Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Tutte le ragazze con una certa cultura hanno almeno un poster di un quadro di Schiele appeso in camera" di Roberto Venturini, edito SEM (brossurato a 16€):
Luca ha 30 anni, è un assistente universitario, corregge bozze e crede nell'amore, anche se le sue relazioni non sono mai entusiasmanti. È cresciuto guardando Bim Bum Bam, va in giro su una Fiat 500L del '71 e pensa che i quadri di Pollock siano il risultato dello starnuto di un pittore sbronzo pestato a sangue davanti a una tela bianca. Una sera conosce Silvia, con la quale fa subito sesso. Lei ostenta disincanto e cinismo ma, in fondo, ha solo una paura tremenda: apparire normale. Inaspettatamente, se la ritrova davanti all'università: Luca vorrebbe riavvicinarla, ma Silvia non sembra interessata. All'esame, per vendicarsi le rifila un 29, «il più insignificante tra i voti alti». Segue una specie di aggressione da parte della ragazza, che culmina in uno scambio di baci. Così inizia la loro storia, angosciante come le carni livide di Schiele o esplosiva e policroma come i rapidi colpi di spatola di Monet. Ciclotimici sì, ma anche meravigliosamente normali. Un viaggio divertito e dissacrante nelle inquietudini di una generazione perduta tra aperitivi, mostre d'arte ed etichette come "radical chic", "new normal", "hygge" e "hipster". Una coppia che si tormenta e si compiace di tormentarsi. Un amore che precipita nel vuoto cosmico di una generazione disillusa, ma sempre molto ironica. E, in quel vuoto, risuona l'eco dei miti del passato con cui si racconta.
Recupero in corsa questa lettura chiacchieratissima, che va giù tutta d'un fiato come uno shot di tequila, e alla quale non mancano nè la sapidità del sale nè l'asprezza del limone, perfettamente bilanciate da parentesi di puro sentimento.
E lo dice una ragazza che il poster di un quadro di Schiele appeso in camera non ce l'ha (ma che ha un debole per Tamara de Lempicka, chissà cosa vorrà dire...).
Con Luca condivido la precarietà, un'infanzia a base di Bim Bum Bam e cartoni animati made in Japan, i dubbi sui quadri di Pollock (ma non solo sui suoi, ehm...) e una collezione di storie d'amore e di sesso che mi hanno lasciata con tanti dubbi e perplessità sull'altro sesso.
In Silvia, invece, credo che ognuno di noi riveda la sua stessa paura di non essere altro che una persona "normale", niente di più e niente di meno. Un parametro di quanto questa paura sia diffusa tra i Millennials (eccomi) e la generazione successiva è data da quanto tutti si affannino a definirsi "strani" o "pazzi", pero poi avere gli stessi identici gusti e preferenze di tutti i loro amici e coetanei: nulla di strano, insomma.
Come può essere l'amore tra qualcuno che in fondo vive una vita normale senza troppe preoccupazioni e qualcuno che invece quella normalità tenta di nasconderla in ogni modo?
Roberto Venturini ce lo racconta con un romanzo dal titolo lungo e indimenticabile, che tutti i Millennials dovrebbero avere sul comodino e che potrebbe facilmente diventare un manifesto generazionale, perchè la verità è che siamo cresciuti con il peso della responsabilità di dover fare cose straordinarie e ritrovarci immersi nella normalità non è affatto semplice.
Luca guida una vecchia 500L "perchè l'assicurazione costa solo cento euro all'anno", aspetta 90 giorni che gli paghino le fatture (abbraccio solidale) e scopre a suo rischio e pericolo cosa voglia dire hygge, tra candele e coperte che trasformano anche la coppia più focosa in due conviventi di mezza età in 3...2...1. Luca è #UnoDiNoi, pagina dopo pagina.
Quella con Silvia è una vera storia d'amore, fatta di quotidianità, pranzi con la di lui nonna, sesso, intimità, litigi, e così com'è nata, con uno sguardo, finisce: la consapevolezza di non volere le stesse cose prende il sopravvento sul desiderio di aversi accanto, e i due si separano.
Impossibile non rivedere almeno una delle proprie relazioni finite, in quelle che sono le ultime pagine di un romanzo perfettamente riuscito e che spero faccia da apripista a tanti altri.
Sul comodino c'è ancora posto, quindi...
Consigliatissimo: vi emozionerà, e vi regalerà il puro piacere di una prosa impeccabile, di dialoghi realistici e di scene perfettamente inquadrate, dal sapore cinematografico. Cinque stelle!
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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