Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
È arrivato il momento: inauguro il mio #BancarellaThon, la maratona di lettura e recensione dei sei titoli vincitori del Premio Selezione Bancarella!
Tre li avevo già letti, tre li ho recuperati in corsa, e sono pronta a partire con... "La regina del silenzio" di Paolo Rumiz, edito La nave di Teseo (rilegato a 16€):
Il malvagio re Urdal scende da Nord, invade col suo esercito la pianura dei Burjaki e proibisce loro ogni forma di musica. Con tre mostri – Antrax, Uter e Saraton – terrorizza la popolazione. Eco, il mago dai lunghi capelli bianchi che suscita i suoni della terra, viene fatto prigioniero e nella terra dei Burjaki cala il silenzio assoluto. Mila, la figlia del valoroso cavaliere Vadim, ha il dono innato della musica e cresce ascoltando la melodia della natura. Con il suono della sua voce sfida il divieto di Urdal e decide di cercare il bardo Tahir, l’uomo che le ha insegnato il canto, per guidare insieme la battaglia più importante, nel nome della musica e della libertà.
Paolo Rumiz regala ai suoi lettori una storia senza tempo sulla forza dell’arte e del coraggio, sull’importanza di credere nel proprio talento, contro ogni forma di violenza.
Bello, bello, bello: ho recuperato questa lettura dopo l'assegnazione del Premio Selezione Bancarella, e ne sono stata conquistata sin dalle prime righe.
Paolo Rumiz torna alla favola, e al racconto ad alta voce, e in parte torna anche bambino insieme ai lettori nel raccontare del glorioso Vadim, del bardo Tahir e della coraggiosa giovane Mila, che si imbarca come una novella Argonauta per trovare chi (e ciò che) l'aiuterà a salvare la sua gente da un nemico forte e violento.
Un fortissimo richiamo alle leggende e favole nordiche, che adoro sin dall'infanzia e che ho amato ritrovare in questo volumetto compatto che ben si presta a essere portato con sè in viaggio, e una protagonista alla cui storia è impossibile non affezionarsi da subito: cullata durante la gestazione dalle canzoni di Tahir, cresce con una fortissima sensibilità ai suoni e alla musica, e proprio nella musica trova la sua arma per combattere l'oppressore che ha ridotto il suo popolo al silenzio.
E in fondo, l'intero racconto è intriso di musica: quella delle onde che frangono sulla barca di Mila, quella del vento che sussurra tra le fronde per accompagnare il canto di Vadim morente, quella della tamburitza di Tahir e del violino di Mila.
Nella sua prima opera d'invenzione, Paolo Rumiz sceglie comunque di portarci in viaggio, un viaggio intriso di magia e di mistero, che sa di favola e dello stupore dell'infanzia di fronte all'inaspettato. Quella capacità di provare stupore che, forse, crescendo rischiamo di perdere, e che invece dovremmo saper mantenere viva dentro di noi.
Consigliatissimo: mi ha stupita, ed è sicuramente un libro che rileggerò e (soprattutto) racconterò ai miei figli quando sarà il momento.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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