lunedì 18 dicembre 2017

"Natale a Parigi" di Mandy Baggot

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Natale a Parigi" di Mandy Baggot, edito Newton Compton (rilegato a 10€):
Ava e la sua migliore amica Debs sono appena arrivate a Parigi. È tutto perfetto e la neve che comincia a cadere è uno spettacolo meraviglioso. La Tour Eiffel brilla di una luce magica, ma tutto quello a cui Ava riesce a pensare è Leo, il suo ex, che l’ha tradita, spezzandole il cuore. Debs, determinata a restituire il sorriso all’amica, la trascina a fare shopping tra i mercatini di Natale, a passeggiare sul Lungosenna, a mangiare pain au chocolat. Piano piano, Ava comincia davvero a convincersi che non può sprecare la vita pensando agli uomini, fin quando la sua strada incrocia quella di Julien, un misterioso e affascinante fotografo, con un irresistibile accento francese e occhi così profondi che sembrano leggere dentro di lei. Ava non può ignorare le reazioni che si scatenano tra loro, ma non riesce a fidarsi e a lasciarsi andare. Tutto si complica quando per Ava arriva il momento di rientrare in Inghilterra...

Ava a pochi giorni da Natale non sta passando un gran bel momento, questo bisogna riconoscerglielo: il suo ragazzo e collega di lavoro, Leo, l'ha tradita e ora sembra incapace di smettere di chiamarla e bombardarla di loro vecchie foto; sua madre è un vero incubo, testarda com'è nel voler incanalare la figlia in una vita da moella che la ragazza non desidera assolutamente; il suo lavoro di agente immobiliare non le sembra più una grande idea.
È Debs, giornalista e sua amica del cuore, a sbloccare la situazione, trascinandola a Parigi con la scusa di farsi aiutare a scrivere due articoli.
Proprio nel momento meno adatto, e in una città a km e km da casa, Ava incontra Julien, fotografo in crisi dopo che un incendio devastante gli ha portato via la sorella e la gioia di vivere.
I due riconoscono nell'altro qualcosa di sè: la paura di buttarsi, di darsi una seconda occasione, di concedersi di essere davvero felici... ma chissà se troveranno il coraggio per dirsi che, giorno dopo giorno, si piacciono sempre di più!
Nella cornice romantica di Parigi a Natale, Mandy Baggot riesce a raccontare una storia d'amore semplicemente deliziosa, piena di divertimento ma scandita anche da momenti di scoramento.
Riesce a raccontare il dolore per la perdita di una persona importante quanto una sorella (da sorella, devo ammettere che troverei molto più difficile affrontare la morte di mio fratello piuttosto che quella di uno dei miei genitori. L'ho preso in braccio che aveva meno di un giorno di vita, e la sua vita è stata talmente intrecciata alla mia che mi riesce impossibile immaginare che lui possa non esistere più), e a farlo in modo non melodrammatico ed esagerato ma profondamente struggente.
Julien combatte ogni giorno con l'odio per se stesso per non essere riuscito a salvare Lauren, e con la sensazione che il mondo non possa riprendere a girare nel modo corretto ora che lei non c'è più.
Scorre sul telefono le sue foto, visita i luoghi che la sorella amava di più risentendo in testa le sue parole, ed è bloccato in un passato che non si sente pronto a lasciare.
In Ava ritrova parte dello spirito di Lauren, e per la prima volta dopo tanto tempo torna a sentirsi vivo.

Ava, dal canto suo, ha tante cose da chiarire prima di poter prendere davvero in mano le redini della sua vita: deve liberarsi una volta per tutte di Leo, e deve risolvere il grosso problema di sua madre e dei suoi sogni di flash e riflettori. Deve dirle una volta per tutte cosa vuole e non vuole fare, nella vita, cosa che non ha mai avuto il coraggio di fare.
Anche se, al momento, l'unica cosa che vorrebbe fare è passeggiare per Parigi insieme a Julien e riempirsi di Camembert (e come darle torto...).

Ho adorato Debs, l'amica shopaholic e romantica persa di Ava: mi hanno divertita moltissimo i suoi dialoghi con Ava, e il suo modo di relazionarsi con Didier, il migliore amico di Julien.
Li volevo insieme sin dal primo momento, perchè sembravano fatti l'uno per l'altra e ogni loro incontro confermava questa sensazione. È raro che in questi romanzi ci sia più di una coppia sotto i riflettori, e questo era sicuramente il romanzo di Ava e Julien, ma Debs e Didier mi sono entrati nel cuore all'istante.

E che dire di Parigi?
Ammetto che sono diventata molto scettica nell'affrontare romanzi ambientati a New York, Los Angeles, Londra e Parigi perchè nel 99% dei casi si tratta di luoghi mai visitati dall'autrice e si vede. Si vede quando la fonte sono i telelfilm e Google.
Ecco, stavolta (pensando anche ai miei ricordi di Parigi, delle sue case, dei suoi quartieri) Mandy Baggot è riuscita a farmi sentire davvero per le strade di una città.
Il suo raccontare Parigi attraverso le foto di Julien, le sue passeggiate con Ava, i mercatini di Natale e - soprattutto - i posti migliori in cui Ava potesse trovare uno spuntino delizioso me l'ha fatta percepire come una città vera, pulsante e vibrante di colore.
Il tutto in una splendida atmosfera natalizia, che fa venire voglia di cioccolata calda e salti nella neve.

La mia unica fonte di dispiacere è dovuta, stavolta, alla traduzione.
Troppi errori, con voci verbali sbagliate e dialoghi che risultano confusi, verbi coniugati in modo creativo e, in generale, l'impressione che sia stato tradotto di corsa e riletto sì e no.
Peccato, perchè la storia è davvero carina e sarebbe stato uno dei romanzi natalizi più simpatici letti quest'anno.

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

1 commento:

  1. Questo libro mi ha ispirato fin dall'inizio per la copertina (sono una fan delle copertine belle). Anche la tua recensione mi è piaciuta. Mi dispiace solo che sia stato tradotto male. Mi chiedo cosa si possa fare in questi casi... l'editore non dà peso a questa cosa? i libri vengono corretti in una eventuale seconda edizione? Poco tempo fa mi è capitato di leggere la prima pagina di un libro che mi aveva ispirato (sempre dalla copertina, ma anche dalla breve sinossi), che proprio nella prima pagina aveva un errore di traduzione piuttosto grossolano che mi ha innervosito al tal punto da decidere di non acquistare il libro. Mi sono detta: ma se questa traduttrice traduce così, come sarà il resto del libro?

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