografica del suo romanzo si è infine deciso a farlo? E cosa vuole da lei quell'affascinante produttore che continua a ronzare intorno al negozio dove lavora?
Non credo di poter ringraziare abbastanza Feltrinelli per la possibilità di leggere in anteprima questo romanzo.
Non quando mi è piaciuto così tanto: mi ha divertita, mi ha fatta arrabbiare e mi ha fatta sentire a casa perchè Emma De Tessent, sotto moltissimi aspetti, c'est moi.
Emma sono io perchè non importa quale intoppo ostacoli il suo cammino, il suo primo pensiero è sempre "Non è la fine del mondo", il che sostanzialmente è la sua versione del mio #SoloCoseBelle.
Quel "Non è la fine del mondo" va bene quando le soffiano sotto al naso il villino con il glicine dei suoi sogni, per farne un ristorante dove si mangia pure male; va bene quando perde il posto da stagista proprio quando sperava di essere finalmente assunta; va bene quando incontra al cinema l'uomo sposato del quale è stata l'amante segreta per anni, e dal quale è stata brutalmente scaricata.
Va bene perchè da tutto si può ricavare qualcosa di buono, giusto?
E nel caso di Emma, e della sua storia un po' sconclusionata ma sicuramente divertente, è così.
Come non adorarla quando constata con sollievo che, comunque vadano le cose, non sarà mai la zitella col gatto grazie alla sua formidabile e provvidenziae allergia?
Come non essere dalla sua parte quando il contratto viene offerto, guarda caso, all'altra stagista, che a differenza della nostra eroina ha le conoscenze giuste?
Emma sono io perchè, anche se non sono una stagista, ho un contratto a tempo determinato come tantissime lettrici (e lettori) coetanei di Emma, e posso sicuramente ritrovarmi nel suo desiderio di un po' di sicurezza in più e nel suo desiderio di avere un minimo di soddisfazione.
Se c'è una cosa che Alessia Gazzola riesce a rendere veramente bene, nel suo romanzo, è proprio il forte senso di precarietà che permea tutta la vita di Emma, e che si riflette immancabilmente anche su ciò che non riguarda strettamente il lavoro.
Il suo non è un contratto a progetto, è una vita a progetto, e a un certo punto Emma lo capisce.
Capisce di meritare di più, e punta i piedi.
Emma sono io perchè tra lei e il Produttore, Pietro Scalzi, è fastidio e battibecco al primo sguardo, e nonostante questo tra i due si sviluppa un rapporto di grandissima comprensione reciproca.
Pietro è il contraltare concreto di Emma dove lei è idealista, determinato dove lei è esitante, temerario dove lei cede all'insicurezza.
Poteva risolversi tutto in un amore al rpimo sguardo, o in una passione focosa consumata sulla scrivania di lui con lancio scenografico di agende e portapenne, e invece no.
Invece l'autrice ha sviluppato il loro rapporto per circa 150 pagine, e in modo a tratti inaspettato.
Emma sono io perchè anch'io, come lei, mi innamoro delle storie e di chi le scrive.
Il suo rapporto con Tameyoshi Tessai è decisamente singolare, eppure pienamente comprensibile a qualsiasi lettore forte al quale sia capitato di innamorarsi profondamente di un romanzo.
La ragazza sogna di trasformare in film il capolavoro del romanziere, ma non è disposta a correre il rischio che venga rovinato da sceneggiatori incapaci o avidi produttori, e questo Tessai lo sa.
Le loro chiacchierate, le loro telefonate, i loro drink sono più un pretesto per stare insieme, a un certo punto, ma anche qui il destino ci mette lo zampino.
Emma sono io, infine, perchè condivido la sua paura di mettersi in gioco sul serio, accompagnata però da un grandissimo sogno da realizzare. Condivido il suo essere perennemente divisa tra il "voglio rischiare tutto" e la paura di perderlo, quel tutto.
Condivido anche il suo trovare un libro, una coperta e un pacco di biscotti pieni di grassi saturi gli ingredienti di una serata riuscita, ma questa è un'altra storia.
Consiglio questo romanzo alla generazione precaria dei 25-35, alle sognatrici, a chi avesse bisogno di qualche ora di intrattenimento puro, e a chi semplicmeente fosse in cerca di un buon libro, perchè questo lo è.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
mercoledì 25 maggio 2016
"Una deliziosa pasticceria a Parigi" di Laura Madeleine [BlogTour]
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata alla mia tappa del blogtour di "Una deliziosa pasticceria a Parigi" di Laura Madeleine, edito da Piemme (rilegato a 18,50€):
Parigi, 1909. In una stradina appartata c'è un luogo dove, a ogni ora, il profumo che si sente nell'aria è quello di zucchero a velo e crema pasticcera. La Pâtisserie Clermont è la più elegante della città, famosa per le vetrine colorate di macarons e per la gentilezza di Jeanne, la figlia del proprietario. Eppure Jeanne, dietro le apparenze di ragazza tranquilla e sorridente, ha un segreto. Un amore proibito che non può confessare a nessuno. Quando ha visto per la prima volta Guillaume du Frère, un ragazzo di Bordeaux arrivato in città per guadagnarsi da vivere come ferroviere, è stato per caso. Da allora i due non si sono più staccati, pur sapendo di non avere alcun futuro. Fino a che un terribile tradimento ha svelato a tutti il loro amore, e li ha separati, forse per sempre.
Ai giorni nostri, Petra è una studentessa di storia a Cambridge, che sta studiando la vita di suo nonno, un importante storico, e si imbatte in una strana lettera a sua firma. Datata 1910, la lettera è indirizzata a un certo G. Du Frère, e chiede una cosa sola: perdono. Petra scoprirà così la storia di Jeanne e Guillaume, e la parte che vi ebbe suo nonno, gettando luce su quello che avvenne davvero.
E lo farà andando a Parigi, innamorandosi a sua volta, e parteggiando sempre per quei due amanti del secolo scorso che volevano solo vivere la loro vita insieme.
Oggi vi parlo dei personaggi, ma in modo diverso dal solito.
A ognuno di loro abbinerò infatti un dolce tradizionale francese, di quelli che potreste trovare in una deliziosa pasticceria a Parigi se decideste di sedervi a un tavolino e fare merenda.
Vorrei partire da Jeanne Clermont, della pasticceria Clermont.
E' una ragazza frizzante, molto curiosa, e in lei convivono un forte desiderio d'indipendenza ed emancipazione ma anche il sogno di un grande amore.
E' stato difficile scegliere un dolce per lei, ma ho pensato che quello perfetto era proprio una delle torte più famose della tradizione francese: la Tarte Tatin.
La Tarte Tatin rivela la sua parte migliore, quella più fruttata e golosa, solo quando viene rovesciata.
E Jeanne è un po' così: la sua parte più dolce e sognatrice emerge proprio quando conosce l'amore, grazie a Guillaume du Frère.
Guillaume du Frère, dal canto suo, è un ragazzo di umili origini, giunto a Parigi per fare il ferroviere sperando di guadagnare abbastanza da autare la madre rimasta a casa.
Non disprezza il lavoro duro, e sa di doversi conquistare tutto nella vita, incluso il cuore di Jeanne.
Per lui la scelta è ricaduta su un dolce apparentemente semplice, ma che nella sua semplicità cela la perfezione e la resistenza al tempo e alle mode: la Lingua di Gatto.
Sono di parte perchè io adoro le lingue di gatto e ho adorato Guillaume, lo so.
Ed è proprio per questo che è di questo dolce che ho voluto lasciarvi la ricetta.
Per circa 25/30 lingue di gatto vi servono 100 gr di farina, 100 gr di zuccchero a velo, 100 gr di burro a temperatura ambiente e 100 gr di albumi.
Accendete il forno a 180°.
Lavorate il burro e lo zucchero a velo con una frusta elettrica.
Aggiungete al composto metà degli albumi, e continuando a mescolare anche metà della farina dopo averla setacciata.
Non smettete di mescolare, e incorporate anche la dose restante di albumi, e quella restante di farina, sempre mescolando con la frusta.
Versate il composto ottenuto in un sac-à-posche munito di una bocchetta liscia da 10 mm, e mettete il tutto in frigorifero per 10 minuti.
Sistemate della carta da forno su una teglia, e formate con il vostro sac-à-posche delle strisce di circa 7 cm di larghezza e 2 cm di larghezza, stando attenti a lasciare abbastanza spazio tra una striscia e l'altra. Nel forno preriscaldato a 180° saranno pronte in 8 minuti.
Per il padre di Jeanne, il signor Clermont, prima di tutto vengono gli affari.
La relazione della figlia lo mette in difficoltà, perchè per come è stato educato è più importante non dare scandalo, anche a costo di rinunciare a un sentimento.
Questo ovviamente non vuol dire che non ami la sua bambina, ed è per questo che per lui ho scelto i Macarons al Limone:
Sono dolci, ma anche aspri, e per trovare quella nota zuccherina bisogna prima sopportare quella acidula. Ma ne vale la pena, forse.
Ma veniamo alla seconda storia che seguiamo, quella di Petra Stevenson. Nipote di J.S.Stevenson, mancato da tempo ma che ha lasciato un mistero da risolvere nascosto in una vecchia foto e in una richiesta di perdono.
Petra è una ragazza molto determinata, e per lei seviva un dolce "forte fuori e morbido dentro: la Crème Brûlée è perfetta!
Bisogna scalfire lo strato croccante di zucchero caramellato per raggiungere la crema, dove Petra nasconde la parte più vulnerabile (e forse anche un po' sognatrice) di sè.
E questo ci porta ad Alex, il migliore amico di Petra.
Studioso, impegnato ma anche parecchio imbranato, a tratti un po' sfigatello.
Quale dolce scegliere per una persona così?
Io gli ho voluto abbinare una cosa estremamente dolce, golosa e confortante, un Eclair alla Crema:
Questo perchè Alex è esattamente così: ha la stessa carica confortante del cioccolato, e nasconde dietro all'imbranataggine una personalità splendida, buona quanto la crema pasticcera.
Infine, quello che è un po' il personaggio "ni" del romanzo, Simon Hall. Lo incontriamo all'inizio del romanzo, ed è il biografo che si occuperà di scrivere sulla vita di J.S. Stevenson, cercando ovviamente scheletri nell'armadio e dettagli sordidi.
Come si fa ad abbinare un dolce a una persona così?
Sono stata di parte e gliene ho assegnato uno che, quando l'ho assaggiato a Parigi, non mi è assolutamente piaciuto (ben ti sta, Simon!): l'Île Flottante.
Sostanzialmente è una sorta di meringa morbida che galleggia su della crema inglese.
Non mi ha detto nulla, soprattutto se paragonata alla gioia di affondare la forchetta in una fetta di Tarte Tatin.
Il personaggio al quale non mi sono sentita di assegnare un dolce è proprio J.S. Stevenson, e questo perchè di lui abbiamo "due versioni", e per di più nella storia presente è in realtà già morto, filtrato dai ricordi di Petra.
Pur essendo la chiave che porta Petra a indagare la storia di Jeanne e Guillaume, di fatto è il personaggio che mi è rimasto più indifferente.
Ma che questo non vi freni dal mangiare una fetta di Saint Honoré in suo onore!
Spero che i miei abbinamenti vi siano piaciuti, e che proverete a fare le lingue di gatto.
Fatemi sapere come sono venute ;)
Vi invito a seguire tutto il blogtour con il nostro calendario:
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata alla mia tappa del blogtour di "Una deliziosa pasticceria a Parigi" di Laura Madeleine, edito da Piemme (rilegato a 18,50€):
Parigi, 1909. In una stradina appartata c'è un luogo dove, a ogni ora, il profumo che si sente nell'aria è quello di zucchero a velo e crema pasticcera. La Pâtisserie Clermont è la più elegante della città, famosa per le vetrine colorate di macarons e per la gentilezza di Jeanne, la figlia del proprietario. Eppure Jeanne, dietro le apparenze di ragazza tranquilla e sorridente, ha un segreto. Un amore proibito che non può confessare a nessuno. Quando ha visto per la prima volta Guillaume du Frère, un ragazzo di Bordeaux arrivato in città per guadagnarsi da vivere come ferroviere, è stato per caso. Da allora i due non si sono più staccati, pur sapendo di non avere alcun futuro. Fino a che un terribile tradimento ha svelato a tutti il loro amore, e li ha separati, forse per sempre.
Ai giorni nostri, Petra è una studentessa di storia a Cambridge, che sta studiando la vita di suo nonno, un importante storico, e si imbatte in una strana lettera a sua firma. Datata 1910, la lettera è indirizzata a un certo G. Du Frère, e chiede una cosa sola: perdono. Petra scoprirà così la storia di Jeanne e Guillaume, e la parte che vi ebbe suo nonno, gettando luce su quello che avvenne davvero.
E lo farà andando a Parigi, innamorandosi a sua volta, e parteggiando sempre per quei due amanti del secolo scorso che volevano solo vivere la loro vita insieme.
Oggi vi parlo dei personaggi, ma in modo diverso dal solito.
A ognuno di loro abbinerò infatti un dolce tradizionale francese, di quelli che potreste trovare in una deliziosa pasticceria a Parigi se decideste di sedervi a un tavolino e fare merenda.
Vorrei partire da Jeanne Clermont, della pasticceria Clermont.
E' una ragazza frizzante, molto curiosa, e in lei convivono un forte desiderio d'indipendenza ed emancipazione ma anche il sogno di un grande amore.
E' stato difficile scegliere un dolce per lei, ma ho pensato che quello perfetto era proprio una delle torte più famose della tradizione francese: la Tarte Tatin.
La Tarte Tatin rivela la sua parte migliore, quella più fruttata e golosa, solo quando viene rovesciata.
E Jeanne è un po' così: la sua parte più dolce e sognatrice emerge proprio quando conosce l'amore, grazie a Guillaume du Frère.
Guillaume du Frère, dal canto suo, è un ragazzo di umili origini, giunto a Parigi per fare il ferroviere sperando di guadagnare abbastanza da autare la madre rimasta a casa.
Non disprezza il lavoro duro, e sa di doversi conquistare tutto nella vita, incluso il cuore di Jeanne.
Per lui la scelta è ricaduta su un dolce apparentemente semplice, ma che nella sua semplicità cela la perfezione e la resistenza al tempo e alle mode: la Lingua di Gatto.
Grazie a Piemme per la copia cartacea del romanzo <3 |
Ed è proprio per questo che è di questo dolce che ho voluto lasciarvi la ricetta.
Per circa 25/30 lingue di gatto vi servono 100 gr di farina, 100 gr di zuccchero a velo, 100 gr di burro a temperatura ambiente e 100 gr di albumi.
Accendete il forno a 180°.
Lavorate il burro e lo zucchero a velo con una frusta elettrica.
Aggiungete al composto metà degli albumi, e continuando a mescolare anche metà della farina dopo averla setacciata.
Non smettete di mescolare, e incorporate anche la dose restante di albumi, e quella restante di farina, sempre mescolando con la frusta.
Versate il composto ottenuto in un sac-à-posche munito di una bocchetta liscia da 10 mm, e mettete il tutto in frigorifero per 10 minuti.
Sistemate della carta da forno su una teglia, e formate con il vostro sac-à-posche delle strisce di circa 7 cm di larghezza e 2 cm di larghezza, stando attenti a lasciare abbastanza spazio tra una striscia e l'altra. Nel forno preriscaldato a 180° saranno pronte in 8 minuti.
Per il padre di Jeanne, il signor Clermont, prima di tutto vengono gli affari.
La relazione della figlia lo mette in difficoltà, perchè per come è stato educato è più importante non dare scandalo, anche a costo di rinunciare a un sentimento.
Questo ovviamente non vuol dire che non ami la sua bambina, ed è per questo che per lui ho scelto i Macarons al Limone:
Sono dolci, ma anche aspri, e per trovare quella nota zuccherina bisogna prima sopportare quella acidula. Ma ne vale la pena, forse.
Ma veniamo alla seconda storia che seguiamo, quella di Petra Stevenson. Nipote di J.S.Stevenson, mancato da tempo ma che ha lasciato un mistero da risolvere nascosto in una vecchia foto e in una richiesta di perdono.
Petra è una ragazza molto determinata, e per lei seviva un dolce "forte fuori e morbido dentro: la Crème Brûlée è perfetta!
Bisogna scalfire lo strato croccante di zucchero caramellato per raggiungere la crema, dove Petra nasconde la parte più vulnerabile (e forse anche un po' sognatrice) di sè.
E questo ci porta ad Alex, il migliore amico di Petra.
Studioso, impegnato ma anche parecchio imbranato, a tratti un po' sfigatello.
Quale dolce scegliere per una persona così?
Io gli ho voluto abbinare una cosa estremamente dolce, golosa e confortante, un Eclair alla Crema:
Questo perchè Alex è esattamente così: ha la stessa carica confortante del cioccolato, e nasconde dietro all'imbranataggine una personalità splendida, buona quanto la crema pasticcera.
Infine, quello che è un po' il personaggio "ni" del romanzo, Simon Hall. Lo incontriamo all'inizio del romanzo, ed è il biografo che si occuperà di scrivere sulla vita di J.S. Stevenson, cercando ovviamente scheletri nell'armadio e dettagli sordidi.
Come si fa ad abbinare un dolce a una persona così?
Sono stata di parte e gliene ho assegnato uno che, quando l'ho assaggiato a Parigi, non mi è assolutamente piaciuto (ben ti sta, Simon!): l'Île Flottante.
Sostanzialmente è una sorta di meringa morbida che galleggia su della crema inglese.
Non mi ha detto nulla, soprattutto se paragonata alla gioia di affondare la forchetta in una fetta di Tarte Tatin.
Il personaggio al quale non mi sono sentita di assegnare un dolce è proprio J.S. Stevenson, e questo perchè di lui abbiamo "due versioni", e per di più nella storia presente è in realtà già morto, filtrato dai ricordi di Petra.
Pur essendo la chiave che porta Petra a indagare la storia di Jeanne e Guillaume, di fatto è il personaggio che mi è rimasto più indifferente.
Ma che questo non vi freni dal mangiare una fetta di Saint Honoré in suo onore!
Spero che i miei abbinamenti vi siano piaciuti, e che proverete a fare le lingue di gatto.
Fatemi sapere come sono venute ;)
Vi invito a seguire tutto il blogtour con il nostro calendario:
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
WWW WEDNESDAY #12
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Siamo di nuovo giunti a mercoledì, e questo vuol dire solo una cosa: WWW Wednesday!
Le mie letture finite, in corso e future, aggiornate a ieri sera:
Ho finito tre letture in cartaceo, e delle prime due ("L'amore è un disastro" di Jamie McGuire e "Jules" di Didier van Cauwelaert) vi ho già proposto le recensioni.
Vi parlerò invece domani di "Non è la fine del mondo" di Alessia Gazzola, che mi è piaciuto moltissimo ed è stato una bella scoperta.
Sto finendo "Il principio del male" di Stefano Tura in cartaceo, un thriller davvero ben costruito che mi ha appassionata da subito e del quale vi parlerò presto sul blog.
Leggerò "Amo i miei capelli" di Elodie-Joy Jaubert in cartaceo, perchè è arrivato ieri e non ho resistito: ho iniziato subito a sfogliarlo!
Mi era piaciuto il volume precedente, dedicato alla cura della pelle del viso, e ho grandi aspettative anche su questo.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Siamo di nuovo giunti a mercoledì, e questo vuol dire solo una cosa: WWW Wednesday!
Le mie letture finite, in corso e future, aggiornate a ieri sera:
Ho finito tre letture in cartaceo, e delle prime due ("L'amore è un disastro" di Jamie McGuire e "Jules" di Didier van Cauwelaert) vi ho già proposto le recensioni.
Vi parlerò invece domani di "Non è la fine del mondo" di Alessia Gazzola, che mi è piaciuto moltissimo ed è stato una bella scoperta.
Sto finendo "Il principio del male" di Stefano Tura in cartaceo, un thriller davvero ben costruito che mi ha appassionata da subito e del quale vi parlerò presto sul blog.
Leggerò "Amo i miei capelli" di Elodie-Joy Jaubert in cartaceo, perchè è arrivato ieri e non ho resistito: ho iniziato subito a sfogliarlo!
Mi era piaciuto il volume precedente, dedicato alla cura della pelle del viso, e ho grandi aspettative anche su questo.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
martedì 24 maggio 2016
Anteprima: "The Treatment" di Suzanne Young
Buon pomeriggio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata all'anteprima di "The Treatment" di Suzanne Young, edito da De Agostini (rilegato a 14,90€) in uscita il 9 Giugno:
Sono passate settimane da quando Sloane è stata dimessa dal Programma, il progetto sperimentale che obbliga gli adolescenti a rischio di depressione alla rimozione dei ricordi, eppure è ancora sotto stretta osservazione. Nonostante abbia dimenticato intere parti del suo passato, il cuore l’ha spinta di nuovo tra le braccia di James, il ragazzo che ha sempre amato. In questo modo, però, ha scoperchiato una scatola che avrebbe dovuto rimanere sigillata, mettendo in pericolo la validità stessa della terapia a cui entrambi sono stati sottoposti. Ma il Programma non può permettersi di fallire e dà il via a una caccia serrata. In fuga dagli stessi uomini che li hanno internati, Sloane e James non possono fare altro che unirsi a un gruppo di ribelli che vuole scardinare l’impalcatura di segreti e bugie su cui si fonda il Programma. Riuscirci, però, è tutt’altro che semplice. Soprattutto perché l’unico indizio a disposizione è la pillola arancione che Michael Realm – il solo amico che Sloane aveva nel Programma – le ha lasciato prima di scomparire nel nulla. L’antidoto in grado di ripristinare i ricordi persi. La Cura su cui tutti vorrebbero mettere le mani.
In un crescendo di inseguimenti, depistaggi e tradimenti, si conclude la storia d’amore di Sloane e James: il secondo, appassionante capitolo della serie bestseller del «New York Times».
Ho ascoltato come audiolibro un quarto del romanzo, ma non vi anticipo nulla!
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata all'anteprima di "The Treatment" di Suzanne Young, edito da De Agostini (rilegato a 14,90€) in uscita il 9 Giugno:
Sono passate settimane da quando Sloane è stata dimessa dal Programma, il progetto sperimentale che obbliga gli adolescenti a rischio di depressione alla rimozione dei ricordi, eppure è ancora sotto stretta osservazione. Nonostante abbia dimenticato intere parti del suo passato, il cuore l’ha spinta di nuovo tra le braccia di James, il ragazzo che ha sempre amato. In questo modo, però, ha scoperchiato una scatola che avrebbe dovuto rimanere sigillata, mettendo in pericolo la validità stessa della terapia a cui entrambi sono stati sottoposti. Ma il Programma non può permettersi di fallire e dà il via a una caccia serrata. In fuga dagli stessi uomini che li hanno internati, Sloane e James non possono fare altro che unirsi a un gruppo di ribelli che vuole scardinare l’impalcatura di segreti e bugie su cui si fonda il Programma. Riuscirci, però, è tutt’altro che semplice. Soprattutto perché l’unico indizio a disposizione è la pillola arancione che Michael Realm – il solo amico che Sloane aveva nel Programma – le ha lasciato prima di scomparire nel nulla. L’antidoto in grado di ripristinare i ricordi persi. La Cura su cui tutti vorrebbero mettere le mani.
In un crescendo di inseguimenti, depistaggi e tradimenti, si conclude la storia d’amore di Sloane e James: il secondo, appassionante capitolo della serie bestseller del «New York Times».
Ho ascoltato come audiolibro un quarto del romanzo, ma non vi anticipo nulla!
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Anteprima: "Imagines" di Anna Todd
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata all'anteprima di "Imagines", antologia curata da Anna Todd e che arriva in Italia edita da Sperling&Kupfer (rilegato a 18,50€) in uscita il 31 Maggio:
In amore e in fanfiction tutto è permesso!
IMMAGINA di entrare nella vita della tua star preferita.
IMMAGINA quello che vuoi.
IMMAGINA quello che pensi sia possibile solo sognare.
IMMAGINA che il tuo idolo ti organizzi una serata romantica perfetta, o che abbia un disperato bisogno di te.
Lascia volare la tua immaginazione.
Così come hanno fatto in questo straordinario volume gli autori più seguiti di Wattpad, il social network che ha rivoluzionato il mondo della scrittura, insieme ad Anna Todd, autrice della serie bestseller After.
Unica condizione? Che ci sia tu.
Perché senza di te non c'è storia.
Un tributo speciale al genere della fanfiction, con le star più amate di sempre: Zayn Malik, Kanye West, Selena Gomez, Tom Hardy, Jamie Dornan, e molti altri!
Io sono molto curiosa di avere un assaggio di tutti questi autori di fanfiction e farmi così un'idea del loro lavoro, visto che conosco solo Anna Todd.
Sono impreparata ma cercherò di rimediare!
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata all'anteprima di "Imagines", antologia curata da Anna Todd e che arriva in Italia edita da Sperling&Kupfer (rilegato a 18,50€) in uscita il 31 Maggio:
In amore e in fanfiction tutto è permesso!
IMMAGINA di entrare nella vita della tua star preferita.
IMMAGINA quello che vuoi.
IMMAGINA quello che pensi sia possibile solo sognare.
IMMAGINA che il tuo idolo ti organizzi una serata romantica perfetta, o che abbia un disperato bisogno di te.
Lascia volare la tua immaginazione.
Così come hanno fatto in questo straordinario volume gli autori più seguiti di Wattpad, il social network che ha rivoluzionato il mondo della scrittura, insieme ad Anna Todd, autrice della serie bestseller After.
Unica condizione? Che ci sia tu.
Perché senza di te non c'è storia.
Un tributo speciale al genere della fanfiction, con le star più amate di sempre: Zayn Malik, Kanye West, Selena Gomez, Tom Hardy, Jamie Dornan, e molti altri!
Io sono molto curiosa di avere un assaggio di tutti questi autori di fanfiction e farmi così un'idea del loro lavoro, visto che conosco solo Anna Todd.
Sono impreparata ma cercherò di rimediare!
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
"L'amore è un disastro" di Jamie McGuire
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "L'amore è un disastro" di Jamie McGuire, edito da Garzanti (rilegato a 14,90€):
Nel cortile del college America cammina sicura di sé. I lunghi capelli biondi le scendono sbarazzini sulle spalle. Nessuno penserebbe mai che dietro quell'aria da ragazza matura si nasconda invece un animo fragile. Solo Shep riesce a leggere la verità dentro i suoi occhi. Perché è l'unico Maddox che non ha paura delle sue emozioni. Per lui la sensibilità non è un limite, ma una forza. Tra i due è amore a prima vista. America trova in Shep il porto sicuro dove abbassare le vele e godersi finalmente il mare che si perde all'orizzonte. Ma quando ci sono in gioco i sentimenti, niente è semplice. Anche l'intesa più profonda deve superare degli ostacoli, deve mettersi alla prova. Soprattutto se i tuoi migliori amici sono Travis e Abby, la coppia perfetta. Due anime gemelle che non riescono a vivere luna senza l'altra. Il loro legame è una meta che sembra irraggiungibile, ora che hanno deciso di giurarsi amore per l'eternità. Shep vuole seguire il loro esempio, mentre America ha paura di fare un passo così importante. Ha paura dell'intensità di quello che prova per lui. Ci vuole coraggio per affidarsi totalmente a un'altra persona. All'improvviso tra loro ci sono parole in sospeso. Parole non dette il cui silenzio ha un rumore assordante. E a nulla valgono i consigli di Abby e Travis. Fino al giorno in cui decidono di partire insieme per un weekend. Due giorni che dovrebbero essere come tanti altri. Ma che cambieranno ogni cosa.
Quello con Jamie McGuire è un appuntamento fisso: i suoi ragazzi Maddox mi fanno compagnia da tanto, ormai, e ogni volta mi precipito a leggere il nuovo capitolo delle loro avventure.
Tranne stavolta, perché il libro è uscito il primo giorno del Salone Internazionale del Libro di Torino, quindi ho dovuto rimandare la lettura.
Ma eccoci qui, e stavolta abbiamo tra le mani la storia di un cugino Maddox invece di un fratello: Shepley Maddox.
E non posso non dire subito che Shep era il mio preferito in “Uno splendido disastro”.
Ebbene sì, a me Travis sembrava sull’orlo della schizofrenia, mentre Shep…
Step era l’amore.
Ed è ancora l’amore adesso, dopo tre anni insieme ad America (Mare per gli amici), dopo il matrimonio tra Travis ed Abby, dopo dopo che Trent e Cami hanno frantumato il cuore di Thomas.
“L’amore è un disastro” è una lunga novella (141 pagine in carattere grande) che si colloca esattamente lì, a un anno dalla fuga a Las Vegas di Abby e Travis, e vede Shep e Mare mettersi in auto per raggiungere i genitori della ragazza.
Le cose tra loro non vanno benissimo: il ragazzo Maddox del momento si è già dichiarato due volte, ed entrambe le volte Mare ha detto di no.
Due rifiuti stenderebbero chiunque, ma non Shep: lui è abbastanza uomo da incassare e aspettare che sia il momento giusto.
Un lungo viaggio insieme potrebbe essere l’occasione di parlare e sistemare le cose…
Se non fosse che il destino ha altri piani per la coppia, che includono soste impreviste e uragani.
Ho apprezzato tantissimo la novella, e anzi, la mia unica critica deriva proprio dal fatto che mi sia piaciuta tanto: Shep meritava di più.
Mi aspettavo un romanzo vero e proprio, lungo quanto gli altri, e questo mi ha un po’ indisposta perché quello di Shepley è un bellissimo personaggio.
E’ un ragazzo che, pur essendo cresciuto in un contesto famigliare sereno, si è da sempre dovuto confrontare con gli esuberanti e affascinanti cugini, e questo lo ha reso profondamente insicuro.
Travis è un fratello e probabilmente la persona a cui tiene di più al mondo a pari merito con America, ma è anche un fratello scomodo da gestire: alla fine la persona che assorbe i suoi sbalzi d’umore, che raccoglie i cocci dei suoi disastri e che nonostante tutto resta lì è sempre lui.
Quindi pacca sulla spalla a Shep e alla sua tenacia.
Dal canto suo, America è sostanzialmente Shep al femminile, ma con un bel pizzico di pepe in più: anche lei è cresciuta assorbendo i drammi di Abby, e quando trova Shep è giusto perché entrambi meritano una persona dalla quale non ricevere tensione ma solo amore.
La differenza sostanziale tra loro ed Abby e Travis è che, nonostante un occasionale momento di impasse, Shep e Mare hanno ben chiara quale sia la loro priorità: stare insieme.
Erano la mia coppia preferita insieme a Thomas e Liis, e restano in pole position.
Spero in una nuova novella, a questo punto, perché questa mi è piaciuta e ho voglia di ritrovarne ancora i protagonisti.
Curiosi di saperne di più su Jamie McGuire, sulla scrittura e sui prossimi lavori?
Qui trovate l’intervista che ho avuto modo di farle a Genova in occasione dell’uscita di “Un indimenticabile disastro” (recensito qui), nel caso ve la foste persa.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "L'amore è un disastro" di Jamie McGuire, edito da Garzanti (rilegato a 14,90€):
Nel cortile del college America cammina sicura di sé. I lunghi capelli biondi le scendono sbarazzini sulle spalle. Nessuno penserebbe mai che dietro quell'aria da ragazza matura si nasconda invece un animo fragile. Solo Shep riesce a leggere la verità dentro i suoi occhi. Perché è l'unico Maddox che non ha paura delle sue emozioni. Per lui la sensibilità non è un limite, ma una forza. Tra i due è amore a prima vista. America trova in Shep il porto sicuro dove abbassare le vele e godersi finalmente il mare che si perde all'orizzonte. Ma quando ci sono in gioco i sentimenti, niente è semplice. Anche l'intesa più profonda deve superare degli ostacoli, deve mettersi alla prova. Soprattutto se i tuoi migliori amici sono Travis e Abby, la coppia perfetta. Due anime gemelle che non riescono a vivere luna senza l'altra. Il loro legame è una meta che sembra irraggiungibile, ora che hanno deciso di giurarsi amore per l'eternità. Shep vuole seguire il loro esempio, mentre America ha paura di fare un passo così importante. Ha paura dell'intensità di quello che prova per lui. Ci vuole coraggio per affidarsi totalmente a un'altra persona. All'improvviso tra loro ci sono parole in sospeso. Parole non dette il cui silenzio ha un rumore assordante. E a nulla valgono i consigli di Abby e Travis. Fino al giorno in cui decidono di partire insieme per un weekend. Due giorni che dovrebbero essere come tanti altri. Ma che cambieranno ogni cosa.
Quello con Jamie McGuire è un appuntamento fisso: i suoi ragazzi Maddox mi fanno compagnia da tanto, ormai, e ogni volta mi precipito a leggere il nuovo capitolo delle loro avventure.
Tranne stavolta, perché il libro è uscito il primo giorno del Salone Internazionale del Libro di Torino, quindi ho dovuto rimandare la lettura.
Ma eccoci qui, e stavolta abbiamo tra le mani la storia di un cugino Maddox invece di un fratello: Shepley Maddox.
E non posso non dire subito che Shep era il mio preferito in “Uno splendido disastro”.
Ebbene sì, a me Travis sembrava sull’orlo della schizofrenia, mentre Shep…
Step era l’amore.
Ed è ancora l’amore adesso, dopo tre anni insieme ad America (Mare per gli amici), dopo il matrimonio tra Travis ed Abby, dopo dopo che Trent e Cami hanno frantumato il cuore di Thomas.
“L’amore è un disastro” è una lunga novella (141 pagine in carattere grande) che si colloca esattamente lì, a un anno dalla fuga a Las Vegas di Abby e Travis, e vede Shep e Mare mettersi in auto per raggiungere i genitori della ragazza.
Le cose tra loro non vanno benissimo: il ragazzo Maddox del momento si è già dichiarato due volte, ed entrambe le volte Mare ha detto di no.
Due rifiuti stenderebbero chiunque, ma non Shep: lui è abbastanza uomo da incassare e aspettare che sia il momento giusto.
Un lungo viaggio insieme potrebbe essere l’occasione di parlare e sistemare le cose…
Se non fosse che il destino ha altri piani per la coppia, che includono soste impreviste e uragani.
Ho apprezzato tantissimo la novella, e anzi, la mia unica critica deriva proprio dal fatto che mi sia piaciuta tanto: Shep meritava di più.
Mi aspettavo un romanzo vero e proprio, lungo quanto gli altri, e questo mi ha un po’ indisposta perché quello di Shepley è un bellissimo personaggio.
E’ un ragazzo che, pur essendo cresciuto in un contesto famigliare sereno, si è da sempre dovuto confrontare con gli esuberanti e affascinanti cugini, e questo lo ha reso profondamente insicuro.
Travis è un fratello e probabilmente la persona a cui tiene di più al mondo a pari merito con America, ma è anche un fratello scomodo da gestire: alla fine la persona che assorbe i suoi sbalzi d’umore, che raccoglie i cocci dei suoi disastri e che nonostante tutto resta lì è sempre lui.
Quindi pacca sulla spalla a Shep e alla sua tenacia.
Dal canto suo, America è sostanzialmente Shep al femminile, ma con un bel pizzico di pepe in più: anche lei è cresciuta assorbendo i drammi di Abby, e quando trova Shep è giusto perché entrambi meritano una persona dalla quale non ricevere tensione ma solo amore.
La differenza sostanziale tra loro ed Abby e Travis è che, nonostante un occasionale momento di impasse, Shep e Mare hanno ben chiara quale sia la loro priorità: stare insieme.
Erano la mia coppia preferita insieme a Thomas e Liis, e restano in pole position.
Spero in una nuova novella, a questo punto, perché questa mi è piaciuta e ho voglia di ritrovarne ancora i protagonisti.
Curiosi di saperne di più su Jamie McGuire, sulla scrittura e sui prossimi lavori?
Qui trovate l’intervista che ho avuto modo di farle a Genova in occasione dell’uscita di “Un indimenticabile disastro” (recensito qui), nel caso ve la foste persa.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
lunedì 23 maggio 2016
Chiacchierata con Kristin Hannah, su "L'usignolo", le donne nella Storia e l'importanza di avere un piano B
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Oggi in via del tutto eccezionale c'è una terza chiacchiera librosa, ed è l'intervista che ho avuto modo di fare a Kristin Hannah a Verona il 12 Maggio:
Kristin Hannah è un'autrice americana di grande successo, che nel 2015 ha stregato il mondo con un romanzo a dir poco meraviglioso: "L'usignolo", edito in Italia da Mondadori.
Ve ne avevo proposto la recensione qui, ma ovviamente ecco copertina e trama del romanzo:
Nel tranquillo paesino di Carriveau, Vianne Mauriac saluta il marito Antoine che si sta dirigendo al fronte. Non credeva che i nazisti avrebbero attaccato la Francia, ma di punto in bianco si ritrova circondata da soldati tedeschi, carri armati, aerei che scaricano bombe su innocenti. Ora che il Paese è stato invaso, Vianne è obbligata a ospitare il nemico in casa sua: da quel momento ogni suo movimento è tenuto d'occhio, lei e sua figlia sono in costante pericolo. Senza più cibo né denaro, in una situazione di crescente paura, si troverà costretta a prendere, una dopo l'altra, decisioni difficilissime. Isabelle, la sorella di Vianne, è una diciottenne ribelle in cerca di un obiettivo su cui lanciarsi con tutta l'incoscienza della giovinezza. Mentre lascia Parigi insieme a migliaia di persone, incontra il misterioso Gaëtan, un partigiano convinto che i francesi possano e debbano combattere i nazisti. Rapita dalle idee e dal fascino del ragazzo, Isabelle si unirà alla Resistenza senza mai guardarsi indietro, non considerando i rischi gravissimi a cui andrà incontro. "L'usignolo" racconta di due sorelle distanti per età, esperienze e ideali, ognuna alle prese con la propria battaglia per la sopravvivenza ma entrambe alla ricerca fiduciosa dell'amore e della libertà.
A Verona, nella bellissima cornice dell'Hotel Due Torri in piazza Sant'Anastasia, ho potuto chiacchierare con Kristin Hannah e parlare di "L'usignolo", delle donne e del loro ruolo nella Storia, e di molto di più.
Ringrazio moltissimo Mondadori, che mi ha permesso di raggiungere una città splendida e intervistare l'autrice di uno dei romanzi più belli che io abbia letto tra l'inverno scorso e quest'anno, e spero che la nostra chiacchierata vi piacerà.
1) Sono passati mesi dall'uscita di "L'usignolo", che ha incantato il mondo intero.
Ora puoi dirlo: ti saresti mai aspettata un simile successo per il tuo romanzo?
Scrivo da molto tempo, e "L'usignolo" è il mio ventiduesimo romanzo.
Alcuni libri sono stati un successo, altri meno, anche se ovviamente la speranza è sempre quella che siano tutti apprezzati dal pubblico e dalla critica.
Posso dire, però, che sentivo dentro di me che "L'usignolo" era qualcosa di speciale.
Mi ha resa felice vedere fino a che punto sia stato apprezzato, non solo in America ma anche in Europa. In un certo senso ha confermato la mia sensazione.
E' un romanzo che può piacere a lettori molto diversi: a chi cercasse una storia famigliare avvincente, a chi volesse invece un romanzo dal sapore storico, e soprattutto a chi fosse in cerca di forti protagoniste femminili.
L'ultima che hai detto è sicuramente uno dei motivi che stanno alla base del successo del mio romanzo, soprattutto pensando al fatto che non ci sono così tanti romanzi che raccontino la Seconda Guerra Mondiale dal punto di vista delle donne.
Le storie di queste donne meritano di essere raccontate.
2) Le guerre costituiscono una delle massime spinte al cambiamento sociale: lo abbiamo visto con la Prima Guerra Mondiale e poi con la Seconda. Le donne sono state letteralmente costrette a lasciare il focolare domestico e uscire nel mondo, prendendo il posto degli uomini partiti per il fronte. Posto che poi non erano così entusiaste di lasciare una volta tornata la pace.
E quello che è peggio è che non sempre le loro vite, in un momento di così grande cambiamento, sono documentate. Un sacco di queste storie di coraggio e di forza femminile sono andate perse.
Anche per quanto riguarda la lotta partigiana, è un fenomeno che ha coinvolto moltissime donne, visto che gli uomini erano al fronte.
Esatto! Le donne combattevano comunque una guerra tutta loro, per continuare a mantenere i loro figli vivi, in salute e al riparo. La guerra di Vianne, nel mio romanzo, è proprio questa.
3) Pensando al lavoro di ricerca che sicuramente avrai dovuto fare, sia per tutte queste storie di donne da rintracciare sia per poter descrivere con così grande accuratezza ogni ambiente all'interno del tuo romanzo, e pensando al fatto che parliamo di un capolavoro di quasi 500 pagine, vorrei chiederti quanto tempo è passato dalla prima idea alla prima bozza.
Considerando tutto, direi circa due anni e mezzo.
Un anno solo per la ricerca, e poi la scrittura in senso stretto.
Perchè ovviamente trattandosi di un romanzo a sfondo storico la ricerca è stata fondamentale.
Non solo, da americana ero terrorizzata all'idea di affrontare la storia europea, di trovarmi a gestire tutto un bagaglio di informazioni che non padroneggiavo assolutamente.
Ma la fase di ricerca è stata così entusiasmante, perchè la vostra storia è affascinante.
4) Domanda a bruciapelo: perchè proprio la Seconda Guerra Mondiale?
Mi spiego meglio: da un lato è un periodo ancora relativamente recente, ma dall'altro è anche una fase della nostra storia della quale è stato scritto e sceneggiato moltissimo.
E' stato un problema per te da questo punto di vista?
Ti sei mai detta "mi serve una storia davvero speciale, o si perderà nel mucchio?"
Hai centrato il problema che ho avuto nello scegliere questo periodo.
Si ha la sensazione di aver già letto tutto, e sapevo di non voler affrontare questo periodo a meno di non avere qualcosa di importante o speciale da dire al riguardo.
Di fatto, quando ho iniziato a fare ricerche sulle donne che hanno aiutato la resistenza e su quelle che hanno nascosto nelle loro case i bambini ebrei salvandoli dalla deportazione, ho realizzato che queste storie non erano state raccontate e meritavano di esserlo. Ero sicura che altri lettori le avrebbero trovate affascinanti, e la sfida è stata quella di scrivere un romanzo che rispondesse al bisogno di raccontare la Storia dal punto di vista delle donne, soprattutto di quelle che rischiavano di venire dimenticate.
5) Seconda domanda a bruciapelo, sperando di non metterti in difficoltà: cambieresti qualcosa del tuo romanzo, adesso?
Qualcosa c'è. Direi come e perchè la donna che ritroviamo alla fine del romanzo (ho omesso il nome per evitare spoiler, ndr) si trova in Oregon. Me lo chiedono sempre, e a posteriori ti dico che aggiungerei quella spiegazione.
Quando ho iniziato a scrivere il romanzo sapevo come volevo farlo finire, e sapevo che quella doveva essere la mia ultima scena: non sapevo chi sarebbe stata la donna a parlare, però.
E' la stessa donna anziana che parla all'inizio del volume, e della quale non viene svelata da subito l'identità: potrebbe essere una delle sorelle, ma non solo.
Non avevo ancora deciso chi sarebbe stata, perchè non sapevo ancora quale delle protagoniste avesse bisogno di essere in quella scena.
Devo dirti, però, che dalla prima bozza sono state tagliate circa 150 pagine prima di arrivare al libro definitivo: sono sparite scene che duravano pagine intere, e che alla lunga avrebbero annoiato il lettore, e talvolta sono stati eliminati personaggi che avevo introdotto ma che non erano indispensabili nell'economia del romanzo.
Ho cercato di raccontare questa storia nel minor numero di pagine possibili, perchè non volevo che il mio libro fosse di quelli che sfogli annoiato cercando di capire dove succeda di nuovo qualcosa di interessante: volevo che fosse tutto interessante.
6) Nel contesto di una Francia invasa dal nemico, le due sorelle protagoniste del tuo romanzo sembrano allontanarsi sempre più l'una dall'altra: Isabelle è impetuosa, e se potesse attaccherebbe l'esercito tedesco a testa bassa, mentre Vianne è più riflessiva e ha ovviamente il desiderio di proteggere la sua bambina a regolare ogni sua mossa.
Entrambe rappresentano il modo in cui parte della popolazione ha reagito all'invasione: chi unendosi ai partigiani, chi lottando in altri modi all'interno della propria quotidianità.
In quale delle due sorelle (e dei loro modi di combattere) ti rispecchi maggiormente?
In quale c'è più di te?
Sicuramente Vianne, perchè è una moglie e una madre come me, e ciò che rende più difficile per lei combattere è ovviamente l'esigenza di tenere al sicuro la sua bambina.
Per Isabelle è più facile essere apertamente coraggiosa, perchè deve pensare solo a se stessa.
Ha un fidanzato, ma in fondo è proprio lui a spingerla in quella direzione.
7) Non posso non chiederti del film. Hai un cast ideale, che ti piacerebbe vedere protagonista della tua storia?
Ci penso continuamente! Il "problema" è che ci sono davvero moltissimi attori che vedrei benissimo a interpretare i miei personaggi, quindi sceglierne una e dire "ecco, lei è Vianne!" è qualcosa che non riesco a fare. Mi piacerebbe che fossero attori ed attrici europee, però.
La mia speranza, adesso, è soprattutto quella che il film venga effettivamente girato, perchè credo che troppi ragazzi e ragazze non conoscano queste storie, sul coraggio delle donne durante la Seconda Guerra Mondiale.
8) Sei già al lavoro sul tuo prossimo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Posso dirti che è ambientato in America negli anni Settanta, alla fine della guerra in Vietnam.
E anche stavolta le donne e l'evoluzione del loro ruolo nella società sono al centro del mio lavoro.
E' un argomento che ti sta molto a cuore.
Assolutamente, e anzi, credo che sia importante mettere le donne sotto i riflettori.
Bisogna parlare molto di più del nostro ruolo e di come sia la vita per noi.
9) Se non fossi diventata una scrittrice?
Avevi il piano B?
Ero un avvocato, prima di iniziare a scrivere.
Quindi scrivere era il tuo piano B.
In effetti sì. Ma se non fossi diventata scrittrice...
Forse avrei voluto diventare una psicoterapeuta, per aiutare le persone a risolvere i loro problemi.
Ascolterei storie, invece di scriverle.
Potrebbe essere il mio piano C!
10) Dietro a un grande scrittore c'è quasi sempre un forte lettore.
Hai un genere e/o un romanzo preferito?
Un libro che consiglio sempre è "L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafòn, perchè lo amo profondamente.
Recentemente ho letto "A Litte Life" (di Hanya Yanagihara, ndr) e l'ho adorato anche se non è un libro "facile" da leggere.
Continuano a piacermi molto i thriller e i gialli, ma non dico di no a una storia d'amore di tanto in tanto, e ovviamente leggo molti romanzi storici.
Devo dire che, pensandoci, l'unico genere del quale forse leggo davvero poco è la fantascienza.
Amo il fantasy, ma la fantascienza un po' meno.
Ho letto molto di questo genere negli anni Settanta, però.
11) Sei pronta a girare un video con noi?
Certo! Non vedo l'ora!
Ebbene sì, c'è un video.
Un Q&A veloce, botta e risposta, girato insieme a Ilaria Rodella e che potete vedere qui, sul suo canale YouTube.
Che io ringrazio tantissimo perchè ho il terrore di macchine fotografiche e videocamere, e non credevo che ci sarebbe mai stato online un video con la sottoscritta.
Tutto può succedere!
Spero che l'intervista vi sia piaciuta, e che vi divertirete con il nostro Q&A.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Oggi in via del tutto eccezionale c'è una terza chiacchiera librosa, ed è l'intervista che ho avuto modo di fare a Kristin Hannah a Verona il 12 Maggio:
Kristin Hannah è un'autrice americana di grande successo, che nel 2015 ha stregato il mondo con un romanzo a dir poco meraviglioso: "L'usignolo", edito in Italia da Mondadori.
Ve ne avevo proposto la recensione qui, ma ovviamente ecco copertina e trama del romanzo:
Nel tranquillo paesino di Carriveau, Vianne Mauriac saluta il marito Antoine che si sta dirigendo al fronte. Non credeva che i nazisti avrebbero attaccato la Francia, ma di punto in bianco si ritrova circondata da soldati tedeschi, carri armati, aerei che scaricano bombe su innocenti. Ora che il Paese è stato invaso, Vianne è obbligata a ospitare il nemico in casa sua: da quel momento ogni suo movimento è tenuto d'occhio, lei e sua figlia sono in costante pericolo. Senza più cibo né denaro, in una situazione di crescente paura, si troverà costretta a prendere, una dopo l'altra, decisioni difficilissime. Isabelle, la sorella di Vianne, è una diciottenne ribelle in cerca di un obiettivo su cui lanciarsi con tutta l'incoscienza della giovinezza. Mentre lascia Parigi insieme a migliaia di persone, incontra il misterioso Gaëtan, un partigiano convinto che i francesi possano e debbano combattere i nazisti. Rapita dalle idee e dal fascino del ragazzo, Isabelle si unirà alla Resistenza senza mai guardarsi indietro, non considerando i rischi gravissimi a cui andrà incontro. "L'usignolo" racconta di due sorelle distanti per età, esperienze e ideali, ognuna alle prese con la propria battaglia per la sopravvivenza ma entrambe alla ricerca fiduciosa dell'amore e della libertà.
A Verona, nella bellissima cornice dell'Hotel Due Torri in piazza Sant'Anastasia, ho potuto chiacchierare con Kristin Hannah e parlare di "L'usignolo", delle donne e del loro ruolo nella Storia, e di molto di più.
Ringrazio moltissimo Mondadori, che mi ha permesso di raggiungere una città splendida e intervistare l'autrice di uno dei romanzi più belli che io abbia letto tra l'inverno scorso e quest'anno, e spero che la nostra chiacchierata vi piacerà.
1) Sono passati mesi dall'uscita di "L'usignolo", che ha incantato il mondo intero.
Ora puoi dirlo: ti saresti mai aspettata un simile successo per il tuo romanzo?
Scrivo da molto tempo, e "L'usignolo" è il mio ventiduesimo romanzo.
Alcuni libri sono stati un successo, altri meno, anche se ovviamente la speranza è sempre quella che siano tutti apprezzati dal pubblico e dalla critica.
Posso dire, però, che sentivo dentro di me che "L'usignolo" era qualcosa di speciale.
Mi ha resa felice vedere fino a che punto sia stato apprezzato, non solo in America ma anche in Europa. In un certo senso ha confermato la mia sensazione.
E' un romanzo che può piacere a lettori molto diversi: a chi cercasse una storia famigliare avvincente, a chi volesse invece un romanzo dal sapore storico, e soprattutto a chi fosse in cerca di forti protagoniste femminili.
L'ultima che hai detto è sicuramente uno dei motivi che stanno alla base del successo del mio romanzo, soprattutto pensando al fatto che non ci sono così tanti romanzi che raccontino la Seconda Guerra Mondiale dal punto di vista delle donne.
Le storie di queste donne meritano di essere raccontate.
2) Le guerre costituiscono una delle massime spinte al cambiamento sociale: lo abbiamo visto con la Prima Guerra Mondiale e poi con la Seconda. Le donne sono state letteralmente costrette a lasciare il focolare domestico e uscire nel mondo, prendendo il posto degli uomini partiti per il fronte. Posto che poi non erano così entusiaste di lasciare una volta tornata la pace.
E quello che è peggio è che non sempre le loro vite, in un momento di così grande cambiamento, sono documentate. Un sacco di queste storie di coraggio e di forza femminile sono andate perse.
Anche per quanto riguarda la lotta partigiana, è un fenomeno che ha coinvolto moltissime donne, visto che gli uomini erano al fronte.
Esatto! Le donne combattevano comunque una guerra tutta loro, per continuare a mantenere i loro figli vivi, in salute e al riparo. La guerra di Vianne, nel mio romanzo, è proprio questa.
3) Pensando al lavoro di ricerca che sicuramente avrai dovuto fare, sia per tutte queste storie di donne da rintracciare sia per poter descrivere con così grande accuratezza ogni ambiente all'interno del tuo romanzo, e pensando al fatto che parliamo di un capolavoro di quasi 500 pagine, vorrei chiederti quanto tempo è passato dalla prima idea alla prima bozza.
Considerando tutto, direi circa due anni e mezzo.
Un anno solo per la ricerca, e poi la scrittura in senso stretto.
Perchè ovviamente trattandosi di un romanzo a sfondo storico la ricerca è stata fondamentale.
Non solo, da americana ero terrorizzata all'idea di affrontare la storia europea, di trovarmi a gestire tutto un bagaglio di informazioni che non padroneggiavo assolutamente.
Ma la fase di ricerca è stata così entusiasmante, perchè la vostra storia è affascinante.
4) Domanda a bruciapelo: perchè proprio la Seconda Guerra Mondiale?
Mi spiego meglio: da un lato è un periodo ancora relativamente recente, ma dall'altro è anche una fase della nostra storia della quale è stato scritto e sceneggiato moltissimo.
E' stato un problema per te da questo punto di vista?
Ti sei mai detta "mi serve una storia davvero speciale, o si perderà nel mucchio?"
Hai centrato il problema che ho avuto nello scegliere questo periodo.
Si ha la sensazione di aver già letto tutto, e sapevo di non voler affrontare questo periodo a meno di non avere qualcosa di importante o speciale da dire al riguardo.
Di fatto, quando ho iniziato a fare ricerche sulle donne che hanno aiutato la resistenza e su quelle che hanno nascosto nelle loro case i bambini ebrei salvandoli dalla deportazione, ho realizzato che queste storie non erano state raccontate e meritavano di esserlo. Ero sicura che altri lettori le avrebbero trovate affascinanti, e la sfida è stata quella di scrivere un romanzo che rispondesse al bisogno di raccontare la Storia dal punto di vista delle donne, soprattutto di quelle che rischiavano di venire dimenticate.
5) Seconda domanda a bruciapelo, sperando di non metterti in difficoltà: cambieresti qualcosa del tuo romanzo, adesso?
Qualcosa c'è. Direi come e perchè la donna che ritroviamo alla fine del romanzo (ho omesso il nome per evitare spoiler, ndr) si trova in Oregon. Me lo chiedono sempre, e a posteriori ti dico che aggiungerei quella spiegazione.
Quando ho iniziato a scrivere il romanzo sapevo come volevo farlo finire, e sapevo che quella doveva essere la mia ultima scena: non sapevo chi sarebbe stata la donna a parlare, però.
E' la stessa donna anziana che parla all'inizio del volume, e della quale non viene svelata da subito l'identità: potrebbe essere una delle sorelle, ma non solo.
Non avevo ancora deciso chi sarebbe stata, perchè non sapevo ancora quale delle protagoniste avesse bisogno di essere in quella scena.
Devo dirti, però, che dalla prima bozza sono state tagliate circa 150 pagine prima di arrivare al libro definitivo: sono sparite scene che duravano pagine intere, e che alla lunga avrebbero annoiato il lettore, e talvolta sono stati eliminati personaggi che avevo introdotto ma che non erano indispensabili nell'economia del romanzo.
Ho cercato di raccontare questa storia nel minor numero di pagine possibili, perchè non volevo che il mio libro fosse di quelli che sfogli annoiato cercando di capire dove succeda di nuovo qualcosa di interessante: volevo che fosse tutto interessante.
6) Nel contesto di una Francia invasa dal nemico, le due sorelle protagoniste del tuo romanzo sembrano allontanarsi sempre più l'una dall'altra: Isabelle è impetuosa, e se potesse attaccherebbe l'esercito tedesco a testa bassa, mentre Vianne è più riflessiva e ha ovviamente il desiderio di proteggere la sua bambina a regolare ogni sua mossa.
Entrambe rappresentano il modo in cui parte della popolazione ha reagito all'invasione: chi unendosi ai partigiani, chi lottando in altri modi all'interno della propria quotidianità.
In quale delle due sorelle (e dei loro modi di combattere) ti rispecchi maggiormente?
In quale c'è più di te?
Sicuramente Vianne, perchè è una moglie e una madre come me, e ciò che rende più difficile per lei combattere è ovviamente l'esigenza di tenere al sicuro la sua bambina.
Per Isabelle è più facile essere apertamente coraggiosa, perchè deve pensare solo a se stessa.
Ha un fidanzato, ma in fondo è proprio lui a spingerla in quella direzione.
7) Non posso non chiederti del film. Hai un cast ideale, che ti piacerebbe vedere protagonista della tua storia?
Ci penso continuamente! Il "problema" è che ci sono davvero moltissimi attori che vedrei benissimo a interpretare i miei personaggi, quindi sceglierne una e dire "ecco, lei è Vianne!" è qualcosa che non riesco a fare. Mi piacerebbe che fossero attori ed attrici europee, però.
La mia speranza, adesso, è soprattutto quella che il film venga effettivamente girato, perchè credo che troppi ragazzi e ragazze non conoscano queste storie, sul coraggio delle donne durante la Seconda Guerra Mondiale.
8) Sei già al lavoro sul tuo prossimo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Posso dirti che è ambientato in America negli anni Settanta, alla fine della guerra in Vietnam.
E anche stavolta le donne e l'evoluzione del loro ruolo nella società sono al centro del mio lavoro.
E' un argomento che ti sta molto a cuore.
Assolutamente, e anzi, credo che sia importante mettere le donne sotto i riflettori.
Bisogna parlare molto di più del nostro ruolo e di come sia la vita per noi.
9) Se non fossi diventata una scrittrice?
Avevi il piano B?
Ero un avvocato, prima di iniziare a scrivere.
Quindi scrivere era il tuo piano B.
In effetti sì. Ma se non fossi diventata scrittrice...
Forse avrei voluto diventare una psicoterapeuta, per aiutare le persone a risolvere i loro problemi.
Ascolterei storie, invece di scriverle.
Potrebbe essere il mio piano C!
10) Dietro a un grande scrittore c'è quasi sempre un forte lettore.
Hai un genere e/o un romanzo preferito?
Un libro che consiglio sempre è "L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafòn, perchè lo amo profondamente.
Recentemente ho letto "A Litte Life" (di Hanya Yanagihara, ndr) e l'ho adorato anche se non è un libro "facile" da leggere.
Continuano a piacermi molto i thriller e i gialli, ma non dico di no a una storia d'amore di tanto in tanto, e ovviamente leggo molti romanzi storici.
Devo dire che, pensandoci, l'unico genere del quale forse leggo davvero poco è la fantascienza.
Amo il fantasy, ma la fantascienza un po' meno.
Ho letto molto di questo genere negli anni Settanta, però.
11) Sei pronta a girare un video con noi?
Certo! Non vedo l'ora!
Ebbene sì, c'è un video.
Un Q&A veloce, botta e risposta, girato insieme a Ilaria Rodella e che potete vedere qui, sul suo canale YouTube.
Che io ringrazio tantissimo perchè ho il terrore di macchine fotografiche e videocamere, e non credevo che ci sarebbe mai stato online un video con la sottoscritta.
Tutto può succedere!
Spero che l'intervista vi sia piaciuta, e che vi divertirete con il nostro Q&A.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
"Una specie di felicità" di Francesco Carofiglio
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Una specie di felicità" di Francesco Carofiglio, edito da Piemme (rilegato a 17,50€):
La vita di Giulio d 'Aprile cambia in una bella giornata di fine ottobre, mentre percorre il viale alberato che lo condurrà all'Istituto dove lavora come psicoterapeuta. Varcata la soglia di quel luogo, in cui il tempo sembra essersi fermato, Giulio incontra l'uomo che molti anni prima era stato il suo maestro. La persona geniale, brillante, autorevole ha lasciato però il posto a un vecchio stanco. La memoria vacilla e gli occhi sembrano perdersi altrove. Da quel giorno il Professore sarà un suo paziente. Da quella mattina di ottobre avrà inizio un duello. I due uomini dovranno fare i conti con una verità dolorosa che entrambi nascondono, in un progressivo e incalzante ribaltamento dei ruoli. La vita di Giulio entra ed esce da quella stanza, il matrimonio fallito, la perdita del padre, il senso di inadeguatezza nei confronti dei figli, il mondo perfetto di un passato confezionato in un'esistenza senza slanci. Fino a quando appare qualcuno e qualcosa accade. E inverte bruscamente la rotta, tra il buio e la luce. Come una crepa nel muro. Come una specie di felicità.
“Una specie di felicità” è un romanzo intenso, al punto che ho dovuto rifletterci qualche giorno dopo averne terminata la lettura.
Se da un lato nella storia di Giulio non vi sono grandi colpi di scena o sconvolgenti rivelazioni, c’è qualcosa di molto più forte del sensazionalismo: la verità.
Quella di Giulio, infatti, è la storia di molti uomini là fuori: un matrimonio finito alle spalle, due figli in crescita, una carriera giunta a quello che probabilmente sarà il suo apice, e… Nient’altro.
Nulla lo stimola davvero, e ciò che occasionalmente lo stimola in fondo lo spaventa, facendogli cambiare strada prima di poter vivere davvero quell’emozione nel profondo.
Saranno tre eventi in rapida successione a dargli una vigorosa scrollata: l’incontro con quello che anni addietro era stato un suo professore universitario, che ora gli viene affidato come paziente; la passione improvvisa e dirompente tra lui e Chiara, più giovane e decisamente più misteriosa; un segreto difficile da gestire che riguarda la figlia Roberta che viene allo scoperto.
Giulio si troverà costretto a rimettere in discussione tutto, a cominciare da se stesso: le sue paure, i suoi sogni, il suo rapporto quasi inesistente con i figli.
“Una specie di felicità” è un romanzo di formazione, quella di Giulio, che trova un nuovo amico, un nuovo desiderio e riesce a fare un passo verso l’uomo che, in fondo, ha sempre avuto paura di essere.
Mi è piaciuto moltissimo, e Francesco Carofiglio si conferma una penna straordinaria, perché riesce a portare una ragazza di 28 anni nella mente di un uomo di 41 e a farla sentire partecipe di ogni suo dubbio, ogni sua paura, ogni suo turbamento.
In un momento in cui la moda prevede “ragazzi tormentati dal passato oscuro” che sostanzialmente danno di matto ogni tre paragrafi, il personaggio di Giulio arriva in silenzio e in punta di piedi ma nel giro di poche pagine spazza via tutto il resto, lasciando quella realtà che non ha bisogno di melodramma per esprimere sofferenza e che non necessita di gridare per farsi sentire.
Giulio non è una persona che ha smesso di combattere perché sconfitta dalla vita, è piuttosto qualcuno che giunto a metà della sua vita realizza di non essere mai nemmeno salito sul ring: la vita gli è capitata, le cose gli sono accadute, e anzi, forse per la prima volta da sempre capisce di poter e dover decidere qualcosa.
Si è sposato perché era la cosa giusta, ha seguito tutte le regole del gioco e quando si è trovato con in mano solo un sacco di dubbi e un problema di insonnia ha capito che in realtà non ha mai nemmeno lanciato i dadi.
Li lancia con il Professore (in parte), li lancia con Chiara nel concedersi per la prima volta di lasciarsi andare completamente, e li lancia anche con i suoi figli quando realizza di avere solo una vita a disposizione per essere la persona che vorrebbe essere, e che la sta perdendo.
Non posso dirvi come finisce il romanzo, ma posso dirvi che l’ultima scena è semplicemente meravigliosa e che non avrei potuto desiderare una chiusura migliore.
Una splendida lettura, matura (se vivete di YA e NA non fa per voi, assolutamente) e profonda, che non posso fare a meno di consigliare.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Una specie di felicità" di Francesco Carofiglio, edito da Piemme (rilegato a 17,50€):
La vita di Giulio d 'Aprile cambia in una bella giornata di fine ottobre, mentre percorre il viale alberato che lo condurrà all'Istituto dove lavora come psicoterapeuta. Varcata la soglia di quel luogo, in cui il tempo sembra essersi fermato, Giulio incontra l'uomo che molti anni prima era stato il suo maestro. La persona geniale, brillante, autorevole ha lasciato però il posto a un vecchio stanco. La memoria vacilla e gli occhi sembrano perdersi altrove. Da quel giorno il Professore sarà un suo paziente. Da quella mattina di ottobre avrà inizio un duello. I due uomini dovranno fare i conti con una verità dolorosa che entrambi nascondono, in un progressivo e incalzante ribaltamento dei ruoli. La vita di Giulio entra ed esce da quella stanza, il matrimonio fallito, la perdita del padre, il senso di inadeguatezza nei confronti dei figli, il mondo perfetto di un passato confezionato in un'esistenza senza slanci. Fino a quando appare qualcuno e qualcosa accade. E inverte bruscamente la rotta, tra il buio e la luce. Come una crepa nel muro. Come una specie di felicità.
“Una specie di felicità” è un romanzo intenso, al punto che ho dovuto rifletterci qualche giorno dopo averne terminata la lettura.
Se da un lato nella storia di Giulio non vi sono grandi colpi di scena o sconvolgenti rivelazioni, c’è qualcosa di molto più forte del sensazionalismo: la verità.
Quella di Giulio, infatti, è la storia di molti uomini là fuori: un matrimonio finito alle spalle, due figli in crescita, una carriera giunta a quello che probabilmente sarà il suo apice, e… Nient’altro.
Nulla lo stimola davvero, e ciò che occasionalmente lo stimola in fondo lo spaventa, facendogli cambiare strada prima di poter vivere davvero quell’emozione nel profondo.
Saranno tre eventi in rapida successione a dargli una vigorosa scrollata: l’incontro con quello che anni addietro era stato un suo professore universitario, che ora gli viene affidato come paziente; la passione improvvisa e dirompente tra lui e Chiara, più giovane e decisamente più misteriosa; un segreto difficile da gestire che riguarda la figlia Roberta che viene allo scoperto.
Giulio si troverà costretto a rimettere in discussione tutto, a cominciare da se stesso: le sue paure, i suoi sogni, il suo rapporto quasi inesistente con i figli.
“Una specie di felicità” è un romanzo di formazione, quella di Giulio, che trova un nuovo amico, un nuovo desiderio e riesce a fare un passo verso l’uomo che, in fondo, ha sempre avuto paura di essere.
Mi è piaciuto moltissimo, e Francesco Carofiglio si conferma una penna straordinaria, perché riesce a portare una ragazza di 28 anni nella mente di un uomo di 41 e a farla sentire partecipe di ogni suo dubbio, ogni sua paura, ogni suo turbamento.
In un momento in cui la moda prevede “ragazzi tormentati dal passato oscuro” che sostanzialmente danno di matto ogni tre paragrafi, il personaggio di Giulio arriva in silenzio e in punta di piedi ma nel giro di poche pagine spazza via tutto il resto, lasciando quella realtà che non ha bisogno di melodramma per esprimere sofferenza e che non necessita di gridare per farsi sentire.
Grazie a Piemme per l'ARC cartacea del romanzo <3 |
Si è sposato perché era la cosa giusta, ha seguito tutte le regole del gioco e quando si è trovato con in mano solo un sacco di dubbi e un problema di insonnia ha capito che in realtà non ha mai nemmeno lanciato i dadi.
Li lancia con il Professore (in parte), li lancia con Chiara nel concedersi per la prima volta di lasciarsi andare completamente, e li lancia anche con i suoi figli quando realizza di avere solo una vita a disposizione per essere la persona che vorrebbe essere, e che la sta perdendo.
Non posso dirvi come finisce il romanzo, ma posso dirvi che l’ultima scena è semplicemente meravigliosa e che non avrei potuto desiderare una chiusura migliore.
Una splendida lettura, matura (se vivete di YA e NA non fa per voi, assolutamente) e profonda, che non posso fare a meno di consigliare.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
"Jules" di Didier van Cauwelaert
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera di oggi è dedicata a "Jules" di Didier van Cauwelaert, edito da Sperling&Kupfer (rilegato a 17,90€), in uscita il 24 Maggio:
Zibal, genio plurilaureato in astrofisica e ingegneria biochimica, sognava di sfondare nel campo della ricerca scientifica, ma la sua ex gli ha rubato l'invenzione che poteva segnare la svolta decisiva. Così, a 42 anni, si ritrova a vendere macarons all'aeroporto di Parigi-Orly. Alice, giovane e bellissima speaker radiofonica, ha perso la vista in seguito a un incidente. I suoi occhi sono quelli di Jules, un adorabile labrador che la guida tra i colori e i pericoli della vita a lei invisibili. Quando Zibal nota Alice in mezzo alla folla dell'aeroporto, è vittima di quel temibile colpo di fulmine di cui aveva imparato a diffidare. Un breve scambio di battute, giusto il tempo di scegliere una confezione di macarons, ed è subito addio: Zibal osserva Alice dirigersi all'imbarco per Nizza. Né lui né Jules sanno che là l'attende una delicata operazione che le restituirà la vista. Quella che per Alice è una grande gioia, per il labrador è la catastrofe: si sente inutile, perso, senza la sua compagna di sette anni. Rifiutandosi di accettare un altro padrone, fugge e va a cercare proprio Zibal, entrando nella sua vita come un ciclone. Da quel momento, uniti dalla sventura e dall'ossessione per Alice, Jules e Zibal avranno un'unica missione: ritrovare la donna che ha spezzato il cuore a entrambi .
Un romanzo delicato e brillante che, dopo il grande successo ottenuto in Francia, arriva finalmente in Italia. Cupido peloso e pasticcione, Jules è un incredibile eroe romantico, capace di fiutare l'essenziale che sfugge a noi umani, e ci regala una lezione indimenticabile di fedeltà e amore incondizionato.
Amore, cani e macarons: “Jules” aveva tutti gli ingredienti per essere la storia emozionante e divertente che cercavo.
Mi ha fatto compagnia in un weekend di lettura al parco, a godermi il sole che finalmente si è deciso ad uscire, e non vedevo l’ora di parlarvene.
Jules è un cane speciale, perché non è solo il migliore amico della sua padrona, Alice: è necessario alla sua sopravvivenza, perché Alice è una giovane donna non vedente e Jules il suo cane-guida.
Le loro vite sono intrecciate nel profondo, e incrociano per puro caso quella di Zibal.
Uno scienziato di grande talento, al punto da aver sviluppato un'invenzione che avrebbe dato una svolta alla sua carriera... Che però è stata rubata dalla sua ex, mandando all'aria tutti i suoi progetti.
Noi lo conosciamo così: 42 anni, nessuna prospettiva, e un posto da commesso in una rivendita di macarons nel caos dell'aeroporto.
Ma è proprio grazie a quei famosissimi (e buonissimi, diciamolo) dolci che lui e Alice hanno la possibilità di scambiare qualche parola.
All'uomo basta un attimo, perchè Cupido sceglie proprio lui per scoccare una delle sue frecce, ed ecco che Zibal è innamorato.
Innamorato di una sconosciuta, che poco tempo dopo sale su un aereo e scompare dalla sua vita.
Alice, dal canto suo, resta molto colpita da Zibal: l'uomo la soccorre quando il personale incompetente della compagnia aerea cerca di separarla da Jules, e la sua voce ferma e gentile resta tra i pensieri della donna per ore.
E questo nonostante il suo viaggio non sia esattamente di piacere e privo di preoccupazioni: è diretta a una clinica dove verrà sottoposta a un delicatissimo intervento chirurgico che, nella migliore delle ipotesi, potrebbe ridarle la vista persa a causa di un evento drammatico che mi ha lasciata senza parole.
Già dal modo in cui la donna parla di ciò che ha subito, e di come ha superato la cosa prendendo in mano la sua vita, si capisce che Alice è una combattente, e per questo mi è piaciuta davvero molto.
L'autore riesce inoltre nel difficile intento di descrivere appieno tutto ciò che l'intervento comporta per lei senza appesantire la narrazione, e questo permette al lettori di comprerne la gravità e di conoscerla meglio.
Ho trovato meravigliose le pagine che descrivono il suo post-operatorio: il suo tornare a vedere e scoprire il mondo, il suo vedere "quanti visi corrispondono alle loro voci" e il suo dolore nel separarsi da Jules, ora che, di fatto, un cane-guida non le serve più.
Il suo è uno splendido personaggio, protagonista di un romanzo che è allo stesso tempo una storia d'amore, di amicizia e di seconde occasioni.
Una storia d'amore, perchè il ruolo di Jules è quello di un adorabile Cupido peloso che, una volta perso il suo ruolo di guida della donna, scappa dal nuovo padrone e decide di ritrovare prima quell'uomo così gentile incontrato all'aeroporto e di farsi poi aiutare da lui a ritrovare la sua Alice.
Non solo ritroverà Zibal, ma farà di tutto affinchè Zibal stesso ritrovi la donna che lo ha fatto innamorare nel giro di un istante.
Una storia d'amicizia, perchè se il rapporto tra Jules e Alice era unico e profondo, quello che nasce tra il cane e Zibal è ancora più straordinario: un'amicizia vera come solo quella tra uomo e cane può essere, piena di momenti buffi e divertenti, di imprevisti, di tenerezza.
E di amicizia (e affetto) Jules ne ha davvero tanti da dare, perchè per lui, all'orizzonte, c'è un nuovo amico molto speciale dal quale non vorrà separarsi molto facilmente.
Di seconde occasioni, infine, il romanzo è pieno zeppo: per Alice c'è una seconda occasione di vedere il mondo che la circonda e di innamorarsi di qualcuno fino in fondo; per Zibal quella di volere di più dalla vita e di aprire di nuovo il suo cuore a una donna dopo che la sua ex gli ha portato via non solo i frutti del suo lavoro ma anche i suoi sogni e la sua dignità; per Jules, infine, quella di fare ciò che sa fare meglio, senza sentirsi privato del suo scopo primario.
Rischiava di essere la solita storia "lui, lei e un cane" ma in queste 230 pagine c'è tanto di più.
C'è una violenza subita e superata con coraggio, c'è la fiducia in se stessi perduta e ritrovata, e c'è tanto, tantissimo amore: quello vero, con la A maiuscola.
Consigliatissimo a chi ami leggere di tutto ciò, a chi non sappia dire di no a un cane (e chi ne è capace?) e a chi creda ancora sia nell'amore a prima vista, sia in quello che arriva quando non proprio riesci a vederlo.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
La chiacchiera di oggi è dedicata a "Jules" di Didier van Cauwelaert, edito da Sperling&Kupfer (rilegato a 17,90€), in uscita il 24 Maggio:
Zibal, genio plurilaureato in astrofisica e ingegneria biochimica, sognava di sfondare nel campo della ricerca scientifica, ma la sua ex gli ha rubato l'invenzione che poteva segnare la svolta decisiva. Così, a 42 anni, si ritrova a vendere macarons all'aeroporto di Parigi-Orly. Alice, giovane e bellissima speaker radiofonica, ha perso la vista in seguito a un incidente. I suoi occhi sono quelli di Jules, un adorabile labrador che la guida tra i colori e i pericoli della vita a lei invisibili. Quando Zibal nota Alice in mezzo alla folla dell'aeroporto, è vittima di quel temibile colpo di fulmine di cui aveva imparato a diffidare. Un breve scambio di battute, giusto il tempo di scegliere una confezione di macarons, ed è subito addio: Zibal osserva Alice dirigersi all'imbarco per Nizza. Né lui né Jules sanno che là l'attende una delicata operazione che le restituirà la vista. Quella che per Alice è una grande gioia, per il labrador è la catastrofe: si sente inutile, perso, senza la sua compagna di sette anni. Rifiutandosi di accettare un altro padrone, fugge e va a cercare proprio Zibal, entrando nella sua vita come un ciclone. Da quel momento, uniti dalla sventura e dall'ossessione per Alice, Jules e Zibal avranno un'unica missione: ritrovare la donna che ha spezzato il cuore a entrambi .
Un romanzo delicato e brillante che, dopo il grande successo ottenuto in Francia, arriva finalmente in Italia. Cupido peloso e pasticcione, Jules è un incredibile eroe romantico, capace di fiutare l'essenziale che sfugge a noi umani, e ci regala una lezione indimenticabile di fedeltà e amore incondizionato.
Amore, cani e macarons: “Jules” aveva tutti gli ingredienti per essere la storia emozionante e divertente che cercavo.
Mi ha fatto compagnia in un weekend di lettura al parco, a godermi il sole che finalmente si è deciso ad uscire, e non vedevo l’ora di parlarvene.
Jules è un cane speciale, perché non è solo il migliore amico della sua padrona, Alice: è necessario alla sua sopravvivenza, perché Alice è una giovane donna non vedente e Jules il suo cane-guida.
Le loro vite sono intrecciate nel profondo, e incrociano per puro caso quella di Zibal.
Uno scienziato di grande talento, al punto da aver sviluppato un'invenzione che avrebbe dato una svolta alla sua carriera... Che però è stata rubata dalla sua ex, mandando all'aria tutti i suoi progetti.
Noi lo conosciamo così: 42 anni, nessuna prospettiva, e un posto da commesso in una rivendita di macarons nel caos dell'aeroporto.
Ma è proprio grazie a quei famosissimi (e buonissimi, diciamolo) dolci che lui e Alice hanno la possibilità di scambiare qualche parola.
All'uomo basta un attimo, perchè Cupido sceglie proprio lui per scoccare una delle sue frecce, ed ecco che Zibal è innamorato.
Innamorato di una sconosciuta, che poco tempo dopo sale su un aereo e scompare dalla sua vita.
Alice, dal canto suo, resta molto colpita da Zibal: l'uomo la soccorre quando il personale incompetente della compagnia aerea cerca di separarla da Jules, e la sua voce ferma e gentile resta tra i pensieri della donna per ore.
E questo nonostante il suo viaggio non sia esattamente di piacere e privo di preoccupazioni: è diretta a una clinica dove verrà sottoposta a un delicatissimo intervento chirurgico che, nella migliore delle ipotesi, potrebbe ridarle la vista persa a causa di un evento drammatico che mi ha lasciata senza parole.
Già dal modo in cui la donna parla di ciò che ha subito, e di come ha superato la cosa prendendo in mano la sua vita, si capisce che Alice è una combattente, e per questo mi è piaciuta davvero molto.
L'autore riesce inoltre nel difficile intento di descrivere appieno tutto ciò che l'intervento comporta per lei senza appesantire la narrazione, e questo permette al lettori di comprerne la gravità e di conoscerla meglio.
Ho trovato meravigliose le pagine che descrivono il suo post-operatorio: il suo tornare a vedere e scoprire il mondo, il suo vedere "quanti visi corrispondono alle loro voci" e il suo dolore nel separarsi da Jules, ora che, di fatto, un cane-guida non le serve più.
Il suo è uno splendido personaggio, protagonista di un romanzo che è allo stesso tempo una storia d'amore, di amicizia e di seconde occasioni.
Grazie a Sperling&Kupfer per la copia cartacea del romanzo, la dolcissima lettera e l'adesivo che già decora laa mia moodboard <3 |
Non solo ritroverà Zibal, ma farà di tutto affinchè Zibal stesso ritrovi la donna che lo ha fatto innamorare nel giro di un istante.
Una storia d'amicizia, perchè se il rapporto tra Jules e Alice era unico e profondo, quello che nasce tra il cane e Zibal è ancora più straordinario: un'amicizia vera come solo quella tra uomo e cane può essere, piena di momenti buffi e divertenti, di imprevisti, di tenerezza.
E di amicizia (e affetto) Jules ne ha davvero tanti da dare, perchè per lui, all'orizzonte, c'è un nuovo amico molto speciale dal quale non vorrà separarsi molto facilmente.
Di seconde occasioni, infine, il romanzo è pieno zeppo: per Alice c'è una seconda occasione di vedere il mondo che la circonda e di innamorarsi di qualcuno fino in fondo; per Zibal quella di volere di più dalla vita e di aprire di nuovo il suo cuore a una donna dopo che la sua ex gli ha portato via non solo i frutti del suo lavoro ma anche i suoi sogni e la sua dignità; per Jules, infine, quella di fare ciò che sa fare meglio, senza sentirsi privato del suo scopo primario.
Rischiava di essere la solita storia "lui, lei e un cane" ma in queste 230 pagine c'è tanto di più.
C'è una violenza subita e superata con coraggio, c'è la fiducia in se stessi perduta e ritrovata, e c'è tanto, tantissimo amore: quello vero, con la A maiuscola.
Consigliatissimo a chi ami leggere di tutto ciò, a chi non sappia dire di no a un cane (e chi ne è capace?) e a chi creda ancora sia nell'amore a prima vista, sia in quello che arriva quando non proprio riesci a vederlo.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
venerdì 20 maggio 2016
NOTD: Faby in "The Parfume of the Soul"
Buongiorno a tutte, fanciulle!
Rapidissimo NOTD per mostrarvi lo smalto che mi accompagna questa settimana:
Lui è "The Parfume of The Soul" di Faby, dalla collezione primavera/estate "JOY".
Un verde pieno con dei minuscoli glitter che lo rendono luminoso ma non troppo luccicante, coprente in due passate e davvero facile da stendere perchè cremodo al punto giusto e con un pennello che già avevo avuto modo di apprezzare in precedenza con "Joy City", un bellissimo azzurro.
Il verde non è per tutti, ma ogni tanto mi piace sfoggiarlo e questo mi ha davvero favorevolmente colpita!
Un bacio a tutte, fanciulle!
A presto <3
Rapidissimo NOTD per mostrarvi lo smalto che mi accompagna questa settimana:
Lui è "The Parfume of The Soul" di Faby, dalla collezione primavera/estate "JOY".
Un verde pieno con dei minuscoli glitter che lo rendono luminoso ma non troppo luccicante, coprente in due passate e davvero facile da stendere perchè cremodo al punto giusto e con un pennello che già avevo avuto modo di apprezzare in precedenza con "Joy City", un bellissimo azzurro.
Il verde non è per tutti, ma ogni tanto mi piace sfoggiarlo e questo mi ha davvero favorevolmente colpita!
Un bacio a tutte, fanciulle!
A presto <3
"Rivalità" di Sophie Jomain
Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchera librosa di oggi è dedicata a "Rivalità" di Sophie Jomain, edito da Lain YA (brossurato a 13,50€):
Hannah ha finalmente iniziato il primo anno di Storia all'Università di St Andrews. Insieme al suo bellissimo ragazzo Leith, che oltre a essere la sua anima gemella è anche un lupo mannaro, fra lezioni e nuovi amici le giornate scorrono piacevoli e meravigliose. Tuttavia, all'interno del piccolo universo di St Andrews, la confraternita del Cerchio - frequentata da studenti affascinanti e pericolosamente misteriosi - attira subito l'attenzione della ragazza, che ben presto verrà travolta da una rivelazione sconvolgente: i lupi mannari non sono le uniche creature leggendarie ad aver oltrepassato i confini del mito per entrare nella realtà. E così, la storia d'amore di Hannah e Leith, oltre a dover fronteggiare i pregiudizi del Branco, che ritiene di cattivo gusto l'unione di un lupo mannaro con un essere umano, sarà anche minacciata da una vera e propria guerra che sta per scoppiare con altre fazioni, infiammata da contrasti che si trascinano da centinaia di anni.
Con maestria e seduzione, in "Rivalità", secondo capitolo della saga "Le stelle di Noss Head", Sophie Jomain dà il bentornato al lettore nel magico mondo di Leith e Hannah, ammaliandolo con nuove leggende oscure e creature spettacolari. Un libro sull'amicizia, sull'amore e sul coraggio.
"Vertigine" mi aveva riportata ai miei anni del ginnasio, quando avevo una lunga treccia castana, la fissa delle mele Granny Smith e, dopo anni di classici, mi avvicinavo titubante alla mia prima serie YA: "Twilight".
Stesso spirito, stessa essenza, seppur cone una protagonista decisamente più vivace.
Non vedevo l'ora di leggere "Rivalità", e mi è piaciuto moltissimo partecipare al blogtour: la mia tappa era un ripasso sulle leggende dei lupi proposte dalla Jomain, quindi nel caso vogliate rinfrescarvi la memoria la trovate qui.
Ma veniamo a noi, e a questo secondo volume della pentalogia (il quarto volume consta di parte 1 e parte 2) francese più gettonata del momento: "Le stelle di Noss Head".
Avevamo lasciato Hannah e Leith con la prospettiva di trovarsi nella stessa università, e di coltivare così la loro relazione.
Ed è esattamente così che li ritroviamo: Hannah è alle prese con l'iniziazione delle matricole, Leith è un dottorando, ma questo non li tiene lontani più del necessario.
Si amano, e stare insieme è una cosa che viene a entrambi naturale.
Unico problema: Leith, per i gusti della ragazza, si controlla troppo.
Hannah non direbbe di no a un po' di passione in più, e arriva anche a ricorrere ad outfit piuttosto succinti per stuzzicare il suo affascinante fidanzato, che però sembra troppo preoccupato di farla involontariamente a pezzi per riuscire a lasciarsi andare del tutto (e come biasimarlo?).
In tutto questo, a ravvivare quella che altrimenti sarebbe stata una situazione tutto sommato di stallo, arriva Darius. No, nessun triangolo amoroso!
Darius altri non è che uno dei nemici naturali dei Mannari: è uno Sfruttatore, sostanzialmente un vampiro se vogliamo semplificare al massimo le cose.
Sophie Jomain introduce un nuovo gruppo di creature mitologiche, e con Darius si supera: la sua storia personale è struggente e intrisa di rimpianto, e l'ha fatto diventare il mio personaggio preferito in assoluto della serie finora.
Per me, "Rivalità" è senza dubbio il libro di Darius, e a questo si collega l'unica critica che potrei fare a quello che altrimenti sarebbe un secondo volume impeccabile: Leith è un po' sottotono.
Attento, romantico, ironico: tutto come prima, però Darius gli ruba decisamente la scena.
Grazie a Sophie Jomain per aver autografato la mia copia di "Rivalità" e per aver fatto uno sketch su quella di "Vertigine". |
La prosa è scorrevole, e il romanzo godibilissimo, al punto che quando arrivi all'ultima pagina QUEL FINALE ti strazia il cuore perchè... Perchè sì!
Perchè la storia si dipana con un buonissimo ritmo, perchè ci si appassiona a quelli che sono tutta una serie di nuovi personaggi, dagli Sfruttatori al branco di Leith, e poi succede QUELLA COSA e non si sa dove sbattere la testa.
Un finale a effetto e completamente imprevedibile, che mi ha spiazzata e che mi ha fatta disperare al pensiero che dovrò aspettare fino all'autunno per il prossimo volume.
Se già ero convinta dopo "Vertigine", con "Rivalità" confermo il mio parere positivo sulla serie, e non vedo l'ora di scoprire cos'accadrà poi (inserire faccia sconvolta dalla curiosità qui).
Ringrazio inoltre Lain YA e Fazi Editore per l'accoglienza al Salone di Torino e per la possibilità di incontrare Sophie Jomain, che mi ha fatto un paio di spoiler (richiesti) sul terzo volume ma che io NON scriverò qui. Chiedete in privato nel caso ;)
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3