venerdì 15 dicembre 2017

Plumcake alla vaniglia, con la ricetta di Luigi Biasetto

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Oggi ci infiliamo insieme in cucina, e lo facciamo con sottobraccio "Senza dolce non è vita" di Luigi Biasetto, edito Piemme (rilegato a 17,50€):
In ogni festa che si rispetti, che sia un compleanno o un matrimonio, un anniversario o una promozione, il momento clou, quello che sublima il senso dello stare insieme, è l'apparizione del dolce. Per tutti il dolce è sinonimo di gioia, convivialità, celebrazione, coccola, rimedio piacevole ai momenti no. Una festa senza torta è solo un incontro, ha detto qualcuno.
La pasticceria richiede tante qualità, precisione, attenzione, una certa capacità di rischiare. Poi ci vogliono buone materie prime, manualità e un po' di esperienza. Ma i veri ingredienti segreti sono passione e dedizione. Offrire un dolce preparato con le proprie mani è veramente un gesto d'amore, come dire: ti voglio bene, ti ho pensato, ho trovato il tempo per fare qualcosa per te. Forse è il dolce il vero apostrofo tra le parole t'amo. 
Un pasticcere innamorato della sua arte, uno che ha fatto del dolce la sua magnifica missione diventando uno dei più apprezzati e famosi al mondo, in un insolito mix di ricette, trucchi, aneddoti e perle di saggezza, insegna come realizzare i suoi dolci del cuore, dal semplice tiramisù o dalla panna cotta, ma con accorgimenti da professionista, a quelli più complessi come la sacher o il profiterole.
Mese per mese, in base alla stagionalità degli ingredienti, alle ricorrenze o semplicemente all'estro dell'autore, tante ricette imperdibili, corredate da consigli e curiosità, per celebrare il più effimero, ma il più indispensabile, dei sapori.

Chi non ha voglia di qualcosa di dolce, in questo periodo dell'anno?
Personalmente, amo i dolci più "rustici", quelli che sanno di casa, di conforto e che, per me, sanno d'amore. La torta di mele più buona del mondo resta quella di mia nonna, insomma.
E sfogliando il libro di Luigi Biasetto mi sono imbattuta in quella che sembrava proprio la ricetta giusta per me: quella per preparare il plumcake alla vaniglia.
Una ricetta semplice, ma proprio per questo rischiosa: quando avete solo un impasto da presentare,non potete sbagliare. non c'è glassa o decorazione elaborata che vi salvi, siete voi e il plumcake. Punto.

Una delle peculiarità del libro è quella di contenere ricette "raccontate", spiegate e introdotte, e l'effetto è quello di avere Luigi Biasetto in cucina insieme a voi, a dirvi di non spargere farina per tutto il bancone mentre la setacciate o di misurare con attenzione la temperatura del burro fuso prima di farlo colare nell'impasto.
Ecco la ricetta, che riporto con le sue esatte parole, e il risultato:

Il plumcake cucinato secondo questo metodo garantisce una morbidezza e una conservazione nel tempo molto lunga, oltre a mantenere i tradizionali profumi da “dolce della nonna”. È anche detto “quattro quarti” perché la ricetta è semplice da ri- cordare in quanto il peso di ciascuno degli ingredienti princi- pali corrisponde a 1⁄4 della somma.

Unire 150 g di zucchero semolato, 1 pizzico di sale, 75 g di farina per biscotti, 75 g amido di mais, 7 g di lievito chimico e 1⁄4 di baccello di vaniglia bourbon in una pla- netaria, mescolare con la frusta, quindi aggiungere 150 g di burro sciolto a 40°C e 150 g di uova temperate a 28°C. Montare per circa un minuto e mezzo, o comunque finché risulti un impasto liscio e semiliquido ma non troppo chiaro.
Con un po’ di burro a pomata, utilizzando un pennel- lo, imburrare abbondantemente gli stampi in ogni ango- lo quindi infarinare. Colare l’impasto fino a 3⁄4 dell’altezza dello stampo e cuocere per circa 35-40 minuti a 175°C in forno preriscaldato. Quando sarà sufficientemente freddo, sformare e lasciare raffreddare prima di servire.

Questo dolce potrà essere conservato per alcuni giorni purché chiuso in una scatola ermetica.

Servito tiepido risulterà ancora più piacevole.
Non mi aspettavo di riuscire ad ottenere un impasto così uniforme e un dolce così morbido, dorato fuori e cotto alla perfezione dentro: lo abbiamo affettato quando era tiepido, e che meraviglia!
Non è troppo dolce nonostante la nota di vaniglia, quindi è perfetto se, come noi, a colazione lo volete usare come base e spalmare allegramente con marmellate o creme, e si presta a essere anche glassato con facilità se avete in casa dello zucchero a velo e un paio di cucchiai di acqua a tempratura ambiente.

Non vedo l'ora di provare le altre ricette del volume, e vi consiglio di cercarlo in libreria perchè chi non vorrebbe imparare a preparare il dolce giusto per ogni occasione, a cominciare dalla colazione in famiglia?

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

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