martedì 18 settembre 2018

Intervista a Jean-Gabriel Causse: una vita a colori è una vita felice

In libreria da maggio con "La felicità ha il colore dei sogni", (HarperCollins), Jean-Gabriel Causse è stato ospite a Milano de "Il tempo delle donne", e abbiamo potuto incontrarlo e scoprire qualcosa di più sul ruolo dei colori nella nostra vita.


Sembra che ci siamo ingrigiti un po', e mi chiedevo se questo ritorno al bianco e nero fosse un effetto collaterale del tentativo di abbracciare il minimalismo. Soprattutto pensando a fenomeni come Marie Kondo, o la tendenza capsule-wardrobe.
Inoltre, pensando all'estremo opposto, il colore può essere troppo? E se sì, cosa succede?
E' qualcosa che mi sento dire di frequente, ma credo sia vero il contrario.
Basta pensare a un luogo caratterizzato dai colori forti, come ad esempio i Caraibi, caratterizzati da mille sfumature di verde, di blu, di rosso. Crede che possa essere troppo?
In realtà studi scientifici hanno dimostrato che sono i luoghi bianchi e neri ad annoiarci di più e a deprimerci: dovremmo prendere le distanze da questa combinazione.
Circa tre quarti della popolazione globale ritiene che vivere in un ambiente ricco di colore faccia sentire bene.
E come invertire questa tendenza al bianco e nero?
Suggerendo l'uso dei colori nel modo giusto. C'è un movimento di fondo, sempre più forte negli ultimi anni e nato nella Silicon Valley, che sostiene fermamente l'utilizzo di colori vivaci anche all'interno delle aziende, perchè rendono più produttivi i dipendenti.
Suggeriscono anche "un'uniforme" colorata, che non sia il completo nero o grigio.

Color Designer di professione, e autore di un romanzo in cui ai colori spetta il ruolo da protagonisti: com'è stato far confluire le sue conoscenze tecniche, e scientifiche in quella che è, in fondo, una storia di pura invenzione?
Come si coniugano narrazione e competenza tecnica?
Ho voluto raccontare questa storia per far comprendere il potere che hanno i colori, la loro influenza sulla nostra vita. Ho scelto il romanzo per poter raggiungere più lettori possibili.
Quello che voglio dire è che i colori sono fondamentali nei veicolare la nostra gioia, e volevo farlo sì fornendo informazioni tecniche e in modo coerente, ma attraverso una storia.
Ho sviluppato circa cinquanta scenari differenti prima di focalizzarmi sulla storia che è poi diventata "La felicità ha il colore dei sogni".

Quanto di lei ritroviamo nei suoi protagonisti?
Raccontare una storia le ha permesso di raccontare se stesso, magari anche lavorando sui suoi pregi, difetti e aspirazioni?
C'è un po' di me in ogni personaggio, ma non solo: i miei amici, persone incontrate per caso e altri ancora fanno capolino nel corso della narrazione.
All'inizio rivedevo me stesso in Arthur, ma ho finito per riconoscermi di più nella mia eroina: in fondo, portare colore ovunque è anche la mia missione!

Portare il colore equivale a portare la felicità?
Assolutamente sì, è qualcosa che sento ogni giorno, e di cui ho conferma dai miei clienti e dai miei lettori.

Sono curiosa: lavorare con i colori al suo livello permette di avere un colore preferito?
In linea di principio amo tutti i colori, ma il mio preferito dipende dal contesto in cui mi trovo e dal momento della giornata.
Al risveglio amo un arancione caldo, ma mi basta bere un caffè per amare un marrone intenso.
Certo non vorrei bere un caffè arancione!
Grazie davvero a Jean-Gabriel Causse e ad HarperCollins per la splendida occasione di confronto.
Con l'augurio di una vita più colorata, per ognuno di noi.

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