lunedì 29 agosto 2016

"Tanto tempo fa, proprio adesso" di Joshilyn Jackson

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Tanto tempo fa, proprio adesso" di Joshilyn Jackson, edito da HarperCollins Italia (brossurato a 16€):
Fino a dieci anni Paula Vauss è vissuta con la madre Kai, un’hippie affascinata dalla mitologia Hindu, che le ha dato il nome della dea indiana Kali, e le ha fatto trascorrere un’infanzia nomade e ai limiti della legalità, cambiando città e compagno ogni anno. Ma il loro rapporto si è interrotto quando la madre è finita in prigione e lei in affidamento ai servizi sociali.
Ora Paula ha trentacinque anni ed è una donna determinata e di successo, socia di un affermato studio legale di Atlanta che gestisce divorzi milionari. Da quindici anni non vede la madre, finché un giorno riceve da lei un messaggio con cui Kai le comunica di avere poche settimane di vita. Decisa a rintracciare la madre prima che sia troppo tardi, Paula, che è un'esperta nel separare le famiglie, si ritrova a doverne rimettere insieme una: la propria.
Scritto con affilata ironia e toccante perspicacia, "Tanto tempo fa, proprio adesso" è una storia che parla della storia stessa, di come le storie che raccontiamo ci uniscano, ci dividano, ci definiscano, e di come l'inizio e la fine che scegliamo per esse sia in grado di distruggerci... o di renderci completi.

Un romanzo molto particolare sul rapporto madre-figlia, su cosa voglia dire crescere e sulla capacità di perdonare se stessi per poter poi perdonare il prossimo.
Una prosa singolare e ammaliante, e un'autrice della quale già vorrei avere tra le mani un altro libro.

Paula Vauss è cresciuta con una madre che potremmo definire "alternativa".
Un'anima inquieta, che saltando da un uomo all'altro e da una vita all'altra ha trascinato la sua bambina con sè attraverso l'America.
La piccola Paula vive il dramma spesso incompreso di chi non si identifica con un'etnia particolare, e che per questo subisce la discriminazione di chi è bianco, nero, giallo e qualsiasi altra sfumatura di colore possibile.
La piccola è tutto e niente allo stesso tempo, e in molte delle scuole che si trova a frequentare questo la isola, facendole desiderare più che mai di poter chiamare sua almeno un'etichetta.
Gliene basterebbe una sola.
È sulla scia del bullismo psicologico, dl senso di solitudine e della stanchezza per una vita che lei non sopporta più che la bambina fa qualcosa di cui si pentirà fino all'età adulta: sua madre viene arrestata per possesso di droga e lei si trova in una casa famiglia da incubo che le fa rimpiangere la vita nomade.
Salto in avanti, e Paula è un avvocato di successo, specializzato in divorzi difficili.
Non vede la madre da quindici anni, quando attraverso un messaggio parecchio contorto la donna non le comunica di stare per morire.
Più o meno nello stesso periodo scopre di avere un fratello, Julian, di cui ignorava l'esistenza, nato quando la madre era già stata arrestata, e la vita tanto ordinata che si era costruita minaccia di andare in pezzi.
Riuscirà a costruire un rapporto con Julian?
A rivedere la madre prima che sia troppo tardi?
E soprattutto, quali altri segreti le ha tenuto nascosti Kai in questi quindici anni?

"Tanto tempo fa, proprio adesso" è un romanzo difficile, perchè tratta temi non semplici e non cede mai alla facile via della minimizzazione: il dramma dell'assenza di un'identità precisa, della mancanza di stabilità e di un sistema di adozioni e affidi che non funziona come dovrebbe non sono affrontati con leggerezza, anzi.
Ci si trova spesso a dover mandare giù passaggi particolarmente crudi o di rara cattiveria, ed è impossibile non desiderare di poter abbracciare la piccola Paula e proteggerla da un mondo nel quale non sembra esserci un posto per lei.
Questo si traduce in una profonda infelicità di fondo anche nella sua vita adulta: la donna si occupa di coppie di sposi astiosi e incattiviti che sono disposti a tutto pur di ferirsi l'un l'altro, e non si è ancora ripresa dalla fine dell'unica relazione importante che si sia concessa di vivere, quella con Birdwine, l'investigatore privato con il quale collabora spesso.
Sarà proprio lui ad aiutarla nella sua ricerca più importante, quella della madre Kali e dei suoi segreti non ancora svelati, e ho trovato davvero splendido il rapporto tra l'uomo e Paula.
Sul lavoro funzionano, nel privato hanno troppi problemi personali per poter riuscire a stare insieme in modo sano, ma quella a cui assistiamo è una splendida evoluzione del loro modo di interagire.
Si proteggono, si sostengono e si affidano completamente l'una all'altro come solo chi ama nel profonda riesce a fare, e fin dalle prime pagine si spera in un lieto fine per loro.
Grazie ad HarperCollins Italia per la copia cartacea del romanzo <3
La figura di Kai è quella di una donna che, a modo suo, in fondo non è stata una madre orribile.
Ha riempito la vita di Paula di amore, di storie e racconti, di musica, e sì, non era una vita convenzionale, ma quando paula se la vede strappare via ne sente la mancanza ogni secondo.
Kai è una donna con i suoi limiti e le sue convenzioni, e il ritratto che ne emerge una volta concluso il romanzo è quello di una persona che fino all'ultimo ha provato a tornare indietro e ricostruire ciò che si era rotto. E a modo suo lo farà, ma come lo scoprirete solo negli ultimi capitoli.

I temi affrontati dal romanzo, anticipati sopra, non sono leggeri e questo non lo rende una lettura "leggera", ma da assorbire piano piano e sulla quale riflettere a lungo una volta raggiunta l'ultima pagina.
Mi ha emozionata molto, soprattutto nel momento in cui viene approfondito il personaggio di Birdwine e con lui introdotto lo scomodo tema della dipendenza.
Inizialmente viene presentato come un uomo deciso, chiuso e abbastanza fastidioso, ma poi ne viene svelato il dramma personale di un matrimonio finito nel modo peggiore e di una ferita che non vuole saperne di richiudersi, e allora lo si comprende un po' di più.
Ho particolarmente apprezzato il fatto che non ne venisse mai giustificata la debolezza nel momento in cui risprofonda nell'alcolismo dal quale tentava faticosamente di uscire, e come lui stesso non cercasse giustificazioni: il tema dell'alcol in letteratura è trattato in modo terrificante da qualche anno a questa parte, e in un momento ni cui l'alcolismo è aumentato a livello esponenziale è importante ricordarsi che tra il bere un bicchiere di vino a tavola gustandoselo e scolarsi il mobile bar c'è una bella differenza.
Birdwine ci mostra il lato peggiore di questa dipendenza, per poi decidere di darsi davvero la possibilità di cambiare, e come non fare il tifo per lui?
#GoBirdwine.

Joshilyn Jackson ha scritto una meravigliosa storia sul significato vero della parola FAMIGLIA, sull'amore nelle sue forme più disparate e sull'importanza di perdonarsi e perdonare: ogni personaggio del romanzo ha subito e fatto torti, ed è solo quando riusciranno a dirsi "ok, non posso cambiare quello che ho fatto o subito, ma posso fare di meglio da oggi in avanti" che la loro vita vera potrà iniziare.
Ed è qualcosa che dovremmo ricordarci tutti.

Consigliatissimo, e una delle rare letture a cinque stelle del 2016.

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

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