E a ragione, perchè Reichl è nota oltreoceano per il suo lavoro di critica di ristoranti per importanti quotidiani e per i dieci anni alla guida di Gourmet, rivista che nel 2009 ha visto la pubblicazione del suo ultimo numero.
Ma leggere il suo ultimo memoir, Save me the plums, significa fare un tuffo nella vita di redazione di una delle riviste che più a lungo hanno accompagnato i lettori americani, e scoprire tanti retroscena del colosso editoriale Condé Nast.
Giornalisti di grido, romanzieri che hanno prestato le loro voci saltuariamente, grandi fotografi: tutti loro hanno varcato la soglia di Gourmet, e Reichl li racconta con onestà, ironia e tenerezza.
Arrivata nel 2009 a dirigere una rivista già in difficoltà, quando la concorrenza del web iniziava a farsi davvero sentire, soprattutto per quanto riguardava la vendita di spazi pubblicitari, Reichl è riuscita non solo a mantenere Gourmet in vita per dieci anni - un decennio che ha visto la chiusura di molte, moltissime testate - ma soprattutto a darle una nuova impronta, più in linea con i gusti e le esigenze reali dei lettori.
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Tornano le descrizioni di piatti di Ruth Reichl che hanno fatto venire l'acquolina ai lettori di tutto il mondo a cominciare dal suo primo libro, La parte più tenera, perchè ancora una volta nessuno meglio di Reichl sa descrivere un profumo, una consistenza, un sapore, un retrogusto in modo più realistico e coinvolgente. Leggere le sue pagine è come sedersi a tavola con lei, da sempre.
Manca forse l'elemento gioco e irriverente che aveva reso Aglio e zaffiri il suo volume più accattivante, ma al suo posto c'è una finestra sul cambiamento della vita redazionale che Gourmet, e con lei ogni altra rivista, ha affrontato in quello che è stato il decennio di maggior stravolgimento.
È stato il decennio che ha visto l'esplosione di Facebook e Twitter, in cui il mondo ha iniziato a condividere istantaneamente ogni suo pensiero - spesso con risultati discutibili... - e in cui ogni notizia di ieri è diventata vecchia.
C'è un motivo se il New York Times è diventato una testata digitale, e c'è un motivo se anche in Italia le riviste sparite dagli scaffali delle edicole non si contano.
Cosa ci riservi il futuro non è dato saperlo, ma una cosa è certa: ci sarà sempre posto per una cena, anche solo di carta e inchiostro, con Ruth Reichl.
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