Susanna Tamaro torna in libreria questa settimana con Alzare lo sguardo (Solferino), un'importante riflessione sulla scuola, l'istruzione e l'educazione.
Abbiamo incontrato l'autrice a Milano, ed ecco cosa ci ha raccontato sulla nascita dell'opera, e sul ruolo chiave della lettura.
In questo libro, e nell'affrontare il tema della scuola, e di ciò che non funziona nel nostra sistema educativo, è partita dalla sua stessa esperienza.
La mia esperienza scolastica è stata pessima, come racconto. Sono riuscita a prendere un "meno 17", voto che credo ben pochi abbiano potuto vedersi assegnare!
Da qui è nato il desiderio di scrivere di scuola, da qui e dal mio aver desierato a lungo di poter fare la maestra elementare: purtroppo non ce l'ho fatta, ma avrei voluto poter insegnare e impedire che altri bambini soffrissero quanto avevo sofferto io.
La scrittura mi ha permesso di portare comunque avanti un lavoro a stretto contatto con i bambini e le scuole, e ho visto tante cose non funzionare.
Vedo i bambini sempre più abbandonati a loro stessi, e le conseguenze di questo abbandono arriveranno una volta cresciuti: i bambini meritano rispetto, attenzione e fiducia. Bisogna lavorare per dare e trarre da loro il meglio, non per "portarli avanti" e buttarli fuori dalla scuola.
Nel libro parla anche del ruolo chiave della lettura. L'esperienza di molti di noi, per quanto riguarda scuola e lettura, è stata negativa: libri non adatti e ripetuti a ogni ciclo scolastico, per esempio. È possibile percorrere altre strade?
Io odiavo leggere, ai tempi della scuola. Mi proponevano libri che tutto facevano tranne rendere l'esperienza della lettura gradevole. È un problema della scuola italiana, quello di fare odiare la letteratura ai ragazzi trasformandola in un dovere, e un qualcosa di faticoso e sgradevole.
La lettura dev'essere un piacere, e per far appassionare i ragazzi bisogna proporre loro libri che li riguardino. Per esempio, io ho adorato Zanna Bianca: mi piacevano i cani, e per me è stata davvero una lettura azzeccata. L'importante è creare l'abitudine alla lettura, in modo che poi da adulti vadano a cercare anche i classici: bisogna rivedere i programmi scolastici, e trovare posto anche a letture diverse, a romanzi contemporanei scritti per i ragazzi.
Leggere dev'essere un piacere, prima di tutto: qui hanno un ruolo fondamentale anche le famiglie, perchè i figli di lettori leggono di più - con le dovute eccezioni.
Susanna Tamaro |
E per quanto riguarda gli adulti? Perchè uno dei problemi, con la lettura, è che ci sono moltissimi non lettori nella fascia 18-35, persone che leggevano da bambine per poi perdere quest'abitudine e, se va bene, ritrovarla solo molti anni dopo (quando succede).
I bambini leggono moltissimo, e in genere portano con sè l'abitudine fino alle medie. Lì si apre una voragine, e se non trovano alla scuola superiore degli insegnanti che li facciano appassionare nuovamente alla lettura, restano non-lettori. Bisogna trovare il modo giusto per coinvolgerli.
È molto interessante la sua riflessione sullo smarrimento: è importante smarrirsi, e la creatività deriva proprio da temporanei smarrimenti. Ma in questo mondo che cambia così velocemente e con questa struttura scolastica così rigida, secondo lei, quanto è importante oggi smarrirsi?
Sempre di più. Questo è un mondo che richiede l'efficienza continua, e non so se in futuro ci saranno scrittori e artisti come in passato: sembra non esserci il tempo dello smarrimento che da sempre è la fonte della creatività, della poesia, della letteratura...
Si pensa alla prestazione, ma l'anima umana è più complessa di così, e ha bisogno anche di "deragliare" ogni tanto, invece di raggiungere la prossima stazione a tutta velocità.
Alzare lo sguardo affronta moltissimi altri temi "caldi" legati all'educazione e all'istruzione, e incontrare l'autrice e poterne approfondire una parte è stato un onore: grazie a Solferino e a Susanna Tamaro per quest'occasione di confronto.
Alzare lo sguardo di Susanna Tamaro (Solferino) è in libreria, al prezzo di copertina di 11,90€.
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